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Chi ha paura del numero chiuso. Dialogo tra un professore e una studentessa sullo stato dell'università, la competizione e la giustizia sociale PDF

180 Pages·1997·5.341 MB·Italian
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| SAGGI TASCABILI LATERZA SANTAMBROGIO | Dialogo tra un professore e una studentessa sullo stato dell’università la competizione e la giustizia sociale MIDDLEBURY COLLEGE THE EGBERT STARR LIBRARY STL Saggi tascabili Laterza 207 à s: Ò a TA k » | © 1997, Gius. Laterza & Figli| Marco Santambrogio Chi ha paura del numero chiuso? Dialogo tra un professore e una studentessa sullo stato dell’università, la competizione e la giustizia sociale Withdrawn MIDOLEBURY COLLEGE LIBRARY Laterza 1997 Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nel marzo 1997 Poligrafico Dehoniano - Stabilimento di Bari per conto della Gius. Laterza & Figli Spa CL 20-5257-1 ISBN 88-420-5257-4 I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attri- buite per concorso Costituzione della Repubblica Italia- na, articolo 34 Ringraziamenti Ho cominciato a rendermi conto che qualcosa non funziona nell'università italiana molti anni fa, quando ero studente di Lettere alla Statale di Milano. Il diso- rientamento e l’insoddisfazione di cui parla Francesca nel testo li ho provati io stesso. Dovevano però pas- sare molti anni prima che mi rendessi conto con chia- rezza che ci sono nel nostro sistema universitario ele- | menti di profonda ingiustizia, che non sono circo- scritti alla sola ripartizione dei costi o alla distribuzio- ne dei benefici. Ho iniziato a scrivere articoli su que- sti argomenti, in particolare sulle tasse universitarie, sul diritto allo studio e sul numero chiuso una diecina di anni fa, prima su «Micromega» e poi sulla «Rivista dei Libri». Con Pietro Corsi, che dirige la «Rivista» e che ha avuto esperienza diretta di diversi sistemi uni- versitari, ho avuto conversazioni frequenti e istruttive. A scrivere questo libretto ho cominciato però solo quando mi sono accorto, molto recentemente, che gran parte dei difetti che tutti sperimentiamo hanno origine non da errori di comportamento o da cattiva volontà individuale o collettiva, bensì da una conce- zione dell'uguaglianza e della giustizia sociale, della competizione e del merito, tanto profondamente sba- gliata quanto diffusa. Ho pensato allora che, dopo tut- VII te le discussioni e i tentativi falliti di riformare l’univer- sità, potrebbe valer la pena di cominciare a chiarirci le idee su tali questioni, che sono decisamente pratiche, ma hanno anche una forte componente filosofica. Una prima versione di questo testo è stata letta e se- veramente criticata da Andrea Finzi e da mio figlio Ga- briele, che mi hanno aiutato a trovare una forma, spe- ro, più convincente. Ho avuto un grande incoraggia- mento e molte osservazioni utili da Isa e Gennaro Chierchia. Paolo Casalegno, Massimiliano Lasio e Ro- berta Uscidda mi hanno rivolto critiche acute, a cui spero di aver trovato risposte almeno in parte soddi- sfacenti. Sono grato anche a Tomàs Maldonado, Da- niele Marini, Paolo Silvestri e Stefano Zamagni che hanno trovato il tempo di commentare diverse parti del testo. Un ringraziamento particolare a Giovanna: molte delle pagine che seguono sono state scritte per rispondere alle sue perplessità, anche se dubito che sia del tutto convinta. A lei e a Matteo, Gabriele e Giulia- na, che dell’università stanno sperimentando o speri- menteranno pregi e difetti, è dedicato questo libretto.

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