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CATALOGHI DI FONTI PER LA STORIA DELL'ISTRIA E DI FIUME VoL. IV - Isola Nostra indici: 1965-1999 PDF

266 Pages·2002·24.6 MB·Italian
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CATALOGHI DI FONTI PER LA STORIA DELL'ISTRIA E DI FIUME VoL. IV CENTRO DI RICERCHE STORICHE - ROVIGNO CATALOGHI DI FONTI PER LA STORIA DELL'ISTRIA E DI FIUME VoL. IV FERRUCCIO DELISE ISOLA NOSTRA INDICI: 1965-1999 UNIONE ITALIANA-FIUME UNIVERSITÀ POPOLARE DI TRIESTE ROVIGNO-TRIESTE 2002 CATALOGHI DI FONTI, Centro di Ricerche Storiche-Rovigno, vol. IV, p. 1-272, Rovigno-Tfieste, 2002 CENTRO RICERCHE STORICHE -ROVIGNO UNIONE ITALIANA- FIUME UNIVERSITÀ POPOLARE DI TRIESTE REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE Piazza Matteotti 13, Rovigno (Croazia), tel. (052) 811-133, fax (052) 815-786 Internet: www.crsrv.org-e-mail: [email protected] COMITATO DI REDAZIONE ARDUINOAGNELLl, Trieste EGIDIO IVETIC, Rovigno Eu o APIH, Trieste LUCIANO LAGO, Trieste MARINO BUDICIN, Rovigno ANTONIO P AULETICH, Rovigno GIULIO CERVANI, Trieste MARINO PREDONZANI, Trieste FRANco CREVATIN, Trieste ALESSIO RADOSSI, Rovigno GIUSEPPE Cuscno, Trieste GIOVANNI RAoossi, Rovigno ANITA FORLANI, Dignano FULVIO SALIMBENI, Trieste REDATTORE MARINO BuDICIN, Rovigno DIRETTORI RESPONSABILI LuciANO LAGO, Trieste GIOVANNI RAoossi, Rovigno ©2002-Tutti i diritti d'autore e grafici, appartengono al Centro di Ricerche Storiche di Rovigno Finito di stampare in Italia -novembre 2002 INDICE PRESENTAZIONE di Marino Budicin ................................................................................. pag. 9 PREFAZIONE di Franco Stener .......................................................................................... pag. 11 INTRODUZIONE AGLI INDICI ................................................................................................. pag. 48 CRONISTORJA DEL PERIODICO .............................................................................................. pag. 49 INDICE GENERALE 1965-1999 ........................................................................................... pag. 61 Gli autori ....................................................................................................................... pag. 61 Gli argomenti ................................................................................................................. pag. 165 l defunti .......................................................................................................................... pag. 181 INTRODUZIONE ALLE TAVOLE ANAGRAFICHE .......................................................................... pag. 257 ]NVII ................................................................................................................................ pag. 263 UBICAZIONE DELLE RACCOLTE ............................................................................................ pag. 264 RINGRAZIAMENTI .............................................................................................................. pag. 265 INDICI ISOLA NOSTRA CATALOGHI DI FONTI, Centro Ricerche Storiche, Rovigno, vol. IV, p. 1-272, Rovigno-Trieste 2002 9 Presentazione Il fiorire, subito dopo l'Esodo, di una ricchissima pubblicistica autogestita ed autofinanziata testimonia la grande volontà di riaggregazione delle singole comunità istriane, fiumane e dalmate sparpagliatesi ai quattro venti dopo la seconda guerra mondiale. Non ultima quella di Isola d'l stria, che ha avuto ed ha tutt'oggi come punto di riferimento il periodico Isola Nostra, inizia to a Trieste nell965, voluto dall'isolano mons. Attilio Delise (1914-1992) grazie alla sua pas sione, tenacia e preparazione ed all'aiuto avuto dai suoi collaboratori. La ricchezza dei contributi, in particolare delle testimonianze storiche, che essi raccolgo no, rappresenta un bene d'inestimabile valore, che non deve rimanere limitato all'utenza della comunità, cui è rivolto. Ma per renderlo accessibile e facilmente utilizzabile da tutti, in partico lare dagli studiosi, la compilazione degli indici diventa di fondamentale importanza. Per i primi 35 anni di Isola Nostra ci ha pensato l'isolano Ferruccio Delise (del ramo dei Tremami) appar tenente ad una delle più numerose e rappresentative famiglie della cittadina istriana. Qui nato nel 1939, egli è esodato con la famiglia a Trieste nell'aprile del 1955. Dopo più di un anno di precaria sopravvivenza nelle baracche è emigrato, nel! 'agosto del 1956, in Australia assieme ai genitori e fratelli. Nel 1962 si è coniugato con la dalmata Mila Novak di Lesina/Hvar. Nell'apri le del 1967 è ritornato con la sua famiglia a Trieste, in seguito raggiunto dai genitori e fratelli. Egli ha trovato lavoro nella ditta di riparazioni navali Saldanavi poi, dal 1969, alla Fabbrica Macchine Sant'Andrea con conseguente passaggio al nuovo stabilimento della Grandi Motori Trieste (con funzione di istruttore per due anni e di capo tecnico per venti due) fino al maggio del 1996, anno del suo pensionamento. Già da tempo interessato alla storia istriana ed in particolare a quella della sua Isola, alla quale è sempre rimasto orgogliosamente affezionato, Ferruccio De lise entra nell'Associazione Isola Nostra dando un fattivo contributo organizzativo in particolare nella redazione dell'omo nimo periodico. Grazie al suo disinteressato impegno ed alla sua perseveranza, egli ha portato a compimento quest'opera con puntuale precisione e lungimiranza, dopo anni d'intenso lavoro. Questi indici, i primi per quanto riguarda la stampa periodica del postesodo, siano da esempio per le altre testate affinché il materiale raccolto con l'appassionata collaborazione di centinaia di persone non vada disperso ma rimanga accessibile e facilmente consultabile come importante documentazione di studio per le generazioni future. Ma questi indici, che da un primo impatto possono sembrare un arido prontuario per una veloce consultazione della rivista Isola Nostra, possono diventare, anche per un semplice ed attento lettore, un mezzo per rivivere Isola non solo leggendo le migliaia di titoli ma pure se guendo gli elenchi dei defunti che, riaccendendo il ricordo di persone care e conosciute, ci permette di ricostruire lontane parentele. Il tutto arricchito da una scelta di fotografie in bianco e nero eseguite nell'anno 1966 da Giovanni Russignan, altro isolano ben conosciuto nell'ambito degli appassionati di Storia Pa tria per aver scritto molteplici volumi sulla storia di Isola. Abbandonata la cittadina nel dicembre del 1948, egli si è stabilito a Muggia, coltivando nel tempo libero la sua passione artistica e l'interesse per la Storia Patria. In anni ancora difficili e controversi, egli ha fissato con coraggio, capacità e professionalità in più di 400 fotografie tutta la sua cittadina; scorci, prospettive, parti colari di un paese, che gradualmente si stava ripopolando ma che dava ancora una sensazione d'abbandono; essa viene mitigata dalla presenza di persone, in particolare bambini, i quali, più della luce stessa, testimoniano una vita che continua. Sentimenti che traspaiono dalla "lettura" di l O CATALOGHI DI FONTI, Centro Ricerche Storiche, Rovigno, vol. IV, p. 1-272, Rovigno-Trieste 2002 INDICI ISOLA NOSTRA queste immagini. Fotografie, queste, scattate per sé dal Russignan e gelosamente custodite in modo da poter le rivedere in qualsiasi momento, come provvidenziale medicina da tener sempre sottomano, per ripercorrere i più bei momenti della sua vita, dalla fanciullezza all'età adulta, inserendosi mentalmente in esse. Nel loro insieme rappresentano un eccezionale documento sto rico. Infatti da allora molte prospettive sono cambiate; anche Isola, in quarant'anni, ha modifica to il suo volto. E queste immagini importantissime rimangono un mezzo insostituibile per rivive re o, semplicemente, per ricordare. MARINO BUDICIN INDICI ISOLA NOSTRA CATALOGHI DI FONTI, Centro Ricerche Storiche, Rovigno, voi IV, p. 1-272, Rovigno-Trieste 2002 Il Prefazione È indubbio che Gutenberg, inventando la stampa nella prima metà del sec. XV, diede un impulso fondamentale nella diffusione delle notizie. Per quanto concerne l'espandersi di quest'arte lungo l'arco dell'Adriatico nord-orientale non possiamo prendere in considerazione settorialmente singole regioni o zone ma dobbiamo sempre considerare nel suo complesso un territorio che va perlomeno da Venezia a Fiume ed il suo entroterra tenendo presenti gli avvenimenti, le problematiche e le appartenenze delle singole realtà nel corso dei secoli. L'lstria centro-costiera gravitava su Venezia non solo perché vi apparteneva in maniera com pleta dopo la caduta del potere temporale dei patriarchi di Aquileia nel 1420, ma per il fatto che la città lagunare rappresentava il punto di riferimento dell'Adriatico settentrionale. Le navi, che risalivano lungo la costa orientale di questo mare, imbarcavano i piloti a Rovigno d'Istria per poi continuare verso Venezia o, piegando a sinistra, verso le foci del fiume Po, punto privilegiato per la penetrazione della Pianura Padana già dall'epoca preromana. Solo dopo la proclamazione del portofranco di Trieste e di Fiume (1719) da parte dell'Imperatore Carlo VI e la realizzazione del Borgo Teresiano, sulle saline dismesse a levante della città medievale, il flusso del commercio marittimo cominciò a deviare sempre più verso il nascente emporio, che dal 1382 apparteneva alla Casa d'Austria, interrompendo i territori veneti nella parte nord-orientale d eli' Adriatico. Ricorda Cesare Pagnini (1899-1989) nel suo prezioso volume: I giornali di Trieste dalle origini al 1959 (Milano 1960) come già alla metà del sec. XV si attesterebbe la presenza d'una attività editoriale a Capodistria per la passione del medico feltrino Panfilo Castaldi qui giunto nel 1456 portandosi appresso il necessario per stampare; una produzione libraria a Cividale nel 1480 testimonia una presenza del settore anche in Friuli nello stesso periodo. Giorgio E. Ferrari, par lando del volume L 'arte della stampa nel Friuli Venezia Giulia, ne ha fatto un'ampia ed appro fondita presentazione (Per la storiografia della stampa e degli studi tipografici riguardo al l'Istria) in AMSIASP (v. LXXXI-LXXXII, 1981-82, Trieste). Poche e saltuarie sono le notizie sull'argomento riferite alla nostra zona. Nel giugno dell'an no 1624 il comune di Trieste prese in esame la domanda dello stampato re Antonio Turrini presen te a Capodistria negli anni precedenti, che voleva trasferire questa attività in ambito cittadino. Poi un silenzio di quasi un secolo ma vien da supporre la presenza d'altre realtà, anche se tenui e saltuarie, nel campo specifico. Però, se la "periferia" per la sua utenza non motivava la presenza d'una stabile bottega arti giana nel settore della stampa, ben provvedeva il "centro" cioè Venezia, anche per le regioni vicine, con i suoi 493 fra stampatori ed editori librari su un migliaio o poco più presenti sulla penisola italiana nel sec. XVI (Enea Marin, Giovanni Antonio Pantera, parentino del cinquecen to, in Strada Granda n. 38, Trieste 1991). Ali' epoca sembra che la città di San Marco sia stata la prima in Italia ad avere un giornale considerando le Gazzette che vennero pubblicate tra il 1620 ed il 1630. Tra le tante, che si susseguirono più o meno virulente, non possiamo scordare l'epidemia di peste del 1630-31, che ridusse drasticamente le popolazioni di Muggia, Capodistria, Umago, Cittanova, Parenzo e Pola, già provate da guerre e carestie, risparmiando quelle di Trieste, Isola, Pirano e Rovigno. Ma ci siamo mai chiesti con profondo spirito critico cosa significasse per l'epoca un'epidemia capace di decimare in maniera così drastica la popolazione di una cittadina? Lasciamo da parte la sfera affettiva ed analizziamo solo un settore della vita pubblica, quello dei mestieri. 12 CATALOGHI DI FONTI, Centro Ricerche Storiche, Rovigno, vol. IV, p. 1-272, Rovigno-Trieste 2002 INDICI ISOLA NOSTRA Pur prendendo in considerazione "l'arte dell'arrangiarsi", fonte prima di sopravvivenza, la repentina scomparsa di artigiani qualificati, il cui impegno era fondamentale nell'economia d'una cittadina di quattro secoli fa come il fabbro, il bottaio, il falegname, il muratore, il carpentiere costruttore di barche, il calzolaio, il macellaio, il fornaio ed il pescatore creava dei pericolosi vuoti nel complesso dell'attività produttiva difficilmente colmabili in tempi brevi, con evidenti ripercussioni sulla ripresa d'una vita normale dopo l'ondata epidemica. Anche una devastazione bellica o più devastazioni consecutive, come furono ad esempio le invasioni barbariche, ebbero lo stesso effetto e con conseguenze ben peggiori, che dipendevano dalla vastità del territorio interessato e dalla loro frequenza nell'unità di tempo. ln pratica veniva a mancare la tranquillità ed il tempo per tramandare i mestieri essenziali con conseguente impoverimento della loro qua lità, figuriamoci se c'era il tempo per pensare alla Cultura in generale ed all'Arte, in particolare, sacrificate ai fini della sopravvivenza a favore delle attività fondamentali. Una carica pubblica poteva essere rimpiazzata in tempi relativamente brevi; di un commer ciante o di un artigiano non essenziale come poteva essere un sarto, un orafo, un fonditore, un pittore, un liutaio non c'era un bisogno immediato. La scomparsa d'una percentuale di contadini equivaleva ad un certo numero di campagne destinate all'abbandono, sulla qual cosa potremmo fare ulteriori considerazioni, non ultima quella che il contadino, pur con approssimazione, è capace di destreggiarsi in vari settori collaterali, connessi alla sua attività. Sentimenti a parte, questa era la realtà con la quale ci si veniva a scontrare. Un'idea in merito ce la possiamo fare leggendo la cronaca di Fabio Fini, uno dei sindaci di Capodistria tra il 1630 ed il 1631, pubblicata da R. M. Cossàr in Archeografo Triestino (v. XLII, 1927-28, Trieste). Coloro che esercitavano i vari mestieri si tutelavano costituendo le confraternite, regolamentate da precisi statuti, cui partecipavano gli artigiani della specifica professione. L'arte dello stampare non era certo un mestiere da annoverare tra quelli di prima necessità per cui, ad un certo momento, la sua scomparsa o la sua mancata presenza in centri come Capodistria, dove maggiore si concentrava l'utenza istriana e dove si potevano trovare all'epoca i pochi rap presentanti di questo mestiere, possiamo imputarla anche all'epidemia di peste del 1630-31 (Egidio lvetic, La peste del 1630 in ]stria, alcune osservazioni sulla sua diffusione, in AMSIASP, v. XCVI, 1996, Trieste). Ridotta la popolazione e tenendo presente l'alta percentuale d'analfabetismo, possiamo con siderare la produzione a stampa proveniente da Venezia come sufficiente al fabbisogno della regione istriana. Dopo più di un secolo, grazie anche all'istituzione del Porto Franco ed all'am pliamento della città, Trieste acquistò nuovo interesse e quindi non a caso si ebbe un risveglio dell'attività tipografica nel nascente emporio con la chiamata da parte di Nicolò Hamilton, presi dente della Suprema Intendenza Commerciale, di artigiani tedeschi per la stampa bilingue di regolamenti, ordinanze ecc. a partire dal 1755. Anche a Gorizia si sviluppò, alla metà del sec. XVIll, una feconda attività culturale che si ridusse dopo il 1792 quando la città venne aggregata al Governatorato di Trieste perdendo l'autonomia provinciale. Lo stampatore Valerio de Valerj, trasferitosi da Cividale nel capoluogo isontino, s'impegnò anche nella pubblicazione delia Gaz zetta Goriziana tra il 1774 ed il 1776. I giornali possedevano fondamentalmente dei contenuti letterari con piccole rubriche basate sull'occasionalità dei collaboratori e sulla necessità comunicativa di notizie locali riguardanti la zona come nel caso dell'emporio triestino. Va ricordato il bisettimanale di notizie commerciali e cronaca Triester Welt-Korrespondent iniziato il 28 febbraio 1781 dal viennese C.G. Moli e sospeso alla fme del 1782 per il suo trasfe rimento dalla città. Il 5 gennaio 1784 la tipografia Trattner presentò il Triester politische und INDICI ISOLA NOSTRA CATALOGHI DI FONTI, Centro Ricerche Storiche, Rovigno, vol. IV, p. 1-272, Rovigno-Trieste 2002 13 Handlungszeitung rivolto, negli intendimenti, anche al pubblico della costa istriana, forse soppiantato, anche a causa della scarsa comprensibilità della lingua in loco, dall'Osservatore Triestino iniziato il 3 luglio 1784 (terminò le pubblicazioni dopo più di un secolo il 2 dicembre 1933). Fu abile Giuseppe de'Coletti a far sopravvivere l'Osservatore Triestino cambiandogli via, via nome e tentando di non compromettersi più di quel tanto con le tre presenze francesi a Trieste, che si alternarono tra il marzo del 1797 e l'ottobre dell813. Nell790 il medico Benedetto Frizzi, giunto a Trieste da Ostiano di Mantova, iniziò e curò per più di un anno il Giornale medico letterario di Trieste, interessante per i contenuti e l'originalità degli argomenti ma forse troppo specialistico per l'utenza d'allora. Dalla tipografia di Gasparo Weis uscì a Trieste il l febbraio 181 O di Corriere 1//irico per un periodo limitato a pochi mesi come accadde ad altre testate in quegli anni di alterne amministra zioni. Ritornando ali'Istria ricordiamo la presenza del Foglio Periodico !striano uscito l'Il set tembre 1807 a Capodistria, la "capitale" della regione avente la massima concentrazione di uffici pubblici e scuole e di conseguenza punto di riferimento per la cultura istriana e per la pubblica amministrazione. Questa prima iniziativa editoriale per la regione istriana venne trasferita a Trieste nel 181 O e cambiò il nome in Foglio Periodico Triestino. Con il fiorire dell'attività pubblicistica alla fme del sec. XVIII nell'emporio triestino, è da supporre che essa supplisse anche alle necessità deii'Istria veneta perlomeno di quella centro settentrionale, non solo per una questione di distanze ma anche di interessi, che lentamente ini ziavano a spostarsi verso il capoluogo giuliano. Non possiamo trascurare la continua osmosi massonica, ricca del suo bagaglio di idee, inte ressi, programmi e perché no anche di testi e giornali, tra la Trieste asburgica e l'I stria e Dalmazia venete agli inizi del sec. XIX. La massoneria fu tollerata nei domini asburgici come nella Repub blica di Venezia. Nell'impero austriaco venne ammessa ufficialmente nel 1785 ma poi vietata dall'imperatore Francesco II nel 1795 (rimase vietata fino alla caduta della monarchia nel 1918) impaurito dagli avvenimenti, che seguirono alla rivoluzione francese. La presenza massonica ebbe una notevole diffusione con la venuta delle truppe francesi al seguito di Napoleone Buonaparte. Se con il trattato di Campoformido (17 ottobre 1797) venne sanzionata la fme della repubblica veneta con conseguente passaggio del Veneto, !stria e Dalmazia all'Austria, con la sconfitta degli austro-russi ad Austerlitz (2 dicembre 1805) e la conseguente pace di Presburgo tra Francia ed Austria (26 dicembre 1805), Veneto, !stria e Dalmazia vennero ceduti alla Francia e poi al Regno d'Italia mentre Trieste rimase agli Asburgo dopo una breve occupazione francese dalla fme del 1805 al marzo del 1806. È in questo periodo che a Capodistria venne fondata la loggia Dell'Ulivo del Levante, che creò forte preoccupazione tra la polizia austriaca perché, secondo i suoi informatori, molti triestini passavano il confme per recarsi a Capodistra ove essere iniziati alla mas soneria. La loggia capodistriana fu per quasi quattro anni il più importante centro massonico della regione (Lodovico Tomaseo, Massoni a Rovigno, in Rovigno d'lstria, v. I. Trieste, 1997). Non a caso venne qui fondato dal prefetto Angelo Calafati il Foglio Periodico !striano stam pato dalla Tipografia Prefettizia. Ricorda il Cherini come alla fme del sec. XVlll, a Capodistria, tentasse l'attività Giovanni Majoli, ma per poco; emigrò presto a Karlstadt, dov'era attivo ancora nel 1809. Parlando di questi incerti periodi storici dobbiamo tenere conto che, tra il 9 ed il 10 aprile 1809, ripresero le ostilità tra francesi ed austriaci e quindi Trieste venne occupata per la terza volta dalle truppe napoleoniche, che rimasero in città fino all'ottobre del1813.

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