Johnny e Benedict sono vissuti sempre insieme, uniti e solidali come fratelli. La loro non è stata un'infanzia comune: il Vecchio li ha portati con sé sulle montagne e nei deserti e loro hanno fatto tesoro della libertà selvaggia e primitiva che la natura offre a chi non ha legami né obblighi con il mondo. Ma tutto finisce quando il Vecchio mette le mani su un vero tesoro: un enorme, impagabile, purissimo diamante che gli consente di fondare un impero di potenza e ricchezza, la Van Der Byl Diamond Company. Un cambiamento troppo radicale per non far crollare anche la più salda delle amicizie. Benedict, diventato un viscido, immorale e corrotto affarista, comincia a fare di tutto per screditare il leale e onesto Johnny agli occhi del padre. E ci riesce perché il Vecchio non accetta l'idea che Johnny, figlio adottivo, abbia più successo - nella vita e negli affari - del suo primogenito. La vendetta scatta, inattesa, alla morte di van der Byl: il testamento metterà i due uomini uno contro l'altro, in un finale di partita che potrebbe consentire a Benedict di gustare il piacere della vendetta definitiva. E sarà, come sempre in Wilbur Smith, una battaglia all'ultimo sangue, dispiegata nelle acque del Sudafrica in un combattimento fatto di scontri frontali, ma costellato anche di colpi bassi e di attacchi sleali. Cacciatori di diamanti alterna, in perfetto equilibrio, una sottile trama psicologica e una sfrenata, esaltante, tesissima azione in cui, come sempre, Smith dimostra la sua strabiliante capacità di coinvolgere il lettore, facendolo partecipare in presa diretta a un indimenticabile duello finale. E se Johnny vorrà vincere, dovrà combattere aspramente perché, spesso, la malvagità umana è più tenace e solida di un inattaccabile diamante.