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Chi sono io, chi sei tu. Su Paul Celan PDF

157 Pages·2000·5.5 MB·Italian
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Indice , Introduzione di Franco Camera VII Avvertenza XXXIII Chi sono io, chi sei tu? Prefazione 3 Prefazione all'edizione riveduta 5 Tu puoi 10 Dal non sognato rosa 14 Nelle tacche 19 Nei fiumi 24 Davanti al tuo tardo viso 29 Per le rapide della malinconia 33 I numeri 36 Nella roccia 40 Grigiobianco 42 Con alberi cantati verso terra 45 Tenaglia della tempia 47 Nel chicco di grandine 49 Stare 52 Dà comàte il tuo sogno 54 Con i perseguitati 57 Filamenti di soli 61 Nel carro serpeggiante 63 Fenditure de11a faglia 66 Ammasso di parole 71 Io ti conosco 75 Spazzata via 77 Postfazione 81 Postfazione alJ'edizione riveduta 101 Note del curatore 119 Introduzione • « !pµ'T)VE\JEW è quell'esporre che reca un annuncio, in quanto è in grado di ascoltare un messaggio » 1, 1. « E difficile parlare di poesie. Difficile per chi non è poeta, difficile per il poeta. E perché? Chi ha dimestichezza con le poesie non intende ricevere chiarimenti. Chi non ce l'ha non deve affatto essere informato. L'azione silenziosa che una poesia esercita tra gli uomini ha proprio bisogno di questi tentativi di interpretazione? Per niente. Si corre il rischio che cosl facendo questa azione venga disturbata? Sicura mente! Perché allora parlarne? » 2 • Questi interrogativi, con cui Max Kommerell inizia il suo volume dedicato alla comprensione dell'essenza del poetico, si prestano assai bene a delimitare lo sfondo problematico in cui viene a collocarsi ogni interpretazione della parola poetica e sono quanto mai adatti ad intro durci aUa lettura di questo« commento» di H.-G. Gadamer al ciclo di poesie celaniano Atemkrista/l [Cristallo di fiato]. Gli interrogativi posti da Kommerell mettono infatti l'accento su quella segreta tensione tra « poetare » e « interpretare », tra il « fare dell'artista » e il « fare dell'interprete», che è sempre stata al centro della riflessione filosofica di Gadamer e che dopo la pubblicazione di W ahrheit und Methode nel 1960 è stata oggetto di approfondimento e sviluppo in numerosi saggi e interventi. Questo « commento » rappresenta infatti una tappa di quell'itinerario di ricerca ormai quasi trentennale che è seguito all'ope ra principale, durante il quale gli interessi gadameriani nel campo * La presente Introdur.ione e il lavoro di tradU2ione sono il risultato di un periodo di ricerche iniziato durante: un so!l8iorno di studio presso l'Università di Freiburg i.Br. con una borsa concessa da! Deutscher Akademischer AustauschdiensJ, cui va il mio sentito ringraziamento. ' M. HEIDEGGEll, In cammino verso il linguaggio, rr. it. a cura di A. Caracdolo e M. Ca- \ racciolo Perotti, Mursia, Milano 1973, 10}. ' M. KOMMERELL, Gedanken uber Ged1ch1e, V. Klostermann, Frankfurc a.M. 1956', 7. VIII CHISONOIO,CHISEITU? dell'estetica si sono rivolti costantemente alla « lettura » e all'« ascol to» dei poeti, arricchendo cosl la riflessione teorica sull'arte e sul ling.!_laggio di una vera e propria ermeneutica della parola poetica » '. <( L'interesse per il linguaggio poetico in particolare si ricollega alle origini del Denkweg gadameriano: alla necessità di definire il rapporto tra filosofia e poesia e di precisare la prossimità enigmatica tra le due forme di espressione linguistica che la lettura dei dialoghi cfj Platone, alla scuola filosofica di Heidegger prima e a quella di Friedlander poi, gli aveva indicato come compito e come autonoma via di pensiero 4 • Non è possibile in questa sede ripercorrere le tappe che hanno portato l'allievo di Heidegger, attraverso i suoi studi platonici, a essere affasci nato e catturato da quella particolare forma di mimesis che Platone aveva condannato e bandito dalla polis, seppur per ragioni morali. Sarà sufficiente rimandare alla amplissima bibliografia, che Gadamer stes so ha riordinato in occasione della pubblicazione delle Gesammelte W erke \ per mostrare come la sua riflessione filosofica abbia sempre considerato il colloquio con la parola poetica un momento strutturale de] pensare che accade nel linguaggio. E basterà scorrere l'indice della sua opera principale, W ahrheit und Methòde, per capire come per lui la riflessione teoretica sul ·comprendere non sia sorta in astratto, ma si sia imposta all'interno di un paziente e quotidiano colloquio con i testi della tradizione filosofica occidentale e attraverso l'ascolto della moder- J H.-G. GAOAME'.R, WahrheiJ und Methode, Mohr, Ti.ibingen 1960, ora in Gesammelte Werke, Bel. t, HermeneuJik I, Mohr, Tiibingen 1985 fVerità e metodo, tr. ìt. di G. Vattimo, Bompiani, Milano 198}']. I principali saggi che riguardano l'interpretazione di poeti e la riflessione teorica sulle diverse forme di creazioni anistiche (compreso le arti figurative) si possono leggere raccolti in: H.-G.GADAMER. Kieine Schri/ten Il, Mohr, Tiibingen 1967; In., K/eine Schriften TV, ivi, 1977; In., Poetica. Ausgewiihlte Emty5, Insel, Frankfurt a.M. 1977. Gran pane di quesci saggi sono accessibili anche in italiano: dr. H.-G. GADAMER, L'attualità del bello, tr. it. a cura di R. Dottori, Marietti, Genova 1986; Io., Persuasività della letteratura, tr. it. di R. Donori, Transeuropa, Ancona-Bologna 1988. Tra la vastissima letteratura sui rapporti tra estetica ed ermeneutica, con particolare riferimento agli ultimi sviluppi del pensiero gadameriano, mi limito a segnalare: G. VATilMO, Poesia e ontowgia, Mursìa, Milano 1985' (in particolare pp. 185-201); S. G1voNE, Storia dell'estetica, Laterza, Bari 1988, 163-167 e 205ss. • Per le origini del Denkweg gadameriano si rimanda a quanto l'autore stesso afferma in H.-G. GAOAMER, MaesJri e compagni nel cammino del pensiero, tr. it. di G. Moreno, Querì niana. Brescia 1980, 27-36. Per l'individuazione del rapporto tra filosofia e poesia nel contesto del confronto con Platone cfr. H.-G. GADAMER, P/aJo und die Dichler, Kloster mann, Frankfurt a.M. 19}4 [Platone e i poeti, in: Studi Platonici I, tr. ìt. di G. Moretto, Marieni, Casale Monf. 198}, 186-215]. ' Oltre al già citato Bd. l delle Gesammelte W erke. sono stati pubblicati finora i seguen ti volumi: Bd. 2, Hermeneutik II, Mohr, Tiibingen 1985; Bd. 3, Neuere Philosophie 1, ivi, 1987; Bd. 4, Neuere Philorophie II, ivi, 1987; Bd. 5, Griechische Philorophie I, ivi, 1986; Bd. 6, Griechische Philosophit: Il, ivi, 1986. Il piano delle opere complete comprende nell'insieme dieci volumi. INTRODUZIONE IX na poesia lirica. L'interpretazione dei filosofi {dai Presocratici ad Hei lato,- degger) da un e la lettura dei poeti (Goethe, Holderlin, Rilke, (&lan) dall'altro, costituiscono quindi un unico humus in cui l'« erme neutica filosofica » gadameriana affonda le sue radici e da cui trae alimento per la formulazione delle sue conclusioni teoriche circa il carattere di « universalità » del filosofare ermeneutico. 2. Queste brevissime osservazioni di carattere generale ci permetto no di cogliere subito la complessità di intrecci che caratterizza il pensie ro gadameriano, in cui non è possibile scindere i lavori di carattere spiccatamente teorico, che hanno per oggetto il fenomeno del compren dere, dalle interpretazioni di filosofi o poeti in cui si concretizza la pratica del 1avoro ermeneutico. Non vi è infatti in Gadamer una separa zione netta tra « teoria » e « prassi » proprio perché l'ermeneutica non viene intesa come una Methoden/ehre, come una« metodologia» o un complesso di « regole » generali da applicare ai diversi tipi di testi e di linguaggi a cui di volta in volta si rivolge. « "Ermeneutica" - ribadisce Gadamer in questo "commento" - non indica un procedimento, ma il_ modo di comportarsi dell'uomo che. '\:llPW COJil12Iendere un altro uomo o che, in qualità di ascoltatore o lettore, vuole comprendere una espres sione linguistica. Si 'tratta sempre di comprendere questo singolo uo mo, questo singolo testo » (p. 113). Questa indicazione generale - che vede nel comprendere .UD oom PQ!._tamento esìstentivo dell'uomo come ln-der-Welt-Sein e come Mit Dasein - acquista un significato particolare se riferita a quella forma linguistica specifica che è la « parola poetica » e alla lettura di quel poeta singolarissimo che è Paul Celan, a ragione definito « il più significativo rappresentante della poesia ermetica della lirica tedesca contemporanea » 6 Prima di discutere gli a.spetti principali dell'inter • pretazione gadameriana del1e7x>esie di Celan, può essere utile quindi richiamare brevemente i caratteri principali di questa particolare forma linguistica che è la « parola poetica » con la quale l'interprete in que sto <( commento » si confronta. « Che cosa accade al linguaggio qualora esso sia linguaggio poed co? (. .. ) Che cos'è la parola poetica nella sua verità? », si chiede Gada mer in un saggio che ha per tema la specificità dell'arte poetica 1 La • risposta che egli dà a questo interrogativo si richiama al distacco tra 6 T!i.W. ADORNO, Teoria estetica, tt. it, a cura di E. Dc Angelìs, Einaudi, Torino 1975, 454. 1 H.-G. GADAMER, Il conlrihuJo dell'arte poelica neJ/a ri,·erca della verità, in L'aJtua/iJà dei hello. cit., 163. X CHI SONO IO, CHI SEl TU? linguaggio letterario e linguaggio quotidiano, più volte sottolineato dalle poetiche novecentesche, e dichiara il carattere di completa autono mia del linguaggio poetico. La « parola poetica » è linguaggio in senso eminente perché aU'interno del testo non svolge la funzione strumenta le di comunicare una certa quantità di informazioni. Essa non si ritira di fronte alla cosa che indica, ma resta unica, insostituibile ed autono ma: ciò che evoca non rimanda a nient'altro-che non sia racchiuso nell'intreccio di senso e suono. La « parola poetica » è così capace di « autorealizzarsi » in una « stabile presenza », è una « enunciazione » [Aussage] compiuta e perfetta che « sta salda in se stessa »: « il suo dire attesta se stessa e non ammette nulla di estraneo tendente a verificarlo » 8 • Ma se questi sono i principali caratteri della « parola poetica » in generale, che come tali sono riscontrabili in componimenti in versi di autori di epoche differenti, come stanno le cose nel « caso estremo » de11a poesia lirica? Proprio questo « genere poetico », che già Hegel ~ considerava una forma di espressione particolare dell'arte della parola, distinta dall'epica e dal dramma, mostra - secondo Gadamer - nel modo più esemplare l'indissolubilità dell'opera d'arte dal suo fonda mento linguistico e riceve quindi una sorta di « primato metodico » rispetto alle altre forme anistkhe. Nel caso della lirica ermetica con temporanea però questo legame indissolubile diventa assai problemati co ed assume le forme di una tensione spesso drammatica. Di fronte a questa espressione paradigmatica dell'arte del nostro secolo che si collo ca ai margini del dicibile e del significabile, l'interprete si chiede se sia ancora possibile comprendere in generale questa forma di poesia, e se sia ancora possibile comprenderla in un modo univoco, in modo che essa non rimanga aperta a11e interpretazioni più disparate. Secondo Gadamer la lirica contemporanea - in un arco di esperien ze e sperimentazioni che vanno dalla grande stagione simbolista fino alJa disgregazione del linguaggio poetico nelle ultime liriche di Celan - pone all'interprete un compito completamente nuovo. Gadamer rifiuta la tesi di quanti sostengono che in questo tipo di poesia il linguaggio non abbia più alcun rapporto con la sfera dei significati. Egli è consape vofe del fatto che la lirica contemporanea è caratteri2zata da una scrittu ra ~ifrata che accentua la polivalenza e l'ambiguità semantica delle parole e pra~ca intenzionalmente una sorta di « spostamento » dalle • Ivi, 164. • Cfr. G.W.F. HEGEL, Ertetica, tr. it. a cura di N. Merkcr, Einaudi, Torino 1967, 1157 •62; 1243 ss. INTRODUZIONE Xl strutture automatizzate del linguaggio quotidiano 10 Ma proprio nella . misura in- cui la parole si rende autonoma dai riferimenti semantici codificati e dalle regole sintattiche della langue, emerge secondo lui tutta la superiorità della poesia che la fa essere « testo eminente», « tessuto » formato dall'intreccio di senso e suono. Proprio questa concezione del « testo poetico » come « tessuto » pennette a Gadamer di difendere il « senso » della lirica ermetica contemporanea (c ompresa la poésie pure) e di sostenere che anche nei versi più oscuri della poesia celaniana viene mantenuta, almeno intenzionalmente, una « forma uni taria». 11 « testo», delimhato dal campo di gravitazione delle singole parole, rimane discorso che si rivolge al lettore e richiede di essere interpretato e decifrato 11 • Cosl di fronte alI'ane poetica di Celan, in contrasto con quami si limitano ad evidenziare il naufragare della sua parola criptica in un angoscioso ed oscuro silenzio, Gadamer intende correre fino in fondo il rischio dell'interpretazione. Sia ,-nell'affrontare questo « comment<'5""'J che negli altri saggi dedicati alle poesie di « questo dimesso Orfeo tragico della poesia tedesca » 12 egli è convinto che la parola poetica_di , Celan non sfoci necessariamente nel halbettìo o nell'ammutolire, ma sìa una parola discreta, usata con parsimonia e in cui si sono sedimenta te diverse stratificazioni di senso. Al contrario di quanto pensava Ador no, per lui la poesia di Celan non è la manifestazione estrema di una « poetica negativa » che sancisce la « morte del linguaggio», ma è poesia che vuole ancora salvaguardare con un atto disperato la-possibi lità umana di proferire nomi e parole. I suoi versi, ottenuti tramite un lento processo di riduzione e di concentrazione del linguaggio collo quiale, nascondono quindi un« senso» che però spesso non esclude la '" Per un approfondimento dì questi aspetti sì rimanda ai scguc:mi studi; H. FRIEDRICI-I, La :struJtura tkila lirica moderna, tr. it. dì P. Bcmardini Me=lla, Garzami, Milano 1983, 16 ss.; J.M. Ù>TMAN, La sJrutJura del te:sto poetico, tr. it. di E. Bazzarc:lli, Mursia, Milano 1972. Per quanto riguarda la discussione teorica nell'ambito delle poetiche novecentesche si veda la raccolta antologica Ars Poetica. Texte von Dìchtcrn des 20. Jahrhundetts zur Poetik, hrsg. von B. Allemann, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 1971. Cfr. anche la raccolta di saggi Zur Lyrik-Dùhmion, hrsg. von R. Grimm, Wissenschaftlìche Buchgesellschaft, Darmstadt 1974. 11 H.-G. GADAMER, L'attualità del bello, cit., 191. 1 Oltre a questo «commento,. Gadamer ha dedicato a Cdan i seguenti saggi: H.-G. • GADAMER, Verstummen die Dichter.~, m "Ze1twende •• 41 (1971), 344-.'52 (ora in PoeJù:11, eh., 103-18); In., Sù,n und Sinnverhii/1:mg bei Paul C,eim,, in « Zeitwende •• 46 (197.5), 321-29 (ora in Poetica, cit., 119-34); In., Ce/a,r.s Sch/uftgedichJ, in Argume,rJum e Si/entio. lnternational Paul Cc:lan Symposium, Ed. Amy D. Colìn, De Gruyter, Berlin-New York 1987, 58-71. La definizione di Celan come « Orfeo tragìco,. è di M. MARIANELU, La letteratura Jedesca co,rtemporanea, in V. SANTOLI, La lettertJJura tedesca moderna, Sansoni, Firenze 1971, 484. XII CHI SONO IO, CHI SEI TU? pre.s.enza di contrasti e dissonanze. La poesia celaniana non è quind1 « un dotto crittogramma per eruditi» (p. 82), ma una « poesia medi tativa » costruita ad arte che « carica riflessivamente le parole » e che quindi si rivolge necessariamente all'interprete chiedendo collaborazio ne ed aiuto. Nella scrittura spezzata del verso, cosl distante dallo stile naturale e sciolto della poesia classica, si trova nascosto un « messag gio » che vuole manifestarsi e che si può svdare solo leggendo e ascoltando attentamente. 3. Ma come si articola in concreto questo ascolto del verso celania no che prende le mosse dalla lettura del testo, diventa « esegesi » e « commento » ed arriva a proporsi alla fine come « comprensione » coerente e unitaria, in grado di ~r « forma » e «senso» al testo poetico? Gadamer è consapevole di trovarsi di fronte al poeta ermetico per eccellenza, « del quale nessuna persona ragionevole potrebbe affenna= re di comprendere tutte le poesie nello stesso modo in cui al giorno , d'oggi comprende ad esempio le poesie di Goethe» (p. 116). Di fronte ai versi di Celan - definiti dall'autore stesso un « messaggio in botti glia [Flaschenpost] gettato in mare con la speranza ... che esso possa : approdare un giorno, chissà dove, ad una terra, forse alla terra deJ ' cuore » u - Gadamer si pone come lettore che, mentre fruisce del l'esperien2a estetica del testo, vuole essere soprattutto interprete della parola scritta e costruire una comprensione coerente. Stendendo que sto <~ comment9 » al ciclo Atemkristail durante un periodo di vacanze tra le dune olandesi 14 egli afferma esplicitamente di voler riportare le , esperienze di un uomo che ha raccolto quel « messaggio in bottiglia » e cerca di decifrarne il contenuto, come se « si trattasse di segni grafici diventati quasi illeggibili » ( p. 3). Per arrivare a intravedere un « senso » in questo messaggio poetico e per arrivare ad una comprensione coerente e comunicabile ad altri, è innanzitutto necessario un paziente lavoro di « esecuzione » del-testo, di lettura e di ascolto di quanto esso esplicitamente dice ed implicita- 11 P. CELAN, Ansprache anliiftlich de, Entgegennahme des LiJeraJurpreiseI der /reien Hantesladt Bremen, in Geramme/te We,ke, (;..: GW.), hrsg. von B. Allemann u.a., Suhr kamp, Frankfun a.M. 198), Bd. Ili, 186. •◄ H.-G. GADAMER, Celanr Schluftgedicht, cit., ~9: ., Mi ricordo con precisione come ho scritto questo libretto, senza avere davanti a me nessun altro libro all'infuori del testo dì queste poche poesie. Mi trovavo un'estate tra le dune olandesi. Passando per un sentiero nascosto mi ero introdouo in un recinto attraverso la rete metallica, poiché sulla spiaggia vi era troppo rumore. Là misi per iscritto quanto compresi win attento ascoltoft, un'opera meditativa ,. . IN'l'RODUZIONE Xlll mente richiama. Il 1avoro ermeneutico della paro)a poetica si concretiz za dunque nel leggere, nell'ascoltare, nel decifrare in direzione di un « senso », senza il sussidio e la mediazione di strumenti metodologici particolari o di informazioni tecniche che possano essere offerte dalle scienze della letteratura o da studi specialistici. « Chi voglia compren dere la lirica ermetica e decifrarla, non può essere un lettore affrettato, ma non deve essere necessariamente un lettore erudito o particolar mente colto; dev'essere un lettore che cerca sempre e nuovamente di prestare ascolto» (p. 7). La lettura è un momento essenzialmente ermeneutico-conoscitivo che non va confuso con una sorta di coinvolgi mento emotivo (del tipo delJ'Erlebnis diltheyano) "tendente a« rivive re» quel che l'autore voleva dire. Infatti durame la lettura, durante quest'atto silenzioso in cui si fa parlare il testo scritto, « è necessario riflettere molto, cercare di capire, ricorrere ad integrazioni e solo alla fine, dopo aver decifrato, si potrà leggere e ascoltare in modo giu sto» (p. 3 ). Questo particolare approccio al testo poetico di Celan - che differen zia l'interpretazione gadameriana non solo dagli studi di filologi e germanisti, ma anche da altri filosofi ermeneutici come O. Poggeler o da critici di provenienza strutturalista come P. S7.ondi, M. Blanchot e J. Derrida 16 si ritrova nel commento di ciascuna delle poesie di - questo ciclo. Mediante una « esecuzione » paziente delle singole parole che ne valorizza i1 senso e il suono, Gadamer si aggrappa alla parela criptica che non si è ancora dissolta nel silenzio e che rimane pur sempre « parola scritta», traccia residua che resiste a qualsiasi proces so di disgregazione e di corrosione. Appoggiandosi al testo scritto, l'interpretazione gadameriana lo esegue fedelmente, « parola per paro la», « sillaba per sillaba », rispettandone le pause e le cesure tra i versi. L'ermeneutica della parola poetica può essere definita quindi una vera e propria « esecuzione » 17 : essa dà forma al senso globale del testo e fa giungere a destinazione il « messaggio » che i versi racchiudo- " Cfr. a questo proposito W. DILTHEY, D,u Erlehnis und die Dichtung. Léssing, Goethe, Novalis, Hoider/in, Leìpzig 1906 [Esperienza vissuta e poesia, cr. i1. di N. Accolti Gil Vitale, Istituto F.ditorialc Italiano, Milano 1947]. 16 Per la ricezione dell'o~ra di Celan tra i germanisti e i critici letterari si rimanda al volume collettaneo Ober Pau/ Cdan, hrsg. van D. Meìnccke, Suhrkamp, Frankfun a.M. 1973l. Cfr. inoltre: O. PéiGGELER, Spur de1 Wortes. Zu, Lyrilt. Paul Ce/ans, Alber, Freiburg i.Br. 1986; P. SzoNDI, uLm-Studien, Suhrkamp, Frankfun a.M. 1972; J. DERRll>A, Schibbo leth. Pou, Paul Celan, Ed. Galilée, Paris 1986; M. BLANCHOT, Le dernier à parie,, Fata Morgana, Montpellier 1986. ,, Per la fom:lazione del concetto di « esecuzione "• e per i nessi che esso intrattiene coi:i la lettura e con l'interpretazione, si rimanda alle illuminanti analisi di L. PAR'EYSON, Esteti• ca. Troria della formativitìì, Sansoni, Firenze 19741 221-72. , XIV CHISONOIO,CHISEITU? no. In questo modo essa realiZ,Zl.l pienamente la -poeticità del testo: lo lascia essere nella sua« verità» come una creazione unica che testimo- nia e risponde solamente di sé, salva dall'ammutolire il dire poetico ' racchiuso nella « parola scritta », lo tramanda nella memoria e lo inclu- de nella esperienza universale del « detto». 4. Prima dì passare a discutere i risultati a cui complessivamente giunge l'interpretazione gadameriana della <( parola poetica » in questo ciclo di poesie, soffermiamoci ad analizzare i diversi momenti in cui essa concretamente si articola. Abbiamo visto che l'ermeneutica della parola poetica prende le mosse dall'« esecuzione» del testo scritto mediante la lettura e a questo mo mento basilare ritorna costantemente nel corso del processo interpretati vo. Ma la lettura non va intesa solamente come «ricezione» partecipe che susciti nel lettore diletto ed entusiasmo e sia in grado di coinvolger lo nel lavoro di «produzione» d~I testo stesso 18 Come già si affermava • in Wahrheit und Methode, la<< lettura>> è un« ano rivivificante» 19 che però non si limita a sillabare il testo o a cogliere il senso letterale dei vocaboli, ma ha la funzione di stimolare l'<( ìmmaginazi9Pe » del lettore e la sua « precomprensione », trasformandolo così in interprete che abbozza una prima comprensione parziale o progetta una vera e propria anticipazione di senso. La lettura non rappresenta per Gadamer solo il primo momento in cui ci si accosta al testo, ma è un atto complesso che fa parte in modo essenziale del processo ihterpretativo: è una attività che tende a riunire e a collegare segmenti disgiunti, che opera saldature tra parole staccate, che tende a concatenare i divers1 elementi in un discorso e ad aprire la strada al senso. Si può quindi affermare che, se il linguaggio è il medium in cui sempre avviene l'interpretazione, la lettura del testo scritto è il procedimento attualizzante con cui essa si costruisce in modo sensato e coerente. « Leggere » - in modo particolare in quella forma del « leggere in silenzio » distinta dalla lettura ad alta voce, dalla lettura « pubblica » e •• I punti di contatto e le differenze tra la concezione gadameriana della ~ letmra » e quella proposta dai rappresentanti ddla cosiddetta " estetica della ricezione ,. andrebbero ulteriormente approfunditi e studiati. Per un primo orientamento si veda: H.R. JAuSs, Apoknia del"1 let1era1ura, tt. it. a cura di C. Gentili, Einaudi, Torino 1985; W. lSER, Dit· Appti/strnktu, der Texte, Universitatsverlag, Konstan.z 1970, Io., L'alto della lellura, tr. it. di R. Granafei, Il Mulino, Bologna 1987. " H.-G. GAcAMER, Verità e metodo, cit., 197; cfr. anche 449 ss. Per gli sviluppi più recenti del nesso lenura-in1erpre1azione cfr. H.-G. Gt.□AMER, Persw:isiviJà de{LJ /etteralura, dt., 29-47; 51-.57; 103, l.}2. Qui troviamo esprei;sa chiaramente la tesi secondo cui« leggere è interpretare eà interpretare non è nient"altro che il processo articolato del leggere ,. (p. 105).

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