MARIA OLIVA BONALDO Fondatrice delle Figlie della Chiesa Commento spirituale alla Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II 1 Roma 2012 2 27 dicembre 1965 Novena dell’Immacolata Carissime figliuole mie, dopo avevi confidato le brevi riflessioni sulla “De Sacra Liturgia” non posso rifiutarvi quelle sulla Costituzione dogmatica “De Ecclesia” perché ho il dovere di nutrirvi con la Grazia Materna che il Signore mi ha dato per voi. Il pane ve lo prodiga la vostra “Madre grande”, la Chiesa: ben manipolato e profumato. La vostra “Madre piccola” ve lo trita o lo mastica per le più incapaci come fanno tutte le mamme coi loro bambini. “La Chiesa” che diffondiamo in coedizione con l’Ancora, è questo pane di pura farina: nutritevene nella mezz’ora di studio sacro prescritto dalla Santa regola: nelle vostre meditazioni riposerete non per la pesantezza del sonno ma per la “pinguedine” della Verità che è Amore. Il 4° numero della nostra “Ecclesia Mater” vi offrirà alcuni commenti di elette intelligenze che vi daranno il senso dell’ampiezza del nostro Mistero e vi indurranno a studiarlo con riverenza per parlarne poi con fervore. Io vorrei indurvi a parlarne a tutti con tenerezza e in ciò può aiutarmi solo lo Spirito Santo che invoco per me e per voi col dolce Rosario di Maria. Mamma LUMEN GENTIUM - CAPITOLO PRIMO (nn. 1 - 8) IL MISTERO DELLA CHIESA 1. Essendo Cristo la luce delle genti, questo Santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, ardentemente desidera con la luce di Lui, splendente sul volto della Chiesa, illuminare tutti gli uomini annunziando il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mt. 16, 15). E siccome la Chiesa è, in Cristo, come un sacramento o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano, continuando il tema dei precedenti Concili intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la sua natura e la sua missione universale. Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti da vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità di Cristo. Il Mistero della Chiesa. La Chiesa è uno dei misteri del Simbolo Apostolico ed è il mistero dei misteri, il cielo dei cieli come l’ha vista San Giovanni nell’Apocalisse. 3 Il mistero è una realtà inaccessibile. Molte realtà naturali sono dette impropriamente misteri, perché l’intelligenza può progressivamente scoprirle. Il Mistero della Chiesa è invece, come dice San Paolo, imperscrutabile. Ma lo Spirito Santo ce lo ha rivelato con tanta luce nella Scrittura, in particolare nei testi a cui sempre mi riferisco, che questa superinaccessibile Realtà è accessibilissima al nostro amore teologale, perché l’Amore «penetra tutte le cose, anche le profondità di Dio». Essendo Cristo la luce delle genti, questo Santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, ardentemente desidera con la luce di Lui, splendente sul volto della Chiesa, illuminare tutti gli uomini annunziando il Vangelo ad ogni creatura. Gesù è la luce del mondo. La Chiesa riflette sul mondo la luce di Lui. È la sua sposa; sempre rapita in Lui; la contemplativa del Padre come Lui. I contemplativi hanno abitualmente il volto splendente. Per questo il volto della Chiesa splende sempre, anche se, come una vecchia tela, è spesso ricoperto dalla fuliggine del mondo. Fine del Concilio è rimetterlo in Luce, perché il mondo guardandolo riveda Gesù. E siccome la Chiesa è in Cristo come un sacramento o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano, (questo Santo Concilio) continuando il tema dei precedenti Concili intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la sua natura e la sua missione universale. Perché il mondo scopra la luce di Gesù sul volto della Chiesa, il Concilio si propone di mettere in piena luce la natura e la missione della Chiesa: a) La sua natura: è il sacramento che unisce l’umanità visibile con la Divinità invisibile. b) La sua missione: per la presenza della Divinità è missione divina; per la presenza dell’Amore è missione di amore. Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa (di illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la sua natura e la sua missione universale) affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti da vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità di Cristo. Alla Chiesa urge farsi conoscere come sacramento di unione, perché la tendenza all'unione oggi è un bisogno vitale 4 degli individui e dei popoli e sarebbe doloroso che mentre si vanno realizzando in tutti i campi unioni provvide e non provvide ideate da uomini, non si realizzasse l'unione universale d’amore universale ideata da Dio. 2. L'Eterno Padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, creò l'universo, decise di elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina, e caduti in Adamo non li abbandonò, ma sempre prestò loro gli aiuti per salvarsi, in considerazione di Cristo, Redentore, «il quale è l'immagine dell'invisibile Dio, generato prima di ogni creatura» (Col. 11,15). Tutti infatti gli eletti il Padre fino dall’eternità li ha distinti nella sua prescienza e li ha predestinati a «essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché Egli sia il primogenito tra molti fratelli» (Rom. 8,29). «I credenti in Cristo li ha voluti chiamare nella santa chiesa, la quale, già prefigurata sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’antica Alleanza, e stabilita «negli ultimi tempi», è stata manifestata dall’effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli. Allora, infatti, come si legge nei Santi Padri, tutti i giusti, a partire da Abramo, «dal giusto Abele all’ultimo eletto», saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale. L'Eterno Padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, creò l'universo, decise di elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina, e caduti in Adamo non li abbandonò, ma sempre prestò loro gli aiuti per salvarsi, in considerazione di Cristo, Redentore, «il quale è l'immagine dell'invisibile Dio, generato prima di ogni creatura». La Chiesa è il sacramento dell'unione universale in Dio per opera di Dio: Unità e Trinità. Il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo ci vogliono in Sé. L'Amore onnipotente ci vuole nella sua intimità. Ci vuole il Padre che per questo ci ha creati e dopo la colpa ci ha ricreati in Gesù; che per unirci ha abbandonato Gesù in croce e Lo abbandona nei nostri tabernacoli; che per Lui, con Lui, in Lui «ci vuole tutti salvi» «tutti santi». Tutti infatti gli eletti il Padre fino dall’eternità li ha distinti nella sua prescienza e li ha predestinati a «essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché Egli sia il primogenito tra molti fratelli». Siamo stati creati a immagine di Dio. La colpa ci ha coperto di tenebra. 5 Nel bagno del Sangue di Gesù l’immagine negativa è stata rimessa in luce: nella luce di Lui. Dall’eternità il Padre ci vede solo qui: nel Figlio delle sue compiacenze, nella sua immagine unica. Questo è il suo piano eterno: o in Lui nella luce, o fuori di Lui nelle tenebre. È anche il piano della nostra eterna predestinazione. «I credenti in Cristo li ha voluti chiamare nella santa chiesa, la quale, già prefigurata sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’antica Alleanza, e stabilita «negli ultimi tempi», è stata manifestata dall’effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli. Allora, infatti, come si legge nei Santi Padri, tutti i giusti, a partire da Abramo, «dal giusto Abele all’ultimo eletto», saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale. L’Amore del Padre ci abbraccia tutti in Gesù, dall’alba al tramonto dei tempi, da Abele all’ultimo eletto. Nel suo abbraccio siamo la Chiesa prevista, prefigurata, preparata meravigliosamente lungo la storia, manifestata dallo Spirito Santo, incamminata verso la pienezza della sua manifestazione finale. Il Padre ci vede solo in quest’orbita d’amore; fuori di quest’orbita c’è l’abisso. 3. È venuto quindi il Figlio, mandato dal Padre, il quale in Lui prima della fondazione del mondo ci ha eletti e ci ha predestinati ad essere adottati in figli, perché in Lui volle accentrare tutte le cose (cfr. Ef. 1, 4-5 e 10). Perciò Cristo, per adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il regno dei cieli e ci ha rivelato il mistero di Lui, e con la sua obbedienza ha operato la redenzione». La Chiesa, ossia il regno di Cristo già presente in mistero, per virtù di Dio cresce visibilmente nel mondo. Questo inizio e questa crescita sono significati dal sangue e dall’acqua che uscirono dal costato aperto di Gesù crocifisso (cfr. Gv 19, 34), e sono preannunziati dalle parole del Signore con la sua morte in croce: «Ed io quando sarò levato in alto da terra, tutti attirerò a me» (Gv 12, 32). Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato, viene celebrato sull’altare, si rinnova l’opera della nostra redenzione. E insieme, col sacramento del pane eucaristico, viene rappresentata ed effettuata l’unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo (cfr. 1Cor. 10,17). Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo; da Lui veniamo, per Lui viviamo, a Lui siamo diretti». 6 È venuto quindi il Figlio, mandato dal Padre, il quale in Lui prima della fondazione del mondo ci ha eletti e ci ha predestinati ad essere adottati in figli, perché in Lui volle accentrare tutte le cose. Ci vuole in Sé il Figlio, perché così vuole il Padre; perché tutti uniti in Lui come fratelli e figli del Padre suo, avvolti insieme dal suo unico sguardo di compiacenza, possiamo esclamare con lo stesso Amore: Abbà! Lui per diritto di natura, noi per diritto di adozione. «E lo stesso Amore con cui è amato Lui, sia in noi!». Per questo la Chiesa è il Mistero d’amore di Dio. Perciò Cristo, per adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il regno dei cieli e ci ha rivelato il mistero di Lui, e con la sua obbedienza ha operato la redenzione. Gesù non ha esitato a realizzare questo piano d’amore col sacrificio di Sé e ha obbedito al Padre fino alla morte per dare vita alla Chiesa. Ci ha abbracciati tutti in croce, perché il Padre ci vedesse tutti suo regno, suo possesso, tutti suoi. La Chiesa è nata così dal suo cuore aperto, abbracciata come sposa. Se soffriamo e moriamo da spose, l’amplesso giunge all’identificazione e s’inizia per noi in terra il regno dei Cieli. La Chiesa, ossia il regno di Cristo già presente in mistero, per virtù di Dio cresce visibilmente nel mondo. Questo inizio e questa crescita sono significati dal sangue e dall’acqua che uscirono dal costato aperto di Gesù crocifisso, e sono preannunziati dalle parole del Signore con la sua morte in croce: «Ed io quando sarò levato in alto da terra, tutti attirerò a me». La Croce è sempre alta sul mondo, perché la Chiesa si fa sulla Croce da dove Gesù trae tutti a Sé. Il suo Sacrificio continua ininterrottamente e cesserà solo quando la Chiesa avrà raggiunto il pleroma finale. È nata dal Sangue e dall’acqua del Suo Cuore lacerato e cresce solo col Sangue e l’acqua del Calice consacrato. Sempre sopra un Calvario. Sempre sopra un altare. Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato, viene celebrato sull’altare, si rinnova l’opera della nostra redenzione. E insieme, col sacramento del pane eucaristico, viene 7 rappresentata ed effettuata l’unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo La Messa! Che miracolo la Messa! Il miracolo della transustanziazione. Il miracolo della Redenzione. Il miracolo dell’unione. Il Pane della Vittima pasquale ci fa Chiesa. Per questo l’assistenza alla Messa festiva è obbligatoria e per noi l’assistenza quotidiana è prescrizione del Codice. Per questo il Concilio Vaticano II prima di ogni altro lavoro, ha riattivato la nostra partecipazione alla Messa. La candida Liturgia di oggi non infiora che questo triplice miracolo, da cui fiorì l’Immacolata Concezione. Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo; da Lui veniamo, per Lui viviamo, a Lui siamo diretti». La chiamata di Dio ad essere Chiesa è universale. È la vocazione universale alla salvezza e alla santità, sempre accompagnata dalla grazia sollecitatrice la nostra libera risposta. «Dio vuole tutti salvi». «Questa è la volontà di Dio: la santità nostra». Tale grazia sgorga continuamente dalla Messa e raggiunge tutti. È l’attuazione universale di Gesù Crocifisso: «Quando sarò elevato da terra, trarrò tutto a me!». Siamo tratti tutti nel tutto: la Chiesa. 4. Compiuta l’opera, che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra (cfr. Gv. 17, 4), il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa, e i credenti avessero così per Cristo accesso al Padre in un solo Spirito (cfr. Ef. 2, 18). Questi è lo Spirito Santo che dà la vita, è una sorgente di acqua zampillante fino alla vita eterna (cfr. Gv. 4,14; 7, 38-39); per Lui il Padre ridà la vita agli uomini, morti per il peccato, finché un giorno resusciterà in Cristo i loro corpi mortali (cfr. Rom. 8, 10-11). Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio (cfr. 1Cor. 3, 16;6,19) e in essi prega e rende testimonianza della loro adozione filiale. Egli guida la Chiesa per tutta intera la verità (cfr. Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel ministero, la istruisce e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti (cfr. Ef. 4,11-12; 1Cor. 12,4; Gal. 5,22). Con la forza del Vangelo fa 8 ringiovanire la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo. Poiché lo Spirito e la Sposa dicono al Signore Gesù: «Vieni!» (cfr. Ap. 22,17). Così la Chiesa universale si presenta come «un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Compiuta l’opera, che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra, il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa, e i credenti avessero così per Cristo accesso al Padre in un solo Spirito. Ci vuole in Sé, lo Spirito Santo: la Grazia increata che, con la grazia creata da Dio, meritata da Gesù, fa tutta santa la Chiesa. – Vieni, Santificatore... prega il celebrante. Il Santificatore è invocato nella Messa che attua la nostra unione in Chiesa. L’Amore cementa la Chiesa, la riscalda, la colora, la fa fiorire e fruttificare. Diffonde attraverso la Chiesa i suoi doni, frutti, beatitudini e carismi d’amore. Fa della Chiesa un vortice delizioso in cui ci vorrebbe tutti rapire. Questi è lo Spirito Santo che dà la vita, è una sorgente di acqua zampillante fino alla vita eterna; per Lui il Padre ridà la vita agli uomini, morti per il peccato, finché un giorno resusciterà in Cristo i loro corpi mortali. Lo Spirito vivificante comunica ininterrottamente la vita eterna alla Chiesa plasmata dal Sangue e dall’Acqua del Cuore di Gesù e vivificherà alla fine dei tempi anche le nostre ceneri disperse. – Credo nella risurrezione della carne! Risusciteremo insieme per essere e per contemplarci Chiesa trionfante, perché l’Amore onnipotente di Dio «è forte come la morte» e più forte della morte. Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio, e in essi prega e rende testimonianza della loro adozione filiale. Lo Spirito Santo vivifica il Corpo intero della Chiesa e ogni sua singola cellula; è l’anima della Chiesa e della nostra anima. Prega dentro ciascuna di noi, sospirando: - Gesù! o supplicando: - Padre! Dà all’anima il senso spirituale della sua appartenenza alla Famiglia di Dio e l’anima crede facilmente d’essere figlia del 9 Padre celeste e della Madre celeste, sposa di Gesù, sorella di tutti i figli di Dio. Sono realtà ineffabili, che per un’ininterrotta convivenza con lo Spirito Santo, possono divenire esperienze ineffabili. Egli (lo Spirito) guida la Chiesa per tutta intera la verità, la unifica nella comunione e nel ministero, la istruisce e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti. Con la forza del Vangelo fa ringiovanire la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo. Poiché lo Spirito e la Sposa dicono al Signore Gesù: «Vieni!». Ciò che lo Spirito Santo opera nell’anima si riflette in tutta la Chiesa e ciò che opera nella Chiesa si riflette nell’anima. Lo Spirito di Sapienza pervade la Chiesa di amore celeste. Lo Spirito d’Intelletto ne conferma il Magistero col carisma dell’infallibilità. Lo Spirito di Consiglio ne indirizza il governo gerarchico. Lo Spirito di Fortezza ne feconda il Ministero sacro. Lo Spirito di Scienza ne illumina l’azione pastorale. Lo Spirito di Pietà la unisce in Famiglia di Dio. Lo Spirito di Timore la difende dal Male. Egli rinnovella la giovinezza della Chiesa con le Parole di Gesù che sono spirito e vita. La unisce a Gesù, fino all’unione trasformante. Le suggerisce l’anelito che chiude la Rivelazione e le schiuderà la visione beatifica: «Vieni, Signore Gesù!». Così la Chiesa universale si presenta come «un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Ci vuole in Sé il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Ci vuole uniti la volontà del Padre, il Cuore del Figlio, il loro reciproco Amore, lo Spirito Santo. Siamo oggetto della loro prescienza, provvidenza, assistenza, tenerezza. Non comprendiamo, perché ciò trascende ogni nostra comprensione e sentimento. E crediamo anche poco! Amore, pietà! Amore, pietà! Amore, pietà! Gesù, pietà! Gesù, pietà! Gesù, pietà! Amore, pietà! Amore, pietà! Amore, pietà! Adiuva incredulitatem nostram! 10
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