PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO SAGGI 74 CENTRO DI FOTORIPRODUZIONE LEGATORIA E RESTAURO DEGLI ARCHIVI DI STATO CHIMICA E BIOLOGIA APPLICATE ALLA CONSERVAZIONE DEGLI ARCHIVI MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI 2002 DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI SERVIZIODOCUMENTAZIONEEPUBBLICAZIONIARCHIVISTICHE Direttore generale per gli archivi:Salvatore Italia Direttore del Servizio:Antonio Dentoni-Litta Comitato per le pubblicazioni: Salvatore Italia, presidente, Paola Carucci, Antonio Dentoni-Litta, Ferruccio Ferruzzi, Cosimo Damiano Fonseca, Guido Melis,, Claudio Pavone, Leopoldo Puncuh, Isabella Ricci, Antonio Romiti, Isidoro Soffietti, Giuseppe Talamo, Lucia Fauci Moro, segretaria. ©2002 Ministero per i beni e le attività culturali Direzione generale per gli archivi ISBN 88-7125-236-5 Vendita:Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato Piazza Verdi, 10, 00198 Roma Stampato da Union Printing S.p.A., Roma SOMMARIO I MATERIALI DI ARCHIVIO CARTA,PERGAMENA,MEDIAZIONIGRAFICHE,FOTOGRAFIE La carta ORIETTAMANTOVANI:Storia e fabbricazione della carta 9 GIANCARLOIMPAGLIAZZO-DANIELERUGGIERO: Struttura e composizione della carta 25 La carta: caratteristiche fisiche e tecnologiche 43 La pergamena MARIATERESATANASI:Storia e manifattura della pergamena 57 Struttura e composizione della pergamena 69 La pergamena: caratteristiche fisiche e tecnologiche 75 Le mediazioni grafiche LORENABOTTI-DANIELERUGGIERO: Le miniature: generalità e materiali costitutivi 89 DANIELERUGGIERO: Gli inchiostri antichi per scrivere 109 Gli inchiostri moderni per scrivere 141 Le fotografie LUCIANORESIDORI: I materiali fotografici: cenni di storia, fabbricazione e manifattura 163 Struttura e composizione dei materiali fotografici 217 Caratteristiche sensitometriche dei materiali fotografici 271 IL DETERIORAMENTO Il deterioramento di natura chimica ORIETTAMANTOVANI:Degradazione del materiale cartaceo 297 MARIATERESATANASI: Il deterioramento di natura chimica della pergamena 321 LORENABOTTI-DANIELERUGGIERO: Le miniature: cause di danno e metodologie di intervento 331 LUCIANORESIDORI: Il deterioramento dei materiali fotografici: aspetti chimico-fisici 349 MARIAGRAZIAALTIBRANDI: Il deterioramento di natura biologica 363 I microrganismi 367 ELENARUSCHIONI-EUGENIOVECA:L’entomologia negli archivi 381 ELENARUSCHIONI:I roditori e i volatili nei depositi di archivio 399 DONATELLAMATÈ:Il biodeterioramento dei supporti archivistici 407 LA CONSERVAZIONE La prevenzione MAUROSCORRANO: La prevenzione: impostazione di un programma di tutela dei beni archivistici 429 MARIATERESATANASI:La prevenzione al degrado chimico 443 GIUSEPPEARRUZZOLO:La prevenzione al degrado biologico 457 DONATELLAMATÈ-LUCIANORESIDORI:La conservazione delle fotografie 475 La cura LORENABOTTI-DANIELERUGGIERO:La chimica nel restauro: la carta 489 MARIATERESATANASI:La chimica nel restauro: la pergamena 521 LUCIANORESIDORI:Deacidificazione di massa 531 GIOVANNIMARINUCCI:Derattizzazione e disinfestazione da volatili 543 MARIACARLASCLOCCHI: La disinfezione e la disinfestazione dei supporti archivistici 557 I MATERIALI DI ARCHIVIO CARTA, PERGAMENA, MEDIAZIONI GRAFICHE, FOTOGRAFIE 9 LA CARTA STORIA E FABBRICAZIONE DELLA CARTA La funzione esercitata dalla carta, in misura sempre crescente nei secoli, è quella di immagazzinare messaggi per il progresso dell’umanità. Il primo manoscritto di carta datato 150 d.C. venne rinvenuto vicino alla grande muraglia cinese. Si racconta, infatti, che nel 105 d.C, un ministro della pubblica istruzione, di nome Ts’ai L’un, ebbe l’idea di come fabbricare la carta, dopo aver osserva- to una sospensione di fibre vegetali galleggiare sulla superficie dell’acqua, in alcune anse di un fiume dove usualmente gli abitanti di quel posto andavano a lavare i loro panni. Evidentemente le fibre di cellulosa si staccavano dai cenci di lino, di cotone e di canapa, riunendosi in feltri sulla superficie dell’acqua. L’osservazione di quei feltri galleggianti fu l’inizio dell’elaborazione e della mes- sa a punto delle tecniche per formare fogli di carta, supporto rivoluzionario per scrivere, dopo la pergamena ed il papiro. Così si assegna alla Cina la priorità della straordinaria scoperta della carta. Quel primo manoscritto oggi è conservato nel British Museum. Una delle prime descrizioni in lingua italiana sull’abilità dei cinesi a fabbri- care la carta è attribuita a Marco Polo in un capitolo del suo Milione. Durante la sua permanenza in Cina, tra le tante meraviglie e novità che lo avevano affa- scinato, Marco Polo ricorda le banconote cartacee che venivano fatte circola- re in tutto l’impero per volontà di Kubilaykhan e a tal proposito si leggono dal- lo scritto del famoso viaggiatore veneziano i seguenti versi: “fa’ prendere scor- za d’un albore ch’a nome gelso e l’albore le cui foglie mangiano li vermi che fan- no la seta e cogliono la buccia sottile che è tra la buccia grossa e legno dentro, e di quella buccia per fare carta come di bambagia”. Probabilmente Marco Polo accenna alla materia con cui viene fabbricata la carta valori, un tipo di carta quindi molto pregiato, ma al tempo di Ts’Ai Lun, ministro dell’imperatore Ho-ti, riuscivano a fabbricare la carta da vari vegeta- li come la paglia di tè o di riso, la canna di bambù e gli stracci di canapa. I mate- riali venivano lasciati a macerare e poi battuti a lungo in mortai di pietra con pestelli di legno per ottenere la pasta di cellulosa da cui ricavare fogli. Sembra che i cinesi abbiano mantenuto segreta la lavorazione della carta per molto tempo e che questa tecnica si sia diffusa in Corea prima ed in Giappone poi, solo nel VII secolo. Nell’VIII secolo la appresero anche in Asia centrale, 10 Orietta Mantovani a Samarcanda, e da qui gli Arabi la introdussero nel Medio oriente e poi nel Mediterraneo. Gli arabi introdussero alcune innovazioni nella fabbricazione della carta. Utilizzavano come materia prima stracci di canapa e lino che loro ricavavano anche dalle bende delle mummie rinvenute nelle tombe egiziane, diversificarono il sistema di collatura usando la colla d’amido ricavata da riso e da grano mentre i cinesi utilizzavano una gomma derivata da alcune specie di licheni esistenti nel proprio territorio. Più tardi, intorno al 1200 questo tipo di collatura venne vietato nella città di Padova, sotto il dominio di Federico II, almeno per quelle carte destinate agli atti pubblici ai quali si richiede perciò di perdurare nel tempo in quanto la cosiddetta carta bambagina, cioè quella col- lata con colla d’amido, risultava facile preda di attacchi fungini. Lo sviluppo dell’arte cartaria è stato suddiviso, dallo storico cartario Andrea Gasparinetti, in tre periodi distinti: periodo arabo, periodo arabo-italico e perio- do fabrianese. Il primo periodo vede la fabbricazione della carta seguire metodi stretta- mente arabi. Le zone dove veniva praticata questa arte sono l’Egitto, il Marocco e in seguito anche la Spagna nella cartiera di Xantina, l’odierna San Felipe in provincia di Valenzia. Il secondo periodo è quello in cui si pensa che l’arte cartaria sia stata intro- dotta in Italia ma si ignorano le modalità e le date esatte di questo passaggio. È questa una fase confusa poiché vengono introdotte in modo graduale tecni- che nuove impiegando mezzi e materiali diversi da quelli usati dagli Arabi, e tutto era affidato alle risorse locali e alla creatività artigianale degli operatori. Questa lunga ed incerta fase arriva fino alla metà del XII secolo. In questa epo- ca la lavorazione della carta bambagina si instaura a Fabriano e qui raggiunge un alto livello di qualità tanto da imporsi all’attenzione di tutti i mercanti ita- liani ed europei. Fabriano diventa uno dei primi e maggiori centri cartari ita- liani ed europei e rimarrà tale per oltre due secoli. L’ultimo periodo riguarda esclusivamente la carta lavorata a Fabriano. Qui vengono introdotte tecniche innovative che migliorano la resistenza meccani- ca, la durata e la resistenza agli attacchi patogeni. La carta diviene sempre di più il supporto scrittorio più diffuso e più conveniente dal punto di vista eco- nomico sia della pergamena che di altri materiali usati precedentemente. Fino intorno al 1278 a Fabriano tuttavia non esisteva la corporazione dei car- tai tra le dodici Arti che risultavano già elencate in atto pubblico. Così i fab- bricanti di carta vennero a far parte della corporazione dei lanaioli. Questa ipo- tesi viene fatta in quanto i lanaioli facevano parte di quel personale specializ- zato nella cardatura, nella tessitura e tinture con un ciclo completo che va dal reperimento della materia prima alla commercializzazione del prodotto finito Storia e fabbricazione della carta 11 ed inoltre i lanaioli disponevano di edifici adatti alla lavorazione dei panni chia- mati “gualcherie”. Solo nel 1326 risulta costituita ufficialmente la corporazione dei cartai. Molte furono le innovazioni apportate a Fabriano sulla fabbricazione della carta. L’impiego della pila idraulica a magli multipli, ruote dentellate mosse da acqua per battere gli stracci e ricavare poltiglia per la pasta da carta elimina il mortaio di pietra ed il pistone di legno azionato a mano dagli Arabi1. Ancora, per limitare l’attacco fungino la collatura eseguita con amido di fru- mento venne sostituita con gelatina o colla animale ricavata dal carniccio del- le pelli animali che erano lo scarto delle concerie locali. Venne poi introdotta la filigranatura dei fogli; segni e sagome, rappresen- tanti il marchio dei diversi fabbricanti della carta, venivano impressi diretta- mente sui fogli. Inizialmente i segni erano molto semplici; rappresentavano cerchi, croci, linee... In seguito il disegno si perfezionò fino a rappresentare particolareggiate figure di uomini, animali, fiori, e così via (fig. 1). La prima filigrana sarebbe stata creata nella seconda metà del XIII secolo. La tradizio- ne vuole che essa sia nata a Fabriano. Il Briquet, un insigne studioso e catalo- gatore di filigrane, incontrò la prima filigrana, raffigurante una croce greca (fig. 2), in un atto scritto nel 1282 e conservato presso l’Archivio di Stato di Bologna. Il più antico documento su carta d’Europa esistente è conservato presso l’Archivio di Stato di Palermo; proviene dalla cancelleria dei re normanni di Sicilia, è bilingue (greco e arabo) e risale al 1109. In esso la contessa Adelasia ordina ai Vicecomiti, Gaiti ed altri ufficiali delle terre di Castro Giovanni di non molestare, ma di proteggere i monaci del Monastero di S. Filippo di Demenna (fig. 3). Questa data 1109 cade proprio nel periodo storico in cui poniamo la diffusione dell’arte araba dall’Africa settentrionale in Europa. Fabbricazione La storia della fabbricazione della carta può grosso modo dividersi in due grandi periodi segnati dall’introduzione della macchina continua e l’utilizza- zione della cellulosa di legno avvenuto all’incirca durante i primi del ’900. Da qui distinguiamo il periodo precedente i primi dell’800 come tipico del- la fabbricazione della carta a mano e quello seguente come periodo della fab- bricazione della carta a macchina. 1Non è comunque certo se questa fase di raffinazione dell’impasto fosse già stato adottato dagli Arabi stessi e poi usato in misura massiccia dai fabrianensi. 12 Orietta Mantovani 1. Filigrana (foto di C. Fiorentini)
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