O E a N N i EZIO PARTESANA f I o A L s L Critica del non vero. Per una o N I M l O i F teoria dell’interpretazione in I E D T e I E e Th. W. Adorno D R r U A e t T L t Firenze, La Nuova Italia, 1997 S FI e (Pubblicazioni della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università L I degli Studi di Milano, 171) L i G d E à D t l À o T c I a S F R E a V l l I N e d U i n o i z a c i l b Quest’opera è soggetta alla licenza Creative Commons Attribuzione ‑ b Non commerciale ‑ Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY‑NC‑ND u P 2.5). Questo significa che è possibile riprodurla o distribuirla a condizio‑ ne che ‑ la paternità dell’opera sia attribuita nei modi indicati dall’autore o da chi ha dato l’opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi a‑ vallino chi la distribuisce o la usa; ‑ l’opera non sia usata per fini commerciali; ‑ l’opera non sia alterata o trasformata, né usata per crearne un’altra. 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Ermeneutica - Teorie di Theodor Wiesengrund Adorno 121.68 Proprietà letteraria riservata Printed in Italy © Copyright 1995 by « La Nuova Italia » Editrice, Firenze la edizione: febbraio 1997 a mio padre, Carlo INDICE Prefazione p. 1 CAPITOLO I. INTRODUZIONE. L'INTERPRETAZIONE NEI PRIMI SCRITTI DEGLI ANNI '30 » 7 L'idea di storia naturale » 17 La esatta fantasia » 24 CAPITOLO II. LA TRISTE SCIENZA DELL'ESPERIENZA » 35 Troppa fiducia nella coscienza attuale » 35 Perché Ulisse non ascoltò il canto delle sirene » 43 Desiderio, etica e interpretazione » 50 CAPITOLO III. MODELLI INTERPRETATIVI » 61 II passaggio dialettico » 77 Linguaggio e interpretazione » 87 Freud e Kafka » 97 CAPITOLO IV. LA DIALETTICA TRA UNIVERSALI E INDIVIDUALITÀ » 113 Verità, processo e immaginazione. La lettura di Hegel » 118 La memoria del gioco e il dolore del ricordo » 136 Ideologia, utopia e obbligo al concetto » 148 Dialettica negativa. La costruzione dell'immaginazione critica » 155 CAPITOLO V. DIALETTICA NEGATIVA ED ESPERIENZA. LA PARODIA » 161 Memoria tra traduzione e desiderio » 161 Ontologia e deontologia: l'unità di logica e etica » 174 La contraddizione come chiave ermeneutica » 181 II debito storico e il rapporto tra verità e piacere » 190 Per una teoria dell'interpretazione: la parodia » 202 Fine dell'interpretazione » 215 X INDICE BIBLIOGRAFIA GENERALE p. 226 Parte prima: opere e saggi di Th.W. Adorno, secondo la data di pubblicazione in Italia » 226 Parte seconda: edizione tedesca delle opere complete di Th.W. Adorno » 227 Parte terza: bibliografia critica » 228 Parte quarta: emeroteca » 231 Parte quinta: altri testi » 233 PREFAZIONE Anche quando la filosofia pretende di elaborare i rap porti secondo principi puri e astratti, essa assume in sé, positivamente o negativamente, categorie immanenti alla società esistente. Th.W. Adorno1 II problema che si intende porre in questo volume è quello dei rap porti tra Adorno e l'ermeneutica. A prima vista esiste una soluzione im mediata: poiché quello dei rapporti tra Adorno e l'ermeneutica è, come direbbero i logici, un insieme vuoto, la soluzione sta nel fatto che non esista alcun rapporto. Tuttavia basta considerare non rapporti tra autori, bensì rapporti tra effettive pratiche filosofiche, che il vuoto si riempie. Ci si trova allora a guardare l'opera di Adorno da un altro punto di vista, e cioè a domandarsi su cosa poggi la straordinaria capacità di penetrazione cri tica di quel pensiero; e poiché lo studio dei fondamenti e della pratica interpretativa è l'oggetto attorno al quale oggi si riunisce quell'insieme eterogeneo di teorie che si può chiamare genericamente ermeneutico, vien fatto di pensare se non sia possibile descrivere la forza critico-interpreta tiva della dialettica nei termini di una pratica ermeneutica. Ora, se è palese che Adorno dovesse possedere una prassi interpre tativa, e che sia dunque possibile, almeno in linea di principio, individuar la e descriverla a partire dai suoi lavori, si presentano, però, per farlo, due vie percorribili entrambe insoddisfacenti. L'una consisterebbe nell'ennesi ma sintesi teorica di che cosa sia e come funzioni la negative Dialektik, lavoro che non solo è già stato compiuto da ottimi studiosi, e che dunque non è necessario ripetere, ma che soprattutto non può comprendere in sé, dato il suo carattere filologico, la «battaglia» attuale tra dialettica ed erme- 1 Th.W. Adorno e M. Horkheimer a cura di, Lezioni di sociologia, voi. IV dei «Frankfurter Beitràge zur Soziologie» dell'Instttut fùr Sozialforschung di Francoforte, editi da Th.W. Adorno e W. Dirks, Europàische Verlagsansalt, Frankfurt a. M. 1956, trad. A. Mazzone, Einaudi, Torino 1966, p. 15. 2 CRITICA DEL NON VERO nautica. L'altra opzione, simmetrica e contraria, sarebbe di interpretare la filosofia critica alla luce, come si suoi dire, dell'ermeneutica, cioè mostrare e dimostrare come e in che misura essa sia all'altezza della contemporanea koyné filosofica. Una strategia di inglobamento che avrebbe il prevedibile difetto di oscurare l'identità specifica del pensar dialettico, e di conse guenza di perderne la portata critica anche nei confronti della stessa er meneutica. Qualsiasi scelta si compia per cavar fuori dall'opera di Adorno una teoria generale dell'interpretazione è esposta ai difetti di cui sopra, o ancor peggio al rischio di sistematizzare un pensiero di sua volontà critico atten to di ogni totalità. Lo stesso vale per quella qui proposta - che è solo apparentemente semplice - con a suo favore, però, il pregio di derivare dai presupposti teorici dello stesso Adorno. Si tratta, in breve, di porre agli scritti di Adorno le domande della tradizione ermeneutica. In questo modo l'oggetto della ricerca è bensì "illuminato" dall'ermeneutica - è, per dir così, lo stesso oggetto - ma inserito in una configurazione tale (il pensiero di Adorno), che né l'oggetto né la sua comprensione risultino / medesimi dell'ermeneutica. E quindi rimangono presenti per intero le questioni che questa pone alla riflessione, ma senza che questa interezza azzeri lo spe cifico della filosofia critica. Ricostruire attraverso le effettive interpretazio- ni critiche di Adorno e, va da sé, attraverso la sua dialettica, una «teoria dell'interpretazione», risulta allora possibile senza dover forzare i testi ad essere quel che non sono, e cioè scritti sull'ermeneutica. Un simile escamotage è attuabile perché, come dicevamo prima, una pratica critico-interpretativa è costantemente all'opera nei testi di Adorno e sebbene non sia concepita affatto come ermeneutica - anzi sia in forte polemica con la versione heideggeriana di essa - ha anche ricevuto una formulazione teorica in Dialettica negativa. Lo sguardo parziale alla quale intendiamo sottoporla, cioè il fatto che le faremo domande solo circa l'oggetto «interpretazione critica», è una «colpa» non solo inevitabile ma fruttuosa2. Essa deriva e trova una sua giustificazione, del resto, proprio nella dialettica tra pensiero filosofico e «categorie immanenti alla socie tà»3, che costituisce oggetto di tanta parte degli scritti adorniani. Poiché la filosofia, secondo Adorno, accede all'esperienza solo per tramite di concetti, i quali, a loro volta, sono il risultato di determinazioni 2 Cfr. Th.W. Adorno, «II saggio come forma», in Note per la letteratura, voi. I, Einaudi, Torino 1979, pp. 5-30; L. Althusser, Per Marx, Editori Riuniti, Roma 1967. 3 Vedi l'incipit a questa prefazione.
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