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Bonhoeffer: La vita del teologo che sfidò Hitler PDF

896 Pages·2012·3.953 MB·Italian
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13 2 I edizione digitale: giugno 2012 © 2010 Eric Metaxas All Rights Reserved. This Licensed Work published under license © 2012 Fazi Editore srl Via Isonzo 42, Roma Tutti i diritti riservati Titolo originale: Bonhoeffer. Pastor, Martyr, Prophet, Spy Traduzione dall’inglese di Pietro Meneghelli ISBN: 978-88-6411-676-1 www.fazieditore.it www.campodeifiori.eu 3 Eric Metaxas B ONHOEFFER LA VITA DEL TEOLOGO CHE SFIDÒ HITLER traduzione di Pietro Meneghelli 4 Zum Andenken an meinen Großvater Erich Kraegen (1912-1944) Denn das ist der Wille des, der mich gesandt hat, daß, wer den Sohn sieht und glaubt an ihn, habe das ewige Leben; und ich werde ihn auferwecken am Jüngsten Tage. In ricordo di mio nonno Erich Kraegen (1912-1944) Giacché secondo il volere di Colui che mi ha inviato chi vede il Figlio, e crede in Lui, avrà la vita eterna; e io lo farò risorgere nel Giorno del Giudizio. 5 Premessa Sono lieto che il mio amico Eric Metaxas abbia scritto questo libro su Dietrich Bonhoeffer. Il pubblico dovrebbe saperne molto di più sul suo pensiero, e sulla sua vita. Quando sono diventato cristiano, al college, uno dei primi libri che ho letto è stato Sequela di Bonhoeffer, seguito, non molto tempo dopo, da Vita comune. Anche se il secondo è forse il più bel libro che abbia mai letto sulla comunità cristiana, è stato il primo a farmi iniziare il viaggio, durato un’intera vita, nel significato della grazia. Non è possibile comprendere Sequela di Bonhoeffer se non si tiene presente la scioccante capitolazione della Chiesa tedesca di fronte a Hitler negli anni Trenta. Come ha mai potuto la “Chiesa di Lutero”, il grande maestro del Vangelo, giungere a tal punto? La risposta è che il vero Vangelo, quello che Bonhoeffer definì una «grazia a caro prezzo», era stato dimenticato. Da una parte, la Chiesa era ormai caratterizzata dal formalismo. Il che significava andare in chiesa per sentirsi dire che Dio ama e perdona proprio tutti, e che in realtà non importa granché come viviamo. A questo proposito Bonhoeffer parlava di grazia «a buon mercato». Dall’altra parte c’era il legalismo, ovvero l’idea di una salvezza da ottenere tramite il rispetto della legge e le opere buone. Secondo il legalismo, Dio ti ama perché vivi in armonia con te stesso e stai cercando di condurre una 6 vita buona e disciplinata. Entrambe queste correnti di pensiero resero possibile l’ascesa al potere di Hitler. Forse i formalisti tedeschi videro cose che li disturbavano, ma non individuarono alcuna necessità di sacrificare la propria incolumità per impedirle. La reazione dei legalisti fu quella di nutrire atteggiamenti farisaici verso altre nazioni e razze che approvavano la politica di Hitler. Ma, nel complesso, la Germania perse quel brillante equilibrio evangelico che Lutero aveva illustrato con tanta insistenza – «Possiamo esser salvati tramite la sola fede, ma non tramite una fede che è sola». E cioè, siamo salvati non da qualcosa che facciamo, ma dalla grazia. Ma se abbiamo veramente capito il Vangelo e crediamo in esso, questo cambierà quel che facciamo e il modo in cui viviamo. Al tempo dell’ascesa di Hitler buona parte della Chiesa tedesca intendeva la grazia solo come un’astratta accettazione: «Dio perdona; questo è il suo compito». Ma noi sappiamo che la vera grazia deriva da un sacrificio costoso. E se Dio è stato pronto a salire sulla croce e a sopportare tutto quel dolore, pagando un prezzo tanto alto per salvarci, allora noi dobbiamo vivere nel sacrificio di servire gli altri. Chiunque comprenda davvero come la grazia di Dio giunge a noi ne avrà la vita trasformata. Il Vangelo è questo: non è salvezza tramite la legge o una grazia a buon mercato, ma attraverso una grazia a caro prezzo. La grazia a caro prezzo ci cambia dal di dentro. Né la legge né la grazia a buon mercato possono farlo. Ma un fraintendimento del genere non potrebbe certo 7 capitare oggi, non è così? E invece sì, potrebbe capitare. C’è ancora una gran quantità di legalismo, e di moralismo, nelle nostre chiese. Per reazione, molti cristiani preferiscono parlare solo dell’amore e dell’accettazione di Dio. A loro non piace parlare di come Gesù morì sulla croce per placare la collera e la giustizia divina. Alcuni parlano addirittura di «violenza divina verso un figlio». Ma se non stanno attenti, corrono il rischio di cadere nell’illusione di una “grazia a buon mercato” – un amore a poco prezzo da parte di un Dio non-sacro, che si limita ad amarci e accettarci così come siamo. Questo non cambierà mai la vita di nessuno. Sembra dunque che ci sia ancora bisogno di ascoltare Bonhoeffer e gli altri che, nel discutere la natura del Vangelo, hanno scelto la profondità. Timothy J. Keller (Autore di The Reason for God, best seller del «New York Times») 8 Prologo Londra, 17 luglio 1945 Noi siamo tribolati, in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati, ma non uccisi; portiam sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo; poiché noi che viviamo, siam sempre esposti alla morte per amor di Gesù, onde anche la vita di Gesù sia manifestata nella nostra carne mortale. Talché la morte opera in noi, ma la vita in voi. 2COR 4,8-12 La pace era infine tornata in Europa. Il suo volto familiare, prima malvagiamente deforme e terrificante, appariva di nuovo rilassato, nobile e fresco. Ci sarebbero voluti anni per comprendere quel che l’Europa aveva passato. Era come se avesse subito un interminabile esorcismo, che le aveva cavato fino all’ultima stilla di vita. Ma alla fine le legioni di demoni urlanti erano state cacciate. La guerra era finita da due mesi. Il tiranno s’era tolto la vita in un grigio bunker sotto la sua capitale ridotta in macerie; gli alleati avevano proclamato la vittoria. Lentamente, lentamente, la vita in Gran Bretagna ricominciava. Allora, come se fosse rimasta in attesa di un segnale, arrivò l’estate: la prima estate di pace dopo sei anni. 9 Ma, quasi a riprova di come tutto quel che era accaduto non fosse stato solo un sogno, o un incubo, continuavano ad affiorare nuove testimonianze su quel periodo. Ed erano orribili, come tutto ciò che era accaduto negli anni precedenti. Spesso erano anche peggiori. All’inizio dell’estate si cominciarono a conoscere le terribili realtà dei campi di sterminio e delle inimmaginabili atrocità che i nazisti avevano inflitto alle loro vittime in quegli infernali avamposti del loro effimero impero. Voci erano circolate durante tutto il periodo della guerra, ma ora la realtà era confermata da foto, filmati dei cinegiornali e resoconti di prima mano dei soldati che in aprile, negli ultimi giorni del conflitto, avevano liberato i prigionieri dei campi di concentramento. Nessuno aveva conosciuto o immaginato l’immensità di quell’orrore, e per il popolo britannico, già logorato dalla guerra, fu davvero difficile accettare quanto era accaduto. L’odio per i tedeschi aumentava a ogni nauseante dettaglio che veniva alla luce. La gente era sconvolta da quell’incredibile malvagità. All’inizio del conflitto era possibile distinguere i nazisti dai tedeschi e riconoscere che non tutti i tedeschi erano nazisti. A mano a mano che lo scontro tra le due nazioni andava avanti e un numero sempre più grande di padri, figli e fratelli inglesi moriva, cogliere la differenza divenne più difficile, e alla fine non venne più percepita. Comprendendo che era necessario dare impulso allo sforzo bellico britannico, il primo ministro Winston Churchill aveva identificato i tedeschi con i nazisti, facendone un solo detestato nemico, per accrescere le possibilità 10

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