■ ■ - - . ----- ■ ■ • t ---- u ·· - sa io esamina i prob ..... i delle e hie oJoni 1av1 delle I die o e~ entali+ col oc n . in pro ..... iva or1gin - l rapp r il e pitalis- nascen e - n a speci ica veste br1tan i a - e e mm- rc·o degli chiavi, , più in gene al ·1 commercio colonia r Se ice o e . ne ettecen .. P dichiara ion el o stess utore, il l1b o non è . una r·cerca 11 di ,ee e d .. interpre azioni. E o è u o stud o economico in senso l str tt su I ru . lo volt dalla ·a vitù n gra d I la tr.,........ nel fi nan-- z1a me o de11· i luzjo --- 1ale in , e s I ruol · svolto dal indl!r■"" i&- t 11s-o in t i aie maturo n - la e el sis::::if"'lli"'li se. p d1stri zio t1co . vm Il a italismo com·- rciale el -. ettecento · -r bbe la ic hez eu- ro a grazie alla rtù e .... onopol·o - I ortune Man I e d Li ·erpool si f nd ono a o sui rofitt1 elle Indie o td - Ma I sv~lupp mpe so delle nuove forze pro tt"ve lj r te d rivo I · e in du · tr1 le ·fj ì col ~ s rugg er , agi i t izi del J' _. ... ace gli ste rapport d1 pr uz wone e e lo avevano alimentato: I cono- -ia 1nd s riale i [ se aveva orma~ da t t la e be a]tri i che quel dello sfruttamen colo e~ [1 I È que to nodo Wi iI iams rl ce ca la cç.nd i zione storica o I , ___ ....,.._ _ tiva I superamento i rapp rt1 schi visti e i · FF'l.e I 'i mp i e o e schi - ri rno fu , - ostoT n g i anni i cui, i l . sterna i for- .... da da una qualsiasi do-rina azzial ..... pr cIs ·""genze pr u anche ~abolizione efla sch·avitù. t to spesso con rabbandat e me "" r·sul a · di una up rior etica litica in ghil er a, non u he ridurre u modo · i rl perd·te miche 11 r1gor e rjcos ru ione s ormca e m iuta da Williams non r:~de a in i -::::lon .. morali ti he~ l ' bie~iv ltimo .~ u IJo di spie un as · ... o o dament · le delta ·v lu i n indu t -i le e i roc ·or soci a I i, itici. an che eal i che e sono s rettam _n e conn es i ~ 1 Eric Will1a è nato a lrinid nel 1911. · , comp· o ad Oxfo d i suoi tudi I uni ersitari~ I u eandosi i S oria nel 1938. to professo e dJ se·enze pali · h È ~ e socral.i pre · l'How,ard University di Was ington D .. C.. Fonda o e,. nel 56 1 del Peoples' Na ·onal Mav . ent di Trinidad · · Tobago, ha rives ·to import nt 1 cariche po ·tìche pr ma e dop - la procl mazion eil'indipe · enza de ·e~ colon· 1 b itannica :al 1961 è primo rnìstro de ''isota. • • "l'i tolc.l originalt· Capitalist11 and Slaver)' Andre Deutsch Ltd, London 1964 © Eric Williams. 1944 ·r·raduzione di Luca Tre,·isani Prima edizione 1971 • • 1 1ams Prefazione di Lucio Villari Editori Laterza Proprietà letteraria riservata Casa editrice Gius. Laterza & Figli, Bari, via Dante 51 CL 20-0212-4 PREFAZIONE Questo volume di Eric Willian1s, apparso negli Stati Uniti nel 1943, raccoglie i risultati di un'ampia ricerca condotta dal l'autore sul ruolo svolto dalla schiavitù negra e dalla tratta nel << finanziamento della rivoluzione industriale inglese e sul ruolo svolto dal capitalismo industriale maturo nella distruzione del sistema schiavistico L'importanza del tema, la complessa do >>. cumentazione qui utilizzata, e la accurata analisi compiuta da Williams del rapporto tra capitalismo e schiavitù nei decenni decisivi della nascita del capitalismo industriale, non possono non farci rammaricare del ritardo con cui l'opera è tradotta in italiano. La storiografia italiana infatti non ha mai avt1to grande inte resse per la storia del colonialismo e tanto meno per quel capitolo di esso che riguarda il secolare commercio degli schiavi. D'altronde, il velen dell'argomento è tale che è anche comprensibile il >> << rifiuto etico-politico di un problema che si riferisce ad altri paesi ( Inghilterra, Francia··e Olanda, soprattutto) e a un periodo ( fine del '600 - primi decenni dell'800) in cui le questioni diplomatiche e politiche sorte in Europa per la spartizione delle Indie non << >> riguardavano nessuno Stato italiano, e gli aspetti economici del commercio coloniale e della tratta degli schiavi erano in parte co Storia del commercio della nosciuti solo tramite le traduzioni della Gran Bretagna di John Cary, mercatante di Bristol 1754) e << >> ( della Storia filosofica e politica degli stabilimenti e del co,nmercio degli Europei nelle due Indie dell'abate Raynal ( 1776-77 ). A tal proposito sarebbe interessante vedere quanto abbia contribuito • V questa voluta ignoranza della storia del colonialismo a far bril lare in Italia, ancora nel nostro secolo, le lanterne magiche de] mal d'Africa e delle verdeggianti foreste libiche di Corra « << >> >> dini mentre le Indie assurde e meravigliose di Salgari si infil >> << travano in tutto un settore della nostra letteratura decadente, crepuscolare e liberty, da Gozzano a Guido da Verona. D'altro canto il superamento etico (o estetico) delle vicende del colonialismo schiavista da parte della storiografia prevalente in Italia fino alla seconda guerra mondiale è avvenuto nella con• vinzione che non fosse indispensabile Io studio dell'ascesa eco nomica della borghesia e dello sviluppo del capitalismo per rico noscere ed esaltare i progressi del moto liberale In questo << >>. quadro ideologico la più che secolare tratta degli schiavi non poteva che rappresentare una parentesi presto chiusa dalla sag gezza dei governanti liberali. L'utilità del libro di Williams non può comunque essere quella di colmare retroattivamente una lacuna della nostra letteratura storiografica, né di smentire qualche storico - è il caso ad esem J. pio di Gallagher che ha recentemente negato che la brutale tratta degli schiavi abbia disgregato le comunità africane della costa occidentale generando un permanente stato di guerra tribale (The New Cambridge Modern History, VII, vol. Cambridge 1966, trad. it. Milano 1968) - che non si vuole fare convincere dai documenti e dalle testimonianze. L'opera di Williams è infatti un contributo al dibattito sulle origini della rivoluzione industriale o meglio del capitale industriale. È ormai fuor di dubbio che nell'ambito del processo di accu mulazione del capitale la cosiddetta accumulazione originaria >>, << come la definisce Marx, sia strettamente collegata all'allargata fun zione dell'agricoltura e all'aumento di produttività del lavoro agricolo. Le premesse dell'industrializzazione di paesi come l'In ghilterra si ritrovano infatti nelle grandi trasformazioni subite dal l'agricoltura. I dati elaborati da P. Bairoch (Révolution industrielle et sous-développement, Paris 1963, trad. it. Torino 1967) con fermano che la parte spettante al capitale commerciale nell'inve stimento capitalistico in imprese industriali in Inghilterra ( come anche in Francia e in Belgio) oscilla appena dal 3 % al 15 % . VI Ma la doma11da cht! a un certo punto del suo discorso si pone Williams - nei primi settantacinque anni del Settecento, chi << cli meglio di un piantatore di zucchero delle Indie occidentali o . trafficante di schiavi di Liverpool poteva essere in grado di un fornire capitale liquido? ci costringe a non sottovalutare >> - l'apporto del commercio triangolare (Inghilterra-colonie-altri paesi europei) dell'aumento del saggio del profitto nelle colonie e (grazie all'uso degli schiavi) allo sviluppo del capitalismo moderno. La riduzione in schia,,itù di milioni di negri (Williams cal cola che nel periodo 1680-1783 l'importazione totale di schiavi in tutte le colonie britanniche abbia superato i due milioni); la produzione di plusvalore assoluto del loro lavoro nelle colonie >> << inglesi, francesi, olandesi, portoghesi, spagnole; gli enormi inte ressi finanziari legati agli scambi di prodotti coloniali e alla rac colta, al trasporto e allo smercio dei negri nelle Americhe (alla fine del '700, ad esempio, nella sola Liverpool il traffico degli schiavi procurava un profitto netto di 300 000 sterline l'anno), devono pure avere contato qualcosa nel processo di accumulazione capitalistica. E il fatto che la presenza di un capitale commerciale, in gran parte di provenienza coloniale, non abbia messo in moto una rivoluzione indnstriale in paesi come la Spagna, il Portogallo e i Paesi Bassi, non significa che analogicamente non abbia creato in Inghilterra un moltiplicatore di interessi e di investimenti << >> capitalistici che andavano dallo scambio di prodotti coloniali con manufatti industriali, all'incremento dei cantieri na,,ali, allo s, i 1 luppo di grandi città portuali, alla crescita eccezionale di nume rose industrie (fino al 1770 un terzo delle esportazioni inglesi dei tessuti di cotone assorbito dalla costa degli schiavi e ft1 << >>, la metà dalle colonie americane e dalle Indie occidentali). Marx definisce il capitale commerciale una forma antidilu << viana del capitale, ma sostiene anche che l'incipiente conquista >> << e il saccheggio delle Indie orientali, la trasformazione dell'Africa in una riserva commerciale delle pelli nere, sono i segni che con traddistinguono l'aurora dell'era della produzione capitalistica. Questi procedimenti idillici sono momenti fondamentali dell' ac cumulazione originaria>>. È evidente d'altronde che il capitalismo VII