Pubblicazione speciale realizzata in occasione della visita al Papa dei vescovi della C.E.R.N.A. la Conferenza Episcopale Regionale dell‟Africa del Nord Città del Vaticano, 4-9 giugno 2007 A cura del SeDoc – Servizio Documentazione della Radio Vaticana INDICE La Conferenza Episcopale Regionale dell‟Africa del Nord P. 2 Repubblica di Tunisia P. 3 Repubblica Popolare Democratica d‟Algeria P. 4 Repubblica araba popolare socialista di Libia P. 8 Regno del Marocco P. 10 La Chiesa nell‟Africa del Nord P. 12 Intervista a mons. Landel, presidente della Cerna P. 14 La Chiesa in Tunisia P. 19 La Chiesa in Algeria P. 20 La Chiesa in Libia P. 21 La Chiesa in Marocco P. 22 La vita della Chiesa nei paesi del Maghreb P. 24 Le visite ad limina P. 53 Giovanni Paolo II e i paesi del Nord Africa P. 67 1 La Conferenza episcopale regionale dell’Africa del Nord – C.E.R.N.A. Le Chiese dell'Africa settentrionale sono riunite nella Cerna, la Conferenza Episcopale Regionale dell'Africa del Nord, che comprende i quattro paesi detti del Maghreb (“Là dove il sole tramonta”): Algeria, Libia, Tunisa e Marocco. In tutto sette arcidiocesi e diocesi, tre vicariati apostolici ed una prefettura apostolica. Chiese dalle radici antiche, che affondano ai primi secoli del cristianesimo, in una terra che ha dato i natali a S. Agostino, Tertulliano e a tre Papi. È una presenza importante, spesso apprezzata dagli stessi musulmani, che si fa largo fra mille difficoltà e diffidenze e talvolta ha portato al sacrificio di religiosi e fedeli. Oggi le comunità cattoliche sono realtà minoritarie in paesi musulmani, ma molto attive nella testimonianza del Vangelo e in opere sociali ed educative. (vedi p. 25). Allo stesso tempo, nei luoghi dove non c‟è azione pastorale diretta, si pone la difficile domanda della continuità della presenza cristiana e del rinnovo delle persone, della loro formazione, anche se un segno incoraggiante viene dal dinamismo portato da laici e movimenti cattolici. Altrettanto complesso il tema delle relazioni tra il mondo musulmano e la Chiesa, nel momento in cui si sono verificate incomprensioni dolorose, ma tutti avvertono l‟importanza di vivere insieme pacificamente per promuovere la pace in società che diventano sempre più pluraliste. Forte è la preoccupazione delle Chiese del Magreb al riguardo degli immigrati subsahariani, in aumento a causa delle difficoltà politiche ed economiche della regione. Il lavoro delle Caritas locali e di altre organizzazioni per rispondere a questa pressione migratoria è considerevole, ed alle Chiese del Maghreb è sempre più richiesto di offrire una presenza di ascolto e di consiglio verso queste persone, insieme ad una rinnovata testimonianza di fede e di solidarietà cristiana. Tutti temi che saranno presi in esame in occasione della visita ad limina e nella prossima assemblea della CERNA che si svolgerà nei prossimi giorni a Roma, sotto forma di incontro con il Santo Padre Benedetto XVI e di un lavoro approfondito con i servizi della Chiesa universale. 2 Per conoscere le Chiese dell’Africa del Nord: Tunisia: www.diocesetunisie.com Algeria: www.ada.asso.dz Marocco: www.dioceserabat.org REPUBBLICA DI TUNISIA Al Jumhuriyah at Tunisiyah Paesi confinanti: Algeria ad OVEST, Libia a SUD-EST Superficie: 164.150 Kmq Capitale: Tunisi Altre città: Sfax Forma di governo: Repubblica presidenziale Presidente: Zin el Abdin Ben Ali (RCD) dal 7 novembre 1987, eletto il 2 aprile 1989 e rieletto il il 20 marzo 1994, il 24 ottobre 1999 e il 24 ottobre 2004 Primo Ministro: Mohammed Ghannouchi (RCD) dal 17 novembre 1999 Moneta: Dinaro tunisino Popolazione: 9.010.872 (cens. 2004); 10.0313000 (stima 2005) Lingua: arabo (ufficiale), francese Religione: maggioranza musulmana; cattolici 0,20 % Membro di: Lega Araba; OCI; ONU; UA e WTO, associato UE [Dati De Agostini 2007] Cenni storici La Tunisia è stata abitata fin dalla preistoria: la presenza umana è documentata fin dal paleolitico. I suoi primi abitanti noti furono tribù berbere. Oggi una piccola minoranza. Nel 814 a.C. venne fondata Cartagine da parte di coloni provenienti dalla Fenicia che diventò rapidamente una grande potenza marittima. Dopo 118 anni di guerre con Roma (Guerre Puniche), nel 146 a.C. il territorio cartaginese venne annesso da quest'ultima diventando la prima colonia romana al di là del Mediterraneo. La città risorse romana e conobbe una grande prosperità. 3 Nel 1574 fu annessa all'Impero ottomano. Nel 1705 fu fondata la dinastia Husseinita, che regnerà fino al 1957. Protettorato francese dal 1881, la Tunisia fu dichiarata indipendente il 20 marzo 1956. Il 25 luglio 1957 l'Assemblea costituente proclamò la Repubblica e affidò la presidenza a Habib Burghiba, che la conservò per trent'anni fino alla sua destituzione forzata "per senilità" il 7 novembre 1987. Gli è succeduto il gen. Zin el Abdin Ben Ali, promotore della rimozione, che in seguito è stato più volte rieletto. Secondo la Costituzione del 1° giugno 1959, emendata più volte (1988, 1999 e 2002), il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio diretto con mandato di 5 anni ed è più volte rieleggibile; egli nomina il primo ministro e i membri del governo. Nel Paese è vietata la costituzione di partiti su base religiosa: quindi i partiti islamici sono fuori legge. Nel 1995 il Paese ha firmato un accordo di associazione con l'UE, entrato in vigore nel 1998. Secondo l‟ultimo rapporto mondiale di Davos, la Tunisia è al primo posto per sviluppo e competitività tra i Paesi arabi facenti parte del gruppo delle nazioni emergenti e questo risultato si deve a “qualità dell‟insegnamento, buon rendimento di istituzioni pubbliche e governative, stabilità e apertura al progresso”. Sempre nell‟ambito degli Stati emergenti, il paese africano è al terzo posto per competitività e sviluppo a livello mondiale, preceduto soltanto da Malesia e Cile. Inoltre il rapporto di Davos - effettuato su 128 paesi divisi in tre gruppi (a sviluppo avanzato, emergenti e a sviluppo debole) - attribuisce alla Tunisia un ulteriore primo posto tra le nazioni arabe e africane per quanto riguarda le tecnologie dell‟informazione, della comunicazione e del turismo. [Fonte De Agostini 2007 e agenzie varie] REPUBBLICA POPOLARE DEMOCRATICA D’ALGERIA Al-Jumhuriya al-Jaza'iriya ad-dimuqratiya ash-sha'biya Paesi confinanti: Marocco a Nord-Ovest, Mauritania e Mali a Sud- Ovest, Niger a SUD, Libia e Tunisia ad Est Superficie: 2.381.741 Km² Capitale: Algeri Altre città: Orano, Costantina. 4 Moneta: Dinaro algerino Forma di governo: Repubblica Presidente: Abdelaziz Boutelfika (RND) in carica dal 27 aprile 1999, rieletto l'8 aprile 2004 Primo Ministro: AbdelazizBelkhadem (FLN), dal 24 maggio 2006 Popolazione: 29.100.863 ab. (cens. 1998); 32.900.000 ab. (stime 2005) Lingua: Arabo (ufficiale), Francese, dialetti Berberi Religione: maggioranza musulmani; cattolici 0,01% Membro di: Lega Araba, OCI, ONU, OPEC E UA Cenni storici Abitata anticamente da popolazioni berbere (Numidi, Mauri e Getuli), il territorio dell‟attuale Algeria fu controllato in successione da Fenici, Cartaginesi, Romani, Vandali e Bizantini. Gli Arabi giunsero per la prima volta nella zona nel VII secolo e non vi crearono insediamenti stabili fino all'VIII secolo. L'influenza araba trasformò completamente la cultura della regione; si diffusero l'Islam e la lingua araba, e in seguito l'Algeria conobbe (insieme alla Tunisia) il dominio di una successione di dinastie arabe fino ad entrare a far parte dell'Impero Ottomano. Lo stato barbaresco di Algeri sopravvisse fino al XIX secolo; a questo stato si può ricondurre la moderna identità nazionale algerina. I francesi iniziarono la conquista dell'Algeria nel 1830. Pur riuscendo rapidamente a occupare Algeri, dovettero poi fronteggiare trent'anni di ostinata guerriglia per giungere a controllare tutto il paese. Nel 1857 cadde l'ultima regione indipendente, la Cabilia e nel 1871 l'Algeria francese era "pacificata". I francesi ebbero sull'Algeria un'influenza politica, culturale e demografica che ha pochissimi paralleli nella storia del colonialismo in Africa (al punto da essere dichiarata nel 1947 territorio metropolitano dello Stato francese). Il Paese conquistò l‟indipendenza il 3 luglio 1962 dopo una sanguinosa guerra (Guerra d’Algeria, 1954-1962) che vide opporsi l'esercito francese e i francesi d'Algeria, da un lato, e il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN, Front de Libération 5 Nationale) e altri movimenti indipendentisti, dall'altra, con azioni di guerriglia e terrorismo da ambedue le parti. Dopo l‟indipendenza il Governo algerino è stato a lungo controllato dai militari, che hanno dato al paese un‟impronta socialista e “non allineata” in politica estera. Nel 1989, in seguito a forti movimenti di piazza, una nuova Costituzione ha sancito la fine del sistema socialista a partito unico. Al primo turno delle elezioni politiche del 26 dicembre 1991 il Fronte islamico di salvezza (FIS) ha ottenuto un grande successo. Sono intervenute quindi le forze armate, che hanno sospeso il secondo turno delle elezioni, hanno sciolto il FIS e arrestato i suoi dirigenti. Ha avuto così inizio un periodo di feroci scontri tra le forze governative e i gruppi fondamentalisti, autori di numerosi massacri di civili (oltre 150 mila le vittime tra il 1993 e il 2005). Nel 1999 è stata approvata con referendum la "Legge per la concordia civile", un tentativo del governo di promuovere la riconciliazione nazionale, ma le azioni del GIA (Gruppo islamico armato) e del GSPC (Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento) sono continuate fino ai primi mesi del 2006. Movimenti autonomisti sono attivi in Cabilia. Secondo la Costituzione del 1989 (emendata con referendum il 28 novembre 1996), il Presidente della Repubblica, che ha ampi poteri di governo, è eletto a suffragio diretto con mandato di 5 anni. Non sono ammessi partiti politici la cui ideologia si richiami alla razza, alla religione, al sesso o alla lingua: sono quindi fuori legge i partiti islamici. L'Islam è dichiarato tuttavia religione di Stato e sono vietate le pratiche contrarie alla "moralità musulmana". Nel 2003 il Governo ha creato il "Dar el Ifta", un'istituzione religiosa che ha il compito di fornire le indicazioni e le prescrizioni ufficiali in materia di fede. Il 1° marzo 2006 è entrata in vigore la "Carta per la pace e la riconciliazione nazionale" approvata con referendum il 29 settembre 2005. La legge prevede la cancellazione di tutti i procedimenti giudiziari nei confronti dei ribelli islamici che rinunceranno alla violenza e consegneranno le armi; dal beneficio sono in ogni caso esclusi i soggetti implicati in massacri collettivi e attentati. Contrarie a queste misure di pacificazione promosse dal presidente Bouteflika si sono dichiarate le associazioni dei parenti delle vittime. L'11 marzo il Paese è stato colpito da una nuova serie di attacchi terroristici nella capitale Algeri rivendicati da al Qaeda in concomitanza con altri attentati nel vicino Marocco. Gli attentati sono stati messi in relazione con le elezioni legislative del 17 maggio, vinte dal Fronte di liberazione nazionale (Fln), partito di 6 maggioranza, con 136 seggi su 389 della Camera. L'alleanza che sostiene il presidente Abdelaziz Bouteflika, formata da Fln, Raggruppamento nazionale democratico (liberale) e Movimento della società di pace Msp (islamico), hanno conservato la maggioranza assoluta, con 249 seggi. Il tasso di affluenza, ai minimi storici, è stato del 35,65%. (Fonte De Agostini 2007 e agenzie varie) 7 REPUBBLICA ARABA POPOLARE SOCIALISTA DI LIBIA Al Jumahiriyah al Arabiyah al Libiyah ash Shabiyah al Ishtirakiyah al Uzma Paesi confinanti: Tunisia a Nord-Ovest, Algeria ad Ovest, Niger e Ciad a Sud, Sudan a Sud-Est, Egitto ad Est Superficie: 1.759.540 Km² Capitale: Tripoli Altre città: Bengasi Moneta: Dinaro libico Forma di governo: Repubblica socialista araba islamica. Capo dello Stato: Muammar al-Gheddafi, dal 1° settembre 1969 de facto, come leader della rivoluzione dal 2 marzo 1979 Capo del Governo: Al-Baghdadi Alì al-Mahmudi, dal 5 marzo 2006 Popolazione: 4.404.986 (cens. 1995); 5.834.000 (stime 2005) Lingua: Arabo (ufficiale), Inglese, Francese, Italiano Religione: maggioranza musulmana; cattolici 1,84% Membro di: Lega Araba, OCI, ONU, OPEC e UA Cenni storici Le prime tracce nella storia libica vengono lasciate da una serie di insediamenti Fenici, poi assorbiti da Cartagine nel VI secolo a.C. insieme a tutta la fascia costiera: l'interno, desertico venne lasciato a se stesso dai cartaginesi ed un secolo dopo (V sec a.C.), sorse, nel Fezzan, l'impero Garamanti. Dopo la definitiva conquista romana di Cartagine nel 146 a.C., la Libia nord-occidentale entrò a far parte delll‟Impero Romano e, poco più tardi, venne costituita come provincia col nome di Tripolitania. Circa trent'anni dopo, nel 74 a.C., le legioni romane conquistarono la Cirenaica, ma la loro avanzata verso Sud venne fermata dai Garamanti. Dopo la caduta dell'impero Romano i Vandali, provenienti dalla Spagna, occuparono la Libia nel 455 d.C., per venirne scacciati due secoli dopo dagli arabi. La dominazione araba durò fino al 1146 quando la Libia fu conquistata dai Normanni di Sicilia cui dopo il 1521 subentrò progressivamente 8 l'Impero Ottomano. Nel 1711 sorse a Tripoli la dinastia dei Karamanli, plenipotenziari del Sultano, che prosperarono proteggendo le attività dei pirati, che usavano come base il porto di Tripoli, e favorendo attivamente il commercio degli schiavi destinati alle colonie americane. Nel 1835, su pressione delle potenze europee irritate da queste attività, il Sultano della Sublime Porta rimosse i Karamanli dall'incarico di suoi rappresentanti. Pochi anni dopo, nel 1843 Mohammed Al Senusi, capo di un importante movimento religioso, si stabilì in Cirenaica e fece proseliti in tutta la Libia. Con questo movimento si dovette scontrare anche l‟Italia dopo l‟occupazione della Libia nel 1911. La colonizzazione italiana della Libia durò fino alla caduta del Paese nelle mani degli Alleati nel 1943. Divenuta indipendente nel 1951, sotto il sovrano Mohammed Idris-al-Senussi (Idris I), la Libia entrò nella Lega Araba nel 1953 e nell'ONU nel 1955. Sei anni dopo (1961) iniziò l'estrazione del petrolio libico. Nel 1969 il colonnello Muammar al-Gheddafi, leader del movimento degli "Ufficiali liberi", rovesciò la monarchia con un colpo di stato militare, instaurando una repubblica socialista-islamica basata su un'ideologia proposta come alternativa sia al comunismo che al capitalismo (illustrata nel famoso Libro Verde). Gheddafi assunse il controllo della gestione del petrolio, chiuse le basi militari straniere e avviò un'importante riforma agraria. Sul piano internazionale l'attivismo di Gheddafi, e in particolare il sostegno dato da Tripoli a una nutrita schiera di movimenti armati (compresa l'IRA), ha provocato alla Libia non pochi problemi, soprattutto nei suoi rapporti con gli Stati Uniti che hanno visto in essa uno sponsor del terrorismo mondiale, iniziando una guerra non dichiarata contro il regime del colonnello. Il suo rifiuto di consegnare i terroristi responsabili dell'attentato di Lockerbie (1988) ha provocato l'isolamento diplomatico e la condanna internazionale del suo regime, che dal 1992 è stato sottoposto dall'Onu ad un rigido embargo economico internazionale. Il braccio di ferro è durato fino al 1999, quando il colonnello ha accettato fare processare i sospetti da un tribunale internazionale. A ciò ha fatto seguito la fine delle sanzioni e una rapida ripresa dei contatti politici ed economici internazionali, soprattutto con i Paesi dell'Unione Europea (Italia in primis) e con quelli africani. Gheddafi ha avviato anche un processo di modernizzazione e occidentalizzazione delle istituzioni politiche ed economiche del Paese. Il colonnello ha preso sempre più le distanze da regimi che non godono delle stesse simpatie. Questo processo di 9 “riabilitazione” si è compiuto il 15 maggio 2006, quando gli Stati Uniti hanno riaperto ufficialmente la loro sede diplomatica a Tripoli. [Fonte De Agostini 2007 e agenzie varie] REGNO DEL MAROCCO Al Mamlakah al Maghribiyah Paesi confinanti: Spagna a Nord (Ceuta e Melilla), Algeria a Sud- Est, Mauritania a Sud ed Est Superficie: 458.730 Km² (escluso il Sahara Occidentale) Territori annessi: Sahara Occidentale (266.000 Km², 250.500 ab. circa) Capitale: Rabat Altre città: Casablanca, Marrakech, Fès, Meknès Moneta: Dirham marocchino Forma di governo: Monarchia costituzionale Sovrano: Sidi Mohammed (Maometto VI) dal 24 luglio 1999 Primo Ministro: Dris Jettu (dal 9 ottobre 2002) Popolazione: 29.475.763 ab. (cens. 2004, esclusa popolazione Sahara Occidentale); 29.948.000 (stima 2005) Lingua: Arabo (ufficiale), Francese, dialetti berberi, Spagnolo Religione: maggioranza musulmana; cattolici 0,07 Membro di: EBRD, LEGA Araba, OCI, ONU E WTO Cenni storici Il territorio dell‟attuale Marocco ha fatto parte nell‟antichità della regione dell'Africa Settentrionale abitata dai Mauri (Mauretania), comprendente anche parte del territorio dell‟attuale Algeria. Regno indipendente dal IV sec. a.C., subì l'influenza di Cartagine. Fu assoggettata dai romani in seguito all'uccisione dell'ultimo re Tolomeo (40 d.C.) e divenne, nel 42, la provincia della Mauretania Trigitana. Nel 429 d.C, dalla penisola iberica, passarono in questa regione i Vandali, seguiti un secolo dopo dai Visigoti. Nel 683 d.C., circa 50 anni dopo la morte di Maometto, il Marocco venne conquistato dalle truppe di Uqba ibn Nafi. Nel 788, salì al potere per 10
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