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Clavis Universalis. Arti mnemoniche e logica combinatoria da Lullo a Leibniz PDF

331 Pages·1960·9.193 MB·Spanish
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PAOLO ROSSI CLAVIS UNKVERSALIS ARTI MNEMONICHE E LOGICA COMBINATORIA DA LULLO A LEIBNIZ MILANO - NAPOLI RICCARDO RICCIARDI EDITORE MCMLX CLAVIS UNIVERSALIS DELLO STESSO AUTORE: Per una storia della storiografia socratica, nel vol. Problemi di storio- grafia filosofica, a cura di A. Banfi, Milano, Bocca, 1951. Giacomo Aconcio, Milano, Bocca, 1952. Il «De Principiis» di Mario Nizolio, nel vol. Testi umanistici sulla retorica, a cura di E. Garin, Roma-Milano, Bocca, 1953. Francesco Bacone, dalla magia alla scienza, Bari, Laterza, 1957. Su alcuni problemi di metodologia storiografica, nel vol. Il pensiero americano contemporaneo, Milano, Ediz. di Comunità, 1958. Altre ricerche di storia della filosofia pubblicate nella « Rivista critica di storia della filosofia », anni 1950 segg. ” C. Cattaneo, L'insurrezione di Milano nel 1848, Milano, Universale Economica, 1948 (introduzione). Cattaneo, La società umana, Milano, Mondadori, 1959 (antologia). O E. TarLor, Socrate, Firenze, La Nuova Italia, 1952 (prefazione). > F. Bacone, La nuova Atlantide e altri scritti, Milano, Universale Eco- nomica, 1954 (introduzione, traduzione e note). G. B. Vico, Opere, I classici Rizzoli, Milano, Rizzoli, 1959 (introdu- zione e note). PAOLO ROSSI CLAVIS UNIVERSALIS ARTI MNEMONICHE E LOGICA COMBINATORIA DA LULLO A LEIBNIZ MILANO - NAPOLI RICCARDO RICCIARDI EDITORE MCMLX © TUTTI I DIRITTI RISERVATI - ALL RIGHTS RESERVED PRINTED IN ITALY INDICE IX Premessa I. Immagini e memoria locale nei secoli XIV e XV I. Polemiche di umanisti contro le prescrizioni della me- moria - 2. Le fonti classiche e medievali dell'ars memora- tiva - 3. Ars memorativa e ars praedicandi nel secolo XIV - 4. Tecniche della memoria nel secolo XV - 5. La Fenice di Pietro da Ravenna - 6. Natura e arte - 7. Arte della memoria, aristotelismo e medicina - 8. La costruzione delle immagini. II. Enciclopedismo e combinatoria nel secolo XVI 4l I. La rinascita del lullismo - 2. Agrippa e le caratteri- stiche dell’ars magna - 3. Arte, logica e cosmologia nella tradizione lulliana - 4. L’arbor scientiae c gli enciclopedisti del secolo XVI - 5. La confirmatio memoriae negli scritti di Raimondo Lullo - 6. Bernardo de Lavinheta: combina- toria e memoria locale - 7. La logica memorativa. III. I teatri del mondo 81 I. Simbolismo e arte della memoria - 2. Diffusione del- Vars reminiscendi in Inghilterra e in Germania - 3. Span- gerbergius - 4. La medicina mnemonica di Gratarolo - 5. Il lullismo e la cabala nei teatri del mondo. IV. La logica fantastica di Giordano Bruno 109 I. Gli scritti lulliani e mnemotecnici del Bruno - 2. Com- binatoria, ars memorativa e magia naturale nel secolo XVII. V. La memoria artificiale e la nuova logica: Ramo, Bacone, Cartesio 135 I. Pierre de la Ramée: la memoria come sezione della logica - 2. Bacone e Cartesio: la polemica contro i gio- colieri della memoria - 3. Mnemotecnica e lullismo in Bacone e Cartesio - 4. L’inserimento delle tecniche me- morative nella nuova logica: gli aiuti alla memoria nel metodo baconiano; tavole, topica, induzione; gli aiuti alla memoria e la dottrina dell’enumerazione nelle Regudlae. VII CLAVIS UNIVERSALIS VI. Enciclopedismo e pansofia 179 I. Il sistema mnemonico universale: Enrico Alsted - 2. La pansofia e la grande didattica: Comenio - 3. Enciclope- dismo e combinatoria nel secolo XVII - 4. L'alfabeto filo- sofico di Giovanni Enrico Bisterfield. VII . La costruzione di una lingua universale 201 1. I gruppi baconiani in Inghilterra: progetti di una lin- gua universale - 2. Simboli linguistici e simboli matema- tici - 3. I gruppi comeniani: lingua universale e cristiane- simo universale - 4. La costruzione di un linguaggio per- fetto: George Dalgarno e John Wilkins - 5. La funzione mnemonica delle lingue universali: il metodo classifica- torio nelle scienze naturali - 6. Cartesio e Leibniz di fronte alla lingua universale. VII I. Le fonti della caratteristica leibniziana 239 APPENDICI App. 1: Il Liber ad memoriam confirmandam di Raimondo Lullo. App. IH: Un anonimo trattato in volgare del secolo XIV. App. III : Due Mss. quattrocenteschi di ars memoraziva. App. IV: Documenti sull’attività di Pietro da Ravenna. App. VO : Tre Mss. di ars memorativa del tardo secolo XVI. App. VI : Il Petrarca, maestro di arte della memoria. App. VII : Uno scritto inedito di Giulio Camillo. App. VIII: Esercizi di memoria nella Germania del secolo XVII. App. IX: La voce Art mnémonique nella Enciclopedia di Diderot. App. X: D'Alembert e i caratteri reali. INDICE DEI MANOSCRITTI INDICE DEI NOMI. PREMESSA Il termine clavis universalis fu impiegato, fra il Cinque- cento ed il Seicento, a indicare quel metodo o quella scienza generalissima che pongono l’ uomo in grado di cogliere, al di là delle apparenze fenomeniche o delle « ombre delle idee », la trama ideale che costituisce l’essenza della realtà. Decifrare l'alfabeto del mondo; riuscire a leggere, nel gran libro della natura, i segni impressi dalla mente divina; scoprire la piena corrispondenza tra le forme originarie e la catena delle umane ragioni; costruire una lingua perfetta capace di eliminare gli equivoci e di svelare le essenze mettendo l’uomo a contatto non con i segni, ma con le cose; dar luogo ad enciclopedie totali, a ordinate classificazioni che siano lo specchio fedele dell’ armonia presente nel cosmo: al tentativo di realizzare risultati di questo tipo, ad analizzare, difendere e propagan- dare queste posizioni e la visione del mondo ad esse collegata furono intenti, fra la metà del Trecento e la fine del secolo XVII, quanti si volsero a discutere i temi del lullismo, a det- tare le regole della memoria artificiale, a compilare grandiose enciclopedie e complicati teatri del mondo, a ricercare l’alfa- beto dei pensieri, a farsi sostenitori delle aspirazioni della pan- sofia e delle speranze in una totale redenzione e pacificazione del genere umano. Si tratta di atteggiamenti, di progetti, di temi che ebbero diffusione vastissima, che esercitarono un peso decisivo sulle ricerche di logica e di retorica, che condussero a studiare e ad approfondire, da un ben determinato punto di vista, il pro- blema della lingua e quello della memoria, le questioni atti- nenti alle topiche e alle classificazioni, ai segni e ai geroglifici, ai simboli e alle immagini. È senza dubbio difficile per un uomo moderno rendersi conto del peso che una produzione libraria dedicata a quest'ordine di problemi ebbe ad eserci- tare sulla cultura, anche su quella filosofica. Resta il fatto che ad elaborare le regole del discorso, quelle dell’ argomentazione e della persuasione, a stabilire i canoni dell’arte della memoria, ad insegnare il tipo di collegamento che deve sussistere tra i luoghi della mnemotecnica e le immagini che in essi hanno Xx CLAVIS UNIVERSALIS da essere collocate, a studiare le figure della grande arte di Lullo, ad elaborare le complicate regole della combinatoria, si dedicarono intere generazioni di uomini colti dal primo Rina- scimento fino all’età di Leibniz. Che le tecniche della memoria artificiale e della logica combinatoria siano scomparse dalla cultura europea non è probabilmente un male; male è invece che molti storici abbiano creduto o tuttora credano di poter intendere polemiche e discussioni e significati di teorie, strap- pando violentemente quelle discussioni e quelle teorie da un contesto storico preciso nel quale quelle tecniche, oggi ben morte, erano invece vive e vitali. Chi, occupandosi della cul- tura del Cinquecento e del Seicento, non ha per esempio inteso il significato della connessione logica-retorica e ha creduto di poter tracciare una storia della prima senza minimamente occuparsi della storia della seconda, ha raggiunto, in genere, conclusioni abbastanza desolanti. Dire, come molti han fatto, che «testi insignificanti » ebbero grande diffusione in tutta Europa, significa, in ultima analisi, cercare di sfuggire, con un giro di parole, ad un problema storico ben determinato: che è poi quello delle ragioni di quella singolare fortuna e dei motivi che spinsero filosofi come Agrippa e Bruno e Bacone e Cartesio e Leibniz e uomini come Alsted e Comenio e scien- ziati come Boyle o Ray a prendere estremamente sul serio quelle discussioni, a impegnarsi in una valutazione della loro funzione e del loro significato, a interpretarle e adattarle a più diverse e complesse posizioni di pensiero. Certo, ove non si vogliano eliminare dalla storia, come frutto di errori e di illusioni, gli scritti latini del Bruno, vari capitoli del De Augmentis, i frammenti giovanili di Cartesio, una metà degli opuscoli di Leibniz, ove non si vogliano re- spingere ai margini della cultura uomini come Alsted e Co- menio, bisognerà rendersi conto che anche la cultura del Sei- cento (non solo quella delle età precedenti) è, nelle sue stesse linee di fondo, assai lontana da una mentalità post-illumini- stica. Poiché è proprio il razionalismo illuministico che segna, da questo punto di vista, una svolta decisiva: una serie di problemi che avevano appassionato per secoli i cultori di logica e di retorica, i teorici del discorso e gli studiosi del linguaggio vennero eliminati per sempre dalla scena della cultura europea, perdettero significato e senso, apparvero manifestazioni delle PREMESSA XI folli aspirazioni di secoli che si erano posti sotto il segno delle empie ricerche astrologiche, magiche e alchimistiche, o sem- brarono i relitti, ancora presenti nell'età della nuova scienza, delle tenebre medievali. Accettando come valido il quadro sto- riografico estremamente parziale elaborato dagli illuministi nel corso di un’aspra lotta ideologica, non poca della storiografia dei secoli successivi ha preferito sorvolare su alcuni aspetti, che furono in realtà decisivi, della cultura dell'età barocca. Gli interessi del Bruno per la combinatoria e la mnemotecnica vennero considerati come «curiosità e bizzarrie »; si preferì sorvolare sul fatto che Ramo e Bacone e lo stesso Leibniz ave- vano visto nella « memoria » una delle sezioni nelle quali si articola la nuova logica dei moderni; non si tenne conto che la dottrina baconiana delle tavole e dell’induzione, che quella cartesiana dell’enumerazione erano state elaborate su un ter- reno storico preciso con riferimenti a testi diffusissimi e a di- scussioni ormai secolari; si vide in Comenio solo il pedago- gista moderno e in Leibniz solo il teorico della logica formale. Di quel complicato groviglio di temi connessi alla cabala e alle scritture ideografiche, alla scoperta dei caratteri reali, al- l’arte della memoria, all’immagine dell’albero delle scienze, alla mathesis e alla caratteristica universale, al metodo inteso come miracolosa chiave dell’universo, alla scienza generalissima, si preferì sbarazzarsi facendo ricorso ad una generica e miste- riosa entità “platonismo” sempre presente, come uno sfondo non chiarito e un indistinto panorama, dietro le opere dei grandi e dei piccoli pensatori. Questo libro è nato dal tentativo di chiarire, almeno nelle sue linee fondamentali, quello “sfondo” e di individuare gli aspetti generali e particolari di quel “panorama”: non me- diante riferimenti generici, ma attraverso l’analisi diretta di una serie di testi editi e inediti, un esame della diffusione di determinati libri e di determinate idee, una ricerca dell’azione esercitata da quei libri e da quelle idee sulla “filosofia” (in particolare sulla logica) dei pensatori moderni di maggior rilievo. La funzione, il significato, gli scopi delle arti della me- moria e della logica combinatoria si andarono, di volta in volta, variamente configurando dal secolo XV al XVII. Le formule, da secoli ripetute, di un arte veneranda acquistarono

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