BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ DI LINGUISTICA ITALIANA XXVIII / 2010, 1 a cura di Elisabetta Jezek Circolare n. 203/Presidente 5 Tullio Telmon Circolare n. 199/Segretario 9 Elisabetta Jezek Verbale del Comitato Esecutivo 11 XLIV Congresso (Viterbo, 27-29 settembre 2010) Programma 15 Sezione “Linguistica educativa” - Riassunti 21 Sezione “Lessico e lessicologia” - Riassunti 59 Calendario delle Manifestazioni Linguistiche 119 a cura di Federica Da Milano Pubblicazioni dei Soci 125 a cura di Federica Da Milano Notiziario Notiziario del GISCEL 131 Maria Antonietta Marchese Notiziario del GSPL 152 Gabriele Iannàccaro Notiziario del GSCP 153 Massimo Pettorino Come associarsi alla SLI 155 CIRCOLARE N. 203 DEL PRESIDENTE L’afa di questi ultimi, convulsi giorni di luglio, unita all’inquieta incertezza sull’avvenire della ricerca scientifica, delle strutture universitarie, dello stesso sistema-paese non sono certo il viatico migliore per affrontare temi impegnativi. Mi ero riproposto di accennare, in questa circolare, alla questione della lingua in Italia, oggi forse tra le questioni più dibattute. Dirò invece soltanto che numerose iniziative (Congressi, Convegni, Giornate di riflessione, ecc.) sono state prese nel corso della primavera scorsa. Una delle più importanti, anche perché ha dato luogo ad un documento ancora oggi in elaborazione per una sua stesura definitiva, è stata la Giornata di studio dal titolo “Plurilinguismo e multilinguismo in Italia: italiano, italiani, dialetti, lingue di minoranza d’antico e nuovo insediamento. Per una rilettura degli articoli 6, 3, 21 e 32 della Costituzione” . Organizzata dal GSPL (Gruppo di Studio sulle Politiche Linguistiche), la Giornata si è tenuta all’Università di Milano-Bicocca il 26 Febbraio scorso; è stata articolata in tre momenti, aventi, rispettivamente, i titoli L’italiano e il plurilinguismo d’Italia (coord. Gabriele Iannàccaro); Il ruolo della scuola nel rapporto fra dialetti, lingue delle minoranze e lingua nazionale (coord. Vittorio Dell’Aquila) e Il ruolo dell’Università e delle Società di Linguistica nel rapporto fra dialetti, lingue delle minoranze e lingua nazionale (coord. Augusto Carli). Numerosi e qualificatissimi gli interventi; animate e molto costruttive le discussioni. In certo qual modo, si è trattato di una sorta di anticipazione e di chiarificazione tematica del XLV nostro Congresso, che, come i Soci ricorderanno, si terrà a Torino ed Aosta nel settembre 2011 e che avrà per titolo “Plurilinguismi endogeni nell’Italia pre- e postunitaria”: un Congresso che è stato pensato come contributo antiretorico nei festeggiamenti per il centocinquantenario della raggiunta unità d’Italia. A proposito di anticipazioni o, se si preferisce, di suggerimenti provocatori, mi piace qui inserire un breve testo di “riflessioni” che Silvia Sordella, una insegnante di scuola primaria, docente nei Corsi di Italiano per Studenti Stranieri e formatrice dei mediatori culturali a Cuneo, a seguito di un nostro lungo colloquio sui temi di lingua, identità, dialetto, lingue dell’immigrazione, mi ha gentilmente spedito nei giorni scorsi: Ho sempre guardato al bilinguismo come ad un fatto “loro”- degli stranieri - da salvaguardare negli ambiti comunicativi BICS1, da far crescere per gli aspetti CALP funzionali all’apprendimento scolastico. Mi riferisco in particolare al dialetto di origine come lingua di casa, veicolare per gli scambi del “qui ed ora”, per esprimere le emozioni più calde, per parlare con la mamma che non ha studiato, mentre attraverso la lingua di origine si è avviato il processo di scolarizzazione e di formazione dei concetti astratti, prima dell’arrivo in Italia. 1BICS è l’acronimo di “Basic Interpersonal Comunication Skills”, CALPè l’acronimo di “Cognitive and Academic Language Proficiency”. J. Cummins in Educazione bilingue a cura di P. Balboni. Ed. Guerra Soleil. 5 Non sopporto quando alcuni insegnanti imputano il cattivo rendimento scolastico e linguistico degli alunni immigrati al fatto che in casa parlano la loro lingua di origine o – peggio – il loro dialetto. E’come dir loro: “Cancellate una parte di voi, perché dovete adeguarvi a noi”. Ma gli esseri umani fortunatamente sono un po’più complicati… D’altra parte non sono mai stata attirata dai discorsi intorno ai dialetti, soprattutto perché spesso sono tirati in ballo per difendere un senso di identità in cui non so se mi ritrovo, per tracciare linee di confine tra “noi” e “loro”. E so che non ci conviene, perché prima o poi ognuno di noi può essere considerato fuori dal coro e messo fuori dal gruppo dei “noi”, a cui pensava di appartenere a pieno titolo. Mi ha sempre incuriosita quell’espressione che usciva spesso dalla bocca dei miei nonni: “nuiauti”. Un misto di identità e di alterità, in fondo. Il noi sapeva di casa, di famiglia, di intimità, mentre mi sono sempre chiesta: “Altri rispetto a chi?”. Atutti in fondo, come se dipendesse dalla situazione: altre famiglie, gente lontana, i meridionali, gli stranieri, i fossanesi non proprio di antico lignaggio, ma anche un qualsiasi interlocutore che diventava un “tu”, un “altro da noi”. Non vi ho mai respirato contrapposizione, ma un sentimento di presenza, discreta e viva, sulla scena della vita quotidiana. Djanaba è una mediatrice culturale e viene dal Burkina Faso, ha una bella pelle luminosa, calda e scura. Fa l’operatrice socio sanitaria in una casa di riposo per anziani e parla italiano con un’inflessione cuneese, tipica della zona di Busca. Mi racconta che le vecchiette non hanno problemi con il colore della sua pelle, perché parla un po’di piemontese e quindi… “è dei nostri”. Io non parlo il piemontese e neppure mio fratello e mia sorella. I nostri genitori tra loro hanno sempre parlato italiano, mentre usavano il piemontese con i rispettivi genitori e fratelli. Probabilmente si trattava di un fenomeno tipico delle cittadine di provincia dagli anni ‘60 in poi, dove il dialetto veniva vissuto con un po’di pudore, come un handicap nella corsa allo sviluppo epocale. Anove anni ci siamo trasferiti da Savigliano a Marene, un piccolo paese di campagna. Lì ho sperimentato una situazione inversa di handicap linguistico: tutti i bambini parlavano piemontese, tranne noi. Ci sentivamo in situazione di privilegio, perché con i nostri genitori viaggiavamo per l’Europa, andavamo a camminare in montagna ogni domenica, a sciare… Ma ci sentivamo anche un po’… stranieri, quelli che “vengono da fuori”, e anche dopo tanti anni. Ricordo però una sensazione un po’paradossale. Un’estate, dopo aver trascorso tre o quatto settimane all’estero in vacanza, mi sono ritrovata a gustare con un po’ di nostalgia la dolcezza del mio “dialetto di casa”, quando davanti ad un negozio del mio paese ho sentito parlare tra loro due signore anziane, sedute su due sedie come fossero a casa loro. Certo era pur sempre un rapporto passivo con questa lingua, perché parlarlo non è mai rientrato nel mio ruolo: identità e alterità… Il piemontese è anche la lingua di certe storie che mi raccontava mia nonna alla sera. Una delle esperienze più belle della mia infanzia era – per me, i miei fratelli 6 e i miei cugini – addormentarsi nel letto di nonna, con nonno che doveva emigrare nell’altra stanza. Aspettava che le chiedessimo “Nonna conti?” e iniziava a raccontare e a cantare vecchie canzoni, canti religiosi… Raccontava in italiano le classiche fiabe di Cappuccetto Rosso o Cenerentola, ogni sera un po’ diverse come ogni tradizione orale che si rispetti. Ogni tanto i dialoghi viravano al dialetto, soprattutto quando i personaggi esprimevano le emozioni più intense; anche la storia sacra della Natività - la “storia di Gesù Bambino”- parlava in piemontese con le suppliche della Madonna agli albergatori e le rassicurazioni premurose di San Gisep. E in fondo loro erano sempre “gli altri”, tenuti fuori perché estranei. Ma il piemontese prendeva il sopravvento quando le storie erano “quelle che le raccontava sua mamma” o quando le chiedevamo: “Nonna, ci racconti di una volta?”. Raccontava di suo padre, piccolo emigrante dodicenne a Nizza, della paura per i topi nel sottoscala dove dormiva, delle monete nere di fonderia che mandava a casa. Riusciva a farcelo vedere e sentire poi, padre di famiglia, che canta le arie dell’opera lirica mentre lavora. Raccontava della guerra, della paura delle bombe, della diffidenza verso tutti e del senso di solidarietà tra vicini. Lo stesso piemontese lo ritrovavo più tardi, quando ormai vedova e sola in casa non aveva paura ad aprire la porta a quel marocchino tan brau, che le parlava dei sui figli piccoli lontani e le vendeva delle assurde calze di spugna lunghissime. “Voi non capite!” ci diceva in piemontese. Ma io non so né dirlo né scriverlo bene. L’ha scritto benissimo, mi viene da dire. E mi viene anche da aggiungere, parafrasando il titolo di un bel libro di Mario Lodi, che “c’è speranza se questo accade” nel nostro Paese. tulliotelmon 7 8 CIRCOLARE N. 199 DEL SEGRETARIO Candidature alle cariche sociali Cari Soci, l’Assemblea annuale della SLI, che sarà convocata nel corso dei lavori del XLIV Congresso di Studi (Viterbo, 27-29 IX 2010), dovrà provvedere al rinnovo, a norma statutaria, di alcune cariche sociali della SLI. Sono infatti giunti al termine del loro mandato il Vicepresidente Bruno Moretti (non rieleggibile) i Membri del Comitato Esecutivo Paolo D’Achille (non rieleggibile) e Pietro Maturi (non rieleggibile) e il Presidente del Comitato Nomine Pier Marco Bertinetto (non rieleggibile). Ai sensi dell’articolo 18 dello Statuto, il Comitato Nomine mi ha comunicato le seguenti designazioni: Vicepresidente: Franz Rainer (Vienna) Membro del Comitato Nomine: Federico Albano Leoni (Roma 1) Membri del Comitato Esecutivo: Laura Bafile (Ferrara); Elena Maria Pandolfi, (Lugano) Ai sensi dell’articolo 18 dello Statuto sono possibili candidature alternative, che dovranno essere proposte al Segretario almeno da sei soci e almeno tre settimane prima della XLIV Assemblea. Con un cordiale saluto Elisabetta Jezek 9 10 VERBALE DEL COMITATO ESECUTIVO DELLA SLI Torino, 29 aprile 2010 Giovedì 29 aprile alle ore 14 presso il Dipartimento di Scienze del Linguaggio dell'Università di Torino, Palazzo Nuovo - Via Sant'Ottavio 20, studio del Prof. Telmon, si riunisce il CE della SLI. Sono presenti: Tullio Telmon, Presidente; Elisabetta Jezek, Segretaria; Isabella Chiari, Tesoriera; Caterina Donati, Nicola Grandi, Pietro Maturi, Mario Squartini, membri del CE; Gabriele Iannàccaro, responsabile del GSPL; Massimo Pettorino, responsabile del GSCP; Monica Cini, membro del Comitato Organizzatore del XLV Congresso SLI. Sono assenti giustificati: Bruno Moretti, VicePresidente; Pier Marco Bertinetto, Presidente del Comitato Nomine; Paolo D'Achille, Denis Delfitto e Annalisa Nesi, Membri del CE; Silvana Ferreri, Presidente del Comitato Organizzatore del XLIV Congresso SLI, Maria Antonietta Marchese, Segretario nazionale GISCEL; Giuliano Merz, curatore del sito SLI. L'ordine del giorno è il seguente: 1] Comunicazioni del Presidente 2] XLIV Congresso Internazionale di Studi: Viterbo, 27-29 settembre 2010 3] Prossimi Congressi e Convegni 4] Ratifica bilancio societario relativo all'anno 2009 5] Definizione dell'O.d.g. della XLIV Assemblea dei Soci 6] Pubblicazioni e iniziative non congressuali 7] Varie ed eventuali 1) Comunicazioni del Presidente. Il presidente segnala che la SLI è stata invitata dal Dipartimento per l'Istruzione del Ministero (Direzione Generale Istruzione Formazione Tecnica Superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni) a partecipare a un Seminario di approfondimento riguardante la predisposizione delle linee guida che definiranno il passaggio al nuovo ordinamento scolastico, con particolare riferimento al primo biennio degli istituti tecnici. Il seminario si è tenuto a Roma il 26 e 27 aprile. Il socio Paolo D'Achille ha dato la sua disponibilità a partecipare alla prima giornata e invierà al più presto un rapporto al proposito. Il Presidente suggerisce che la relazione sia inoltrata anche al Giscel. Non essendovi altre comunicazioni, si passa al secondo punto dell'ordine del giorno. 2) XLIV Congresso Internazionale di Studi della SLI. Il presidente e la segretaria aggiornano i membri del CE sullo stato 11 dell'organizzazione del XLIV Congresso SLI, dando lettura della lettera ricevuta da Silvana Ferreri, Presidente del Comitato Organizzatore. I lavori preparatori procedono bene. Si prevedono due sezioni principali, l'una sul tema proposto dalla sede ("Linguistica educativa"), l'altra sul tema scelto a rotazione dalla SLI (quest'anno: "Lessico e lessicologia"). Per quanto riguarda la situazione dei finanziamenti, la socia informa il CE che ha chiesto i seguenti finanziamenti: alla Regione Lazio (5.000), al Rettorato di Viterbo (5.000), alla Facoltà di Lingue (1.000), al Dipartimento di appartenenza (1.500). In atto ha ottenuto: dal Dipartimento 1.000 euro; dalla Facoltà: assenso (importo non ancora quantificato); dal Rettorato: assenso di massima; dalla Regione: un impegno a coprire parte delle spese dei relatori invitati. È pronto inoltre il sito dedicato al congresso, consultabile all'indirizzo http://sli2010.unitus.it. Quanto agli alberghi, sul sito è pubblicata una lista di alberghi convenzionati: le prenotazioni sono a carico dei partecipanti. A proposito delle quote di iscrizione, considerando Viterbo sede disagiata per i collegamenti, il comitato organizzatore ha mantenuto bassa la quota di iscrizione al convegno, prevedendo una quota intera a 35 euro e una quota ridotta per dottori e simili. Chi si iscrive in anticipo a quota intera gode di una agevolazione (v. sito). La cena sociale è prevista il 28 (al costo di 30 euro a persona). Si terrà nell'albergo in cui saranno alloggiati gli ospiti. Considerata la ridotta circolazione delle informazioni sul congresso, il comitato organizzatore ha ritenuto opportuno dilazionare la data di presentazione delle proposte al 10 maggio. Sono arrivate allo stato attuale circa 20/25 proposte di comunicazione distribuite fra le due sezioni; si vorrebbe evitare di fare sessioni parallele, ma dipenderà dal numero delle proposte che arriveranno e che saranno accettate. In conclusione, la socia chiede al CE di fare diffusione capillare del congresso in tutte le sedi e presso i soci e di provvedere all'erogazione dello stanziamento assegnato (se entrano altri fondi, sarà sua cura restituire quanto più è possibile). Il CE prende atto dello stato dell'organizzazione, ringrazia la collega e approva. Per la sezione "Lessico e lessicologia", il CE propone di invitare Raffaele Simone (Roma Tre). Paolo D'Achille si dichiara disponibile a contattarlo per verificare la disponibilità. La tesoriera sottolinea come sia difficoltoso raggiungere tutti i soci in questo momento in quanto l'indirizzario generale dei soci è in via di ricostruzione. Si conviene di diffondere la notizia del convegno tramite due liste, linguist.list e corpora.list. Caterina Donati e Isabella Chiari si rendono disponibili a questo proposito. Sentito il Presidente del Comitato Organizzatore, la scadenza per la presentazione delle proposte è prorogata al 16 maggio. I riassunti delle comunicazioni e dei poster saranno pubblicati sul bollettino 1/2010. 12 3) Prossimi Congressi e Convegni. Il presidente informa il CE sullo stato dell'organizzazione del XLV Congresso, che si terrà in due sedi, Torino (giovedì) e Aosta (i rimanenti giorni). È previsto un intervento di apertura di Tullio De Mauro a cui seguiranno altre due altre relazioni prima delle comunicazioni. La sede sarà il Grande Auditorium del Lingotto. La sezione del congresso che avrà luogo a Torino si terrà in collaborazione con la società Dante Alighieri, che nello stesso periodo organizzerà sempre a Torino la settimana della lingua italiana. Il pomeriggio del giovedì è prevista un'escursione nella Torino risorgimentale. Le date proposte per il congresso sono il 29/30 settembre e 1 ottobre 2011. È prevista l'organizzazione di un pullman che consenta ai congressisti di raggiungere il luogo del convegno in Valle d'Aosta. Per quanto riguarda i finanziamenti, la richiesta effettuata alla Regione Piemonte non ha dato risultati. Per la sezione del convegno prevista a Aosta, si prevede di chiedere finanziamenti alla regione e all'università. Il titolo proposto per il congresso è il seguente: “Plurilinguismi endogeni nell'Italia pre- e postunitaria”. È previsto un comitato d'onore formato dai presidenti delle due regioni e dai rettori dei due atenei coinvolti. Per il comitato scientifico, sono proposti i nomi di Grassi, De Mauro, Toso, Alinei, Agresti, Ruffino, Sobrero, Moretti, Canobbio, Raimondi, Morello, Berruto, Iannàccaro. Quanto alla nuova formula congressuale, data l'eccezionalità dell'evento, il presidente intende chiedere all'assemblea un anno di pausa nella sua applicazione. La segretaria ricorda come la nuova formula sia frutto di una riflessione avviata allo scopo di invogliare un numero maggiore di soci a partecipare ai convegni e che i risultati dei congressi di Pisa e di Verona possono considerarsi ottimi in questo senso. Il comitato organizzatore intende prevedere un largo spazio per l'assemblea dei soci. Nicola Grandi ritiene che sarebbe utile stabilire un tempo minimo per l'assemblea, almeno due ore, meglio tre. Monica Cini, in qualità di membro del comitato organizzatore, sottolinea che l'applicazione della formula congressuale a due temi potrebbe sfavorire la partecipazione degli affiliati alla società Dante Alighieri. Inoltre, comunica che se ci sarà la partecipazione della società Dante Alighieri, si pensa di affidare l'organizzazione alla stessa agenzia. Le Università di Palermo, Salerno, Macerata e Ferrara vengono infine nominate come possibili sedi da sollecitare per convegni futuri. 4) Ratifica del bilancio societario relativo all'anno 2009. La tesoriera informa il CE che nonostante le sollecitazioni non ha ricevuto dalla ex-tesoriera i documenti necessari per poter stendere il bilancio della società relativo all'anno 2009. La tesoriera ricorda al CE le somme già impegnate come contributi agli atti dei congressi degli anni precedenti e per l'organizzazione del congresso 2010, e si impegna a portare in assemblea a 13
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