ebook img

Chagall. Viaggio nella Bibbia. Studi inediti e gouaches PDF

119 Pages·2014·12.105 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Chagall. Viaggio nella Bibbia. Studi inediti e gouaches

CHAGALL CHAGALL V I A G G I O N E L L A B I B B I A S t u d i i n e d i t i e g o u a c h e s S. FOrEStIEr | N. HAzAN-BruNEt | E. KuzmINA 2 Indice International Copyright © 2014 Editoriale Jaca Book SpA, Milano 9 tutti i diritti riservati Capitolo primo Per tutte le opere di Marc Chagall «APPARTENERE A UN LIBRO riprodotte in questo volume COME SI APPARTIENE A UNA STORIA!» © Chagall ®, by SIAE 2014 Sylvie Forestier Prima edizione italiana settembre 2014 21 Capitolo secondo «FINO A QUANDO IL MIO CORPO – COME UN ALBERO – La traduzione dal francese dei testi di Sylvie Forestier e di Nathalie Hazan-Brunet RAGGIUNGA LA RIVA BIBLICA» è di Federico Simonti Nathalie Hazan-Brunet La traduzione dallo spagnolo del testo di Evgenia Kuzmina è di Ariase Barretta TAVOLE Redazione Elisabetta Gioanola 33 Copertina e grafica Studi inediti Break Point/Jaca Book 123 Gouaches 205 Capitolo terzo UNA LETTURA ICONOGRAFICA DELLE GOUACHES BIBLICHE DI MARC CHAGALL Evgenia Kuzmina Selezione delle immagini 227 Pixel Studio, Milano APPARATI Stampa e confezione Stilgraf S.r.l., Viadana (MN) 228 agosto 2014 Note 234 Bibliografia selettiva ISBN 978-88-16-60507-7 238 Indice dei nomi Per informazioni sulle opere pubblicate e in programma ci si può rivolgere a: Editoriale Jaca Book SpA – Servizio Lettori Via Frua 11, 20146 Milano Tel. 02-48.56.15.20, fax 02-48.19.33.61 e-mail: [email protected]; internet: www.jacabook.it CHAGALL RINGRAZIAMENTI Gli autori desiderano esprimere la loro profonda gratitudine agli eredi e al Comitato Marc Chagall per averli coinvolti con benevolenza all’emozionante scoperta degli schizzi inediti di Marc Chagall. I loro più sinceri ringraziamenti vanno anche alla casa editrice Jaca Book e al suo presidente, Sante Bagnoli. AVVISO AI LETTORI La datazione delle opere di Marc Chagall resta difficile: l’artista infatti ha spesso ripreso e lavorato sulla prima versione in date diverse, o ha datato a posteriori. Le date riportate sono quelle menzionate dall’artista. Altrimenti, tra parentesi, sono trascritte quelle che corrispondono a ipotetiche datazioni. Le citazioni bibliche, che accompagnano gli studi inediti e le gouaches preparatorie alle illustrazioni della Bibbia commissionata da Ambroise Vollard a Marc Chagall, provengono dalla prima edizione della Bibbia di Gerusalemme. L’artista aveva approvato la scelta di questa traduzione nel 1973 al momento della prima pubblicazione delle opere donate da Marc e Valentina Chagall in occasione dell’apertura del Musée national Message Biblique Marc Chagall. La sigla MBMC seguita da un numero corrisponde al numero di inventario assegnato alle opere della collezione del A fronte: Musée national Marc Chagall di Nizza. Mosè spezza le tavole della Legge, 1931, particolare. Le dimensioni sono date in cm e l’altezza precede Alla pagina 2: la larghezza. Abramo pronto a immolare suo figlio, 1931, particolare. 7 C APITOLO PRIMO «A PPARTENERE A UN LIBRO !» COME SI APPARTIENE A UNA STORIA 1 Sylvie Forestier Appartenir à un livre comme on appartient à une histoire! Emmanuel Lévinas1 La critica ha a lungo considerato le gouaches preparatorie al lo, Il sogno di Giacobbe, Samuele unge Saul, Davide placa Saul Messaggio Biblico di Marc Chagall come un ciclo concluso, con i suoi canti, Il re Davide ed Elia sul monte Carmelo –, allo realizzato su specifica richiesta di Ambroise Vollard, e pro- stesso tempo, probabilmente insoddisfatto da un primo stu- pedeutico, per ciò che riguarda il colore, alla successiva il- dio, torna a reinterpretare, con variazioni formali, episodi già lustrazione della Bibbia. Un approccio, questo, che appare noti – Noè riceve l’ordine di costruire l’Arca, Noè lascia anda- superato grazie a un avvenimento editoriale che ha rimesso re la colomba e Abramo pronto a immolare suo figlio, con due tutto in discussione: sono riemersi ventidue studi rimasti fino studi per ciascun episodio, e Creazione di Eva, Il mantello di ad ora inediti; ventidue schizzi in cui le tecniche si avvicenda- Noè, Abramo congeda i tre angeli, Abramo e Isacco in cammi- no con maestria e si passa dall’acquarello al pastello, dall’in- no verso il luogo del sacrificio, Abramo piange Sara, Eliezer e chiostro alla matita. Un ritrovamento così rivoluzionario da Rebecca, Mosè spezza le tavole della Legge, Aronne davanti al suscitare oggi un legittimo interrogativo: dopo un attento candelabro, con uno studio per ciascun episodio –. Quello che esame di questi studi, è possibile proporre una nuova lettura accomuna i nuovi studi e le variazioni formali è la particolare dell’opera di questo immenso artista? E ancora, quali segre- attenzione che Chagall riserva a tradurre il racconto biblico. ti del processo creativo dell’artista ci svelano queste opere? Se prende le mosse essenzialmente dalla Genesi e dall’Esodo, Quali profonde ragioni hanno convinto Chagall a propor- i nuovi studi rivelano il suo interesse per il libro dei Numeri, re a Vollard le quaranta gouaches note? Il tema imposto dal per i due libri di Samuele e per il primo libro dei Re. Con tut- progetto di illustrazione del testo biblico è indissolubilmen- ta evidenza l’artista parte direttamente dal testo biblico e dà te legato al testo o fa parte di un’idea artistica più vasta? E forma a figure e ad avvenimenti che predilige per la sua figu- infine, a quale testo Chagall si è conformato? Quest’ultimo razione: l’emergere, in seno alla Creazione, dell’umanità nella interrogativo, lungi dal trovare una risposta definitiva, ne sol- sua doppia personificazione di Adamo e di Eva; la presenza leva altri relativi al rapporto del pittore con i testi che illustra salvifica dei messaggeri divini che sono i Patriarchi e i Profeti; così brillantemente dal suo ritorno in Francia, in particolare il permanere di questo dialogo storicamente tumultuoso tra con il testo biblico. Dio e il suo popolo. Come nelle gouaches note, anche in que- sti studi è leggibile una tensione drammatica che il gesto crea- tore traduce magistralmente. Una sorta di febbrile agitazione I ventidue schizzi: un insieme rivoluzionario li attraversa, come se la preoccupazione dell’artista non fosse quella di concluderli quanto di farli nascere nell’urgenza che Confrontando i temi presenti in questi nuovi studi con quelli solo i lampi della luce attraverso il foglio riescono a mitigare. delle gouaches iniziali si evidenzia come Chagall, da una parte, La maggior parte di questi studi preparatori non sono data- introduca nuovi episodi biblici, dall’altra, insista su alcuni di ti, con l’eccezione di Samuele unge Saul e di Elia sul monte essi con nuove versioni. Se l’artista integra le gouaches origi- Carmelo, entrambi datati e firmati «Marc Chagall, 1931». Se nali introducendo altri passaggi biblici – Giacobbe benedetto convenzionalmente si considera che le gouaches preparatorie da Isacco, La scala di Giacobbe, La lotta di Giacobbe con l’ange- alla Bibbia illustrata, con le 105 acqueforti che Tériade pubbli- 9 CHAGALL. VIAGGIO NELLA BIBBIA Pagine precedenti: 2. Guerra (Guerre) oppure Le marchand de journaux «APPARTENERE A UN LIBRO COME SI APPARTIENE A UNA STORIA!» 1. Il padre (Le Père), 1911, olio su tela, 80×44,2 cm. (Il venditore di giornali), 1914, Musée national d’art moderne, matita su carta da imballaggio grigia, 45×35 cm. Centre Georges Pompidou, Parigi, donazione 1988. Musée national d’art moderne, Centre Georges Pompidou, Parigi, donazione 1988. ca nel 1956, siano state realizzate tra il 1930 (prima gouache stume da clown. Come se Chagall accordasse all’episodio di scelta e datata da Chagall) e il 1931, possiamo avanzare l’ipo- una storia trascorsa la scottante attualità del presente. tesi che l’artista abbia compiuto l’insieme degli studi proprio nel 1931? Quindi dopo aver intrapreso il suo viaggio in Pa- lestina nel mese di febbraio di quello stesso anno. Sappiamo «Forse un giorno l’Europa mi amerà e, con lei, la mia bene quanto sia difficile una datazione rigorosa dell’opera. Il Russia»2 rapporto che Chagall intrattiene con il tempo, con un tempo vissuto, interiorizzato, si contrappone al tempo cronologico. I recenti lavori di Benjamin Harshav3 e di Jackie Wullschlä- Quale che sia l’opera, una tela, un disegno o un’incisione, ogni ger4, insieme a quelli degli storici che si sono occupati del- creazione sorge in un tempo intimo, nell’emozione di una pro- la Repubblica di Weimar5 e dell’ascesa del nazismo6, hanno va o di una speranza. Più spontanei rispetto alle gouaches, il fatto chiarezza sul contesto storico in cui Chagall si imbatte cui vigore annuncia incontestabilmente il grande sogno del sin dal suo arrivo in Francia, nell’autunno del 1923. Quel- Messaggio Biblico, questi schizzi sembrano invece riflettere lo dell’artista è più propriamente un ritorno, motivato dalle l’inquietudine di un’epoca e le sorde minacce di un tempo sollecitazioni di Rubiner7 e di Cendrars8 ma anche dalla si- tragico. Sembrano furtivamente rimettere al centro dell’atten- tuazione politica e sociale che investe la Russia. Chagall, che zione la storia. In questo senso, mi pare limitante una lettura ha appena finito la decorazione del Teatro ebraico a Mosca, delle opere che, discostandosi dal contesto storico che le ha è attraversato da una crescente inquietudine riguardo al suo prodotte, ha troppo a lungo privilegiato un approccio esteti- avvenire di uomo e di artista. La lotta per il potere si inten- co, puntando tutto sulla loro perfezione cromatica e formale sifica in seno al Comitato centrale del partito bolscevico tra a discapito dell’emozione vivente e della fragilità umana che Lenin, indebolito dalla malattia, e Stalin. Lo spirito demo- ne traspare. Che cosa vuol comunicare Chagall quando, come cratico annunciato dalla Rivoluzione d’ottobre si indebolisce nel caso dello schizzo Noè lascia andare la colomba, mette sul- ed è rimpiazzato dal processo di collettivizzazione. La grande la testa di Noè una kippah che però scompare nella gouache carestia del 1921-22, provocata dalla nazionalizzazione del corrispondente? Questo Noè appare così simile al ritratto del commercio dei cereali, provoca gravi danni. Il grande poe- padre dell’artista del 1911 (fig. 1) o al venditore di giornali del ta e amico Aleksandr Blok non è forse morto di fame a Pie- 1914 (fig. 2), portatore di cattive notizie, sul cui viso convivono troburgo nel giugno del 1921. Chagall si rende conto della tristezza e dignità. Un Noè abitante di Vitebsk più che della situazione in cui versa il paese quando viene chiamato a di- Palestina. Perché l’artista insiste con due schizzi sul tema di rigere la colonia per bambini Malakhovka9. In seguito, pur Abramo pronto a immolare suo figlio, in cui l’abbandono del restando sotto la protezione di Lunacˇ arskij, ha modo di con- corpo innocente di Isacco si accompagna al viso implorante statare personalmente le conseguenze degli eventi calcolando e rassegnato di Abramo che volge il suo sguardo all’angelico l’ammontare degli esborsi richiesti dalla eka ai suoceri10. Si battito di ali, ignorando ancora se il sacrificio dovrà consumar- fa sempre più viva in lui la sensazione di un ritorno dell’an- si? E ancora la figura del patriarca nell’Abramo piange Sara, tesemitismo, accompagnato da una svolta realistica e ideolo- schizzo così simile alla gouache del 1931 da sembrarne un di- gica dell’arte che deve rispondere alle indicazioni del potere segno preparatorio: Abramo in lutto, copre il suo volto come sovietico e, almeno dal 1918, alla precisa volontà di Lenin11. se questa assenza di sguardo lasciasse la scena al corpo ormai Non essendo nelle grazie della commissione che fissa le re- inerte della sua sposa; un’immagine possente del potere del- tribuzioni degli artisti, Chagall perde definitivamente le spe- la morte, nella sua stessa ellisse. Perché decide di ritornare a ranze di veder riconosciuto il proprio lavoro: «Né la Russia evocare il ciclo di Giacobbe, che segue quello di Abramo e di imperiale, né quella dei Soviet, ha bisogno di me. Sono per Isacco, se poi questo ciclo scompare del tutto nella scelta de- loro incomprensibile, straniero. Sono certo invece che Rem- finitiva delle quaranta gouaches? Giacobbe, proprio lui che brandt mi ami»12. carpisce la benedizione con astuzia, e che per una notte intera Insieme a diversi altri intellettuali, uomini di cultura e artisti13, si è battuto con l’angelo per ottenere all’alba la benedizione e Chagall decide di abbandonare la Russia, appena in tempo una nuova nascita con nome di Israele. Come se, sottolineando per evitare le purghe di massa che decimeranno la popola- il gesto di Giacobbe, Chagall volesse ricordare l’eterna pre- zione. Jurgis Baltrušaitis, poeta e ambasciatore della Litua- senza di Dio a fianco di Israele. Un Dio mascherato, un Dio nia a Mosca, gli consente di inviare le sue tele a Kaunas per salvifico, un Dio meno presente nella pettorale sacerdotale o via diplomatica. Sempre passando da Kaunas, Chagall ha la nel candelabro di Aronne che nell’insolito e sorprendente co- possibilità, nell’estate del 1922, di raggiungere Berlino con un 10 11 CHAGALL. VIAGGIO NELLA BIBBIA «APPARTENERE A UN LIBRO COME SI APPARTIENE A UNA STORIA!» passaporto fornito dall’amico Lunacˇ arskij. Nell’autunno lo tratta di un vero omaggio alla sua città natale, al popolo di Vi- il testo proposto, ma ne approfitta per sottopporre a Vollard e speranze, ormai scomparsa. Come simbolo di un itinerare raggiungono la moglie Bella e la figlia Ida. tebsk e ai suoi genitori: il portfolio si apre con l’emblematica un’alternativa: Le anime morte di Gogol. L’editore accetta la ininterrotto, la bri k a di i ikov è forse il personaggio più La città di Berlino è divenuta, sin dalla promulgazione della figura del padre e si chiude sulla sua pietra tombale coronata proposta senza esitazione. emblematico del racconto di Chagall. Da modesto mezzo di costituzione del 1919, l’epicentro culturale della Repubblica dalla stella di David che ricopre un corpo pacificato, come ad- È così che, dal 1923 al 1927, Chagall si getta a capofitto nel trasporto, nelle immagini all’inizio del viaggio, il calesse si va di Weimar. Infatti, anche se la sede del governo di coalizio- dormentato nell’attesa di una prossima resurrezione. rigoglioso mondo di una Russia rurale assai vicina a quella progressivamente trasformando fino a diventare una sorta di ne eletto dopo la Grande guerra è Weimar, è a Berlino che, La virtuosità di Chagall passa abilmente dalla puntasecca che lui stesso aveva conosciuto. In fondo, Gogol è per lui una essere aereo, un oggetto-uccello che sorvola una terra che len- malgrado alcuni disordini sociali, affluisce tutta l’intelligen- all’acquaforte o alla xilografia. Si mostra un allievo particolar- sorta di alter ego: Chagall ritrova nelle pagine del libro la stes- tamente perde le sue sembianze. Per rinascere, infine? cija proveniente dalla Russia e dalla Polonia, tanto che la cit- mente dotato di talento: per meglio rispondere alle richieste sa nostalgia del paese natale e la stessa fascinazione malinco- tà degli anni Venti è in grado di rivaleggiare con quella degli di Cassirer, l’artista decide infatti di esercitarsi nelle differen- nica, e talvolta disperata, delle sue contraddizioni. L’artista anni di Goethe: «Nel cuore del grande stravolgimento gene- ti tecniche con Hermann Struck, rinomato incisore e autore si era peraltro già misurato con i personaggi di Revizor, per Questi tempi non sono affatto profetici… rale, Berlino fu il crogiolo di tutte le possibili e immaginabili del manuale L’arte di incidere, e con Joseph Budko, celebre un progetto che però non aveva visto la luce19. Il racconto di innovazioni in ogni campo, nel cinema come nel teatro, nella xilografo. Questo doppio apprendistato si rivela fruttuoso: Gogol si sviluppa seguendo la buffa odissea di Pavel Ivanovi Il gettarsi a capofitto nel lavoro è necessario all’intimo equi- poesia nella pittura e nella scienza, nell’educazione e nell’ur- Chagall acquisisce quell’incontestabile abilità tecnica che gli i ikov e assume di volta in volta i caratteri dell’epopea pi- librio di Chagall. Dopo Le anime morte, terminate nel 1925, banismo, nella musica e nell’architettura, nella fotografia, permetterà in seguito di realizzare le opere parigine per Am- caresca, della critica sociale o del romanzo fantastico. Cha- l’artista inizia la realizzazione delle gouaches per illustrare nella radio e nel giornalismo»14. Chagall conosce già questa broise Vollard. Dal 1923 al 1930, l’artista si impegna nell’av- gall ritrova in queste pagine una vasta commedia umana che le favole di La Fontaine. È una scelta che lascia trasparire città e sa quanto sia divenuta culturalmente ricca grazie all’in- ventura del libro illustrato. Personaggio affascinante quanto gli consente una totale libertà interpretativa. L’immersione tutta la finezza psicologica del suo committente, Ambroise contestabile apporto dell’emigrazione venuta dall’Est. Nel sorprendente, Ambroise Vollard non si limita a essere un emi- nel lavoro è totale e l’artista realizza ben novantasei incisioni Vollard: non è forse attraverso queste favole che l’artista può giugno 1914, egli stesso aveva lasciato in città, nelle mani del nente gallerista rispettato per la sua professione, ma è uno dei ad acquaforte con cui mette magistralmente in scena i diver- sensibilmente avvicinarsi al genio francese? Si può finalmen- suo gallerista Herwarth Walden, un certo numero di opere. grandi artigiani dell’arte del libro illustrato e si rivelerà deci- si personaggi che popolano questa meschina vicenda: tutto te spalancare, anche per chi viene da lontano, la porta di una In cuor suo sperava, tornato a Berlino, di poterle ritrovare o sivo per lo sviluppo di questa nuova espressione artistica del gira attorno a un penoso imbroglio che consiste nella com- terra d’equilibrio in cui sembra regnare una serena armonia almeno di ricevere il ricavato della loro vendita. L’incontro XX secolo. Dopo aver sostenuto Bonnard e i Nabis, Vollard pravendita dei nomi di servi deceduti, “le anime morte” ap- materna? Sin dal suo arrivo nel 1911, Chagall ha apprezzato con Walden si rivela invece totalmente infruttuoso e Chagall si fa promotore della prima esposizione monografica dedica- punto, iscritte sul registro di un’amministrazione non troppo la Francia che per lui, almeno all’inizio, è rappresentata dalla ne rimane profondamente contrariato. Nel frattempo entra ta all’opera di Paul Cézanne. Anche Picasso deve a lui la sua interessata alla loro sorte. Partendo dalle numerose pagine bellezza di Parigi. Tuttavia, è con un’altra Francia che l’artista in contatto con Paul Cassirer, eminente gallerista ed editore, prima esposizione a Parigi nel 1901. Se da una parte la perspi- di Gogol, Chagall dà forma, con brio e con un umorismo prova a misurarsi tra il 1923 e il 1930. Una terra spesso igno- nonché parente del grande filosofo Ernst Cassirer, che aveva cacia di cui dà prova nel proporre al pubblico i vari Cézanne, che talora rasenta la satira, ai diversi personaggi che il pro- rata, rurale e paesana, che Chagall scopre poco a poco, nel fatto conoscere in Germania Van Gogh, Cézanne, i cubisti Maurice Denis, Van Gogh, Gauguin, Matisse, Picasso fa di tagonista i ikov rincorre senza sosta alla ricerca ogni volta corso degli incessanti viaggi che intraprende, frequentemente francesi, i futuristi italiani e i costruttivisti russi. Liberatosi lui uno dei più grandi mercanti d’arte dell’epoca, dall’altra la di un nuovo proprietario da imbrogliare. Manilov, Sobakévi , in compagnia di Robert e Sonia Delaunay. Aspro in Auver- del legame con Walden, Chagall si avvicina progressivamen- sua attività d’editore lo porta alla ribalta come protagonista Nozdriov, la signora Korobo ka Pliou ine prendono vita nel gne, fiero in Savoia, morbidamente radioso in Provenza o nel te a Cassirer e al suo direttore Walter Feilchenfeld, e rimane della modernità: senza dubbio è a lui che si deve la nascita tratto impietoso dell’artista che svela tutta la loro piccolez- Roussillon, il paesaggio francese diventa la fonte d’ispirazio- affascinato dal fatto che il gallerista è promotore di fecondi del libro d’artista, la grande passione della sua vita. Sulla scia za morale e l’irrilevanza di queste vite umane, troppo uma- ne per una nuova gamma di colori e di luci dalla rassicurante incontri tra scrittori, poeti e pittori. Inoltre Paul Cassirer si di quanto fatto da Apollinaire e da Alfred Jarry, Vollard non ne. La bri k a (calesse) degli eroi, guidata dall’intemperante trasparenza. I poderi, le chiesette di campagna, il lavoro nei mostra da subito disponibile a pubblicare La mia vita, il te- si limita a contemplare l’intima interpenetrazione che unisce cocchiere Selifane, attraversa diverse città e campagne dove campi e il bestiame colto nella sua rustica esistenza si alterna- sto autobiografico redatto dall’artista in Russia e che la mo- testo e immagine, ma la porta al suo massimo compimento si agita invano una borghesia provinciale che passa il tempo no ai ritratti di Ida e di Bella, immerse in un paesaggio breto- glie Bella legge abitualmente nei salotti berlinesi15. Anche se coordinando il lavoro comune dello scrittore e del poeta, raccontando e ascoltando pettegolezzi insignificanti. Ogni in- ne oppure mediterraneo, come se, da tale unione, scaturisse la traduzione del testo di Chagall in tedesco presenta da su- dell’artista, dell’incisore e dello stampatore. Nel 1924, nella cisione, realizzata con un tratto che disegna figure smisurata- una familiarità di lunga data. Chagall si reinventa una terra bito problemi interpretativi, l’editore non demorde e decide nuova galleria in 28 rue Martignac16, si premura di scegliere mente allungate o arrotondate, messe in primo piano oppure natale: «Prende fiducia in se stesso, scopre un paradiso di luce di realizzare un portfolio di venti incisioni, ad acquaforte o con cura la carta, il carattere tipografico, la rilegatura, al fine calate in uno spazio mutevole, restituisce la verità dei caratte- e di colore, prova un’ebbrezza che gli fa esclamare oggi che a puntasecca, che viene pubblicato nel 1923 con il titolo Mein di adattare tutto allo specifico testo da illustrare e alle diverse ri dei personaggi nonché la tristezza nostalgica dei paesaggi. quello fu il periodo più felice della sua esistenza»20. Leben (La mia vita). L’assenza di testo è compensata dalle im- sensibilità degli artisti illustratori. Il dialogo che intraprende Le avventure di i ikov vengono definitivamente pubblicate Ciononostante, in una lettera scritta in russo e inviata a Pa- magini, che traducono con ironia, tenerezza e acutezza la vita con Chagall si rivela fondamentale per lo sviluppo dell’arte nel 1942 con il titolo di Le anime morte, e occorrerà atten- vel Ettinger a Mosca, tra il dicembre 1926 e il gennaio 1927, quotidiana di una famiglia ebrea. La madre e il figlio, La non- del libro illustrato: spinto dal desiderio di aggiungere al suo dere il 1948 perché Tériade, succedendo a Vollard, ne faccia Chagall esprime tutt’altro sentimento scrivendo: «Caro Pavel na, La sala da pranzo, Casa a Vitebsk, La via Pokrovskaya, L’in- catalogo un testo russo, Vollard propone all’artista di lavorare un’edizione illustrata. Davidovi , come state? Come sapete sono quasi completa- segnante di Talmud, sono tutti ritratti che sembrano provenire sul testo della contessa de Ségur, nata Rostopchine, Il genera- Con questo lavoro Chagall ottiene un abbagliante successo mente tagliato fuori dalla Russia. Nessuno mi scrive e io non da una memoria che si ostina a conservare preziosamente un le Durakine. Una proposta che non trova Chagall favorevole, probabilmente per il fatto che per lui si era trattato di rivive- scrivo a nessuno, come se in Russia non fossi neppure nato… ricordo. La tecnica della puntasecca, derivata da quella a bu- per quanto il nome di Durakine lo debba aver fatto sorride- re un vero e proprio ritorno, per quanto solo letterario, nel- voi siete il solo al quale mi rivolgo in russo. Chi l’avrebbe mai lino, previlegia la finezza e l’energia della linea. Chagall dosa re17. Forse per dimenticare il suo desiderio di scrivere, Vol- la terra natale, abbandonata con la morte nel cuore. L’artista detto ma devo divenire un artista francese per quanto non ap- magistralmente il tratto nervoso della puntasecca e quello più lard si lega di un’amicizia profonda ad Alfred Jarry ed è tur- aveva un impellente e intimo bisogno di ricostruire interior- partenga a questo paese. Mi tornano spesso alla mente la mia morbido dell’acquaforte con cui l’artista modula le ombre. Si bato dal personaggio di Ubu18. Chagall rimanda al mittente mente questa Russia eterna, sospesa come lui tra rimpianti natia Vitebsk e i suoi campi coltivati… e in particolare il mio 12 13 CHAGALL. VIAGGIO NELLA BIBBIA «APPARTENERE A UN LIBRO COME SI APPARTIENE A UNA STORIA!» cielo. Per farvi capire come la Francia mi tenga in conside- sa del sionismo. Già dal 1911, a Parigi, Koenig faceva par- va nello scrivere in yiddish o in russo, lingue attraverso cui Palestina del 1931, e la conseguente forte emozione estetica razione, vi allego qualche articolo di giornale a me dedicato. te di un gruppo di giovani artisti ebrei uniti da una comune esprimeva la propria doppia identità, ma anche di seguire e spirituale che assale l’artista alla scoperta di questa terra Mi è impossibile mandarvene di più ma voglio fare un’ecce- ideologia – secondo la quale era urgente rivendicare un’arte l’emergere del progetto biblico che Chagall porterà a com- dal passato immemorabile segnano la spontanea irruzione zione per i pezzi che riguardono le mie ultime esposizioni di specificamente ebrea basata sulle fonti e sulla ricerca etnogra- pimento molto più tardi con il ciclo del Messaggio Biblico. del colore. È in effetti partendo dal colore che egli inizia a incisioni e di pitture. Mi è giunta voce che Alexandre Benois fica – noti come i Makhmadniki24. Chagall aveva da sempre A partire dal luglio 1925, Chagall riferisce a Leo Koenig l’ur- eseguire il progetto biblico, perché dal testo occorre passare abbia, per esempio, percorso la Russia e scritto riguardo agli rifiutato di frequentare questo gruppo, riluttante verso ogni genza di procurargli una Bibbia, per quanto abbia già rice- al reale, dal libro occorre passare al paesaggio e dalla lettura artisti russi a Parigi senza neppur far menzione del sottoscrit- impegno che potesse imprigionare la sua libertà creatrice e vuto il libro in yiddish inviatogli da Versavia da Opatoshu. A all’esperienza diretta. La Palestina, dove la luce ha un’inten- to. Le mie tele sono sparse un po’ in tutto il mondo e in Rus- verso una concezione nazionalista dell’arte. Tale scelta viene quest’ultimo, l’artista scrive una cartolina dal lago Chambon: sità talvolta insostenibile, custodisce la presenza divina che sia non c’è nessuno che pensi a me o che almeno si interessi reiterata ancor più vigorosamente nel dopoguerra, quando in «Sinceri ringraziamenti per il Tanakh29. Cari saluti da qui, si manifesta in ogni pietra, in ogni arbusto, in ogni muro, in ad esporle… Realizzo dei libri per gli editori francesi, mentre Francia si sviluppa un movimento di rinascita della lettera- dove soggiorno con la mia famiglia. Saluti anche a Leyvik30. ogni collina. Si disegna un itinerario: La tomba di Rachele, i russi non dimostrano alcun interesse per il mio lavoro. Ec- tura e dell’arte ebraica, sostenuto da André Spire e da riviste Si trova bene tra gli ebrei? Vi stringo la mano e spero di in- La porta della Grazia, Il muro del pianto, La sinagoga di Sa- co come gli anni passano. Anche il libro Le anime morte non militanti come Menorah25, fondata nel 1922, o più generali- contrarvi presto». fed, tutte opere mediatrici che cominciano a fornire materia e arriverà in Russia, dal momento che tutte le copie saranno in ste come La Revue juive, fondata nel 1925 da Albert Cohen In seguito, in una lettera datata 21 settembre 1925, indirizza- giusta sostanza al racconto biblico. Con l’uso del colore, l’im- sottoscrizione»21. e pubblicata da Gaston Gallimard. In Francia come in Ger- ta a Koenig, Chagall insiste: «Non ho certo dimenticato che maginazione creativa dà carne alla parola, anche se talora se Davvero la dolcezza del paesaggio francese non è dunque mania la cultura ebraica fiorisce e si diffonde attraversando le avrebbe fatto piacere riavere la sua Bibbia (in ebraico e in ne discosta. Prendiamo ad esempio La creazione di Eva: tra in grado di bilanciare la cupa inquietudine che sembra da diverse forme d’espressione – dalla stampa al cinema, dalla yiddish) non appena io avessi ricevuto quella di Opatoshu. lo studio preparatorio e la gouache definitiva sono poche le sempre circondare la figura di Chagall? Nel 1927 l’artista ha letteratura alla musica e all’arte – grazie all’immigrazione di Tuttavia… la sua ha una versione in ebraico che purtroppo differenze, se si eccettua la scomparsa della figura divina in ormai terminato le gouaches delle Favole con grande soddi- ebrei provenienti dall’Est o dall’impero ottomano. La forza quella di Opatoshu non ha. Durante il mio lavoro, è oppor- quest’ultima. La trasparenza leggera del lavis rende deciso il sfazione di Vollard. Tuttavia il progetto aveva già cominciato della laicità francese spiega l’attrazione che si esercita su que- tuno che possa contare ancora sulla sua Bibbia. Appena po- tratto della matita e lo schizzo sembra davvero una delle pri- a sollevare elogi nonché diverse critiche prima ancora di es- ste popolazioni cacciate dai loro paesi di origine. trò privarmene, stia certo, ve la invierò con tutta la mia rico- me rappresentazioni del soggetto. Ma se lo si confronta con sere terminato. L’atmosfera non era favorevole agli stranieri Per quanto sicuro potesse essere, il soggiorno in Francia non noscenza. Va bene? Sto lavorando a I profeti (per le edizioni il testo sacro si capisce subito che Chagall ha introdotto una in una Francia che la guerra del 1914 aveva lasciato esangue, è però tranquillo. L’antisemitismo non è scomparso, e il di- Vollard, Parigi)». La lettera prova dunque che Chagall dal ricchezza di senso che nel testo biblico non era sviluppata. che soffriva di una vittoria pagata troppo cara. Al conflitto battito aperto da Le Mercure de France nel 1925 sul tema 1925 inizia a lavorare al progetto, già previsto e commissio- Esso recita: «Allora il Signore Dio fece scendere un torpo- fa seguito un malessere dello spirito lacerato tra una impe- “Esiste una pittura ebraica?” fa emergere le inquietanti cre- nato, di illustrare la Bibbia. Il termine a cui Chagall si rifà è re sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole riosa aspirazione alla pace, l’angoscia della sua perdita e que- pe che attraversano l’opinione pubblica: «la paura di un’in- quello dei Profeti che corrisponde alla sezione dei Neviim e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la sto sentimento diffuso che coglieva lo spirito dell’assurdità vasione ebraica nel mondo dell’arte, unito al conseguente della Bibbia ebraica. Ma di quale Bibbia si tratta? È quella costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse di tutte le cose. Dada ne è l’espressione più disperata, la più pericolo che ne avrebbe corso l’arte francese, provocò una della sua infanzia, letta dalla madre, che risveglia il ricordo all’uomo. Allora l’uomo disse: “Questa volta essa è carne della violenta e la più cinica. Il surrealismo che prevale dopo che risposta antisemita…»26. della salmodia della preghiera, oppure quella della cantilla- mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna (Icha) Breton pubblica nel 1924 il Manifesto del Surrealismo, scon- Chagall ne sente l’eco doloroso, ma il progetto di un’arte tio della sinagoga? L’emozione sorge dalla musicalità delle perché dall’uomo (Ich) è stata tolta”» Gn II,21-23. giura il destino esplorando gli abissi interiori ed esaltando ebraica che cerchi la propria identità nell’illusione naziona- parole, dalla loro sonorità che, una volta penetrata nella me- L’artista realizza la gouache organizzando lo spazio della l’infanzia nascosta in ciascuno. Sull’ala dell’immaginazione lista non gli appartiene. Egli si ostina piuttosto, per quanto moria, rinasce nell’immagine. La Bibbia vivente dell’infanzia, scena in senso verticale per quanto questa verticalità appaia e del sogno Breton spera di trascinare Chagall nella sua av- talvolta sembri rammaricarsene, a seguire un’intuizione fon- questa Bibbia sognata le cui parole sono cantate come in una in contrasto col testo biblico. Adamo, accovacciato al suo- ventura. Ma quest’ultimo resiste irremovibilmente ad ogni damentale al centro del suo percorso: l’arte parla una lingua poesia31, ha prodotto le grandi figure dell’Ebreo rosso32, del lo, continua a dormire; non ha ancora preso coscienza del- reclutamento poetico o ideologico che minaccia la sua libertà universale, l’arte non ha una patria. E ciò è ancor più vero per Rabbino di Vitebsk33, dove rivivono i tratti dello zio Neuch la presenza di Eva, avvolta come in una nuvola attraversata di artista. Fa un’allusione al Manifesto o esprime un biasimo l’Ebreo che la storia ha condannato a essere errante, e per il o dello zio Israël o ancora i paesaggi desolati ed emblematici dalla luce, che sta sopra di lui. Eva segue invece un moto più generale quando si rivolge, in russo, a Leo Koenig il 21 quale non può esserci altra patria se non in seno a Dio. di una fede violata, come nel caso de Le porte del cimitero34 che la spinge verso il cielo popolato di ali, verso il contatto settembre 1925? «Mi appresto a fare I profeti (per l’editore o Il cimitero35. con il Dio Eterno. Tutta l’immagine è pervasa da un’energia Vollard a Parigi) benché qua l’ambiente non abbia niente di Per realizzare le incisioni richieste da Vollard, Chagall deve ascensionale che attribuisce a Eva una sorta di innocente im- profetico… al contrario il male ha preso il sopravvento. Bi- «Mi appresto a fare I profeti…» fare continuo riferimento al testo e non a caso preferisce uti- materialità, in opposizione a un Adamo in carne e ossa, così sogna opporsi. Per quanto strano possa apparire, in questa lizzare una Bibbia redatta in ebreo o in yiddish. Il territorio insensibile all’apparizione da continuare a dormire. Il con- nostra epoca che, malgrado le numerose conquiste, io con- Tra il 1924 e il 1938, Chagall intrattiene una corrisponden- della lingua è anch’esso una patria. L’insistenza con cui l’ar- trasto è accentuato dalla differenza cromatica tra la zona not- sidero folle, si sta diffondendo la tendenza a sfuggire verso za27 ricca di notizie con alcuni dei suoi più intimi amici. Tra tista sollecita Koenig e Opatoshu a procurargli una Bibbia turna, terrestre, dove giace Adamo e lo spazio aereo in cui un’altra dimensione. È da qualche tempo che l’arte ha preso loro, alcuni sono rimasti in Russia, come nel caso di Pavel ebraica sembra ben manifestare questa necessità di leggere in è sospesa la figura di Eva. Quest’opera si impone per la sua una brutta piega: la purezza dell’anima è stata sostituita da Ettinger; altri hanno lasciato la Polonia o la Bielorussia per yiddish o in ebraico l’epopea fondatrice del destino del po- perfezione e la sua ricchezza interpretativa. Chagall restitui- una cloaca»22. La violenza di queste parole esprime un pro- rifugiarsi negli Stati Uniti, come lo scrittore Yosef Opatoshu polo ebreo. Da questa attenta lettura scaturiscono quindi le sce alla donna la purezza originaria e la vicinanza col mondo fondo disordine interiore, confidato a un vecchio compagno o il poeta Avrom Liessin28; altri ancora hanno scelto il Re- sessantasei acqueforti incise da Chagall tra il 1931 e il 1939. celeste che le sono proprie, dal momento che lei è, secondo della Ruche23. Stabilitosi a Londra, questo giornalista fonda gno Unito come Leo Koening. La rilettura di queste lettere Le incisioni hanno la sacralità nera simile a quella della let- la volontà di Dio, l’essere di intuizione divinatrice, l’essere nel 1920 la rivista Renaissance, organo impegnato nella dife- permette non soltanto di scoprire il piacere che l’artista pro- tera ebraica che presiede alla loro realizzazione. Il viaggio in d’amore, sposa della Creazione intera. La benevolenza divi- 14 15 CHAGALL. VIAGGIO NELLA BIBBIA 3. Studio per Adamo ed Eva o Omaggio ad Apollinaire «APPARTENERE A UN LIBRO COME SI APPARTIENE A UNA STORIA!» (Étude pour Adam et Ève ou Hommage à Apollinaire), 1911-1912, gouache su carta, 27,5×24 cm. Collezione privata. na di cui Eva è l’oggetto si propaga nel corso del tempo e si mo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco estende alle figure delle Matriarche, Sara, Rebecca, Rachele io li distruggerò insieme con la terra». E ne consegue una de- e Lia. La Bibbia ebraica non condanna il femminino ma lo scrizione minuziosa e dettagliata dell’arca salvatrice. Chagall dota di tutta l’interiorità protettrice della casa. È la donna passa subito oltre e, in un primo schizzo, mette a confronto l’anima del focolare, quindi del luogo dove si ritorna a Dio Noè con l’angelo messaggero divino. Faccia a faccia si istaura tramite il ritorno a sé. Il dolore di Abramo che piange per la tra loro un dialogo muto. Le due figure, disegnate con trat- perdita di Sara non è solamente il dolore di un marito che to rapido e nervoso, acquistano immediatamente il peso di ha perso, nel senso stretto del termine, la sua metà, ma è in- persone, con il patriarca che implorando sembra difendere sieme quello di un esule cacciato dal luogo della preghiera la causa dell’umanità. Se il primo schizzo mantiene la realtà verso il luogo dell’azione. L’analisi del rapporto tra il testo e del dialogo, nel secondo, più vicino alla gouache definitiva, l’immagine potrebbe spingersi anche oltre. Se la tradizione l’artista introduce per mezzo del colore un terzo personaggio tramanda che l’Eterno abbia sottratto una costola ad Adamo, che sfugge alla vista. Lungi dall’essere il dominio del vuoto alcuni commentatori del Talmud preferiscono adottare una e del nulla, il cielo diventa uno spazio occupato da una cu- traduzione più libera del testo: e dunque, la donna proviene pa profondità blu39 che immobilizza l’angelo e Noè con una letteralmente dal fianco di Adamo o piuttosto è originata dal collera che non si placherà se non dopo il diluvio, quando la suo fianco? Dalla gouache pare che Chagall propenda per la colomba non tornerà più sull’arca40. Le variazioni di blu si ri- seconda ipotesi, evocando l’androgino originario rappresen- trovano anche nei due schizzi della gouache definitiva intito- tato anche in opere importanti come Omaggio ad Apollinai- lata La colomba dell’arca. Straordinari per la densità cromatica re36, Adamo ed Eva37 o Studio per Adamo ed Eva o Omaggio del blu e del nero con cui Chagall carica gli sfondi della com- ad Apollinaire38 (fig. 3). Di conseguenza, il rinvio al testo per posizione, i due schizzi mettono in scena la figura di un Noè La creazione di Eva potrebbe riguardare più precisamente il costretto in uno spazio chiuso e che si affaccia da una finestra passo della Genesi (I,27) in cui: «Dio crea l’uomo a sua im- che lascia intravedere l’azzurro del cielo. Verso questo blu si magine, all’immagine di Dio li crea, crea l’uomo e la donna a invola la colomba. Come variazione della gouache definiti- sua immagine». Il termine Ich, uomo, che genera il femmini- va, il primo schizzo immortala il momento in cui Noè libera le Icha, donna, farebbe quindi riferimento all’umanità intera la colomba in volo. Nel secondo invece l’artista attualizza il prima ancora che alla sua alterità sessuale. Di conseguenza, racconto biblico mostrando Noè con la tradizionale kippah, La creazione di Eva suggerisce il momento preciso in cui Eva vestito di nero e con gli occhi abbassati, immerso nella medi- avrebbe infine acquisito la propria identità, insieme al suo tazione o nella recitazione di una preghiera. Per l’importanza nome, al suo sesso e alla sua autonomia. che attribuisce alla figura di Noè, posto al centro della com- Sembra evidente come Chagall abbia operato una scelta posizione, e per la gradevole malinconia che esprime il suo nell’eseguire le gouaches. La Bibbia è un racconto in cui la volto, così simile a quello de Il rabbino di Vitebsk o a quello narrazione storica si intreccia con quella profetica. Questa di- della Solitudine (cfr. p. 25)41, Chagall iscrive Noè nel tempo stinzione introduce una differenziazione stilistica: certe inci- evenemenziale che sta vivendo lui stesso. Partendo dai det- sioni, come certe gouaches o schizzi, obbediscono a una fun- tagli significativi delle vesti del personaggio, questo processo zione puramente descrittiva. L’avvenimento è semplicemente di verità viene applicato anche allo schizzo Aronne davanti al raccontato e l’artista usa tutta la sua maestria per precisare candelabro. Il centro della scena non è più appannaggio del il dettaglio di un gesto o di una veste. Pur senza dimenticare candelabro divino, ma proprio di Aronne. Chagall inverte co- il corso della storia del popolo ebraico – tema centrale del- sì il contesto tramandato dal testo stesso42, perché sceglie di le sue acqueforti – nelle gouaches Chagall sembra, da una insistere sulla funzione sacerdotale di Aronne, inscrivendolo parte, previlegiare gli avvenimenti fondatori che danno vita non tanto nel contesto liturgico che gli competerebbe quan- a un tempo narrativo più reale di quello prettamente stori- to nelle vesti di un clown in cui lo aveva sognato, come un co, dall’altra chiede al colore, in particolare a quelli usati per personaggio del mondo, ai suoi occhi tragico, del circo. Un gli sfondi, di irradiare e di dilatare lo spazio per tradurvi la clown bianco che sembra incurvarsi sotto il peso di una mis- profondità trascendentale. Lo stesso discorso vale, oltre che sione troppo pesante a cui non ha potuto opporsi. Un clown per La creazione di Eva, per i quattro schizzi che raffigura- bianco, un clown ebreo. no i due episodi di Noè. L’ordine emesso da Dio è imperio- Noè, Abramo, Giacobbe, Mosè, Davide, Isaia, mettono tutti so quanto meticolosamente annunciato nella Genesi (VI,13): in evidenza ciò che, nel testo biblico, di cui l’artista si nutre «Allora Dio disse a Noè: è venuta per me la fine di ogni uo- come Ezechiele43, resta essenziale: questo dialogo ininterrot- 16 17 CHAGALL. VIAGGIO NELLA BIBBIA 4. Mosè sparge la morte tra gli Egiziani (Moïse répand la mort «APPARTENERE A UN LIBRO COME SI APPARTIENE A UNA STORIA!» chez les Égyptiens), 1931, olio e gouache, 62,5×49 cm. Musée national Marc Chagall, Nizza. to, doloroso, ricco di prove ma anche di speranze di un popo- sue meraviglie e i suoi miracoli, le sue tragedie e le sue gioie; lo con il proprio Dio. Alleanza che eternamente si rinnova. È l’indicibile e l’inconoscibile si manifestano nell’immagine. per questo che Chagall si affeziona a questi volti che rifletto- L’esperienza sensoriale della lettura di una Bibbia scritta in no l’immagine divina la cui vicinanza è relazione con l’altro. Il ebraico si rivela per lui un’esperienza spirituale, quasi mistica, volto di Abramo che si leva verso l’angelo salvatore o che resta in cui il mistero e la sacralità risiedono proprio nella scrittura. nascosto dalla mano per esprimere il dolore e il lutto; il volto Il mondo non è forse stato creato con l’energia divina inscrit- di Mosè raggiante della luce celeste (fig. 4); il volto di Elia so- ta nella forma stessa delle lettere ebraiche? E come ricorda speso tra le ginocchia nell’attesa di un segno divino. Volti che Emmanuel Lévinas, il significato divino di un volto, che ne osano apostrofare l’Eterno come per accettarne la dipendenza. giustifica la ra-presentazione, non si svela proprio nella nudi- Chagall legge la Bibbia e ne sente la Voce; legge e traduce tà senza difesa dell’altrui volto? nel presente ciò che non dice espressamente. La Bibbia è at- Chagall lo sa, dal momento che ha intrapreso il medesimo traversata dal tuono della Parola e dall’incandescenza insop- dialogo iniziato dai Patriarchi e dai Profeti, al fine di rendere portabile di una colonna di fuoco. L’artista rende visibili le alla Parola la presenza vivente del Dio nascosto. 18 19 C APITOLO SECONDO «F – – INO A QUANDO IL MIO CORPO COME UN ALBERO » RAGGIUNGA LA RIVA BIBLICA Nathalie Hazan-Brunet Dal 1925, nella sua corrispondenza, essenzialmente in yiddish – per quanto lo si sappia impegnato nell’illustrazione della Genesi –, Chagall non smette di parlare del «libro dei profe- ti»: «Mi appresto a fare I profeti (per l’editore Vollard a Pa- rigi) benché qua l’ambiente non abbia niente di profetico… al contrario il male ha preso il sopravvento. Bisogna opporsi. Per quanto strano possa apparire, in questa nostra epoca che, malgrado le numerose conquiste, io considero folle, si sta dif- fondendo la tendenza a sfuggire verso un’altra dimensione. È da qualche tempo che l’arte ha preso una brutta piega: la purezza dell’anima è stata sostituita da una cloaca. Mi perdo- nerà per la mia brutalità»1. «Comincio – potesse Dio aiutarmi – I profeti»2; «in questo momento non faccio che pitture che scompaiono non appena la mia firma si è seccata, e il libro de I profeti per Vollard, con 100 incisioni3; «in questi ultimi cinque anni, ho sempre desiderato impegnarmi nel progetto di dipingere I profeti, su invito di Vollard; potrei occuparme- ne restando a Parigi, seguendo la stessa procedura usata per l’illustrazione de Le anime morte di Gogol, senza conoscere direttamente la vita di questo periodo»4; e infine, poco prima di partire per la Palestina, nel 1931: «Questo viaggio mi sarà utile per le prossime illustrazioni de I profeti»5. Questo continuo riferirsi a I profeti assume i connotati di una divenire, con loro e mediante loro, l’interprete delle manifesta- formula magica: Chagall ha vissuto la Prima guerra mondia- zioni violente e degli sprazzi di luce della sua epoca; come lui le, e in lui lo spirito della Rivoluzione d’ottobre convive con stesso dirà nel 1937, durante il Primo congresso della cultura le ferite di un esilio definitivo e con la perdita delle tele che, yiddish a Parigi: «Sarebbe un bene se uno dei nostri profeti nel 1914, aveva affidato a Herwarth Walden. Nella Berlino emergesse oggi in un qualche angolo della città e sgridasse il del dopoguerra, tra sconfitta, rivoluzione, inflazione, ascesa mondo». L’artista, secondo Chagall, ha come missione quella del fascismo, l’artista comincia a intravedere le premesse di di far rivivere quello spirito religioso, quella vibrazione mistica una prossima apocalisse. che il mondo sta perdendo poco a poco, secolo dopo secolo6. «Fare I profeti» significava per lui nutrirsi di quella linfa vitale Come i profeti, anche lui è un predestinato, un inviato7. necessaria a divenire a sua volta profeta: trasferire in pittura le D’altronde i profeti si erano già manifestati nella sua opera: loro visioni, i loro inquietanti presentimenti e i loro messaggi, Elia, asceso al cielo in un vortice, personaggio familiare del- 21

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.