marzo angela:Layout 1 22-03-2012 14:41 Pagina 1 www.accademiaurbense.it SILVA ET FLUMEN Poste Italiane s.p.a. TRIMESTRALE DELL’ACCADEMIA URBENSE DI OVADA Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27 / 02 / 2004 n° 46) ANNO XXV - N°1 MARZO2012 art. 1, comma 1, DCB/AL Antonio Rebbora: un democratico La Società Filarmonica Chiese e Patroni di Ovada nel Risorgimento ovadese nelle cronache del tempo Le edicole votive Un milione di anni fa Cesare Viazzi Cinema italiano anni ‘30: del centro storico a Costa di Ovada a Genova Emilio Cecchi e Ubaldo Arata Fortezza di Exilles tratto da: I castelli della Provincia di Torino marzo angela:Layout 1 22-03-2012 12:01 Pagina 2 www.accademiaurbense.it SOSTIENI LA NOSTRA ATTIVITA’ CULTURALE CON IL TUO CONTRIBUTO Oggetto: Contributo del 5 per mille a sostegno delle organizzazioni non lucra- tive di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’Art. 10 comma 1 lettera a del D.L. n. 460/1997 - Come è noto il Ministero delle Finanze ha inserito l’Accademia Urbense nell’Elenco dei soggetti aventi diritto ai contributi previsti per le ONLUS, le Associazioni ricono- sciute. É proprio grazie a quanti hanno devoluto il loro contributo del 5 per mille a favore di questo sodalizio che nell’anno appena trascorso l’Accademia Urbense ha potuto impegnare le risorse adeguate alla buona riuscita della mostra: VIVA L’ITALIA, LVEVE IA BRETTA organizzata per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia, che, come è noto ha avuto uno straordinario successo di pubblico e di critica. Rinnoviamo cosi, anche quest’anno il nostro invito affinchè, in occasione della pros- sima dichiarazione dei redditi, venga indicata come beneficiaria di tale contribu- zione questa Accademia Urbense. D’altra parte ognuno di Voi certamente conosce le scarse risorse con le quali viene svolta la nostra attività: in diverse occasioni alcune iniziative sono state accanto- nate per mancanza di fondi. Quindi ci permettiamo di ricordare che il contributo può essere devoluto all’atto della compilazione della propria dichiarazione dei redditi inserendo il CODICE FISCALE dell’ACCADEMIA URBENSE: 01294240062 Grati per l’attenzione, sicuri che anche in questa occasione i soci non ci faranno mancare il loro sostegno, rinnoviamo i ringraziamenti e porgiamo cordiali saluti. IL PRESIDENTE Ing. Alessandro Laguzzi marzo angela:Layout 1 22-03-2012 12:01 Pagina 3 www.accademiaurbense.it 3 Come ci eravamo prefissi pubblichiamo SILVA ET FLUMEN alcuni interventi della giornata di studi de- dicata ad Antonio Rebbora, un democratico nel Risorgimento Ovadese. L’intervento del prof. Gian Luigi Bruzzone, in somma- rio per il prossimo numero, nel quale sono Periodico trimestrale dell’Accademia Urbense di Ovada pubblicate alcune delle lettere fra Rebbora Direzione ed Amministrazione P.zza Cereseto 7, 15076 Ovada e Atanasio Canata, ad esempio, è stato de- Ovada - Anno XXV - MARZO2012 - n. 1 terminate nel chiarire la posizione politica Autorizzazione del Tribunale di Alessandria n. 363 del 18.12.1987 ed il ruolo di coordinamento dell’Ovadese Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 a favore della causa nazionale. (conv. in L. 27 / 02 / 2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB/AL Sempre attingendo dagli interventi de- Conto corrente postale n. 12537288 dicati al Maestro pubblichiamo il contri- Quota di iscrizione e abbonamento per il 2012 EURO 25,00 Direttore: Alessandro Laguzzi buto riguardante le origini della Famiglia Direttore Responsabile: Enrico Cesare Scarsi trasferitasi nell’Ovadese dalla vicina Ligu- ria e una ricerca sulla Società Filarmonica SOMMARIO Ovadese,un istituzione che ha avuto in Re- bora il vero iniziatore. Antonio Rebbora: un democratico nel Risorgimento ovadese Nessuno mette in dubbio il ruolo che di Alessandro Laguzzi p. 004 Goffredo Mameli ha nella storia del nostro Storia di una famiglia, i Rebora ad Ovada Risorgimento, dubitare della paternità del no- di Sergio Rebora p. 014 stro Inno Nazionale non è un tentativo di of- La Società Filarmonica Ovadese: documenti e cronache del tempo. fuscarne la gloria, ma può essere il modo di di Paolo Bavazzano p. 016 riconoscere anche il merito di altri. Per que- L'inno Fratelli d'Italia sto ci è sembrato giusto pubblicare alcune di Gian Luigi Bruzzone p. 025 considerazioni sul tema, lasciando come Chiese e patroni d’Ovada sempre al lettore ampia libertà di giudizio. di Paola Piana Toniolo p. 0 27 Un particolare aspetto della Storia Reli- Affreschi ed edicole votive ad Ovada giosa di Ovada viene rivisitato con l’ausilio di Lucia Barba p. 033 di nuova documentazione per quanto con- Un articolo di Anna Manzitti ricorda l’opera di Cesare Viazzi che celebra l’Uni tà cerne i Santi Patroni. La parte centrale del numero ospita tre d’Italia nello scalone di Palazzo Raggio a Genova articoli che pur differenziandosi non pote- a cura di Alessandro Laguzzi p. 043 vamo non corredare di immagini a colori. Milioni di anni fa a Costa d’Ovada Il primo riguarda le innumerevoli edicole di Renzo Incaminato p. 047 sacre del Centro Storico che spesso pas- Personalità Ovadesi nella cultura del Secolo dei Lumi sano inosservate e sono trascurate per di Flavio Rolla p. 055 quanto riguarda la manutenzione; il se- Una “croce di ferro” ad El Alamein. Vita di guerra di un insigne docente condo ci accompagna attraverso un viaggio dell’Università di Genova: Mario Oddini nel tempo che ci riporta a milioni di anni fa di Pier Giorgio Fassino p. 067 per scoprire come si è formata la collina Cinema italiano anni ‘30: il sonoro, il regime, la Cines, l’intellettuale Emilio sulla quale si adagia la frazione Costa; il Cecchi e l’ovadese Ubaldo Arata (parte prima) terzo è dedicato ad un pregevole ciclo di af- di Ivo Gaggero p. 072 freschi di Cesare Viazzi, artista predosino, Cesare Viazzi di cui l’Accademia possiede forse il mi- di Giovanni B. Frangini p. 080 gliore degli autoritratti. Accademia Urbense 2011 un anno di lavoro Il Secolo dei Lumiha visto partecipi al- di Giacomo Gastaldo p. 082 cuni conterranei che si sono particolar- Recensioni mente distinti in campo intellettuale; si DINOFELISATI- GIORGIOSPERATI, La vecchiaia e il suo pathos(di Luigi Cattanei); ENRICO tratta di figure già in parte studiate ma ogni RESEGOTTI, Il 1848 - 49 in Lomellina (di Pier Giorgio Fassino); FRANCO BAMPI – approfondimento ci regala sempre qualche GILBERTOONETO, L’ins urrezione genovese del 1849 (di Alessandro Laguzzi); PAOLOBOT- sorpresa e nuovi spunti per continuare nella TERO, Il grande libro delle famiglie di Campo Freddo – Campo Ligure nel secolo XIX (di ricerca. Paolo Bavazzano) p. 084 Il 27 Marzo cade l’anniversario della Redazione: Paolo Bavazzano (redattore capo), Edilio Riccardini (vice), Remo Alloisio, Gior- scomparsa del prof. Mario Oddini, ricor- gio Casanova, Pier Giorgio Fassino, Lorenzo Pestarino, Giancarlo Subbrero, dato, in questo numero, come combattente Paola Piana Toniolo. valoroso sul fronte africano e prigioniero Segreteria e trattamento informatico delle illustrazioni a cura di Giacomo Gastaldo. negli Stati Uniti. Le foto di redazione sono di Renato Gastaldo. In chiusura la prima parte di un nuovo Sede: Piazza Giovan Battista Cereseto, 7 (ammezzato); Tel. 0143 81615 - 15076 OVADA lavoro su l’operatore Arata e la tradizio- E-mail: [email protected] - Sito web: accademiaurbense.it nale relazione sulla attività annuale del so- URBS SILVA ET FLUMEN dalizio. Stampa: Litograf. srl, - Via Montello, Novi Ligure Paolo Bavazzano marzo angela:Layout 1 22-03-2012 12:01 Pagina 4 www.accademiaurbense.it 4 Antonio Rebbora: un democratico nel Risorgimento ovadese di Alessandro Laguzzi Fra i protagonisti ovadesi del periodo vertiva in dolce mestizia il pubblico do- chiedere la Costituzione, ed il giorno suc- risorgimentale ha un suo posto Antonio lore di quel privato infortunio» (2). Que- cessivo anche il Consiglio di Conferenza, Rebbora, musicista, poeta in lingua e in sto episodio narrato dal Milano ci serve presieduto dal Re e a cui partecipano vernacolo che in diverse occasioni si pose per sottolineare la profonda fede religiosa oltre ai ministri in carica i più fedeli ser- come tramite fra gli accadimenti di quel del giovane Antonio, un tratto della sua vitori della Corona, consiglia al Re la periodo e il popolo minuto del borgo, personalità che non venne mai meno, concessione immediata della Costitu- che, altrimenti, sarebbe rimasto testimone anche di fronte ai molti lutti che trava- zione ed esamina il progetto di Statuto inconsapevole dei cambiamenti piccoli e gliarono la sua esistenza. (così sarà chiamata la Costituzione) pre- grandi che si stavano realizzando sotto i Pochi anni dopo nell’agosto del 1839 parato dai ministri (4). suoi occhi. le cronache registrano la predicazione Il giorno 9 ad Ovada, a sera inoltrata, Sino ad oggi però l’interesse degli nella nostra parrocchiale dell’Ass unta di alcuni cittadini che tornavano da Alessan- studiosi si è prevalentemente appuntato Padre Ugo Bassi (3); la tradizione popo- dria recavano le prime nuove sull’avveni- sugli esiti musicali e letterari della sua lare tramanda che fra lui e il Rebora, che mento che presto si spargevano per il opera, mentre ha ignorato la dimensione lo volle a tutti i costi ospit ar e nella sua borgo provocando un grande fermento e politica della sua attività. Il motivo prin- casa di P.zza Loggia Vecchia, la sintonia una crescente aspettativa che il mattino cipale di questo strabismo credo vada ri- fosse perfetta perché non li univa solo la successivo faceva accalcare la gente in cercato da un lato nella povertà di fede e l’amore per la musica, ma in en- ansiosa attesa dell’arrivo della posta con documentazione di cui si dispone in que- trambi era presente la speranza di tempi le “regie determinazioni”. sto settore, in particolare, e più in gene- nuovi per la patria comune. Ma forse è meglio cedere la parola al rale sui suoi rapporti con le personalità Come vedremo le vicende quarantot- cronista contemporaneo che ha mante- del periodo, che pur sappiamo esserci tesche ovadesi che videro il nostro Anto- nuto l’anonimato ma che allo studioso at- stati, dall’altro nella dimensione perso- nio fra i protagonisti confermano piena- tento si rivela per essere proprio il nostro nale e non pubblica dell’azione che ve- mente queste premesse. Rebbora, il quale in un opuscoletto ha de- niva svolgendo. Tuttavia l’ipotesi di La prima settimana di febbraio del scritto a vivi tratti l’emozione di quei mo- lavoro, che io formulo in queste pagine, e 1848 a seguito della concessione della menti: che alcuni documenti corroborano, è che, Costituzione a Napoli, si svolsero a Ge- «Chi può ridire qual fosse la gene- in un contesto politico ovadese dominato nova e a Torino grandi manifestazioni po- rale esultanza, allorchè, aperti i pubblici dalla figura di Domenico Buffa e quindi polari che nei giorni successivi crebbero fogli, videsi in capo ad essi a distinti ca- inizialmente democratico moderato che di intensità e si estesero anche alle città ratteri Viva la Costituzione! evolverà, all’inizio degli anni cinquanta, minori del Regno. Mentre l’agit azione Era un pianger di gioia, un abbrac- nell’appoggio alla politica liberale del nel Paese cresceva, il giorno 5 Febbraio, ciarsi a vicenda, un gettare in alto di cap- Cavour, Egli abbia svolto il ruolo di rap- il Consiglio Comu nale della città di To- pelli, un suono di grida festose che presentante della sinistra estrema, costi- rino presenta al trono un indirizzo per ognor più s’accrebbero, appena le cam- tuendo di fatto il retroterra da cui pane, e lo sparo de’ mortaretti attirarono sulla gran piazza l’intiera popolazione. mossero i volontari del l’Ovadese che se- Quel giorno fu festa. Intanto l’Il.. moSig. guirono Garibaldi nella spedizione de’ “I Gio. Batta Torielli Sindaco degnissimo Mille”. del Borgo cospicuo, con elegante e pa- Ma andiamo con ordine e seguiamo il triottico proclama, di concerto col Par- Rebbora nelle sue vicende pubbliche: roco, invitava i Cittadini ad un solenne come è noto la tragica morte di Antonio triduo di ringraziamento fissando il Nervi (1), poeta e letterato, traduttore del giorno della prossima Domenica per poema Lusiadi di Luis Camoens, che la compimento della comune letizia. notte del 18 settembre 1836 scivolò nel Spuntò quel dì sospirato, e gia da tutte fiume Stura presso Rossiglione mentre le case vedevansi pendere le nazionali rientrava ad Ovada, commosse tutto il bandiere, cui pareva salutasse più vivo il sole nascente. All’ora prefissa il Co- borg o. Come ogni compaesano, il Reb- munale Consiglio, unitamente all’Ill.mo bora lo conosceva, e forse, il suo animo Sig. Giovanni Balbo, Giudi ce del Man- di credente fu particolarmente colpito dal damento, seguito da’ benemeriti PP. delle ritrovamento nella tasca del suo abito del- Scuole Pie co’ loro alunni; i MM.RR.PP. l’Imitazione di Cristotanto da spingerlo Capuccini, ambe le Confraternite, inter- a comporre. «Antonio Rebbora sul ven- venivano nel vasto tempio della Parroc- tunesimo anno dell’età con una messa fu- chiale già pieno zeppo d’immensa folla nebre a piena orchestra esordiva in quel di popolo. Qui prima del Te Deumil no- giorno la sua maestrale carriera; e con- stro amatissimo Pastore, D. Ferdinando marzo angela:Layout 1 22-03-2012 12:01 Pagina 5 www.accademiaurbense.it 5 Alla pag. precedente, Antonio Rebbora in un ritratto di Mi- chele Gamberini; a lato, manifestazione per la concessione dello Statuto in P.zza Castello a Torino, 1847 una cronaca giornalistica comparsa sul n. 18 del 18 febbraio del giornale ge - novese “La Lega Italiana” il cui direttore era Domenico Buffa: «Ovada, 14 febbraio. La faustissima nuova della Co- stituzione anche qui com- mosse tutto questo buon popolo. Il Sindaco animato anch’esso dai comuni senti- menti con un pubblico e ben ordinato proclama ordinò il Te Deumper tre dì, e la do- menica illuminazione gene- rale. In questo giorno si cantò con maggior solen- nità, il Te Deumnella chiesa parrocchiale zeppa di po- polo. Il degnissimo prevo- Bracco, pronunciò un eloquentissimo di- potrà solo Iddio sto don Ferdinando Bracco inspirato scorso, tutto palpitante d’attualità ed al- II. Viva la Costituzione! parlò del grande beneficio compartitoci lusivo al fausto avvenimento.Chiu devasi ogni uomo è cittadino dal Re e del modo pacifico con cui la la funzione con un Tantum Ergoin mu- Provvidenza ci condusse a questi tempi sica, eseguito dagli egregi nostri cantanti IlI. Splenda o Re Carlo Alberto il tuo per l’impulso dato dal Gran Pio. Finita Signori Tosi Matteo e Buffa Tommaso. nome la sacra funzione incominciò la solennità Compiuto il religioso voto, si venne nel libro de’ secoli e di Dio cittadina. Tutte le vie erano ingombre alle feste popolari e la Banda Civica, di- IV. Noi popolo redento dalla folla esaltante che con bandiere retta dal Chiar. M.°Sig. Antonio Rebora, non per lotta di sangue spiegate gridava, evviva al Re, alla Co- eseguiva con zelo e bravura, insieme a ma nella pace stituzione, all’Italia. La banda diretta dal numerose e scelte voci appositamente per l’amore del re chiarissimo M.° Rebbora eseguì il istrutte, l’Inno del Bertoldi, La Costitu- nuovo inno del Bertoldi, musicato dal zione, musicato per intiero dal suddetto V. O Santo giorno di giustizia, prelodato maestro, concorsero alla festa Maestro; la cui armonia veramente mar- di luce, di Libertà! i padri Cappuccini e soprattutto i bene- ziale, accendeva sifattamente il cuore di tutti, che si convenne ripeterlo per tutte VI. Dal Vaticano spirò l’aura prima meriti PP. Scolopii, i quali si recarono le vie del Borgo fino a sera inoltrata, Della vita su l’Italia alla chiesa preceduti dagli alunni. Questi quando. una splendida luminaria suben- viva Pio IX procedendo in bell’ordine con bandiera e coccarda cantavano “i bimbi d’Ita- trava a prolungare un giorno si lieto. VII. Non più la nostra sorte lia…”(6) ecc. La popolazione ogni volta Troppo lungo sarebbe il descrivere le di- fia mercato segreto per lo straniero che passava innanzi al collegio degli mostrazioni, i segni di giubilo che cia- scuno gareggiava a dare maggiori, sia VIII. L’amore del popolo redento a li- Scolopii ripeteva riconoscente più frago- dalle contrade gremite d’ogni ordine di bertà rosi gli evviva. Son certo che alla vista di Cittadini d’ambo i sess i divisi in drap- è sostegno del trono sì spontanea manifestazione perfino il nostro Vescovo sarebbe restato com- pelli, ornati di nazionali coccarde, pre- IX. O nuova era mosso e soddisfatto.»(7) ceduti da bandiere, sia dalle case coi unica nei fasti dell’umanità ricchi addobbi e colle analoghe iscri- Ma come era l’Ovada che in quei zioni. Fra queste primeggiavano le se- X. L’Italia sarà indipendente»(5) giorni dimostrava la propria partecipa- guenti, che adornavano le finestre e il zione ai fatti nazionali, e chi erano i pro- gran terrazzo del prefato Sig. Sindaco. Espressioni che abbiamo ritenuto tagonisti? utile riportare perchè nella loro enfasi re- I. L’unto del Signore Giancarlo Subbrero ci ha raccontato, torica accomunano l’orgoglio e la dignità non mai fu versato sul capo d’uomo basandosi su documenti dell’epoca, come del nuovo cittadino all’osseq uio sperti- che più di Carlo Alberto fosse un “Borgo agricolo e commer- cato del suddito, dandoci così un’idea saggiamente sapesse reggere ciale”(8) di circa 6400 anime, per la metà più generosamente beneficare i popoli dello stato confusionale in cui i nuovi sparse nelle campagne, con case e fami- i popoli lo venerano fatti avevano gettato gli animi. glie, collegata, soltanto da poco, da una glorificarlo condegnamente Di quegli avvenimenti abbiamo anche marzo angela:Layout 1 22-03-2012 12:01 Pagina 6 www.accademiaurbense.it 6 Alla pag. seguente, e in tutto In basso, costume femminile italiano l’articolo scene di vita ovadese del 1848; Museo del Risorgimento tratte dalle stampe dell’Orsolini di Genova (1838); il personaggio raffigurato con il corno è, secondo la tradizione, il maestro Rebbora vera strada a Novi Ligure e come non brigata il degnissimo nostro Pastore, in- lare a quella in lingua faceva da com- fosse ancora riuscita a superare il di- tuonando un brindisi ai Principi riforma- mento epico alle vicende ovadesi. Nello stacco da Genova e la dipendenza di tori, improvvisò convenienti ed “scherzo” ricordato, dove ad uno ad uno Acqui e a cogliere le opportunità che la af fettuose parole con eccitar tutti a man- sono citati in bella confusione: Carlo Al- tenere sempre viva si bella unione. Le caduta dei confini con i paesi limitrofi gli berto, Garibaldi, il gen. Durando, i duchi acclamazioni scoppiarono fragorose, e offriva. L’agricoltura era dominata dalla Sabaudi, il Principe Ereditario, Balilla e l’Inno suddetto, la Costituzione, si cantò vite e il vino era la fonte di reddito più la Lega Lombarda, alcuni passi dimo- a coro dai Convitati, cui facea eco in importante e trovava collocazione a Ge- strano, la popolarità che il pensiero poli- sulla via una folla di popolo. nova ma anche sui mercati della lontana tico del Gioberti aveva raggiunto e nello Fra alcune altre poesie, che pur Milano dove doveva essere particolar- s’udirono, venne assai onorato di plausi stesso tempo quanto ne fosse stato in- mente apprezzato se il Porta lo ricorda uno scherzo quasi improvvisamente det- fluenzato l’autore: nei suoi versi. La bachicoltura dava la- tato da chi mostrava in tal giorno col Gioberti alla mente voro a sei filande e a una nutrita esporta- fatto, Musica e Poesia esser sorelle. Ardir sovrumano, zione e rappresentava l’altra colonna L’Autore ne fece lettura fra gli evviva Lo schioppo alla mano dell’economia ovadese. Bisogna dire che iterati e il comun voto di vederlo al più Valore darà presto fatto di pubblica ragione. Epperò queste caratteristiche da borgo rurale non questo Scherzo, che si raccomanda per Un schioppo e Gioberti escludevano però altre più da cittadina, certa festività e naturalezza, qui sotto Ognuno posseda, un servizio giornaliero di posta e, udite, viene alla luce, anche per mostrare come E forza è che ceda l’illuminazione ad olio che fin dal 1832 in ogni angolo d’Italia si nutrano gli il lurco stranier rischiarava le notti dei nottambuli; e se i stessi sentimenti, si vagheggi uno stesso Il clima bellicoso di prossimo scontro bandi cittadini venivano annunziati al rul- avvenire.» con l’Austria che si stava diffondendo è lare del tamburo “a chiara ed intelligibile presente in tutto il componimento ma si Autore era il giovane e brillante diret- voce” la stessa voce aveva il compito di fa più esplicito verso la fine: tore della “banda ovadese” Tognin Reb- invitare ai pubblici spettacoli che il teatro bora, che si era assunto il ruolo di cantore … … dava. Ma a noi sembra particolare motivo ufficiale della comunità e alternando All’Aquila nera di orgoglio il fatto che il Comune desti- Il becco cascò nella propria ispirazione la vena vernaco- nasse una sostanziosa fetta del magro bi- Ma un tiro prepara lancio alle scuole che i PP. Scolopi e le Con ambo gli artigli Rev.me Madri Pie gestivano dal 1826 e Se trovi coniglj che dal 1836 la Comunità, pur fra infinite Di noi che sarà traversie, cercasse di costruire un mo- Unione.., coraggio. derno ospedale. Han fame i Tedeschi, Se non esisteva una vera e propria vita Vicino è Radeschi, di società pur tuttavia gli ovadesi trova- Che irrompa, temiam. vano lo stesso il modo di incontrarsi e di- E s’egli mai tenti vertirsi, lo offrivano i fatti della vita: La nostra contrada nascite, matrimoni, morti, tutti solenne- Non vino d’Ovada, mente celebrati e che finivano per coin- Ma trovi velen.(9) volgere, date le parentele, gruppi consistenti di cittadini. Anche le celebra- - ma riprendiamo la nostra cronaca per- zioni di Santi patroni di associazioni e chè la giornata non si interruppe lì -: confraternite davano luogo a incontri e, «Verso le 5 l’eletto stuolo preceduto come avrete capito, queste occasioni ave- dalle Bandiere nazionali con accompa- vano al centro il momento conviviale gnamento della Banda Civica, ripetendo dove le dure fatiche feriali erano final- l’Inno del Bertoldi andò ad incontrare il mente messe da parte. fiore delle Donne Ovadesi, in altro pa- Non ci stupiremo più di tanto se lazzo adunate e pur festeggianti tal anche in quella storica occasione i nostri giorno con lauto banchetto. vecchi non vollero abbandonare la loro Fra gli Evviva, fra i suoni, tutti con tradizione. Continuava il cronista: esse trassero di bel nuovo alla sala del pranzo, convertitosi a un tratto in una «A corona dell’opera restava a farsi brillante festa di ballo, con che si diè fine un lauto convito che nel giorno 21 dello alla generale esultanza».(10) stesso mese avea luogo nelle sale del Sig. Sindaco. Alla numerosa ed eletta Certo l’avvenimento era stato entusia- marzo angela:Layout 1 22-03-2012 12:01 Pagina 7 www.accademiaurbense.it 7 l’Autore la poesia qui unita, fra le accla- mazioni più vive, tutti ordinati in drap- pelli, preceduti dalle bandiere Nazionali impugnate da’ Signori Tommaso Buffa e Domenico Pesci, ambi distinti con ve- stire italiano, percorsero le principali Contrade del Borgo fra il canto, e i suoni della Banda Civica, che gia da 3 ore su un eminente palco avea rallegrato i gau- denti di lietissime armonie.»(11) Il senso politico dell’avvenimento era proprio affidato alla lunga poesia compo- sta dal Rebora per l’occ asione che e ben riassunta in questa strofa: Scì; i me cari me fradaei L’è finì l’affè e l’axaei; Amè, sucro ou deve cieuve, Finna i galli i faran euve, smante ma gli abitanti più umili del borgo «Chi scrive di tutta fretta queste me- Presto presto i n’avrei preuve. avevano finito per seguire soltanto da morie, e che ben conosce a fondo Paxe, union e fratellansa, lontano un’esultanza che finiva così per l’animo de’ suoi fratelli, per mostrare col Tucci i avran da empis ra pansa; essere riservata soltanto a pochi. Lo fatto esservi anche in Ovada vera e gene- Vxin l’è ou tempo dr’abbondansa. rale unione, non che per promuoverla Ma mant-gnì sta santa union, stesso splendido pranzo aveva costretto coi paesi circonvicini, confortò, rianimò Senza ruxe e confuxion, “la folla di popolo”, che si assiepava i disperanti, e coll’aiuto principalmente Che ai Toudeschi ou i vè ei magon.(12) sotto le finestre del primo cittadino, a dell’amatissimo signor Mongiardini - D. “golare” i tradizionali “salivasci” e que- La conclusione come si vede era che Gio. Battista Torrielli - de PP. Scolopi e sto, i più sensibili fra i borghesi ovadesi, dell’egregio giovane signor Pier Dome- se si sapeva rimanere uniti e concordi lo avvertivano non era bene. Occorreva nico Buffa, in due giorni, quasi per mi- presto sarebbero venuti tempi nuovi e la far partecipare anche il popolo minuto al- racolo, si ebbero danaro, braccia, aiuto prosperità avrebbe toccato tutti, così la l’allegrezza del momento, bisognava al- da tutti in tutto. – minaccia dello straniero che voleva atten- largare la base del consenso, diremmo Il cronista passa poi a ringraziare tare alle nuove conquiste era vana se si noi con linguaggio odierno. Questo sug- quanti in quell’occasione dettero una conservava l’unità di intenti. geriva il buon senso paternalista dei cat- mano alla riuscita del progetto, prose- Il pranzo era stato tempestivo, meno tolico moderati ovadesi, che trovava guendo poi: di una settimana dopo, il martedì grasso, ulteriore argomento in vaghi timori di Questo desinare, splendido per chi a seguito della mobilitazione del- sommovimenti popolari che ogni cam- veniva destinato, diciamolo pure con or- l’esercito, dovuta ai rumori di guerra che biamento politico può innescare, per non goglio, tornerà sempre a somma lode ormai percorrevano l’intera Penisola, ve- parlare della predicazione mazziniana degli Ovadesi, che primi tentarono cosa diamo i “Contingenti” partire da Ovada sempre pronta ad allargare la sua pre- in niun’altra Città forse possibile, di riu- al comando del Ten. Gerolamo Oddini nire cioè tutto un popolo fra l’ab - senza fra il popolo, e dell’Austria che del reggimento “Regina”. bondanza delle vivande, e il vino aveva assunto un atteggiamento minac- Ancora una volta spetta al nostro Re- generoso d‘Ovada, senza il benchè me- cioso alle frontiere. bora farsi interprete delle loro angustie e nomo disordine, col contento e Di qui a riprendere l’idea di un gran- confortare con i propri versi quei giovani l’ammira zione di quanti, anche fore- dioso pranzo da imbandirsi a tutto il po- stieri, si trovarono presenti a sì lieta che partono per il servizio militare con la polo che alcuni bottegai avevano già festa. […] col popolo intiero, sulla prospettiva di una guerra alle porte, che avuto, il passo fu breve. Così il 3 marzo, piazza del giuoco del pallone, ove era di- sembra ormai inevitabile. giovedì grasso, nell’attuale piazza Gari- sposta la pubblica mensa e in Ovada (in Nei tre sonetti in ovadese che egli de- baldi, allora piazza del “gioco del pal- quell’ore tutte a festa, e colle botteghe dica all’avv enimento il primo è speso a lone”, sì allungavano lunghe tavole a cui chiuse) videsi lo spettacolo commovente sdrammatizzare il pericolo reale di scon- di migliaia di persone che in modo al tro armato, mentre nel secondo egli tenta tutti potevano sedere mangiando final- tutto nuovo segnavano un era novella, e di rassicurarli sulla sorte delle loro fami- mente a sazietà e sentendosi pienamente mostravano solennemente quanto sia po- glie durante la loro assenza: partecipi della generale esultanza. tente quella parola, unico sostegno Ma lasciamo la parola al nostro cro- d’Italia: Unione! Unione! Unione! Ma vui atri - A capiscio - im diraei: nista: In sul finire lettasi ad alta voce dal- Tut va ben.., chi stà a sousto ou n’se bagna; marzo angela:Layout 1 22-03-2012 12:01 Pagina 8 www.accademiaurbense.it 8 Ma noi atri, ch’a soumma antra raei sia coinvolto. costretto a riconoscere l’indipendenza del Ou n’tourmenta anche un atra magagna. Alcuni anni dopo, nei primi mesi del Lombardo Veneto. Tale progetto venne 1852, si rifugiò ad Ovada, in casa della discusso in una riunione a Milano, in casa E lasciae moujè, fieui l’ae unpiaxei? E anti bseugni dra nostra campagna? Famiglia Torrielli, il giovane Benedetto di Attilio De Luigi, che reggeva le fila del Chi i cattrà ra polenta, i fidaei Cairoli, che era allora a capo dei mazzi- movimento mazziniano, presenti Bene- Quand oui manca chi solo oui nan ouagna? niani pavesi, ricercato dalla polizia au- detto Cairoli, Angelo Mangili, Antonio striaca del Lombardo-Veneto.(16) Lazzati, ed altri. In quell’occasione fu I aei raxon; - L’ae un po agro ist cantin; Pavia era una piazzaforte dell’eserc ito proprio il Cairoli a caldeggiarlo, però, Ma couraggio; ouv l’à diccio er Prevoste, austriaco ed aveva un consistente presi- l’opinione che prevalse fu «d’astenersi Ous trouvrà per lou asci pan e vin dio militare del quale facevano parte un intanto dai tentativi vani i cui risultati non Per voi atri a laurae ous andrà, gran numero di Ungheresi. Fra questi potevano essere che inutili sciagure»(18). ed invece de zuae a paga l’oste, molti ufficiali e sottufficiali simpatizza- L’atteggiamento di Benedetto in que- A ra Dmenia per voi ous saprà.(13) vano per il movimento nazio nale pro- st’occasione ci porta a concludere che Conclude l’opera un terzo sonetto mosso dal patriota Lajos Kossuth. Con l’iniziativa fosse maturata nelle riunioni dove l’autore prefigura la gioia dei sol- loro, il Cairoli, grazie alle commendati- del Comitato pavese, al quale interveni- dati quando a guerra finita, rien treranno zie fornitegli da un inviato del patriota vano gli ufficiali ungheresi. Purtroppo, in patria alle loro famiglie. magiaro, era riuscito a stabilire un con- pare che questi incontri non avessero quel Seguiranno “le cinque giornate di Mi- tatto e ad affiliarli al suo comitato. Da grado di segretezza, che sarebbe stato op- lano” e il conseguente scoppio della questi presupposti pare nascesse il pro- portuno mantenere. Infatti, avvenne che “Prima guerra di indipendenza”. Dell ’ar- getto di prendere prigioniero l’Imp eratore ad alcune riunioni partecipassero anche dore patriottico del nostro testimonia «proprio nel bel mezzo del suo esercito, ufficiali intrusi, «mentre altri fingendo di l’interesse con cui segue gli avvenimenti quando si sarebbe recato a presenziare le passeggiare guardavano da ogni lato la della guerra tenendo una corrispondenza manovre nel campo di Somma»(17), al- casa Cairoli che era il convegno e il depo- coll’amico e concittadino, Luigi lora gli ufficiali ungheresi presenti, dopo sito di ogni cosa»(19). Grillo(14) singolare figura di cappellano essersi assicurati la collaborazione dei Riteniamo che questi fatti, uniti all’at- militare, che gli scriverà dal fronte il 23 connazionali, avrebbero proceduto al teggiamento ambiguo di uno o più di maggio: suo arresto. questi ufficiali, abbiano persuaso Bene- Successivamente egli sarebbe stato detto che una delazione avesse fatto sco- «Sì, io ti assicuro, che se fossi certo prire la congiura e che della futura esistenza l’arresto dei cospiratori dei miei genitori e del fosse imminente. Questa collocamento onesto della buona mia sorella convinzione fu il motivo vorrei spingermi tan- che lo spinse ad allonta- t’oltre da andar persino narsi da Pavia. Solo que- a raccomandare l’a- st’ipotesi, a mio avviso, nima a Radetzcki, qua- spiega il perché egli sce- lora la mia non partisse gliesse come rifugio un prima verso l’eternità luogo così lontano dal con- per opera di qualche in- fine lombardo come Ovada fame satellite di lui. e le precauzioni, che sem- Fa di animare la bra aver preso durante il gioventù ovadese a suo soggiorno, cautele, che scuotersi dal letargo e a prendere le ar mi.»(15) spiegano in definitiva la mancanza di informazioni, Quest’ultima frase che ha circondato sinora ci fa intendere come questo periodo. Non va di- l’ascendente di Rebbora menticato, infatti, che la fra i giovani fosse noto, minaccia di un possibile at- così come i suoi senti- tentato alla persona del- menti patriottici. l’Imperatore Francesco Non abbiamo più Giuseppe era atto gravis- notizie di avvenimen- simo, tale da far interve- ti politici pubblici nei nire la stessa polizia del quali il Rebbora Regno di Sardegna o da marzo angela:Layout 1 22-03-2012 12:01 Pagina 9 www.accademiaurbense.it spingere gli Austriaci all’invio di sicari. Cairoli gli ha scritto direttamente (21). l’animo generoso. Ne giunge conferma Il Cairoli chiese di essere ospitato in lo- Particolarmente sentita una lettera le- dal Milano che scrive: cali attigui alla cantina, che comunica- gata al fallito moto mazziniano di Milano «1’onorarono di costanza e fedeltà vano direttamente con la campagna, del 1853, nella quale Benedet to, che era d’amicizia: […] e Benedetto Cairoli, che dove, dopo un breve percorso scosceso, stato espulso dal Piemonte perché sor- inseguendo l’austriaca fuga fra il turbine avrebbe potuto raggiungere le rive del- preso mentre tentava di far giungere a delle nevi alpine ruba un momento al l’Orba fitte di vegetazione e far perdere Milano armi ai rivoltosi, racconta al- poco dormire per scrivergli lunghissima le proprie tracce, inoltre pare che rima- l’amica il suo dolore di esule rifugiato in lettera.»(23) nesse per tutto il periodo chiuso in casa e Svizzera: Fortunatamente il Cairoli dopo poco venisse perciò a contatto soltanto con i «L’affettuosis sima premura che Ella tempo riuscì a rientrare in Piemonte, ad famigliari dei Torrielli e gli amici intimi. ha spiegato per me in questa luttuosa cir- Alessandria, sia pure con qualche limita- Fra questi vi fu il Rebbora la cui prima costanza è frutto di tanta bontà – è bene- zione ai suoi spostamenti, e potè quindi moglie Clementina, morta nell’ottobre ficio di tale portata ch’io non potrei tornare nella nostra cittadina per visitare del 1845, era sorella di Francesca Com- rimer itare neppure a prezzo di sangue. i Torrielli e gli amici che si era fatto in palati la moglie del padrone di casa To- Ella mi fa comprendere l’immenso va- precedenza. rielli Giovan Battista (Baciccino per gli lore della parola amicizia, e che è tesoro Nel frattempo dobbiamo registrare amici), ed anche di Luigia Compalati di conforti che aggiungono vigoria a di- che le strade di Rebbora e di Domenico sposata col Giuseppe Moretti, professore sprezzare le persecuzioni dei tiranni, gli Buffa (24) si erano divaricate. All’uom o insulti dei cortigiani, e l’apatia dei ti- di Agraria all’Università di Pavia e amico politico ovadese, chiamato dal Gioberti ranni. Oh! È un gran bene in tanta sven- da sempre dei Cairoli. Fu durante una vi- nell’estate del 1848 a far parte del go- tura l’essere ricordato e consolato dalle sita di Francesca e del marito alla sorella verno che aveva formato, il cosiddetto anime pure e pietose! Da quel momento che si stabilirono i rapporti fra i Torrielli ministero democratico, fu assegnato il che ho abbandonato la terra italiana e e i Cairoli, poi la comune passione per la che l’orecchio è straziato dall’accento portafoglio dell’Agricoltura e Commer- caccia degli uomini cementò il rapporto. straniero e trovo sui miei passi fisiono- cio, ma venne inviato a Genova come La personalità di Benedetto era mie che non sono del mio paese, ma comm issario plenip otenziario, per rista- grande, grande il fascino che sapeva eser- fredde – impassibili od ostili – io mi bilire l’ordine compromesso dalle dimo- citare sui suoi interlocutori, assoluta la sento più infelice, l’esiglio mi pare tre- strazioni popolari alimentate dalla mendo supplizio, surrogato di carcere; e, fede nella causa dell’indipendenza e del- propaganda mazzi niana e da un mai so- fra quante memorie han solcato l’anima l’unità del Paese, così come la convin- pito particolarismo cittadino. Il Buffa, per mia, profonda – incancellabile vi rimarrà zione che i popoli potessero liberarsi da calmare le acque, giunse al punto di assu- quella del disperato addio che dalla vetta soli dal giogo straniero. Fu dai lunghi mere il comando della Guardia Nazionale del Gottardo io mandava alla patria di- conversari fra i due di quel periodo che della città. Non riuscendo però nell’in- letta, mentre l’occhio non sapeva stac- Rebbora rafforzò la sua vena democra- carsi dall’ultimo lembo del Cielo tento di pacificare gli animi, dovette, gra- tica. Certo che fra loro nacque un rap- italiano ed alle acque del Ticino, che da dualmente, passare ad atteggiamenti più porto che dovette continuare fino alla quell’estremo dirupo discende a lambire duri, fino ad ordinare la chiusura del Cir- scomparsa dell’Ovadese. Non lo sap- le mura dove ho il tetto paterno; - poesia colo italiano, il che gli valse le proteste piamo dalle lettere che i due si scambia- di dolore che mente d’uomo non sa im- della sinistra parlamentare e l’avversione maginare ed appena possono compren- rono, tutte perdute, ma attraverso le dei Genovesi più influenzati dalla propa- dere le anime appassionate.»(22) missive di Benedetto e Francesca Com- ganda mazziniana. Dopo la denuncia del- palati, che i discendenti di Francesca Una lettera analoga venne inviata l’armistizio fatta dal governo e la ripresa hanno fortunatamente conservato (20), nella stessa occasione anche al Rebbora delle ostilità con l’Austria, il Buffa rite- nelle quali il Rebbora è sempre mandato che con la sua sensibilità d’artista ben po- nendo che la città fosse sufficientemente a salutare e quando non accade è perché teva comprendere i tormenti di quel - tranquilla (25) lasciò Genova, per ripren- marzo angela:Layout 1 22-03-2012 12:01 Pagina 10 www.accademiaurbense.it 10 dere il suo posto alla Camera. dalla maggiore esperienza. lui celebrare l’avvenimento. Lo fece scri- Toccò a lui, nella seduta del 26 marzo, Con percorsi così diversi alle spalle vendo personalm ente il testo di quella leggere la lettera inviata dal ministro Ca- non ci stupiamo che anche i rapporti per- che poi diventerà l’opera n. 28 della col- dorna, dal campo, sull’abdicazione di sonali fra i due ovadesi, uniti nel ‘48 in lezione Il soldato italiano reduce dalla Carlo Alberto. Da questo momento ini- un unico sentire, finissero per incrinarsi. Crimea, che musicò per pianoforte e ba- ziava in lui un graduale distacco dalla si- Lo dice esplicitamente lo stesso Rebbora ritono. nistra parlament are e un accostamento a in una lettera al padre scolopio Atanasio Colla gioja de’ forti sul viso quel gruppo politico che avrebbe poi so- Canata (26) insegnante del Collegio di Su voliamo le mischie a sfidar, stenuto il Cavour nella lotta per le ri- Carcare dove il Buffa aveva studiato, let- Mi fia dolce al tuo vergin sorriso forme. Il primo segnale di questa svolta tera nella quale troviamo anche conferma O Luisa tra l’armi pensar: politica si ebbe con il voto del Buffa a fa- delle sue posizioni politiche radicali: Ah se in campo, o diletta, me ancora vore della ratifica del trattato di pace con Della strage ravvolga l’orror, «[…]io mi sarei trovato a Torino!.., l’Austria, ratifica che, come è noto, fu re- Tu sull’ossa mie fredde tu allora e tanto più perché in tal congiuntura io spinta dal parlamento, cosa che costrinse Vieni e reca il tributo d’un fior. sarei forse riuscito a pescare una qual- il nuovo re, Vittorio Emanuele II, a scio- che persona acconcia ad appoggiare Perché gemi? a finale a finale vittoria Ci si appresta, gioisci, il gran dì; gliere la Camera e a rivolgersi agli elet- quanto mi chiedi e desideri. Che dirti!! I Avrò l’inno, s’io cado, di gloria, tori col famoso Proclama di Moncalieri pochi miei amici o sono artisti o depu- Chi ben muore non tutto perì. (20 nov. 1849). tati, ma di quelli proprio dell’estrema si- De’ tamburi già il rullo rimbomba, Rieletto nuovamente dopo il Pro- nistra, epperò dei primi pezzi di legno, En avantrataplan tan pian tan pian clama reale, il Buffa venne intrecciando dei secondi in siffatta bisogna (e prin- Già mi chiama a battaglia la tromba cip[alm ]ente in questi momenti) prote- rapporti sempre più stretti coi sostenitori Che in sue note ripete en avantenavant, zione troppo poco desiderabile del liberalismo che faceva capo al Ca- Su voliamo: o vittoria, o la tomba nel l’int[righi] in che si trovano con quei vour e che, fondendosi con la sinistra rat- En avantrataplan tan pian tan pian.(29) falsi liberali che tu tanto paventi. tazziana, avrebbe formato il nuovo T’assicuro che oltremodo mi di- Credo che saremmo nel giusto se im- raggruppamento di centro-sinistro, desti- spiace di questo tuo serio pensiero e che maginiamo che mentre Antonio scriveva nato a sostenere il Cavour nella sua poli- se sapessi trovar modo di [l]evarti questi versi avesse in mente un giovane tica. L’accordo per la formazione del d’impiccio, mi vi adopererei davvero reduce ovadese di quella guerra che nuovo partito, definito dagli avversari il con tutto l’im pegno. Io credo che il no- aveva riempito dei suoi racconti su quel- “partito malva”, venne stabilito in casa di stro Buffa sarebbe adattato a ciò ma, l’esperienza l’int ero borgo, Bartolomeo Michelangelo Castelli con la partecipa- come sai, io non tengo seco lui relazione Marchelli. Egli che aveva servito in quel zione di Cavour, del Rattazzi e del Buffa, di sorta dietro intendenze antiche e re- conflitto sotto bandiera inglese, essendosi centi, che troppo lungo sarebbe enu me- e venne sanzionato alla Camera all’atto arruolato come volontario, guadagnan- rar ti.»(27) della discussione sulla legge De Foresta, dosi il grado di sergente, aveva raccon- relativa ad alcune restrizioni alla libertà Alla metà degli anni cinquanta la par- tato ai concittadini non solo gli eventi di stampa nei confronti di sovrani e di go- tecipazione del Regno di Sardegna alla bellici a cui aveva preso parte, ma de- verni stranieri. In quell’occasione, e pre- Guerra di Crimea fu un avven im ento scritto anche gli ambienti orientali con i cisamente il 10 febbraio 1852, il B., molto sentito dall’opinione pubblica del quali era venuto in contatto, luoghi che differenziandosi dai suoi antichi compa- Regno che, grazie all’uso del telegrafo e nel suo narrare assumevano contorni da gni che avevano determinato di respin- degli inviati speciali era informata in favola tanto da meritagli il soprannome gere il progetto di legge, l’approvò in tempi brevi dell’andamento del conflitto. di Basöra, da bazzar il luogo per eccel- pieno, cominciando a mostrarsi aperta- Poi il Congresso di Parigi, a cui il Cavour lenza dei suoi racconti fra sogno e re- mente uno dei più convinti sostenitori partecipò e che gli consentì di illustrare altà.(30) della politica cavouriana. Rassegnate le alle potenze europee lo stato di avvili- Il Marchelli, che dopo questa espe- dimissioni da parte dell’Azeglio, il 22 ott. mento e di mal governo in cui si trovava rienza e un periodo di perfezionamento 1852, e formato dal Cavour il nuovo ga- gran parte della Penisola, fu un successo come collaboratore del grande Bosco si binetto, passato alla storia col nome di diplomatico che entusiasmò tutti i patrioti avvierà ad una lunga e carriera di presti- “gran ministero”, al B. fu affidato un in- italiani, accrebbe la fama di quell’evento. digitatore e illusionista, ritengo abbia carico particolarmente delicato e impe- Rebbora, che in quel periodo stava già mantenuto rapporti con il Rebbora, verrà gnativo: quello di Intendente Generale lavorando al suo progetto più ambizioso, informato nel 1860 dall’amico, che era in per la Provincia di Genova. Fra le mol- la Galleria Classica poetico musicale contatto con gli ambienti mazziniani di teplici difficoltà, in un clima di diffi- un’ opera nella quale, consapevole della Genova e in particolare con il Bertani, dei denza, fra i non sopiti rancori per la modestia letteraria dei libretti operistici, progetti di spedizione che Garibaldi stava repres sione del 1849, il B. esercitò il suo si proponeva di mettere in musica testi maturando. Così lui e l’amico Emilio ministero con fermezza non disgiunta pregevoli di illustri poeti(28), volle anche Federico Buffa, raggiungeranno la casa
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