Colafranceschi, detto "Cola", Farinacci "er communista", Franchino "er carozziere", Pino "er matricida", Limone alto alto e senza colpa, che si nasce come si nasce, sono ragazzi senza arte né parte che vivono di espedienti e si aggirano tra la borgata e il litorale di Ostia consumando la loro esistenza tra bravate, prodezze e amori assai poco romantici. Sono figure del sottoproletariato romano del secondo dopoguerra, che fame e disperazione hanno reso strafottenti, tracotanti e incapaci di sognare. È la Roma di Pasolini e a parlare è un ragazzo di vita. Dai suoi ricordi emerge una città che non esiste più, desolante eppure poetica e una gioventù persa tra sogni inespressi e irrealizzati.