ebook img

Che cos'è la politica? Essenza, finalità, mezzi PDF

267 Pages·2001·7.845 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Che cos'è la politica? Essenza, finalità, mezzi

Julien Fnu1d Cbe cos'è 1 8 l·t· po 1ca. ? I Essenza finalità mezzi a cura di Consuelo Angiò nota introduttiva di Alessandro Campi i ,_ _, IDEAZIONE EDITRICE INDICE Nota introduttiva di Alessandro Campi 7 Prefazione di Julien Freund 25 Introduzione. Dell'azione politica 41 1. L'antagonismo dei fini, p. 43; 2. La povertà della filosofia dell'azione, p. 48; 3. La politica è un'attività sui generis?, p. 54; 4. La decisione, p. 57; 5. Il coraggio, p. 63. Capitolo I. Il fine specifico del politico 67 1. Tre finalità, p. 69; 2. Il bene comune come fine del politico, p. 70; 3. La sicurezza esterna, p. 73; 4. La concordia interna e la prosperità, p. 83; 5. Sicurezza e concordia: aspetti di uno stesso bene, p. 89; 6. La possibilità di realizzare il bene comu ne varia con le condizioni storiche, p. 95; 7. Che cos'è un obiettivo?, p. 101; 8. I mezzi e il meto do, p. 103; 9. Le conseguenze, p. 110; 10. La scel ta, p. 120; 11. La competenza, p. 126; 12. Re sponsabilità e colpevolezza, p. 130; 13. La re sponsabilità politica, p. 137; 14. Il regno dei fini, p. 149; 15. Il ruolo regolatore dei fini, p. 153; 16. L'arsenale delle giustificazioni, p. 158. Capitolo Il. Il mezzo specifico del politico 169 1. Due mezzi?, p. 171; 2. La forza non è da di sprezzare, p. 174; 3. Il concetto di forza, p. 178; 4. Non esiste politica senza forza, p. 188; 5. La coercizione, p. 194; 6. Forza e diritto, p. 203; 7. I due livelli, p. 214; 8. La fecondità dell'astuzia, p. 223; 9. Tentativo d'analisi del concetto d'astuzia, p. 229; 10. L'astuzia in politica, p. 237; 11. La forza è il mezzo specifico del politico, non l'a stuzia, p. 241; 12. Rapporto di forze e civiltà, p. 251. Conclusioni 259 1. Definizione della politica, p. 261; 2. Conside razioni sul significato del politico, p. 261; J. Sto ria e metafisica, p. 271. NOTA INTRODUITIVA Cos'è fare politica, se non dire al tuo prossimo che non è solo? Massimo Cacciari Il nome di Julien Freund - filosofo della politi ca e sociologo nato nel 1921 e scomparso nel 1993 - è poco familiare ai lettori italiani.1 Nel corso de gli anni, diversi suoi volumi e saggi sono stati tra dotti e pubblicati in Italia, in alcuni casi anche da importanti editori.2 Ma ciò non è bastato, almeno sino ad oggi, a favorire una approfondita cono scenza di questo autore, adeguata alla qualità della sua produzione intellettuale ed all'importanza che egli ha rivestito, a mio giudizio, nel panorama eu ropeo degli studi politico-sociali. Tra gli studiosi, la sua figura viene solitamente abbinata a quelle di Max Weber e di Carl Schmitt: del primo è stato in effetti un brillante traduttore in lingua francese ed un accorto interprete, del secondo viene abitual mente considerato un seguace fedele ed un epigo no. La sua opera principale e più conosciuta, L'es sence du politique, pubblicata nel 1965, si trova spesso citata nei manuali di filosofia politica, ma 9 Alessandro Campi quasi sempre nel quadro delle discussioni sul con cetto schmittiano di «politico» (fondato, come è noto, sulla contrapposizione amico/nemico). In realtà, Freund non può essere considerato un «discepolo di Schmitt»3 dal quale pure ha ripreso ( spunti teorici e concetti e del quale è stato in effet ti un amico, un ammiratore ed un divulgatore )4 e nemmeno l'autore di un solo libro (peraltro più ci tato che letto). È stato, a ben vedere, molto di più: uno studioso puntuale ed in alcuni casi innovati vo, dal punto di vista critico-intepretativo, dei grandi classici del pensiero politico antico, moder no e contemporaneo (d a Aristotele ad Aron, da Hobbes e Locke a Pareto e Simmel, da Bodin a Clausewitz, da Machiavelli e Naudé a Proudhon e Sorel); un attento analista sociale, interessato so prattutto alle dinamiche delle moderne società in dustrializzate; un appassionato cultore, insieme a Gaston Bouthoul, di studi polemologici, come di mostrano i suoi lavori sui concetti di pace e guer ra, sul disarmo, sul pacifismo, sul terrorismo, sulla strategia militare, sulla violenza e sui concetti di «nemico» e di «terzo»; un filosofo incline alla me tafisica; l'autore di interessanti approfondimenti sull'epistemologia delle scienze umane, sulla natu ra del diritto e dell'economia, sui caratteri propri del pensiero utopico, sul destino della scuola, sul valore della pedagogia e dell'insegnamento e sulla fenomenologia della religione. 5 Dal punto di vista delle opzioni di valori, non ha mai nascosto, senza per questo tradire la sua 10 Nota introduttiva pro(essione di fede weberiana e la sua vocazione scientifica, la propria inclinazione cattolico-libera le, intrisa di pessimismo culturale e segnata da un certo tradizionalismo storico-religioso. Politica mente, si è spinto sino a definirsi, con un evidente gusto della provocazione, un «reazionario di sini stra» ed ha declinato le proprie appartenenze idea li secondo quest'ordine: francese, gollista, euro peo e regionalista. Non priva di interesse è stata la sua stessa per sonalità intellettuale: spigolosa, libera e quasi ri belle, molto poco salottiera e per niente parigina. Nel 1979, a soli cinquantotto anni, non ha esitato ad abbandonare l'insegnamento in polemica con l'amministrazione universitaria e disgustato dalle camarille accademiche. Senza troppo badare alla propria reputazione ha interloquito, nel corso de gli anni, sia con i giovani contestatori dell'estrema sinistra (pur non condividendone il rivoluzionari smo nichilista ed il settarismo ideologico) sia con gli esponenti della cosiddetta «nouvelle droite» (senza tuttavia apprezzare, di quest'ultima, il vo lontarismo nicciano e superomistico, tendenzial mente anticristiano): in entrambi i casi si è lasciato guidare dal gusto per il confronto e per la disputa intellettuale e dalla passione per le idee. Estraneo, come ogni pensatore che si rispetti, alle compartimentazioni disciplinari tipiche del sapere universitario, Freund ha dedicato la mag gior parte del suo tempo e dei suoi sforzi all'anali si in chiave concettuale e fenomenologica della 11 Alessandro Campi politica, da lui considerata una categoria dotata di autonomia rispetto alle altre sfere dell'agire uma no e quindi contraddistinta da mezzi e finalità pe culiari. Da questo punto di vista, il suo nome me rita di essere affiancato a quello dei numerosi au tori che, soprattutto nel corso del Novecento, hanno cercato di comprendere la natura dei feno meni politici secondo un'ottica realistica ed anti ideologica. Proprio seguendo un percorso - esistenziale ed intellettuale - tipico di molti esponenti del cosid detto «realismo politico», Freund ha abbracciato lo studio in chiave empirica e positiva della politi ca a partire da una cocente disillusione giovanile, maturata a seguito della sua partecipazione alla re sistenza ami-nazista francese, della sua militanza nelle fila dell'Union Démocratique et Socialiste de la Résistance e della sua esperienza come sindaca lista. Il coinvolgimento nei violenti contrasti in-: terni alla resistenza (tra comunisti da un lato e so cialisti e gollisti dall'altro) e, una volta terminata la guerra, quello nei «drammi» relativi alla compila zione delle liste elettorali ed alla gestione dei fi nanziamenti dei partiti lo hanno portato a rinun ciare all'impegno politico diretto, ad abbandonare la sua concezione ingenua ed idealistica della poli tica ed a scegliere la carriera intellettuale e la ricer ca scientifica. 6 Della politica - ricorderà Freund a distanza di anni ripercorrendo il filo della sua vicenda intel lettuale - «avevo avuto fino ad allora una conce- 12 Nota introduttiva zione candida ed intellettuale, che nella pratica mi aveva causato soltanto delusioni e disinganni. Il mio scopo era di abbandonarmi ad una approfon dita ricerca, la più obiettiva possibile, sulla base dell'esperienza storica degli uomini, a costo di ri vedere per intero i miei giudizi precedenti».7 Da qui la decisione, assunta del 1950, di realizzare una tesi di dottorato sul tema «Essence et signifi cation de la politique», la cui redazione lo ha im pegnato per circa un quindiéennio. Presentata e discussa alla Sorbona il 26 giugno 1965 con il tito lo definitivo «L' essence du politique», questa tesi, avallata in qualità di direttore da Raymond Aron8 , ha rappresentato non solo un brillante esordio scientifico, ma anche la rinuncia definitiva a qua lunque visione edificante ed illusoria della politi ca: «Solo con l'adozione del metodo sociologico e fenomenologico sono riuscito a sviluppare un'a nalisi che, per quanto irritante, mi ha però per messo, durante la discussione della tesi, di consi derare superata la mia delusione. Non avendo più illusioni avevo compreso che la politica è un'atti vità indispensabile, che per sua natura è al servizio delle esigenze minime della vita in società. Ab bandonai anche la mia concezione moralizzante, nel senso che questa maggiore conoscenza della politica mi ha portato a comprendere meglio an che la morale. Mano a mano che redigevo le pagi ne della tesi, guarivo me stesso dalle mie iniziali idee utopistiche».9 Nei circa trent'anni successivi non c'è ambito 13 Alessandro Campi della politica - considerata nei suoi molteplici e talvolta contraddittori significati: come categoria filosofica e come realtà storica, come sfera d' azio ne individuale e collettiva, come arte del coman do, come strumento di regolazione dei conflitti, come modalità di governo della società, come for ma di mediazione degli interessi, come vocazione e destino, come avventura spirituale, come ricerca del bene comune, come espressione del potere, come manifestazione della volontà e della poten za, come garanzia di protezione degli individui, come baluardo per la libertà - che Freund non ab bia esplorato ed indagato con tutti gli strumenti a sua disposizione, con spirito sistematico e critico al tempo stesso, cercando sì di offrire una com prensione globale e rigorosa dei fenomeni politici, ma sempre con la consapevolezza che qualunque attività umana - e quindi anche la politica - è sog getta per definizione alle imperfezioni, alle ingiu stizie ed agli errori e che proprio il «diritto all' er ror~>~ rapJ'resenta anzi il fondamento della libertà politica. 2. La politica è una realtà o un'invenzione? È qualcosa di connaturato alla natura umana oppure un frutto della storia e l'espressione di una data ci viltà? L'analisi di Freund presuppone - nel solco del classico modello aristotelico - una scommessa teorica di grande portata, relativa alla possibilità di vedere nella politica una dimensione permanente ed immutabile, propria dell'uomo in quanto esse- 14

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.