Filippo Secchieri I «CON LEGGEREZZA APPARENTE. Etica e ironia nelle et. morali» (gRA:Èi5A È aE (LAnddLPan e ANlI e aRi cIi T IA dDpDIaeIaeIA ieRrsp OT at Te ea RrrA n o Mucchi Editore Il vaglio Tra gli antichi e modesti strumenti del- l'arte di coltivare, macinare e panificare il grano, le cui immagini dal XVI al XVII secolo si sono trasferite come emblemi ac- cademici nelle «pale» della Crusca, hanno parte di rilievo quelli che separano il grano dalla pula, il nutrimento vitale dal suo in- volucro: vagli o setacci © crivelli di varia forma e lento lavoro ma di efficacia sicura, come dichiarano le immagini e i motti e come lascia intendere la loro fama secola- re. Nella costellazione simbolica dell’Acca- demia una delle imprese assume precisa- mente il motto «Vagliato vaglio» e il so- prannome «Vagliato», ed è quella che si riferisce, con la suggestione del suo sfondo di cielo e paesaggio e con l'eleganza dei suoi mossi cartigli, all'uomo di lettere Bat- tista Guarini: è quella che compare a sim- bolo della presente collana di saggi e studi, diversi per materia e ispirazione ma tutti guidati da serena coscienza critica alla cer- nita degli elementi e dei sistemi, dei propo- siti e delle opere compiute, delle tradizioni e delle innovazioni nei sedimenti e nelle tra- me culturali della nostra storia. Vagliare per riconoscere e comprendere, per distin- guere e conservare è mestiere di posato im- pegno che richiede vigile e assiduo e pa- ziente movimento, utile a contendere alle precipitose certezze della consuetudine e delle mode la memoria e la verità dei fatti. i18 L013862U0 LA Il vaglio Studi e documenti di storia della cultura italiana a cura di Mario Saccenti 20 Filippo Secchieri CON LEGGEREZZA APPARENTE Etica e ironia nelle «Operette morali» Mucchi Editore NAST TA ISBN 88-7000-201-2 amifpoee cari “e — er Prifysgol Cymru I University of Wales | Aberystwyth © MUCCHI editor s.r.l. All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrival system, or trasmitted in any form of by any means, electronic, mechanical photocopying or otherwise, without the prior ermission on the MUCCHI editor s.r.l. - Via Emilia Est, 1527 -4 1100 Modena (Italia). rinted in Italy by MUCCHI s.p.a. - 41100 Modena (Italia). October 1992 Volume pubblicato con il contributo dell’Università di Ferrara. Premessa Leggero, atto forse a suscitare la «pazzia non durabile»! del riso, è ciò che talvolta affiora alla superficie delle Operette morali: arguzie, pointes paradossali, sarcastici scambi di bat- tute e comici scoronamenti figurano infatti tra i lieviti occasio- nali della scrittura leopardiana. Ma ad intendere il carattere affatto accessorio di queste manifestazioni, basterà ripensare alla fermezza con la quale Leopardi si oppose all’inserimento delle Operette nella «Biblioteca amena», ventilato da Antonio Fortunato Stella, loro primo editore: «La leggerezza di una tal collezione — osservava tra l’altro Leopardi in una lettera del dicembre 1826 — è un pregio nel suo genere, ma non quando sia applicata al mio libro. Finalmente l’uscir fuori a pezzi di 108 pagine l’uno, nuocerà sommamente ad un’opera che vorreb- b’esser giudicata dall’insieme, e dal complesso sistematico, come accade di ogni cosa filosofica, benché scritta con legge- rezza apparente»”. Nel suo costante presupporre la scoperta del «vide de l’exi- stence» e dell’immedicabile «néant des choses», la qualità dell’interrogazione sottesa alla pratica letteraria leopardiana esclude qualunque forma di cedimento al sempre più marcato predominio dell’apparire, efficacemente stigmatizzato in una annotazione polemica dello Zibaldone del giugno ’24 che ! G. LEOPARDI, Elogio degli uccelli, in Tutte le opere, a cura di W. Binni e con la collaborazione di E. Ghidetti, Firenze, Sansoni, 1989, I, p. 153. 2 In, Lett. 494, ad A. F. Stella, 6.12.1826, ivi, p. 1274.. 3 Ip., Lett. 275, ad A. Jacopssen, 23.6.1823, ivi, p. 1165. «è sembra anticipare tanto ilp iglio aneddotico dei Detti memora- bili di Filippo Ottonieri quanto la disillusa filosofia letteraria del Parini: n Il tale diceva non esser ben detto quel che si afferma comune- mente che basta la apparenza per esempio a un letterato per essere stimato, benché manchi della sostanza. Ora l’apparenza non solo basta, ma è la sola cosa che basti, ed è necessaria e la sola necessaria. Perché la sostanza senza l’apparenza non fa effetto alcuno e nulla ottiene, e l'apparenza colla sostanza non fa né ottiene niente di più che senza essa: onde si vede la sostanza essere inutile e il tutto stare nella sola apparenza'. Come verrà chiarito in un passo del Parini, il vero bersaglio di questa nota non è l’ingenua petizione di principio dell’anoni- mo assertore della serietà del lavoro intellettuale, bensì l’evasi- va superficialità degli approcci all’opera letteraria, dal momen- to che la moltitudine dei lettori, non solo nei secoli di giudizio falso e corrotto, ma in quelli ancora di sane e ben temperate lettere, è molto più dilettata dalle bellezze grosse e patenti, che dalle delicate e riposte; più dall’ardire che dalla verecondia; spesso eziandio dall’apparente che dal sostanziale; e per l’ordinario più dal mediocre che dall’ottimo$. Nelle sue molteplici incarnazioni testuali, la filosofia compo- sitiva delle Operette si rivela coessenziale ad un progetto etico- letterario orientato alla critica dell’esistente mediante la delibe- rata trasgressione dell’orizzonte d’attese tradizionalmente con- nesso alla fruizione del discorso produttivo d’esemplarità. So- vradeterminare, enfatizzare le virtualità controfattuali insite nei + In., Zibaldone, 4096, in Tutte le opere, cit., II, p. 1064. ° ID., I Parini, ovvero della gloria, in Tutte le opere, cit., I, pp. 120-121.