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Contro i fisici. Contro i moralisti. Libri IX-XI PDF

273 Pages·1990·6.273 MB·Italian
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Biblioteca Universale Laterza Contro i fisici Contro i moralisti BIBLIOTECA UNIVERSALE LATERZA 302 © 1990, Gius. Laterza & Figli Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Sesto Empirico CONTRO I FISICI CONTRO I MORALISTI Introduzione di Giovanni Indetti Traduzione e note di Antonio Russo, riviste e integrate da Giovanni Indelli Editori Laterza 1990 INTRODUZIONE l. Nei libri III e IV dell'opera Contro i Dogmatici, int·itolati Contro i fisici, Sesto Empirico, come nella prima parte del III libro degli Schizzi pirroniani, si propone di demolire la fisica dog matica, indirizzando la sua critica all'impostazione dogmatica del problema teologico, al rapporto di causalità, al problema dei princìpi delle cose (libro III) e alla questione del movimento (li bro IV). Per criticare in particolare la dottrina stoica relativa agli dèi Sesto, dopo aver dimostrato che c'è contrasto tra le varie posi zioni dei Dogmatici riguardo alla nascita della nozione della di vinità- e ciò prova la loro infondatezza -, indaga le tesi di chi ammette e di chi nega l'esistenza degli dèi, concludendo che bi sogna sospendere ogni giudizio a causa della equipollenza delle opposte posizioni. Egli segue molto da vicino le argomentazioni di Carneade, soprattutto quelle svolte nei soriti sul politeismo, da Sesto riferiti in numero di cinque (contro i dieci elencati da Cicerone). Sesto conclude la sua demolizione con l'accusa di em pietà rivolta ai creatori della religiosità greca, ponendosi sulle orme di Senofane e Timone. Anche a proposito del rapporto di causalità le argomentazio ni di chi ammette l'esistenza della causa e quelle di chi le nega, a parere di Sesto, si equivalgono; per la critica del rapporto di causalità Sesto si richiama soprattutto a Enesidemo, il quale ave va dichiarato inammissibile la possibilità che si possa risalire alla causa dall'effetto e che da una causa si produca un effetto. L'l1tox~, infine, si estende agli elementi e ai loro composti (essendo stata dimostrata l'incomprensibilità dei corpi), al mo vimento, al luogo, al tempo: come osserva il Dal Pra (Lo scetti cismo greco, Roma-Bari 19752, p. 501), «Sesto reca, per ciascuno degli argomenti accennati, varie osservazioni ed obiezioni che il VI Introduzione più spesso non sono sue, ma da lui desunte dalle varie dottrine filosofiche precedenti; il fondo di tutto il suo argomentare sta nel rilievo del contrasto esistente fra i Dogmatici in tutti questi pro blemi; per di più egli tende a chiarire l'arbitrarietà d'ogni distin zione e la fondamentale unità ed identità in cui ogni posizione dogmatica inevitabilmente deve ridursi; ogni assunzione dogma tica è arbitraria alla radice e tautologica negli sviluppi». Nel V libro Contro i Dogmatici, intitolato Contro i moralisti, Sesto, analogamente a quanto ha fatto nella seconda parte del III libro degli Schizzi, critica l'etica dogmatica, puntando a demolire la definizione della natura del bene che i Dogmatici hanno cer cato di dare: secondo Sesto, bene, male e cose indifferenti tra bene e male sono concetti relativi, non esistono per natura (anche in questo caso Sesto si richiama a Enesidemo e ai suoi tropi). Ne consegue l'impossibilità di proporre un'arte della vita, norme di condotta fondate su concetti assoluti di bene e male: «lo scettico [ritiene che convenga] comportarsi come il volgo, secondo l'or dinamento naturale delle leggi e delle consuetudini, senza alcuna pretesa né di elevare quest'ordine a valore assoluto, né di dare ad esso fondamento in una pretesa regola teorica di condotta, pure di valore assoluto» (Dal Pra, op. cit., p. 505). Inoltre, dal mo mento che l'arte della vita - ammesso che esista - non è pa trimonio di tutti gli uomini, se ne dovrebbe ammettere l'inse gnabilità e la possibilità di impararla: ma anche per quest'aspetto sorgono difficoltà insormontabili relativamente all'oggetto del l'insegnamento, al docente e al discente. Ancora una volta le argomentazioni sestane contro la filoso fia dogmatica (in questi libri e nei due Contro i logici) e contro la cultura scientifica (nei sei libri Adversus mathematicos) sono con dotte tenendo sempre presente che per gli Scettici le tesi opposte su un medesimo argomento si equivalgono: di qui la sospensione del giudizio su ogni affermazione relativa alla realtà. 2. Il presente volume si aggiunge alle precedenti traduzioni dei sei libri Contro i matematici (Bari 1972), dei due Contro i logici (Roma-Bari 1975) e degli Schizzi pirroniani (Roma-Bari 1988): l'opera di Sesto Empirico, per la prima volta nella sua interezza, è finalmente disponibile in lingua italiana. Ad ecce zione degli Schizzi, la cui versione fu curata nel1926 da Onorato Tescari, la restante parte del Corpus sestano è stata tradotta da Introduzione VII Antonio Russo, il quale, purtroppo, non ha potuto vederne la completa pubblicazione, essendo improvvisamente scomparso il 12 novembre 1982. Russo aveva preparato, già molti anni prima della Sua prematura morte, le traduzioni dei due libri Contro i fisici e del libro Contro i moralisti (Io si ricava dalle date apposte in calce ai manoscritti, rispettivamente 11 febbraio 1975 e 2 maggio 1975) e l'Introduzione (datata 19 marzo 1974) alla tra duzione del Tescari (da lui rivista e corredata di note), che per svariati motivi erano rimaste inedite. Quando lo scorso anno, dopo la pubblicazione degli Schizzi, si prospettò la felice possi bilità di completare la stampa del Sesto Empirico italiano, la fa miglia Russo mi chiese di rivedere e integrare il materiale ap prontato, mettendo gentilmente a mia disposizione tutti gli appunti relativi a Sesto che Antonio Russo aveva continuato a raccogliere anche successivamente al 1975. Con grande gioia e non poca commozione accolsi l'invito, per l'affetto che a Lui mi legava, senza nascondermi, tuttavia, le dif ficoltà che tale impresa avrebbe comportato. Infatti, se per en trambi i testi le traduzioni erano state preparate in via definitiva per la stampa, quanto al resto la situazione era meno positiva e notevolmente diversa: dell' Adversus physicos Russo aveva scritto anche il Sommario e redatto la maggior parte delle note, in modo più o meno completo; per l'Adversus ethicos, invece, mancava il Sommario e, soprattutto, non era stato scritto il testo di alcuna nota, i cui numeri, peraltro, risultavano diligentemente inseriti nella traduzione; di entrambi gli scritti mancava l'Introduzione. Ho sottoposto la traduzione ad un'accurata revisione, pre figgendo mi di intervenire con estrema discrezione solo laddove fosse stato strettamente necessario: in qualche occasione ho ap portato lievi modifiche talvolta per correggere semplici sviste nelle quali Russo era incorso. Per le note, di aiuto mi sono stati i richiami e i rapidi accenni che ho rintracciato tra le Sue carte e, in parte, quanto da Lui pubblicato a commento della traduzione di testi degli Scettici antichi (Torino 1978), ma ho anche utiliz zato bibliografia più recente; nel caso dell' Adversus ethicos, man cando, come ho detto, qualsiasi abbozzo delle note, sono stato costretto, dove non sono riuscito a spiegarmi il motivo del ri chiamo nella traduzione, ad eliminare circa un centinaio di quelle previste nel manoscritto. Il problema più spinoso era costituito dall'Introduzione: Russo, studioso di valore dello Scetticismo, è VIII Introduzione stato autore di lucidi e penetranti saggi introduttivi alle tradu zioni degli altri libri di Sesto e dei testi scettici, e costituisce motivo di rammarico che non abbia potuto scrivere l'Introdu zione anche di questi ultimi libri, della quale, tuttavia, aveva in mente uno schema, dal momento che nelle Sue carte ho trovato più di una volta il richiamo a qualche passo antico o a pagine di studiosi moderni con l'annotazione «da inserire nell'Introduzio ne», «da sviluppare nell'Introduzione». Per esempio, a proposito del problema teologico, Russo si proponeva di sottolineare nell'Introduzione all' Adversus physicos come «dall'ellenico Sesto la posizione nuova e quasi cristiana di Seneca (Epist. ad Luci!. LXXIII 16: il Dio che scende nell'uomo) viene sovranamente ignorata: anche quando Seneca vuole dimo strare Dio ex ordine mundi, come gli Stoici che lo hanno prece duto (Epist. ad Luci!. XLI l sgg.), la sua prosa palpita di interio rità 'cristiana' e di 'sensibilità' romantica (si confrontino certi aspetti anche di Filone); ma di tutto questo non c'è traccia - ancora una volta - nell'ellenico Sesto». E ancora: «Per la critica di Sesto al mito andrebbe studiato, tra l'altro, il De pietate di Filodemo». Sul problema della causa si legge quest'appunto: «Gli Scettici, avendo la Stoa come bersaglio principale, insistono di più su una antiaitiologia della causa efficiente. Insistervi nell'In troduzione». Come esempio di un tema da sviluppare nell'Introduzione all'Adversus ethicos si può addurre quest'appunto: «Tener pre sente la crisi dell'etica fondata sul vouç come punto di partenza delle negazioni scettiche. Una volta messo in iscacco il vouç, l'e tica stessa del variegato e contraddittorio ellenismo, qualunque determinata coloritura assumesse, non poteva più sussistere. Es sa perciò diviene facilissimo bersaglio di Sesto, con tutta la cpp6v1)atç con cui si era cercato di fondare la -rix.v1J -rou ~(ou. Né Sesto aveva sentore di quel nuovo fondamento dell'etica che Fi lone prima e poi i Medio- e Neoplatonici stabilivano altrove, ossia nel teocentrismo. Così per Sesto va messo in crisi finale, anche in sede etica, l'homo mensura, ma non c'è affatto possibi lità di porre il Deus mensura. Ecco, dunque, la scepsi come una chiave di volta che, senza saperlo, ci fa entrare, esterrefatti, in un impensato appartamento». Come si vede, Antonio Russo ancora una volta avrebbe scrit to densi e validi contributi per completare la Sua interpretazione Introduzione IX di Sesto Empirico e dello Scetticismo, ma, purtroppo non ne ha avuto il tempo. Ho preferito lasciare incompiuto, sotto quest'a spetto, il lavoro e mi sono limitato a questi pochi cenni, perché mi è parso inopportuno scrivere vere e proprie Introduzioni, le quali avrebbero avuto un tono completamente diverso dalle al tre, che erano state concepite in una visione complessiva di tutta la problematica suscitata dagli scritti sestani. Rinuncio a fornire indicazioni bibliografiche, rimandando per una messa a punto aggiornata, alla Bibliografia curata da L. Ferraria e G. Santese (Lo Scetticismo antico, Napoli 1981, pp. 753-845; per le edizioni e le traduzioni di Sesto, pp. 762-771); il testo seguito da Russo è quello edito da H. Mutschmann (Leipzig 1914), e i casi di divergenza sono stati segnalati in nota. Giovanni Indelli Salerno, 13 maggio 1989

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