Presentazione Dopo aver indagato le logiche del piduismo e la sua eredità politica in Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi), Aldo Giannuli torna a sondare le responsabilità della Prima Repubblica, disegnando i contorni della crisi della Seconda e il profilarsi di quella che Giannuli non esita a definire la Terza, con i suoi nuovi potentati più o meno occulti. Dal ruolo del presidente della Repubblica a quello dei capi del governo e dei servizi segreti, dal mondo della finanza alle intese industriali agli scandali bancari, dalla realtà della criminalità organizzata – con le relative ramificazioni e tangenze – al rinnovamento delle logge massoniche, dal degrado delle università e degli intellettuali allo sfaldamento dei partiti e delle tradizionali alleanze internazionali: il saggio- inchiesta di Giannuli delinea acutamente uno scenario presente e futuro dalle tinte fosche. La prospettiva critica si innesta sull’attualità: il fallimento del referendum del 4 dicembre 2016 ha 2 davvero inferto un colpo mortale al renzismo, lasciando emergere nuovi attori politici? E ancora: è ipotizzabile arrivare in tempi brevi alla promessa riforma del sistema elettorale? O si resterà in balia dei consueti populismi e di mal formulate (e mal concepite) richieste di democrazia diretta? In definitiva: come cambierà adesso il potere in Italia? Aldo Giannuli è ricercatore in Storia Contemporanea all’Università degli Studi di Milano. Già consulente delle Procure di Bari, Milano (strage di piazza Fontana), Pavia, Brescia (strage di piazza della Loggia), Roma e Palermo, dal 1994 al 2001 ha collaborato con la Commissione Stragi, contribuendo alla scoperta dei documenti non catalogati dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, nascosti in quello che poi è stato definito come l’«archivio della via Appia». Per Ponte alle Grazie ha pubblicato, fra l’altro: Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi) (2016), Guerra all’ISIS (2016), Come funzionano i servizi segreti (n. ed. 2013), Come i servizi segreti usano i media (2012). 3 4 www.ponteallegrazie.it facebook.com/PonteAlleGrazie @ponteallegrazie www.illibraio.it © 2017 Aldo Giannuli Edizione pubblicata in accordo con Piergiorgio Nicolazzini Literary Agency © 2017 Adriano Salani Editore s.u.r.l. – Milano Redazione e impaginazione: Scribedit - Servizi per l’editoria Progetto di copertina: Marco Figini Grafica: PEPE nymi Ponte alle Grazie è un marchio di Adriano Salani Editore s.u.r.l. Gruppo editoriale Mauri Spagnol ISBN 978-88-6833-779-7 5 Prima edizione digitale: maggio 2017 Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata. 6 A Gianroberto Casaleggio 7 Introduzione Verso la fine del 2012, stavo iniziando uno studio sulle classi dirigenti del nostro paese, analizzandone comportamenti, ordinamento gerarchico, struttura ecc. quando, nel marzo, uscì in libretto di Giulio Sapelli, mio collega di dipartimento, intitolato Chi comanda in Italia1 che analizzava lo stato del potere in Italia, in una prospettiva storica e nel quadro delle evoluzioni della globalizzazione e dell’Unione europea in particolare. L’autore notava come l’esperienza del governo Monti lasciasse un paese stremato e privo di prospettive, sottolineava come il «Potere», nella sua dimensione politica, si stesse decomponendo e lanciava l’allarme sul vuoto che si stava producendo. Il piccolo libro (151 fittissime paginette di piccolo formato) ebbe il dono di vedere nel futuro: uscito a marzo, ovviamente, non poteva prevedere l’esito delle elezioni politiche del 28 febbraio 2013 e tanto meno lo scioglimento del «salotto buono» 8 della finanza italiana che avverrà nell’estate successiva. Iniziai a considerare il problema da un’altra visuale, approfondendo l’aspetto storico e legando ancora più strettamente l’andamento della vicenda italiana al contesto internazionale. Successivamente, nell’ ottobre dello stesso anno, una copertina de l’Espresso recitava «Qui non comanda più nessuno» e l’articolo correlato constatava il declino di tutti quei soggetti che per decenni hanno retto il potere in Italia (Vaticano, partiti, sindacati, Confindustria, grande finanza, imprese multinazionali con targa tricolore, massoneria...). Soggetti in via di ridimensionamento pur se ancora potenti. Da qui la diagnosi di alcuni intervistati dal settimanale: il potere in questo Paese si sta sgretolando. La sensazione diffusa era che si stesse andando verso l’entropia di sistema. Ormai l’idea che si fosse ad un passo dal crollo iniziava a diffondersi, anche con una percezione più chiara di quella che precedette il crollo della prima Repubblica, a cavallo fra gli ultimi anni ottanta ed i primi novanta. Pochi mesi dopo, la travolgente avanzata di Renzi creò, al contrario, la sensazione che si stesse riorganizzando un nuovo sistema di potere ed anzi che si stesse profilando un «regime forte», in grado di compensare, almeno in parte, quella sensazione di 9 vuoto ed assorbire poteri e funzioni che erano stati di altri soggetti «forti» (dettaglieremo meglio in seguito). Renzi stava tentando una rifondazione della Seconda Repubblica, il cui effetto immediato fu quello di rendere opaca quella percezione di crollo imminente che era andata diffondendosi pochi mesi prima. Ma fu solo un’illusione: quando il tarlo che rode un potere giunge alla struttura portante del sistema, non basta qualche abile trovata per invertire la tendenza ed evitare il crollo. Personalmente continuavo ad indagare la realtà (ne fanno fede gli articoli che ho pubblicato via via sul mio blog e che ora mi sembrano un diario di questa crisi) nell’ottica della dissoluzione sistemica, anche perché, già nell’estate del 2015, era possibile osservare un appannamento del «carisma» renziano. Poi, dal 4 dicembre 2016, i fatti sono precipitati e nulla è stato più come prima: il Pd, che, con la sola eccezione della sua piccola ed impotente sinistra interna, era sembrato trasformarsi in una falange compatta, tornava alle contorsioni precedenti, subendo una scissione, avviando un congresso assai litigioso e con infausti presagi nei sondaggi (condizionati anche da qualche vicenda giudiziaria). Il maggiore partito italiano -e principale pilastro del sistema politico- sembra avviato verso l’implosione, mentre la destra cerca di riaggregarsi con alterne vicende, ma restando ancora scarsamente in grado di 10