ebook img

Criminali di guerra in libertà PDF

161 Pages·2008·2.95 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Criminali di guerra in libertà

Filippo Focardi Criminali di guerra in libertà Un accordo segreto tra Italia e Germania federale, 1949- Prefazione di Lutz Klinkhammer Carocci editore la edizione, aprile 2008 © copyright 2008 by Carocci editore S.p.A., Roma Finito di stampare nell’aprile 2008 per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali Srl, Urbino isbn 978-88-430-4283-8 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Siamo su Internet: http://www.carocci.it Indice Avvertenze 9 Prefazione. Dal perdono all’amnistia 11 di Lutz Klinkhammer Premessa 27 1. La condanna del “gruppo di Rodi” e i processi in Italia contro i cri­ minali di guerra tedeschi 31 2. Salvezza per i «poveri connazionali»! 51 3. Il ministero degli Affari Esteri italiano e la questione dei criminali di guerra tedeschi 67 4. La missione Hòfler e la liberazione dei criminali tedeschi del “gruppo di Rodi” 79 5. Sviluppi successivi: il “caso Wagener” in Germania (1951-55) 99 Conclusioni 107 Documenti 121 Indice dei nomi 165 Avvertenze Elenco delle abbreviazioni Abt. Abteilung ACS Archivio centrale dello Stato AN Alleanza nazionale AP Affari politici art. articolo ASMAE Archivio storico del ministero degli Affari Esteri b. busta BA Bundesarchiv CDU Christlich Demokratische Union CED Comunità europea di difesa CLN Comitati di liberazione nazionale CLNAI Comitato di liberazione nazionale Alta Italia CMM Consiglio della magistratura militare CP Codice penale CPMG Codice penale militare di guerra CSU Christlich-Soziale Union DC Democrazia cristiana DGAP Direzione generale Affari politici DS Democratici di sinistra fase. fascicolo h.c. honoris causa NATO North Atlantic Treaty Organisation PA-AA Politisches Archiv des Auswärtigen Amtes PCM Presidenza del Consiglio dei ministri PRI Partito repubblicano italiano prot. protocollo 9 CRIMINALI DI GUERRA IN LIBERTÀ PSI Partito socialista italiano PSLI Partito socialista dei lavoratori italiani RSI Repubblica sociale italiana SA Sturmabteilungen sf. sottofascicolo SS Schutzstaffel TMT Tribunale militare territoriale UNWCC United Nations War Crimes Commission Nota sulle fonti Gli atti del processo del 1948 contro i criminali di guerra tedeschi del cosiddetto “gruppo di Rodi” sono depositati presso il Tribunale militare territoriale di Roma: cfr. tmt, Processo Wagener, n. 39179, b. 711 e 712. Sul caso giudiziario del generale Wagener e degli altri militari tedeschi condan­ nati a Roma e sull’accordo segreto fra Italia e Germania federale per la liberazione dei criminali di guerra germanici abbiamo utilizzato un’ampia documentazione rintracciata in archivi italiani e tedeschi. In Italia, la documentazione principale è depositata presso l’Archivio storico­ diplomatico del ministero degli Affari Esteri a Roma: cfr. asmae, Serie Affari poli­ tici (ap) Germania 1946-50, b. 1, fase. 2; ap Germania 1950-56, b. 175, fase. 14, sf. Visita deputato tedesco H. Höfler, ap Germania 1950-56, b. 267; ap Germania 1950-56, b. 95, fase. Criminali di guerra tedeschi condannati da tribunali militari ita­ liani 1950-IP51-1952. Utile documentazione sul caso Wagener si trova anche presso lArchivio cen­ trale dello Stato a Roma, nelle carte della Presidenza del Consiglio dei ministri: cfr. acs, pcm 1948-50,19.5 n. 79722 e 4.12 n. 77318. In Germania, la documentazione relativa al caso Wagener e all’accordo italo- tedesco sui criminali di guerra è depositata presso il Bundesarchiv a Koblenz - Ar­ chivio federale di Coblenza: cfr. BA-Koblenz, fondo B 305, b. 403, e presso il Politi­ sches Archiv des Auswärtigen Amtes - Archivio politico del ministero degli Esteri di Berlino: cfr. pa.aa, fondo B 10, b. 2196. Prefazione Dal perdono alFamnistia di Lutz Klinkhammer La guerra moderna ha trasformato anche la pace. La formula del “per­ dono e oblio” è sparita e ha lasciato il posto, a guerra finita, alla punizio­ ne dei vinti e degli aggressori. Tematizzato già da Ugo Grozio nel suo trattato su guerra e pace \ un uso comune praticato per secoli aveva pre­ visto di concedere, nel momento dell’entrata in vigore di un trattato di pace, un vasto programma di amnistia per tutto ciò che era successo du­ rante il periodo bellico, in cambio di una pace sicura e duratura. Anche in questo campo la Grande Guerra costituì uno spartiacque. “Punizioni e riparazioni” sostituirono la vecchia formula del “perdono e oblio”. Invece di chiudere, con i trattati di pace del 1919, il contenzio­ so causato dalla “catastrofe primordiale” della Prima guerra mondiale, successe il contrario: un enorme programma di punizione di aggressori e criminali di guerra veniva contemplato dal Trattato di Versailles, non soltanto con l’individuazione dei colpevoli per lo scoppio della guerra, ma anche con la legittimazione di un risarcimento economico per le di­ struzioni belliche. La definizione della colpa diventò una continua spina nel fianco dell’opinione pubblica dei paesi vinti e provocò una gigante­ sca mobilitazione politica, pubblica ed intellettuale in difesa dell’“ono- re” nazionale. I vincitori chiesero la punizione dei responsabili per i cri­ mini di guerra tedeschi (ma anche per quelli commessi dall’impero ot­ tomano). Anche se il contemplato tribunale internazionale — con l’im­ peratore della Germania come imputato principale - alla fine non ven­ ne realizzato, i tribunali nazionali - in Germania come in Turchia - fu­ rono costretti obtorto collo ad occuparsi delle atrocità di guerra. Le «atro­ cità tedesche» 2 diventarono non soltanto un topos della propaganda 11 CRIMINALI DI GUERRA IN LIBERTÀ contro la Germania e i suoi alleati, ma anche motivo di un agitato di­ battito sulla necessità di punirne i responsabili3. Anche se l’applicazione degli articoli riguardanti la punizione dei criminali di guerra venne rapidamente sospesa, l’oblio funzionale teo­ rizzato da Grozio lasciò il posto in Germania ad un clima avvelenato di proteste per il tentativo di voler giudicare e colpevolizzare i tedeschi per lo scoppio e la condotta della guerra. La sospensione delle clausole per la punizione dei crimini tedeschi, e la punizione giuridica così blanda rea­ lizzata attraverso i processi davanti al Tribunale tedesco di Lipsia, fecero invece nascere nei paesi vittime delle atrocità tedesche delle forti ama­ rezze: le popolazioni colpite percepirono questi processi e le lievi con­ danne comminate come un’evidente ingiustizia nei confronti del loro dolore. Le grandi potenze fecero tesoro di quest’esperienza: già durante la Seconda guerra mondiale venne esplicitamente previsto un ampio pro­ gramma di punizione dei criminali di guerra, poi eseguito con migliaia e migliaia di processi da parte dei paesi vincitori. Alla Conferenza di Mo­ sca, il 30 ottobre 1943, Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna avevano dichiarato espressamente che i criminali tedeschi sarebbero sta­ ti processati nei luoghi dei loro misfatti. A guerra finita, i due tribunali militari internazionali di Norimberga e di Tokyo furono soltanto la punta dell’iceberg del programma dei vincitori che riguardava anzitutto criminali tedeschi e giapponesi, ma includeva anche indiziati di altre nazioni belligeranti come l’Italia. In Europa, la punizione dei tedeschi fu la preoccupazione maggiore. Ma anche in Australia, in Cina, Corea, Indonesia, Hong Kong, Malaysia, India e Filippine si avviarono mi­ gliaia di processi contro imputati soprattutto giapponesi 4. I programmi nazionali di punizione si rivelarono molto più ampi di quelli internazionali, con importanti effetti sulla storia postbellica di ciascun paese coinvolto. I soli Stati Uniti effettuarono circa 1.000 pro­ cessi per crimini di guerra in Europa, in Asia e nel Pacifico. Ma anche la Gran Bretagna, la Francia, l’Unione Sovietica, i Paesi Bassi, la Norvegia ed altri Stati nazionali iniziarono processi per punire i crimini commes­ si. Nella sola Polonia furono condannati per crimini di guerra più di 1.670 tedeschi, estradati dalle forze di occupazione alleate in Germania tra il 1945 ed il 1949. Mitigare gli effetti e la memoria di queste condanne - una continua spina nel fianco di un paese aspirante alla “normalizzazione” e alla rico­ struzione economica - fu una forte spinta per la politica estera della gio­ 12 PREFAZIONE vane Repubblica federale tedesca, che non a caso dichiarò nella sua Leg­ ge fondamentale del 1949 che nessun tedesco potesse essere estradato verso un paese straniero. Mentre la classe dirigente di Bonn cercò di ri­ collocare la neonata Repubblica come attore sul piano internazionale, firmando trattati e ristabilendo accordi internazionali nonostante la li­ mitata autonomia, in quell’ambito gli uomini attorno al cancelliere Adenauer si preoccuparono in maniera particolare per la sorte dei crimi­ nali di guerra tedeschi condannati dai tribunali stranieri: non a caso si evitò di parlare di “criminali di guerra”; la politica e la diplomazia tede­ sche preferirono il termine più “neutro” di “condannati per la guerra” ed aspirarono, con l’inasprimento della Guerra fredda, ad un rapido ri­ lascio dei connazionali dalle carceri dei paesi occidentali. Un importante collaboratore di Adenauer come Theodor Kordt già alla fine del 1949 meditò su come si potesse influenzare in maniera favo­ revole l’atteggiamento dei paesi occidentali per la causa dei condanna­ ti s. Visto il programma generale di punizione, sarebbe stato azzardato aspettarsi in quel momento un’amnistia altrettanto generale. Perciò la strategia tedesca puntò su una revisione di singoli processi e di singole condanne laddove si potevano rilevare eventuali irregolarità giuridiche; inoltre, si sperava di arrivare ad un provvedimento di grazia non solo per detenuti di età elevata o sofferenti di gravi malattie, ma anche per chi era stato condannato a pene lievi. Quest’ultimo argomento in segui­ to si rivelò vincente. Inoltre, nell 'entourage di Adenauer si pensò di chie­ dere la sospensione dell’esecuzione della pena di morte e la libertà con la condizionale anche per i condannati di crimini di guerra. La questione non era di poco conto, visto che oltre ai connazionali già condannati, nei paesi della futura Comunità europea circa 1.000 indiziati tedeschi aspettavano in quel momento il loro processo - fra cui 160 in Belgio, 600 in Francia, 45 nel Lussemburgo e 200 in Olanda. In Italia, i responsabili politici furono ben consapevoli dell’entità e della delicatezza della questione. In una petizione al presidente della Re­ pubblica italiana, del giugno 1950, il numero dei militari tedeschi con­ dannati, o comunque ancora sotto pesanti accuse presso le autorità giu­ diziarie militari, fu stimato a 1.300 in Francia, 1.700 in Jugoslavia, 400 in Belgio, 300 in Olanda, 150 in Norvegia, 120 in Grecia e 50 in Dani­ marca 6. Quando il cancelliere Adenauer visitò l’Italia un anno più tardi, nel­ l’estate 1951, il numero dei tedeschi detenuti per crimini di guerra nelle carceri dei paesi occidentali, o nelle prigioni gestite dai vincitori in Ger­ 13

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.