SCATTI nel TEMPO 6 0 0 2 e l i r p a - e n o d Ti l a V 0 9 ‘ O T O H P i d e n o i z i d e a m i s e u d a t n e r t a l l e d e n o i z a c i l b b u p - i n i g a m m I o l l e t s a C e n o i z a i c o s s A ph. Gianni Ansaldi 1 scatti nel tempo ___________________________________________________________ Pubblicazione della Ventinovesima Mostra Mercato di apparecchi fotografici usati e da collezione - aprile 2006 Organizzazione: Castello Immagini Via Don Conti 6/10 Castel San Giovanni (PC) Tel. 335 33.05.08 Fax. 0523 84.09.27 Presidente: Ernestina Rigamondi Direttore: Dante Tassi Segreteria: Anna Dallanoce Patrocinio : Comune di Castel San Giovanni Stampa: Grafiche Lama s.r.l. - Piacenza www.scattineltempo.it - Mail: [email protected] www.photo90.it - Mail: [email protected] distribuzione gratuita COPERTINA: Gianni Ansaldi fotografa “Baccini” 2 _______________________________________ scatti nel tempo FUORI BANDA: gli obiettivi UV per la fotografia multispettrale. di Marco Cavina© Gli obiettivi fotografici da; infatti è la frequenza di sono concepiti – come oscillazione che connota il logico - per fotografie colore percepito, dato che la comprese nell’ambi- luce, se attraversa il vuoto o to dello spettro luminoso visibile solidi trasparenti come ap- dall’occhio umano, approssima- punto il vetro, presenta nel tivamente per lunghezze d’onda secondo caso una velocita comprese fra 430nm e 700 nm; na- inferiore ed una lunghez- turalmente esigenze specifiche di za d’onda più compressa, natura tecnica, scientifica o creativa ma il colore percepito resta possono richiedere l’utilizzo come identico perché non varia fonte primaria di sorgenti lumino- la frequenza di vibrazione; se caratterizzate da emissione che fra l’altro queste escursioni Il datato Steinheil Quarz 776mm da banco esulano da questa ristretta sezione fuori spettro nel campo IR o ottico, già dotato di lenti in Quarzo molato e dell’ampissima banda delle onde UV che ci paiono così rile- previsto per la ripresa UV fino a 200nm elettromagnetiche, spingendosi ol- vanti sono ben poca cosa nel tre la soglia del visibile e da ambo mare magnum dello spettro che il Quarzo (Biossido di Silicio, i lati, vuoi verso lunghezze d’onda elettromagnetico terrestre cristallino e trasparente) era in gra- più corte (ultravioletto) vuoi verso globale, con lunghezze d’onda che le più lunghe (infrarosso). variano dai 10-11 cm dei raggi Gam- do di trasmettere la banda UV fino a lunghezze d’onda ben più corte di Naturalmente le ottiche conven- ma (un miliardesimo di millimetro!) zionali, per quanto di ottima qualità, ai 10+6 cm di certe onde hertziane quanto consentisse il vetro, permet- tendo l’utilizzo fotografico di queste assecondano fino ad un certo punto (dieci chilometri di lunghezza d’on- frequenze; nonostante le difficoltà questo utilizzo ribaldo e disinvolto, da)… per reperire cristalli purissimi di al di fuori dei parametri di progetto; Passando invece all’ultravioletto dimensioni adeguate (gli immensi nel campo dell’infrarosso - fortu- la situazione si complica un poco: giacimenti del Brasile o dell’Arkan- natamente- gli obiettivi richiedono infatti la banda dell’ultravioletto sas erano ancora da sfruttare) e per semplici precauzioni che si limita- in senso lato parte da circa 430nm la successiva lavorazione (il Quar- no ad una correzione di fuoco alla (soglia del violetto visibile) e scen- zo è concoide, con sfaldatura ca- coniugata anteriore (l’infrarosso va de fino a lunghezze d’onda di po- suale e molto duro, 7 Mohs contro a fuoco su una giacitura più remota chi angstroms, arrivando ai limiti 5,5 Mohs del vetro e 6,5 Mohs del ed occorre impostare una messa a dell’area di copertura dei raggi X, migliore acciaio temperato), furono fuoco leggermente più ravvicinata) mentre il vetro ottico convenzionale realizzati obiettivi con lenti in Quar- e l’impiego di un apposito filtro ros- non lascia passare nulla al di sotto zo già nell’epoca adolescenziale so scuro; naturalmente tutto questo dei 330nm, situazione peggiorata dell’ottica, come testimonia questo restando nell’ambito dell’infrarosso sovente dai trattamenti antiriflesso pregevole obiettivo della Steinheil prossimo, senza spingersi oltre gli o da speciali collanti per i gruppi di di Monaco di Baviera con focale 800-850nm, dato che già a 1.000nm lenti (il famoso Absorban Leica, ad di 776mm, denominato appunto lo spostamento di fuoco è tale da esempio) che tagliano praticamente “Quarz” e la cui obsoleta datazio- consigliare l’utilizzo di speciali tutta la banda UV. ne è tradita dalla classica montatura obiettivi superacromatici, mentre Fin dai primi decenni del seco- retrò in ottone laccato dotata di fi- andando verso i 2.000nm il vetro lo passato si era presa coscienza lettatura da 88mm per l’impiego su non è più in grado di trasmettere di questa problematica (era noto banco ottico; questo speciale obiet- questa frequenza ed occorre utiliz- che l’UV annerisce l’emulsione al tivo era previsto dal costruttore per zare obiettivi con lenti realizzate in Cloruro d’Argento, ed era possibi- l’utilizzo fino a 200nm di lunghezza Germanio, costosi oltre l’immagi- le stabilire quali mezzi lasciassero d’onda. nazione e sconcertanti a prima vi- passare queste lunghezze d’onda e Effettuando una rapida carrellata sta, dato che le lenti appaiono come quali no) e si tentarono vie alterna- sulla banda UV, abbiamo visto che realizzate in metallo cromato e del tive prendendo in considerazione da 430 a 350nm si riesce a sfruttare tutto opache. altri materiali trasparenti con ade- il comune vetro ottico (in particola- Incidentalmente, ho parlato di guate caratteristiche ottiche e mec- re, certi obiettivi da ingrandimento frequenza e non di lunghezza d’on- caniche; ben presto ci si rese conto 3 scatti nel tempo ___________________________________________________________ FUORI BANDA: gli obiettivi UV per la fotografia multispettrale. garantiscono ottima trasparenza fino della lunghezza d’onda: attorno a affreschi raffazzonati e così via, rap- a 350nm perché le carte da stampa 230nm la gelatina inizia ad assor- presentando una nicchia di utenza BN sono molto sensibili agli ultra- bire massicciamente le radiazioni e certamente ridotta ma da prendere violetti); fra i 350nm ed i 230nm il si ricorreva ad emulsioni particolari in considerazione per quelle grandi Quarzo prende il posto del vetro, (le “celebri” Schumann e “Q”, star Case che fanno dell’universalità del sovente affiancato dalla Fluorite del settore) specificamente formula- loro sistema il veicolo promoziona- (Fluoruro di Calcio, cristallino) per te e caratterizzate da uno strato di le principale. esigenze di correzione cromatica gelatina superficiale estremamente Curiosamente, in tempi recen- date le particolari caratteristiche di sottile o dalla presenza dello strato ti, solo tre nomi eccellenti si sono rifrazione/dispersione del Quarzo; sensibile di sali d’Argento diretta- cimentati in realizzazioni di questo attorno a 200nm - 180nm il Quarzo mente in superficie; era anche pos- tipo, ed il primo in ordine di tem- riesce ancora a trasmettere gli UV sibile spalmare di vaselina od olio po fu l’Asahi Optical Co., l’azienda ma l’aria assorbe queste frequenze minerale fluorescente l’emulsione madre del celeberrimo brand Pen- e si rende necessario agire nel vuo- convenzionale (naturalmente, per tax , accreditata di un know-how di to; al di sotto di questi valori anche ovvi motivi logistici, si parla di la- prim’ordine nell’ottica e parimenti il Quarzo assorbe massicciamente stre piane) sfruttando per impres- affermata nel settore delle realizza- le frequenze ed occorre utilizzare sionarla la fluorescenza superficiale zioni specifiche in campo medicale la sola Fluorite oppure reticoli di indotta dagli UV. e quindi attenta anche alle esigenze diffrazione; al di sotto dei 120nm Tristemente, scrivo coniugan- tecniche “speciali”. anche la Fluorite diviene opaca agli do al passato perché con l’avvento La Asahi Optical - ed il dato è UV ed è giocoforza continuare con massiccio del digitale questi scenari ignoto ai più - in realtà realizzò in i soli reticoli di diffrazione (resi noti sono quantomeno stravolti… successione due obiettivi specifici di recente al grande pubblico dalla Appare dunque evidente che la per la ripresa UV, di caratteristi- nuova serie Canon EF DO, come il fotografia multispettrale nel campo che geometriche quasi omologhe 70-300 IS DO USM) e sempre sot- UV estremo è un cimento da au- e che possono senz’altro conside- to vuoto; in questa configurazione tentici specialisti, tuttavia lo sfrut- rarsi l’uno come logica evoluzione è teoricamente possibile continuare tamento della banda più prossima dell’altro alla luce delle esperienze fino a valori inferiori ad 1 (!) nm, al visibile, nel campo da 220nm a acquisite; il primo modello venne alla soglia dei raggi X. 350nm, è di grande utilità in svaria- presentato nel 1963 (senza trop- Sull’altro versante - analoga- te applicazioni pratiche, dall’inda- pi clamori come è nello stile della mente - anche le emulsioni presen- gine poliziesca alla perizia su opere casa, portabandiera di un elegante tano svariati inconvenienti al ridursi d’arte svelando assegni contraffatti, understatement, dal minimalismo della comunicazione al formato lil- lipuziano di certi suoi peraltro ottimi prodotti); stiamo parlando del Quar- tz-Takumar 85mm f/3,5, un obietti- vo dotato di innesto a vite 42x1mm e realizzato - come intuibile - con l’apporto di lenti in Quarzo e pre- visto per un impiego estremamente specializzato dato che era ottimiz- zato unicamente per l’impiego nel campo UV, da 400nm fino a 200mm con l’esclusione categorica del nor- male impiego in luce visibile. L’obiettivo, prodotto dal 1963 al 1967 in ridottissima serie è carat- terizzato da un semplice schema a 4 lenti tutte spaziate ad aria e pre- senta una montatura molto sempli- Una rara immagine del Quartz-Takumar 85mm f/3,5 con la dotazione di ce, priva di ghiera per la messa a filtri specifici per l’UV fuoco che invece aveva luogo tra- 4 _______________________________________ scatti nel tempo FUORI BANDA: gli obiettivi UV per la fotografia multispettrale. mite un soffietto di prolunga speci- cativa evoluzione del progetto, con l’attacco filtri da 49x0,75mm, l’in- ficamente approntato; la montatura evidenti migliorie concettuali e fun- nesto per il corpo macchina 42x1 anteriore dispone di un filetto filtri zionali: l’Ultra-Achromatic-Taku- e le quote esterne, nell’uso pratico da 49x0,75mm mentre le quote ca- mar 85mm f/4,5, semplicemente possiamo avvalerci di un diaframma ratteristiche prevedono diametro e UA-Takumar per gli amici. completamente automatico su valo- lunghezza di 60mm ed un peso di A fronte di una leggera riduzio- ri compresi fra f/4,5 ed f/22 non- appena 126g; il diaframma a prese- ne dell’apertura massima, irrilevan- ché di una ghiera indipendente per lezione presenta aperture da f/3,5 ad te nello specifico utilizzo pratico, la messa a fuoco graduata da 0,6m f/22; pare che due (!) soli esemplari l’obiettivo garantiva una correzione ad infinito che rendono l’utilizzo a siano regolarmente censiti al giorno superacromatica non soltanto nello mano libera quantomeno praticabi- d’oggi. specifico campo dell’ultravioletto le; il massimo ingrandimento possi- Caratteristica qualificante di ma anche per tutta la gamma del vi- bile era di circa 0,21x. quest’ottica è la presenza a corredo sibile e financo per buona quota del- L’angolo di campo, come nel di quattro speciali filtri, contenuti l’infrarosso, garantendo immagini precedente modello è di circa 28° in un astuccio in vinilpelle rivesti- nitide e senza alcuna correzione di mentre il peso è leggermente su- to in velluto verde coordinato con fuoco fra le operazioni di inquadra- periore ma comunque sempre mol- barilotto porta-obiettivo; to contenuto, ovvero 248 tali filtri non si applica- grammi; questo nuovo mo- no alla montatura filettata dello, identificato dal codice anteriore ma si montano di produzione 43851, non a pressione bloccandoli prevede la ghiera di corre- in posizione avvitando un zione fine della messa a fuo- nottolino godronato late- co propria del primo model- rale, esattamente come nel lo, in quanto il suo schema caso dei paraluce Nikon ottico a 5 lenti in 5 gruppi in serie HK. Quarzo e Fluorite consente Questi speciali accesso- la virtuale acromatizzazione ri altro non sono che filtri da UV ad IR, una caratteri- passa banda che tagliano stica unica nel panorama del le frequenze indesidera- 1968 e certamente un van- te, consentendo l’utilizzo to per il Dr. Takahachi che in luce UV a partire da firmò il brevetto del gruppo 365nm oppure da appena ottico (GB1128080). 253,7nm; siccome la mes- Un elemento di conti- sa a fuoco sarebbe visiva- nuità col modello prece- mente impossibile con il dente è rappresentato dalla Il primo della classe: da 220nm a 1000nm senza un filtro da ripresa applicato, omologa dotazione di filtri cedimento, l’atout dell’UA Takumar 85mm f/4,5 ad ognuno di essi è abbi- speciali, in questo caso conte- nato in tandem una ver- nuti in un bauletto corredo in sione analoga che permette la sola tura e scatto nell’enorme interval- vinilpelle rivestito di velluto rosso messa a fuoco e la visualizzazione; lo compreso fra 220nm e 1000nm, porpora che prevedeva anche l’al- al momento dello scatto il filtro da trasformandolo in uno strumento loggiamento per l’obiettivo stesso; visione va sostituito con l’omologo duttile ed efficacissimo che riuniva in questo caso la dotazione funzio- specifico per la ripresa. in se le virtù di un nitido mediatele nale prevedeva cinque filtri in luogo Sull’obiettivo era anche presente convenzionale, di un superacroma- di quattro, e tutti adibiti a specifici una scala micrometrica di correzio- tico corretto per l’infrarosso e di un tagli di frequenza in fase di ripresa ne della messa a fuoco in riferimen- obiettivo speciale per l’ultraviolet- dato che la già citata correzione glo- to alla specifica lunghezza d’onda to! bale rendeva superflui i filtri per la utilizzata come sorgente luminosa. Anche le caratteristiche mec- messa a fuoco precedentemente for- Nel 1968, l’anno successivo al- caniche e funzionali presentarono niti; specificamente, due filtri erano l’uscita di produzione di questo ar- migliorie di rilievo; se il barilotto dedicati alla ripresa nel campo UV e chetipo, entrò in scena una signifi- condivide col precedente modello ben tre destinati a riprese all’IR con 5 scatti nel tempo ___________________________________________________________ FUORI BANDA: gli obiettivi UV per la fotografia multispettrale. lunghezze d’onda progressivamente Questo piccolo gioiello che ga- prive del riferimento al costruttore. maggiori: nel dettaglio, per l’ultra- rantiva prestazioni operative ben Risalendo alle specifiche depo- violetto si riproponevano filtri simili oltre l’apparenza dimessa restò in sitate al brevetto è possibile ana- ai precedenti, calibrati su 253,7nm produzione fino al 1975, dividen- lizzare lo schema, le caratteristiche e 365nm mentre per l’infraros- do la gloria del blasone con un al- ottiche, di rendimento e le aberra- so erano fornite le versioni R62B, tro Takumar speciale, l’UA 300mm zioni correlate all’UA-Takumar, R68B ed un filtro “nero” 862nm; f/5,6 apocromatico, ma anche in che peraltro non presenta il fianco a contrariamente alla versione Quar- questo caso l’eccezionalità del pro- critiche: scegliendo una focale “fa- tz-Takumar 85mm f/3,5 questi filtri getto fu più un acuto nelle intenzioni cile” ed una luminosità ridotta si è sono dotati di normale attacco filet- ed una bella vetrina per il marketing garantita una qualità adeguata. tato 49x0,75mm e mentre i modelli che un successo commerciale, dato Nel frattempo la concorrenza speciali “dedicati” 253,7nm, 365nm che al momento attuale non sono aveva preso atto di queste realizza- e 862nm sono specificamente mar- censiti più di 20 esemplari in buone zioni esclusive, senza però dare a cati e personalizzati “Ultra-Achro- condizioni e con la dotazione più o ciò un seguito operativo se non in matic Takumar” sulla corona fron- meno completa; come nel caso del due casi rimasti isolati e rappresen- tale, i due modelli rosso scuro R62B predecessore, dunque, si tratta di un tati dallo Zeiss UV-Sonnar 105mm ed R68B hanno una montatura più obiettivo estremamente raro e certa- f/4,3 (realizzato nel 1968 per Hassel- convenzionale e sottile con la sem- mente un istant-classic per il colle- blad) e dal Nikon UV-micro-Nikkor plice dicitura Asahi Pentax Japan zionista raffinato e competente che 105mm f/4,5 presentato molto più nello spessore, suggerendo forse ama mettere a manetta la sua attrez- tardi, nel 1984, in configurazione un utilizzo in comune con Takumar zatura e non soltanto spolverarla! AiS; stupisce il fatto che il brand più convenzionali dal momento che Assieme a questi sparuti reduci, Canon non si sia mai cimentato in questi due filtri presentano un ta- rari Nantes di una comunque non questo settore sebbene all’epoca glio di banda che permette riprese folta schiera, sono arrivati a noi an- fosse decisamente all’avanguardia IR anche con obiettivi non speciali- che due prototipi, in tutto e per tut- nello studio dei materiali cristallini stici, con la semplice correzione di to simili al modello definitivo fatto alternativi e stesse già progettando i fuoco. salvo per le engravings anteriori, celebri FLF 300m e 500mm apocro- Il percorso ottico della luce attraverso l’UA-Takumar 6 _______________________________________ scatti nel tempo FUORI BANDA: gli obiettivi UV per la fotografia multispettrale. matici con due lenti in Fluorite ri- ma a 7 elementi leggermente più sta speciale) era identificato dal co- cristallizzata artificialmente; proba- complesso rispetto al Takumar e fu dice n° 20133. bilmente è stata una scelta a priori inizialmente prodotto in montatura Nel 1982 la Zeiss presentò la nuo- legata alla ridotta nicchia di utenza C, tuttavia essendo un obiettivo spe- va montatura CF dotata di otturatore potenziale e non certo a limitazioni cialistico fornito solo su ordinazione Prontor della Gauthier di Calmbach tecniche. non condivideva con gli altri la li- ed anche l’UV-Sonnar fu ristilizzato Tornando a noi, in quel 1968 che vrea argento satinato ma - al pari del secondo i nuovi standard; inciden- stava arrembando come un frangen- Planar 100mm f/3,5 fotogrammetri- talmente quest’obiettivo speciale te e dove tutto pareva in accelera- - al pari del Sonnar 250mm f/5,6 zione la Zeiss presentò tre ottiche SA - non ricevette mai l’antiriflessi in montatura Hasselblad destinate T* perché avrebbe proditoriamen- ad un utilizzo specialistico e nate te tagliato la gamma UV; anche in per completare il già corposo siste- questo caso i numeri di produzione ma, fornendo validi strumenti per sono estremamente ridotti, dato an- impieghi altamente professionali e che il costo assolutamente proibiti- specializzati, indirizzati al campo vo (34.000.000 di lire il prezzo in- scientifico e fotogrammetrico striz- dicativo ad inizio anni ’90…): Rick zando anche l’occhio al partner per Nordin, guru canadese del sistema eccellenza, la NASA. Hassy, mi raccontava che nella sua I tre pregevoli campioni erano vita non ha incontrato più di cinque rappresentati dall’S-Planar 135mm esemplari e tutti in montatura C; f/5,6 “bellows”, uno speciale obiet- personalmente nel 2000 trovai ad tivo macro in montatura corta pre- una mostra mercato un rarissimo visto per riprese da infinito ad 1:1 esemplare CF come nuovo a prez- su soffietto, dal Planar 100mm f/3,5 zo di saldo, 2.800.000 lire, affare - ottica praticamente priva di distor- eccezionale sfumato a cagione della sione e dotata di elevatissima ed consorte al seguito che mi osserva- uniforme risoluzione ai diaframmi va da dietro le spalle, calata in un Lo schema ottico dell’UV-Sonnar aperti per utilizzo fotogrammetrico mutismo denso di significati… 105mm f/4,3 caratterizzato in coppia col Biogon 60mm f/5,6 dall’utilizzo di lenti in Quarzo e La resa ottica è di tutto rispet- “lunare” - ed infine dall’ancora più Fluorite to anche se, come accennato, una esclusivo UV-Sonnar 105mm f/4,3, messa a fuoco minima di 1,8m in ottica realizzata con lenti in Quarzo co e dell’S-Planar 135mm f/5,6 ma- un ottica che equivale grosso modo e Fluorite e destinata, analogamente cro - era fin dall’inizio anodizzato ad un 60mm nel 24x36 non con- all’UA-Takumar - alla ripresa nel- in nero fatta eccezione per la baio- sente di evidenziare dettagli minuti la banda ultravioletta così come in netta B50 anteriore che era rifinita come invece è prassi comune nella luce visibile, anche se il primato in argento; la focale effettiva era di ripresa UV dove i soggetti sono so- dell’acromatizzazione completa da 107,2mm corrispondenti ad un an- vente particolari di opere d’arte o di UV ad IR restava al campione Asahi golo di campo di 41° sulla diago- documenti e referti dermatologici dato che lo Zeiss si accontentava di nale e di 30° sul lato, il diaframma ravvicinati; probabilmente la scelta una correzione limitata fra i 215nm operava nell’intervallo f/4,3-f/32, la è da ricondursi alla standardizzazio- ed i 700nm, ovvero fino alla soglia messa a fuoco minima scendeva ad ne delle lavorazioni meccaniche: del visibile senza accedere all’IR, 1,8m (valore non eccezionale) ed il infatti è facile notare come negli probabilmente una scelta conser- barilotto prevedeva una lunghezza obiettivi Zeiss C la parte basilare vativa di Zeiss legata alla prover- di 87mm, un diametro di 78mm ed della montatura con gli elicoidi e biale ricerca della perfezione; del un peso complessivo di 670g; na- le ghiere - nella maggioranza de- resto quattro anni dopo la stessa turalmente era servito dal classico gli esemplari - sia riconducibile a Zeiss avrebbe presentato il Sonnar otturatore centrale Syncro-Compur quella del classico Planar 80mm 250mm f/5,6 Superachromat, tutto- #0 comune agli altri obiettivi della f/2,8 con eventuali e spesso ridicole ra insuperato per la correzione cro- serie C; sul catalogo dell’importa- aggiunte di cannotti anteriori di va- matica fino a 1000nm. tore italiano Pecchioli - anno 1969 ria foggia (vedi, ad esempio, il Di- L’obiettivo e basato su uno sche- - questo obiettivo (fornito su richie- stagon 40mm f/4); evidentemente 7 scatti nel tempo ___________________________________________________________ FUORI BANDA: gli obiettivi UV per la fotografia multispettrale. l’escursione dell’elicoide di messa permetteva riprese senza correzione ma vetro al Fosfato di Fluoro (si- a fuoco propria del Planar 80mm - di fuoco nel campo UV a partire da mile ai celebri vetri Leica 554666 se applicata ad una focale maggiore 220nm, in tutto lo spettro visibile ed e 598671 responsabili della cor- - determina l’inconveniente a causa anche nell’infrarosso fino a 900nm, rezione apocromatica nel 180mm della modesta variazione di tiraggio cioè la banda formalmente sfrutta- f/3,4 apo-Telyt e nel 100mm f/2,8 disponibile. bile con le convenzionali emulsioni apo-macro-Elmarit), vetri che gra- Curiosamente, gli obiettivi C nel IR in commercio, rinunciando ad zie all’elevatissimo numero di Abbe 1968 (anno della sua introduzione) andare oltre (mentre il Takumar era (bassissima dispersione) - garan- erano come detto “bianchi” mentre dichiarato corretto fino a 1000nm tito dall’additivazione con Fluoro l’UV Sonnar nacque già anodizza- ed in questo resta imbattuto). - possono eventualmente sostituire to nero; intorno al 1972-73 e fino al L’obiettivo, ovviamente in confi- la Fluorite cristallina, ma non mi 1982 (anno del passaggio alla serie gurazione AiS, nasceva in pratica sul sento di perorare al 100% questa CF) anche il resto del parco ottiche barilotto del micro-Nikkor 105mm ipotesi anche se Nikon ha sempre fu anodizzato completamente in f/4 AiS (più snello del precedente disdegnato la Fluorite tacciandola nero mentre l’UV-Sonnar manten- Ai) sia pure focheggiando trami- di eccessiva igroscopicità, fragilità ne l’originale baionetta B50 cro- te un unico e lunghissimo elicoide e dilatazione termica: infatti l’im- mata come segno di distinzione e anziché due, copriva un angolo di piego della Fluorite in questi obiet- di appartenenza alla categoria degli campo sulla diagonale di 23°20’, tivi UV serve solo marginalmente “speciali”. presentava un diaframma che lavo- per accordarsi (grazie al suo spet- Il terzo marchio che, buon ulti- rava fra f/4,5 ed f/32 e pesava 525g; tro secondario ridotto ed anomalo) mo, si cimentò in questa prova ardi- la messa a fuoco minima (da cui il con le caratteristiche di rifrazione e mentosa fu la Nippon Kogaku, forte mitico suffisso micro) scendeva ad dispersione proprie del Quarzo ma della sua filosofia volta a professio- appena 48cm che consentivano di la funzione principale è legata alla nalizzare al massimo il sistema an- passare direttamente dall’infinito ad sua ottima trasparenza agli UV, an- che con l’ausilio di una sterminata un rapporto di riproduzione di 1:2, che ad onda corta, mentre il vetro al schiera di obiettivi, molti dei quali davvero utile sul campo; lo schema Fosfato di Fluoro ha sì uno spettro per uso estremamente specialistico; ottico a 6 lenti in 6 gruppi prevede secondario molto ridotto e simile nel 1984 il celebre brand nipponi- lenti esclusivamente in Quarzo e alla Fluorite (i vetri sopra citati han- co presento l’UV-micro-Nikkor Fluorite anche se qualche fonte so- no un numero di Abbe pari a 66,6 105mm f/4,5, obiettivo specialistico stiene che in realtà la Nippon Ko- e 67,1, davvero molto elevato) ma che - alla stregua dell’UA-Takumar - gaku non abbia utilizzato Fluorite non garantiscono il passaggio degli UV fino alle frequenze corte coper- te dall’obiettivo. Nella foto di Jens Karlsson (storico fotografo Hasselblad) Sono note due versioni di que- parte del sistema Zeiss Hasselblad C del 1977, dove st’obiettivo: la prima è caratteriz- spicca l’UV-Sonnar 105mm f/4,3 grazie alla sua baionetta zata dal paraluce applicabile sepa- B50 cromata rato e dalla semplice indicazione UV-Nikkor 105mm 1:4,5, senza il suffisso micro; la seconda prevede il paraluce telescopico integrato e la denominazione completa UV-Mi- cro-Nikkor 105mm 1:4,5. In entrambe le versioni l’obiet- tivo era fornito con un dotazione specifica rappresentata da una mon- tatura per portafiltri basculante AF- 1, un portafiltri per gelatine vero e proprio UR-2 e un filtro opaco per UV che lascia passare solamente le frequenze fra 220nm e 420nm con un picco di trasmissione a 330nm, da inserire nell’UR-2; quest’ultimo 8 _______________________________________ scatti nel tempo FUORI BANDA: gli obiettivi UV per la fotografia multispettrale. gruppo si agganciava in cascata da- vanti all’AF-1 e si avvitava il tutto all’obiettivo; sfruttando la doppia montatura basculante dell’AF-1 si toglieva dal percorso ottico il filtro UV per la messa a fuoco, ruotando- lo poi in posizione per lo scatto, con gesti analoghi a quelli richiesti dal polarizzatore per Leica-M. Anche quest’obiettivo è sta- to prodotto in serie molto limitata certamente a cagione del costo non indifferente (circa 7.000.000 di lire quando veniva prodotto a regime) e tolto di produzione senza clamori a fine anni ’90 in una fase di logica potatura dei rami secchi che ha visto altre illustri vittime come ad esem- pio il noct-Nikkor 58mm f/1,2 o il fisheye-Nikkor 6mm f/2,8 da 220°; del resto il brand Nikon Corporation gode di rinomanza planetaria e non è l’UV-micro-Nikkor 105mm f/4,5 assieme al suo gruppo ottico realizzato con più necessario mantenere a catalogo elementi in Quarzo e Fluorite specchietti per le allodole venduti in pannone a centinaia, e fitte come “luce nera” di Wood oppure lampa- pochi esemplari all’anno per mera mosche, con tanti saluti per la sicu- de ai vapori di mercurio schermate esigenza di immagine; fra l’altro la rezza…mi suggerì che nel caso di con un filtro nero tipo UV-P25. lavorazione del Quarzo e della Fluo- cedimento di una singola unità pro- L’obiettivo si basa su un sempli- rite sono molto complesse e causa- babilmente avremmo visto il fungo cissimo schema a 3 lenti in 3 grup- no una elevata percentuale di scarti atomico o qualcosa del genere data pi (il classico tripletto di Cooke) e di lavorazione, anche se il Quarzo la violenza dell’effetto a catena! pare non utilizzasse materiali cri- utilizzato oggi non proviene più da E’ noto che l’UV-micro-Nikkor stallini ma solamente speciali tipi cristalli naturali ma viene realizza- 105mm f/4,5 non fu in realtà l’uni- di vetro, forse in virtù della ridotta to in apposite autoclavi a pressioni co obiettivo UV realizzato in tem- escursione disponibile nel campo inaudite con specifiche di sicurezza pi recenti dalla Nikon; a metà de- UV; si realizzava la messa a fuoco molto severe (occorre che la distan- gli anni ’60 andò in produzione in luce bianca e successivamente si za fra due autoclavi sia molto am- un obiettivo definito UV-Nikkor effettuava la correzione di fuoco per pia, per evitare in caso di esplosione 55mm f/4 (il primo prototipo pare la ripresa in banda UV spostando il un effetto domino a catena); anni fa sia stato rivelato a fine ’64 - inizio valore riscontrato al punto di fede un collega mi mostrò un campione ’65), basato sul barilotto del coevo convenzionale e posizionandolo da- di questo Quarzo artificiale, prove- micro-Nikkor-P Auto 55mm f/3,5 e vanti ad uno speciale marker di co- niente dalla Bulgaria ed in effetti realizzato - analogamente al Quar- lore blu che rappresentava la decli- - osservandolo in sezione - palesa- tz-Takumar 85mm f/3,5 di due anni nazione di fuoco richiesta per l’UV, va purezza ed omogeneità inaudite, antecedente - per l’utilizzo esclusivo esattamente come si agisce anche difficilmente riscontrabili in natu- in banda UV, anche se relativamente fotografando con pellicola infraros- ra dove faglie, ricristallizzazioni, al 55mm UV-Nikkor si dichiarava sa sfruttando il relativo riferimento ghiacciature od inclusioni sono al- un’acromatizzazione limitata al ri- di correzione. l’ordine del giorno; sorridendo (ma stretto range compreso fra 300nm e L’obiettivo presentava una foca- non troppo) mi raccontò che in quel 400nm; a tale proposito non veniva le effettiva di 54mm, pesava 230g paese dell’allora blocco sovietico fornito alcun filtro taglia-banda in e disponeva di attacco filtri da in realtà le autoclavi per realizzare dotazione e si suggeriva di utilizzare 52x0,75mm; col micro-Nikkor-P in Quarzo erano stipate in un ca- come sorgente luminosa la classica Auto 55mm f/3,5 non condivideva 9 scatti nel tempo ___________________________________________________________ FUORI BANDA: gli obiettivi UV per la fotografia multispettrale. solo il barilotto ma anche il siste- Zeiss e Nippon Kogaku; dalla correla- proccio a molte problematiche mo- ma automatico di compensazione zione diretta si evidenzia come le pri- derne; gli obiettivi UV non si sono del diaframma (graduato fra f/4 ed me tre lenti abbiano una foggia molto fermati a questo, hanno aperto anche f/32) che provvedeva ad aumenta- simile: probabilmente i particolarissi- il terzo occhio a grandi fotografi come re l’apertura a distanze ravvicinate mi indici di rifrazione/dispersione del Biorn Rorslett che ha trovato in questi per compensare su corpi non-TTL Quarzo e della Fluorite utilizzati in strani occhi di Quarzo uno strumento l’assorbimento luminoso legato al- tutti i modelli impongono delle scelte creativo per immagini di grande sug- l’aumento di tiraggio, che nel caso quasi obbligate come confermereb- gestione e poesia, scoprendo nei mo- dell’UV-Nikkor 55mm non era tra- bero queste evidenti analogie. derni sensori CCD Nikon un valido scurabile in quanto consentiva di Tanto rumore per nulla, dunque ? alleato grazie alla loro estesa sensi- passare dall’infinito al rapporto di In così poco si può riassumere l’epo- bilità spettrale che rende l’utilizzo di riproduzione di 1:2, anche se non è pea degli obiettivi senza vetro che questi strumenti agevole ed inespensi- possibile riferire con esattezza a che vedono nella luce nera ed evidenzia- vo; in definitiva, gli obiettivi UV han- distanza di ripresa ciò corrispon- no per magia l’invisibile ? Se la pro- no strappato alla notte una porzione di desse in quanto la scala di messa duzione, è vero, quantitativamente si cielo permettendoci di documentare a fuoco dell’obiettivo non riporta- può definire trascurabile, dal punto di un mondo inesplorato ed affascinante va misure metriche ma rapporti di vista concettuale è stata dirompente, altrimenti precluso, ed è questo uno riproduzione finemente graduati; spalancando finestre di luce abba- dei casi dove si può realmente parlare qualche fonte riferisce una distan- gliante nel buio delle onde corte e di limpido progresso per l’umanità. za minima equivalente a 0,36m ma possibilità professionali concrete per non è possibile confermare il dato. molti tecnici specializzati, additando Passato alla storia in sordina vie inesplorate ed innovative nell’ap- questo primo, rudimentale model- lo, pare che la Nikon si sia cimen- tata almeno altre due volte sulla focale 55mm con specifiche UV, quantomeno allo stadio di proto- tipo: il primo caso si riferisce alla versione UV-Nikkor 55mm f/4 AiS del Settembre 1988, basato su uno schema a 6 lenti in 6 gruppi analogo all’UV-Nikkor 105mm f/4,5 e pari- menti corretto nel campo da 220nm a 900nm; altra analogia col modello di focale maggiore è rappresentata dalla messa a fuoco minima (24cm in questo caso) tale da consentire un rapporto di riproduzione di 1:2. Una ulteriore versione di obiettivo UV con focale normale sarebbe stata realizzata per la NASA per impieghi aerospaziali e non si hanno altri dati se non quelli di targa: UV-Nikkor 55mm f/2; pare che fra la versione del 1965 e quella del 1988 sia stata cal- colato un modello, poi abbandonato, da 50mm ma al momento attuale non trovo conferme attendibili. Chiuso finalmente il cerchio sulla ridottissima produzione di obiettivi UV vorrei mettere a confronto gli schemi ottici dei tre campioni Asahi, 10 _______________________________________ scatti nel tempo
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