16 porm.SiT ORIA DELLA SCIENZA collana diretta da Paolo Rossi Ferruccio Repellini Franco COSMOLUG 1E. F~ 3 a , GR . ~ ~. r-r ] ü :,va MIL eelbd.qe mover••. LOESCIIER EDITORE Storia della scienza collana diretta da Paolo Rossi Ferruccio Franco Repellini Cosmologie greche n hello J.Tra d...v.ic nwn, we4v.- Loescher Editore Torino © Copyright Loescher 1980 S.E.S. - 1980 INDICE Introduzione pag. 7 Avvertenza » 59 Nota bibliografica » 63 I. IL MONDO DELLA RICERCA NATURALISTICA » 71 1. I primi ionici: le enunciazioni programmatiche, p. 78. - 2 . La laicizzazione dell'invisibile: (a) Anassagora, p. 80; (b) gli atomisti, p. 82. - 3. Le dottrine cosmo- logiche degli ionici: (a) Anassimandro, p. 85; (b) Anas- simene, p. 85; (c) Anassagorn, p. 86; (d) gli atomisti, p. 90. - 4. L'astromctcorologia della polis: la redazione del calendario, p. 91. II. LA SAPIENZA SACRA E IL MONDO PER L'ANI- MA pag. 99 1. La sapienza pitagorica, p. 104. - 2. Filolao: l'armo- nia numerica e il fuoco centrale, p. 107. - 3. Empe- docle: le radici del mondo, p. 111. - 4. Platone: le carenze della ricerca naturalistica, p. 115. - 5. Platone: il mito cosmologico del Fedone, p. 120. III. LA COSMOLOGIA E LA RELIGIONE ASTRALE DELL'ACCADEMIA pag. 1 29 1. Platone: i principi dcl mito cosmologico, p. 134. - 2. Platone: le ragioni dell'opera del dio, p. 136. - 3. Pla- tone: il dio costruisce il corpo e l'anima del mondo, p. 138. - 4. Platone: il dio ordina il cielo, p. 142. - 5. Platone: la prospettiva della necessità, p. 143. - 6. Platone: la costruzione geometrica degli elementi, p. 145. - 7. Platone: il movimento e la distribuzione degli elementi, p. 150. - 8. Platone: il pesante e il leg- gero, p. 151. - 9. Filippo di Opunte: la provvidenzialità dcl ciclo, p. 154. - 10. Filippo di Opuntc: l'intelligenza e la divinità degli astri, p. 156. 6 INDICE IV. LE SFERE DI EUDOSSO E L'ORDINE NATURALE DI ARISTOTELE pag. 161 1. Eudosso: il sistema delle sfere omocentriche, p. 170. - 2. Le critiche specialistiche al sistema delle sfere omocen- triche, p. 175. - 3. Aristotele: la necessità teorica di un movimento naturale, p. 177. - 4. Aristotele: la dimo- strazione dell'esistenza di un elemento celeste, p. 180. - 5. Aristotele: l'eternità del cielo e del suo movimento, p. 187. - 6. Aristotele: la posizione centrale della Terra, p. 189. - 7. Aristotele: il pesante e il leggero, p. 192. - 8. Aristotele: la differenza tra il matematico e il fisico, p. 195. - 9. Aristotele: il primo motore immobile e il movimento primo dei cieli, p. 198. V. I CIELI DEL CITTADINO ELLENISTICO . . pag. 207 1. Epicuro: un cielo non più fonte di turbamento, p. 212. - 2 . Lo stoicismo: la coesione del mondo e il Sole, p. 221. - 3. La poesia didascalica stoica: la provvidenza di Zeus e degli astri, p. 225. VI. L'ASTRONOMIA ALESSANDRINA . . . . pag. 231 1. Euclide: la messa a punto teorica della sfera stellare, p. 242. - 2. Aristarco: lo stile teorico dell'astronomia prima di Ipparco, p. 248. - 3. La salvezza dei fenomeni e la pluralità delle ipotesi: (a) le ipotesi inaccettabili: Era- clide Pontico..., p. 250, e Aristarco di Samo, p. 251; (b) le ipotesi accolte: epicicli ed eccentrici, p. 253. - 4. Ipparco: la rilevazione precisa dei fenomeni, p. 255. - 5 . Posidonio: i limiti dell'astronomia e la fisica, p. 259. - 6. Gemino: l'astronomia per la cultura gene- rale, p. 262. - 7. Adrasto, Dercillida, Teone di Smirne: l'integrazione degli esiti dell'astronomia nel disegno ordi- nato del mondo, p. 271. - 8. Tolomeo: il posto dell'astro- nomia nella filosofia, p. 279. - 9. Tolomeo: gli assunti più generali dell'astronomia, p. 283. - 10. Tolomeo: la com- plessità del problema dei pianeti, p. 299. - 11. Tolo- meo: le dimensioni delle sfere e la pienezza del mondo. p. 306. - 12. Tolomeo: la costituzione corporea degli astri e la natura dei loro movimenti, p. 311. - 13. Tolo- meo: il sistema della sfera del Sole, p. 321. INTRODUZIONE 1. - C'è un termine, con cui la cultura greca ha in- dicato l'oggetto complessivo delle ricerche naturalisti- che e cosmologiche, cioè periechon, il cui significato primario è « ciò che sta intorno, il circostante ». Que- sto termine denota una collezione di eventi e processi estremamente vasta e diversificata, che comprende i fenomeni celesti e quelli meteorologici: in generale tut- ti gli eventi e tutte le cose appartenenti in qualche mo- do all'ordine « naturale ». L'introduzione di un termi- ne unico per denominare tale collezione è una novità, e mostra che la cultura greca riesce a vedere al di sot- to della varietà immediata degli elementi di tale col- lezione un piano di omogeneità fondamentale. Il ter- mine stesso periechon esprime l'organizzazione del campo complessivo dell'esperienza che è alla base di questa novità: in quanto « circostante », esso rinvia a qualcosa intorno a cui sta e che ne costituisce il cen- tro, che è l'interno cui esso fa riscontro come esterno. Questo centro, questo interno, è la polis, la città gre- ca. Data questa complementarità, la polis, nel momento in cui assume il proprio esterno come un unico campo circostante fondamentalmente omogeneo, assume in es- so la posizione centrale. Sul processo storico comples- sivo sfociato in questa duplice assunzione sono state scritte moltissime pagine; qui non posso che limi- tarmi a delineare alcune differenze tra la società della polis e quelle precedenti, che mi sembrano particolar- mente significative. Nella società micenea come in quelle orientali anti- 10 INTRODUZIONE che, l'ambiente « naturale » in cui il gruppo sociale vive è visto come un intreccio di potenze divine origi- nariamente diverse; nel gruppo sociale ciascun membro è riconosciuto, ed è come figura sociale, in base a quel particolare intreccio di potenze divine che attraverso di lui si manifesta e parla, e determina l'efficacia delle sue parole. I1 re è di stirpe divina, se non un dio esso stesso; il sacerdote, il profeta, sono in un rapporto esclu- sivo con una divinità determinata; ciascun membro del gruppo ha proprie divinità familiari, di casta, e così via. Nelle situazioni istituzionalmente definite, la paro- la è conferita a ciascuno in base al suo rapporto con le divinità, e avviene entro un rituale che conferma e ripete tale rapporto. L'organizzazione dell'esperienza avviene entro questo quadro: il « mondo » non è visto come dotato di regolarità e stabilità proprie, ma appa- re come l'emergenza di una potenza divina e l'instau- razione della sua sovranità su uno stato precedentemen- te disordinato e caotico; questa sovranità si manifesta attraverso il rituale e i discorsi delle figure sociali le cui parole derivano dalle divinità sovrane, e sussiste finché tali discorsi mantengono la loro efficacia, dato che la condizione di disordine può sempre riprodursi. Il massimo grado di riordinamento teorico della molte- plicità delle potenze divine che vengono esperite nel contatto con l'ambiente « naturale » è la loro organiz- zazione in genealogie: ciò appunto fanno i miti teogo- nici. La comunità non ha allora nel « mondo » una col- locazione peculiare: i rapporti sociali che vigono al suo interno sono radicati in un intreccio che inizia fuori e altrove, e la soluzione di continuità tra ciò che acca- de entro il gruppo sociale e ciò che accade fuori non appare più significativa di altre che attraversano sia l'interno sia l'esterno. La polis greca è costituita da istituzioni politico-giu- ridiche che stabiliscono un rapporto peculiare tra essa