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Bollettino Parrocchiale Basiliano 2017-1 PDF

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Preview Bollettino Parrocchiale Basiliano 2017-1

Bollettino parrocchia/e della Parrocchia San'Andrea Ap. l I Periodico semestrale. Anno 12°. Numero 1. Aprile 2017. Registrazione del Tribunale di Udine: n°40/ 5.10.2006. Editore: Parrocchia S. Andrea Apostolo di Basiliano. Direttore responsabile: Dr. Maria Grazia Fuccaro. Tipografìa: Lithostampa - Pasian di Prato (Ud). La Vocazione del cristiano è vivere da risorto! «Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoran ti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Gali lea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifis so e risuscitasse il terzo giorno". Ed esse si ricordarono delle sue parole" (Luca 24, 1-8). Le donne vanno per compiere un gesto di compassione, di affetto, di amore, un gesto verso una persona cara defunta, come ne facciamo anche noi. Avevano seguito Gesù, l'avevano ascoltato, si erano sentite comprese nella loro dignità e lo avevano accompagnato fino sul Calvario. Immaginiamo i loro sentimenti mentre van110 alla tomba: tristezza, dolore, solitudine perché Gesù era morto e la sua vicenda era termi nata. Ora si ritornava alla vita di prima. Anche se morto, continua l'amore verso Ges' per questo vanno al sepolcro. Ma ecco qualcosa di total mente inaspettato, di nuovo, che le sco v(cid:127)o g edc,no la pietra rimossa dal sepolcro, si awicinano, e non IFJe, trovano il corpo del Signore. Restano ~ dubbiose, piene di domande: "Che senso ha tutto que sto?" (cfr Le 24,4). Non capita forse anche n quando qualcosa di veramente nuovo accade nella vita? Ci fermiamo, non comprendiamo, non sappiam ome affrontarlo. La novità spesso ci fa paura, anche le no- vità che Dio ci offre o ci chiede. Com gli p referia o tene le nostre sicurezze, fermarci ad una tomba, al pensiero verso un defunto, che vive so o ne ricordo, co e i grandi personaggi del passato. Sì, abbiamo paura delle sorprese di Dio E Dio ci chiede di non chiuderci alle e novità! La vita è spesso $tanca, delusa, triste, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non far a. Non chiudiamoci, e non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio n possa cambiare. Perfino, non c'è peccato che Egli non possa per- donare. La tomba è vuota, il corpo di Gesù n c'è, qualcosa di nuovo è awenuto, ma tutto questo ancora non è chiaro. Ed ecco due uomini in abito ol_gorante: «Perché cercate tr i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto» (Le 24, 5-6). Un gesto compiuto per amore ora si trasforma i awenimento, un evento che cambia la vita. Nulla rimane come prima, non solo nella vita di quelle donne, ma anche nella nostra vita e nella storia dell'umanità. Gesù non è un morto, è risorto, è il Vivente! o è semplicemente tornato in vita, ma Egli è la vita stessa, perché è il Figlio I Dio, ilVivente. Gesù non è p· nel passato, ma vive nel presente ed è proiettato verso il futuro; Gesù è I' «oggi» eterno di Dio. Così la novità di Dio si presenta davanti agli oc chi delle donne e dei discepoli, oggi di tutti noi. Dio ci ripete: perché cercate tra i morti colui che è vivo? I problemi, le preoccupazioni di tutti i giorni tendono a farci chiudere in noi stessi, nella tristezza, nell'ama rezza ... che sono morte. Non cerchiamo lì Colui che è vivo! Gesù Risorto entra nella nostra vita, accogliamolo come amico, con fiducia: Lui è la vita! Se sei indifferen te, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e la forza per vivere come Lui. Chiediamo che il Signore ci renda partecipi della sua Risurrezione: ci apra alla sua novità che trasforma, alle sue sorprese; ci insegni, ogni giorno a non cercare tra i morti Colui che è vivo. Don Dino, vostro parroco In Cristo, la Pasqua è resurrezione e vita. Va' incontro alla Pasqua per risorgere con Gesù e portare la Sua Vita nella vita. Buona Pasqua a tutti, specialmente a chi soffre! Vita di Comunità Il ricordo di Gino Fabbro Il 4 febbraio, Gino Fabbro avrebbe desiderato ardente mente celebrare i 70 anni di Matrimonio, assieme alla sua sposa Dorina, ma il Signore lo ha chiamato a sé alcu ni giorni prima. Assieme ai familiari, abbiamo voluto ri cordare questo evento di grazie con una S. Messa cele brata in casa, in occasione dell'Ottavario della sua mor te. In tal modo, si è voluto ringraziare Dio per il dono del la fedeltà di questi sposi e anche per il dono di un uomo fedele che ora protegge la sua sposa dal cielo con la sua preghiera. fioc. Mandi Era il saluto ed il buongiorno che mi dava Gino quando ci si incontrava per strada. Voglio co~ì iniziare un breve ricordo della sua persona a poca di stanza dalla sua dipartita. Persona buona, semplice, ", schietta nella quale traspariva e si faceva palese l'a- more per i suoi familiari. Teneva i collegamenti con tutti i suoi coscritti dei quali si premurava di ricordarli nel trigesimo della loro morte con la celebrazione di una Santa Messa. Era appassionato del suo lavoro di falegname e le sue energie le spese anche dopo la pensione per lavori di volontariato che la Parrocchia gli richiedeva. Qu~ste virtù erano il frut1:o ~i un~ fede profonda, vissuta e testimoniata. Sempre pres~nte all_a m~ssa ~?menicale ed. a tutte le funz10~1_ dell anno liturgico nel suo banco, vicino all'altare, attorn1at_o d_a1 suoi amIcI e conos~enti. Era bello ed ed1fi~ante ~er noi intrattenerci con lui al termine delle celebrazioni ed ascoltarlo sulle vicende del passato e ~uI cam~~a menti che anche la nostra comunit~ e_ra assoçgettata. È questa la p~r?ona c,he nell~ fede, ~ua pIetr~ m1l!a re, ha lasciato il segno alla sua famiglia, a noi ed alla nostra comunIta per I esempio che cI ~a testimonia- to. Di tutto questo ti ringrazio, ti ringraziamo e mandi santul. Renzo Fabris • • Classe 1900, ordinato sulla punta bianca lasciando sulla mia scarpa un'im- Don Lu1g1 Londero sacerdo~e nel :J.!]25. Par- pronta ... non proprio gradevole né a sentire né a roco dt Bas,ltano d_al vedere ... L'avrei mangiato vivo, si fa per dire, anche 1939 alla morte._ ç;ener'!so oltre misuraf. sempre de_d1to se poi siamo rimasti sempre amici. La Mes~a era in alla sua_ gente; s,_e pr'!dtgato m _te"('po d! guerr_a e dt pa- latino .... e solo Dio sa quanti strafalcioni avro detto ... c~ per,~ bene d_e, s_uo, parroc~h,ant, lasciando m t~tti un ma Dio comprende tutte le lingue! Dopo la Messa di rtcord~ ,'!delebile. E deçeduto ,I 3.:J-2.1956._ln suo rt~ordo, Prima Comunione. Dopo la Messa le suore ci pubbltchtamo questa riflessione dt d~n L~c,ano ~o~tle. . aspettavano per la colazione nell'Asilo ... ci avevano n questo mo_men!o, mentre "'.' scriv_o, m1 viene m preparato una specie di cioccolata con i biscotti ... mente la mia Prm:ia Co~unione. E lon~a~a nel che per noi, abituati solo al latte e alla polenta, era tempo pensate ... era 11 29 giugno 1949! M1 ricordo una leccornia da leccarsi le dita. Un momento di ancora quel giorno an~he se son passati ~a.nti anni. gioco e poi di nuovo in chiesa per la "Messa Gran; Mi aveva preparato 11 parroco don LuIgI de"... ma senza Comunione, sia perche Londero. Il catechismo era ogni giorno ver- l'avevamo già fatta alle 7 del mattino, sia so le tre del pomeriggio. Tornato da scuola perché avevamo ormai rotto il digiuno. alle 12.30, pranzavo alla svelta, facevo i Dopo la "Messa grande" ancora un po' di compiti ... via al catec_hismo di corsa... La gioco e poi tutti a casa per il pranzo. Dopo piazza della chiesa era 11 luogo del raduno... pranzo canto dei vesperi e visita al cimite- in attesa che arrivasse il Parroco ... sempre ro con il Parroco a pregare per i morti. E un po' in ritardo, non so se per abi!ud\ne o sì, anche loro dovevano godere di questa per lasciarci giocare! Alle volte, a dire 11 ve- bella giornata ... c'era da ricordare il nonno ro, non eravamo disciplinati ed il parroco materno morto nel 1918, la nonna pater- per castigo ci faceva camminare in silenzio na, i fratelli di mio padre morti in età gio- attorno alla chiesa finché non ci eravamo. . vane tra i quali anche un seminarista, la quietati. Ricordo ancora la domanda che mI fece m sorella della mamma... Era festa anche per loro! occasione dell'esame: "Cos'è l'Eucaristia"• Tutto Così senza tante spiegazioni ed approfondimenti d'un fiato risposi a memoria: "L'Eucaristia è il sa~ra- ma ~on un semplice gesto il Parroco ci ha insegnato mento che sotto le apparenze del pane e del vmo la "comunione dei santi" ci ha trasmesso che tutti contiene realmente C~rpo,_S angue, anir:na e divinità siamo uniti nel Signore, vivi e morti, tutti viviamo in di nostro Signore Gesu Cristo per nutrimento delle Dio che è la fonte della vita. Di ritorno dal cimitero anime". Esatto ... promosso! 11 giorno della Prima ci siamo fermati su uno spiazzo verde in campagna Comunione era la Festa dei Santi Pietro e Paolo. Era dove il parroco aveva fatto arrivare per ognuno una festa a tutti gli effetti, non si an~ava a scuola ... il ~he pallina di gelato, penso da 10 lire! Ci poteva essere non ci dispiaceva. Avevo 7, anni. ~Ile 6 del m~ttin<? una festa più semplice e più bella? Nessun regalo ero già in piedi. Non per~he am_assI tanto sveghar~1 particolare se non quello di Dio che ci aveva donato presto. Il parroco in chiesa mI aveva assegnato 11 suo Figlio come amico di viaggio e sostegno della terzo posto nel banco a destra guardando l'altare, vita. Lui è rimasto sempre al mio fianco e ancora sul "coro". Un ~io comp~gno ..., arrivat~ qu~lche oggi mi accompagna giorno per giorno. momento dopo d1 me ... mI passo davanti ed mav- Don Luciano Nobile vertitamente posò un piede su uno dei miei, proprio 2 Vita di Comunità Mercoledì 'delle Ceneri Don Dino ha invitato per il giorno di inizio della quaresima alla S.S. Messa con l'imposizione delle Sacre Ceneri, i ragazzi delle primarie e medie del le sette Parrocchie. I ragazzi hanno risposto nu merosissimi e assieme ai loro genitori hanno par tecipato alla solenne liturgia presieduta da don Marcin. Il celebrante ha sottolineato ed invitato i giovani a sfoderare le armi del cristiano che so no: la preghiera il digiuno e l'offerta. Alla fine della S. Messa sono state proiettate del le diapositive in cui si evidenziavano i lavori che con le offerte dei nostri Parrocchiani sono state realizzate a Kandy in Africa. Padre Pasquale Benedetti da 40 anni in Brasile da lustro a Basiliano. Renato Benedetti, Pasquale dopo i voti, è nato a ra in un territorio di circa 150 chilometri e la popo Basiliano il 25 febbraio 1929e sin dalla giovane età lazione di origine Veneta e Toscana, parlano gran a avuto tendenze religiose frequentando sovente la parte i dialetti delle loro origini. chiesa e facendo il chierichetto. Nel settembre del Ci sono perfino due sorelle di Basiliano, Romana e 1949 è entrato nel convento dei Cappuccini situato Adda Greatti che emigrate colà, subito dopo la pri in via Ronchi a Udine e dopo qualche anno venne ma guerra mondiale, si sono coniugate e tutti i figli, trasferito a Bassano del Grappa per il noviziato. Suc nipoti e pronipoti sono stati assistiti spiritualmente cessivamente'lo inviarono nelle comunità di Rovigo da padre Pasquale. La terra in quelle zone è molto e Lendinara. Nel frattempo si perfezionò in teologia fertile, producono grano duro, mais, soia, miglio e e filosofia nelle scuole universitarie di Vicenza e Pa frutta di oçni genere. dova. Il mese di gennaio del 1977 si trasferì in Curi Cèu Azul e distante 90 chilometri dalle cascate di tiba in Brasile, capitale dello Stato del Paranà, lguazù e padre Pasquale, a 88 anni, guida l'auto e quattro vol~e più grande dell'Italia. svolge un'azione di evangelizzazione molto intensa, L'8 dicembre dello stesso anno, solennità dell'Im vicino alla gente che vive in villaggi dispersi ai mar macolata Concezione della Beata Vergine Maria, gini e anima il culto domenicale e la catechesi. venne ordinato sacerdote e immediatamente cele L'ultima volta, che è venuto a Basilìano a trovare i brò la prima Messa. In quella città, di un milione di fratelli, parenti e anche i parrocchiani, è stato nel abitanti, si prodigò a favore dei poveri, emarginati, 2010 e quando rientra in Brasile con le offerte rice di quanti non rientrano nei settori del profitto, pro vute, attiva un centro pilota, composto di ricreatori ponendo la e centri culturali per servizi da svolgere a favore logica del delle comunità cristiane e delle popolazioni in vangelo di , stato di bisogno. Amos D'Antoni Cristo, come custode di Ricordo dl Olinto Fabris dignità di ogni uomo. Olinto nativo di Basiliano si è spento il 2 gennaio 2017. Molto legato alla sua famiglia ed ai suoi fratel Cinque anni li lo ricordiamo organista presso la nostra Parroc dopo venne chia. Succedette alla consolle al papà Valentino, e trasferito, • assieme ai fratelli Severino ed Arduino contribuiro nel semina no per molti anni, con la locale Cantoria, a solenniz rio di Cèu zare le più importanti celebrazioni dell'anno liturgi Azul, assie co. Lo vogliamo ricordare per l'impegno profuso in me a tre pa Diocesi assieme alla moglie Lucia Brosadola, dece dri cappucci duta il 20 marzo, come presidente dell'Azione ni, una citta Cattolica e assieme come responsabili della Pastora dina di 15 le familiare. I Familiari nel trigesimo così hanno mila abitanti, 1 scritto: "Dio gli ha concesso una lunga vita e trami te la sua testimonianza cl ha colmato di doni. Uo per coordi mo autentico e generoso, animato da una onestà nare la Par profonda che ha appreso fin da piccolo In famiglia rocchia ed e cristianamente applicato nelle sue attività pro educare tanti fessionali e sociali. Al suo grande amore per la mu giovani alla sica ha dedicato energie e tempo libero convinto fede cattoli che la nostra esistenza sia un pellegrinaggio verso ca. La par li Santuario dove si canta in eterno la lode ricono rocchia ope- scente a Dio". 3 ~~~~~~~~~~~~~ ~~~~~~~~~~~~~~~~~- ~~ ~~~~~~~-~~~~~~~~~~t ~ Vita di comunità a D~------------------------------------~a ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ LA PRESENZA DELLA CHIESA SUL TERRITORIO SI RIORGANIZZA LE "COLLABORAZIONI PASTORALI" L a Chiesa di Udine sente viva l'ansia missionaria a cui ci chiama Papa Francesco, continuando il magistero dei suoi predecessori. Egli invita le diocesi a mettere tutte le risorse a servizio di una nuova evangelizzazio ne per annunciare «il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasio- ni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura». Essendo, anche istituzione umana la Chiesa ha bisogno di una sua strutturazione la quale, deve servire alla missione. Il progetto diocesano delle Collaborazioni pastorali riguarda proprio la struttura e l'organizzazione della nostra Diocesi con lo scopo di ren dere più efficace la sua opera di annunciare il vangelo e di trasmettere la fede in Ges_ù Cristo. ~a cinque anni tutti gli organi_smi diocesani (Con~igli dioc~s~ni, Lo stemma episcopale del Forarne, ecc ... ) s1 stanno confrontando proprio su questo. Non s, tratta d1 nor- Pastore della nostra Arcidio ganizzare un'azienda ma di trovare nuove opportunità perché la Chiesa sia cesi, che troviamo all'ingres presente sul territorio friulano come testimone credibile del Vangelo e madre so delle nostre chiese par- che genera alla fede. rocchiali. L'attuale suddivisione del nostro territorio è molto antica, e risale in parte addirittura alle riforme medievali, compiute dal patriarca di Aquileia, il beato Bertrando di saint-Geniés (1334). Era pertanto necessario adeguare il territorio alle nuove esigenze di questi tempi. Oggi, ogni battezzato può fare esperienza di appartenere alla Chiesa partecipando alla vita della sua Chie sa diocesana e alla sua parrocchia. Parrocchia ("parà oichìe", in greco) cioè comunità cristiane che vivono "in mezzo alle case degli uomini". Scriveva Giovanni Paolo Il: la parrocchia è «il nucleo fondamentale nel la vita quotidiana della diocesi». Molte parrocchie, negli ultimi tempi, non hanno più persone e risorse per mettere in atto, in modo effica ce, tutte queste "azioni" a favore dei propri cristiani. Si deve, di conseguenza, constatare che non sono più in grado di svolgere in modo efficace la loro missione. Questo è dovuto a diverse cause. Tra le altre: il ridimensionamento demografico, una diversa distribuzione della popolazione sul territorio, la mobilità delle persone che cambia il loro rapporto con l'appartenenza territoriale, la diminuzione del numero di sacerdoti. Di fronte a questa realtà la nostra diocesi si sta interrogando da anni: in quali modi svolgere la missione ricevuta da Cristo, anche supplendo alla debolezza delle attuali parrocchie? Il cambiamento culturale, sociale e religioso chiede di allargare lo sguardo per individuare le nuove sfide e intercettare le nuove po tenzialità. A questo ci sollecita papa Francesco nel documento Evangelii Gaudium: «La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del "si è fatto sempre così". Questo richie de audacia e creatività nel ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle pro prie comunità». Il progetto delle Collaborazioni pastorali vuol essere una risposta concreta e stabile a questo interrogativo. E chiederà alle parrocchie di un determinato territorio di aprirsi alle comunità vici ne, in un clima di comunione, di dono reciproco e di passione missionaria; convinti che, mettendo assieme le risorse umane e spirituali, saremo più effi caci nell'annunciare il Vangelo e nel condurre le persone ad incontrare Gesù e la sua salvezza. Non si tratta di accorpare le parrocchie ma di far sorgere una costruttiva collaborazione tra loro. Cos'è allora la Collaborazione pastorale? È una collaborazione fraterna fra parrocchie di un territorio. È istituita dal Vescovo il quale indica le parrocchie che saranno chiamate a progettare e attuare insieme l'azione pastorale e mis sionaria sul loro territorio. È una decisione stabile e ogni cambiamento dovrà avere l'approvazione del Vescovo. La Collaborazione pastorale è affidata dal Vescovo alla guida pastorale di un parroco che lo rappresenta in quella porzione della Chiesa diocesana e ha la responsabilità pastorale di tutte le comunità che formano la CP. Può essere coadiuvato da altri sacerdoti e dia coni che condividono con lui il ministero pastorale, con ruoli specifici e com plementari. La Collaborazione pastorale ha un Consiglio Pastorale unico che studia la situazione, elabora un programma pastorale comune, nella pro spettiva di una pastorale che tenga conto di tutte le parrocchie. Ogni parroc chia conserva il proprio Consiglio per gli Affari economici (CPAE) con la sua contabilità. Ora lo studio delle Collaborazioni pastorali è arrivato quasi a termine. L'Arcivescovo presenterà fra qualche mese la geografia delle circa 60 nuove collaborazioni pastorali, gui date ciascuna da un parroco. Saranno pure ridimensionate il numero delle Foranie che dalle attuali 24 passeranno a 9 o 10. Prepariamoci pertanto nella preghiera e nella docilità, ad accogliere questa riorga- nizzazione della Diocesi proposta dal nostro Arcivescovo. Don Dino Bressan, Vicario Foraneo 4 ~~~~~~~~~~~~~ ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I O ~~------ e, P...n,, n,, in i P...f>1.." in s ie.n,, e. ------~~ ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Un ricuart di pre Antoni. 2007-2017 "Se aie o ves di dius al sarès chest: volet ben al om cun dute la so miserie, acetait il vuestri timp cun dutis lis sos contradizions. Ancje jo mi sai cjatat intune stagjon dificile, cuntun mont che al stave murint ma noi jere ancjemò muart e cuntun altri che al sta ve nassint ma noi jere ancjemò nassut. Ma esistine moments ideai? No isal ogni moment de storie un moment di muart e di vite? No ise la storie stesse une vite che e nas de muart? Dome che tantis voltis si viot e si sint la muart ma no si viot e no si sint la vite. E pur a son peadis. Amait la vuestre tiere, la vuestre culture, i vuestris pais, il vuestri timp. Amait ancje la glesie. Cirit di jessi glesie. Une glesie che, plui che la a converti chei altris, e cir di convertisi sé. Dome cussì e pò zova a di chei altris (Cumiat pag 14-15) In queste parole del suo testamento spirituale si può cogliere tutto l'amore e la passione di pre Antoni per la sua terra, la sua gente e la sua chiesa. Solo per loro ha speso la sua vita e alzato la sua voce, senza risparmio e senza tornaconto alcuno, ottenendo spesso emarginazione istituzionale ma anche grande stima popo lare. Nato a Venzone 1'11 febbraio del 1941 in una famiglia dove "la miserie si podeve spacale cui conis" è entrato in seminario giova nissimo. Ordinato sacerdote il 29 Giugno del 1965, a Settembre è stato nominiate cooperatore-cappellano di Codroipo dov'è rimasto fino all'Aprile del 1968. L'll di Maggio dello stesso anno ha fatto il suo ingresso nella pieve di San Martino di Rivalpo-Valle di cui aveva vinto·il concorso - per accorgersi poi di essere stato l'unico partecipante - e di san Giovanni di Trelli. Qui, sono parole sue, "o ài vut mut di torna a rifleti, a riviodi, a ricalibra la me vite, lis mes ideis, la me scjale di valors, il sens dal gno jessi om e predi, il gust e il cast de libertat. Là che o varès vut di muri, tant psicologji amentri che culturalmentri che spiritualmentri, o sai tornat a nassi da l'aghe e dal Spiritu Sant " (De senéctute p. 48). È stato insegnante di religione allo Stringher di Tolmezzo e, dopo aver conseguito il diploma magistrale, a Trelli come maestro nella scuola elementare. Per anni, in canonica, ha tenuto una scuola privata, che si ispirava a quella di don Milani a Barbiana, per i ragazzi che non potevano frequentare la scuola media e che, a fine anno, erano così in grado di presentarsi come privatisti agli esami. Qui ha iniziato la carriera di scrittore scegliendo di esprimersi solo in lingua friulana per rivelarne la bellezza e rivendicarne la dignità. É stato il redattore del documento "Predis cjargnei pal lor popul", radice della nascita di Glesie Furlane. Il 9 Maggio 1976 ha contribuito a scrivere il documento "Ai furlans ch'a crodin" nel quale, in undici punti, si indicavano vie, poi in parte adottate, per la ricostruzione fisica e morale del Friuli terremotato. Da que sto documento è poi nato il famoso slogan "Prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese" Qui è anche iniziato il suo cammino nella malattia e nel dolore che non lo hanno mai più abbandonato e lo hanno costretto a lasciare la Carnia. Nel 1982 è diventato parroco di Basagliapenta dove ha insegnato an cora per alcuni anni nella scuola elementare e continuato nella sua attività di scrittore e pubblicista senza mai trascurare l'attività pastorale . Scrittore di straordinarie capacità, nella vasta bibliografia, il cui testo più noto è "La fabriche dai predis", trovano posto opere dawero preziose tra le quali "De profundis", dove esplora il mondo del dolore e del la malattia, e il " .... et incarnatus est", libro teologico dove tratta di "unità nella diversità" e di "Incarnazione". Particolare rilievo ha la traduzione - in collaborazione con pre Checo Placeran- della "Bibbia" in lingua friu lana. A completamento della traduzione ha scritto "Fortunat il popul che il signor al è il so Diu - par une leture sapienzial de Bibie" dove riporta la sua esperienza nel confronto con la Parole di Dio e ciò che ne ha ricavato. È stato direttore ed editorialista de "La patrie dal Friul". Dal dicembre1993 fino alla morte su La Vita Cattolica ha tenuto la rubrica più letta: "Cirint lis olmis di Diu". Per due volte ha vinto il premio "San Si mon" di Codroipo la prima nel 1981 con "pre Pitin" la seconda nel 1999 con "Trilogjie". Nel 2000 gli è sta to assegnato il premio Epifania a Tarcento. È improwisamente morto a Basagliapenta il 23 Aprile 2007. Così, ha chiesto cosa scrivere sulla sua tomba: "O ài cirut di volei ben a la me tiere furlane, part dal mont, e servintle je o ài intindut servi il mont inar. Di fat mi plasarès che si scrives, sore dal grumussut di tiere che al taponarà i miei puars vues, lis peraulis di Neemie "Signor, visiti in ben di me, par dut ce che i ai fat al gno popul"(Cumiat pag 16)". E così, con gratitudine, è stato scritto. Renzo Nadalin 5 n~~ ~~~~~~~~~~~~~~~~~~ ~~~~~~~ ~~~~~~~~~~~~~~~ ~~~~~~~~o ~ ____ & A, f>\, f>\, in i A, f>\," in si e. f>\, e. ~ ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~C::2i) ' PERCHÈ LA CHIESA ESORTA I GENITORI A BATTEZZARE I BAMBINI ? E una domanda fondamentale specialmente in questa società in cui si parla di libertà di coscienza, oppure si vive una fede "piccola", che non incide sulle scelte di vita... Si sente spesso dire: "Decideranno loro quando battezzarsi". Alla fine rimane la questione decisiva se sia bene battezza re i bambini o non sia meglio lasciare che siano loro a decidere quando saranno cresciuti. Per rispondere si possono utilizzare le parole illuminanti di papa Benedetto: "L'interrogativo sul Battesimo dei bambini mostra che non vediamo più nella fede cristiana la vita nuova, la vera vita, ma vediamo una scelta tra al tre, anche un peso che non si dovrebbe imporre senza aver avuto l'assenso del soggetto. La realtà è diver sa. La vita stessa ci viene data senza che noi possiamo scegliere se vogliamo vivere o no; a nessuno può essere chiesto: "vuoi essere nato o no?". La vita stessa ci viene data necessariamente senza consenso pre vio, ci viene donata così e non possiamo decidere pri ma "sì o no, voglio vivere o no". E, in realtà, la vera domanda è: "È giusto donare vita in questo mondo senza avere avuto il consenso, vuoi vive re o no? Si può realmente anticipare la vita, dare la vi ta senza che il soggetto abbia avuto la possibilità di decidere?". lo direi: è possibile ed è giusto soltanto se, con la vita, possiamo dare anche la garanzia che la vita, con tutti i problemi del mondo, sia buona, che sia bene vivere, che ci sia una garanzia che questa vita sia buona, sia Battesimo, sacramento della fede protetta da Dio e che sia un vero dono. Solo l'antici pazione del senso giustifica l'anticipazione della vita. 11 Battesimo, ingresso alla vita e al regno, è il primo E perciò il Battesimo come garanzia del bene di Dio, s~crament_o. Cristo lo ha propos~o a tutti perché. ab come antici azione del senso del "sì" di Dio che pro- ~,a_no la vita_ eterna, e I<? ha affid~to alla s_ua Chiesa p . . .. ' , . . . 1ns1eme con 11 Vangelo,. dicendo agli apostoli: «Andate tegge _questa vita, g,ustifica anche I anticipazione e annunciate il Vangelo a tutti i popoli e battezzateli del~a ~,t~. . . . . , . nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Qu,nd1, 11 Battesimo de, bambm1 non e contro la 11- Perciò il Battesimo è anzitutto il sacramento di quella bertà; è proprio necessario dare questo, per giusti/i- fede, con la quale gli uomini, illuminati dalla grazia care anche il dono della vita". dello Spirito Santo, rispondono al Vangelo di Cristo. S olo la vita che è nelle mani di Dio, nelle mani La Chiesa considera quindi come sua prima missione di Cristo, immersa nel nome del Dio trinitario, suscitare e risvegliare in tu~ una fede. au_tenti~a ~ è certamente un bene che si può dare senza op~rosa; ~e~ questa fede tutti - ca~e_cumeni, genitori scrupoli. Il Battesimo garantisce al bambino l'amore de_, bambini da battezzare e padrini - adere~do a . . . . . , Cristo potranno entrare nella nuova alleanza o riaffer- d1 Dio e qu1nd1 che la vita sara comunque_ bell~ ed_ mare la loro appartenenza ad essa. Tendono a questo e~erna: senza questa ce~ezza, la scelta de,_g enito'., scopo sia la formazione dei catecumeni e la prepara di far nascere un bambino senza poter chiedere 11 zione dei genitori, che la celebrazione della parola di suo consenso, mancherebbe di una base veramente Dio nel rito del Battesimo e la professione di fede. solida. Da soli non potrebbero garantirgli che la sua Il Battesimo è il sacramento che incorpora alla Chiesa, 1 vita sarà comunque una benedizione e lo esporreb- li edifica come abitazione di Dio nello Spirito, li rende bero a dovere un giorno affrontare la sofferenza e la regale sacerdozio e popolo santo, ed è vincolo sacra morte, senza potergli proporre una speranza affida- mentale_ di unità fra tutti quelli che lo ricevo~~ bile. Generare vuol dire, invece promettere che la 11. Battesimo pr~duc~ u_n effett'? P~~manente e defini- ·t , · ·fi t h, ' t d. tivo, che dalla liturgia e posto 1n rilievo nel momento v,_ a avra_ un ,s,gni ca 0, pere e 1a mano pa erna I in cui i battezzati, alla presenza del popolo di Dio, ri- D10 la gu1dera.. . , cevono l'unzione del crisma. Pertanto questo sacra Alla vera questione radicale: «Perche avete generato mento è tenuto in sommo onore da tutti i cristiani, e un bambino e siete convinti che questo sia un be- non è lecito ripeterlo, quando sia stato validamente ne?», la fede cristiana ci fa rispondere: «Perché ere- conferito, anche se dai fratelli separati. diamo nel Battesimo che intendiamo donargli e, con Dal Rito del Battesimo esso, abbiamo la certezza che il nostro bambino è figlio di Dio. Poiché è figlio di Dio, la sua vita sarà comunque, qualsiasi cosa accada, una benedizione». P apa Francesco precisa: "Un bambino battezzato o un bambino non battezzato non è lo stesso. Non è lo stesso una persona battezzata o una persona non battezzata. Noi, con il Battesimo, ve niamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d'a more di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli". Suor Fabrizia 6 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ ~~~~~~~~ O...________ ~ A, ft\-m, i 11, i P., ft\u, t1 i 1n1a, Si e, ft\, e, ~ ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Davide Maria Turoldo. seconda radice, o matrice di libertà affio- " • • • • r~ dall'immagine del Cr_isto delle strade, il D10 fonte di Vite hbere" Dio vagabondo, perso dietro i tortuosi sen- A cento anni dalla sua nascita lo ricordiamo con una riflessione tieri dei viven_ti, con i sandali da pelleg~ino. Egli h~ di p. Er_mes Ronchi, originario di Raschiacco {Attimis-Ud}, che cantato un Cris~o che scorre dentro la vita, d~ntro 11 appartiene allo stesso Ordine dei servi di Maria. Padre Ermes torrente della vita, nel sapore del pane, nel vino che ha predicato gli esercizi spirituali al Papa nella Quaresima è sangue, nella mano che accarezza. Un Dio che si 2016, e scrive ogni settimana su "Avvenire" il commento al incarna sempre negli uomini liberi. vangelo della domenica. Forse tutti, chi più chi meno, soffriamo di imprigio- L ui è stato "casa di Dio", tenda, roveto di Dio namenti. E il fascino di Gesù uomo libero accende fra noi, perc~é, co!11e poc~i, è stato custode trasalimenti in ognu~o ~i noi. Non ci sono stereotipi geloso della 11-berta, per se e per ogni uomo. che tengano: se tu ti fai lettore attento del Vangelo Le anime libere sono rare, ma quando le incontri, le non puoi sfuggire all'incantamento per la libertà di riconosci. Soprattutto perché provi un senso di be- Gesù. nessere quando sei loro vicino. Si stava bene vicino Ha fatto della comunità di Fontanella un prolifico - - ---. a lui: non so laboratorio del post concilio. Pregavamo con le sue _.._"""!!!!..,. se era un parole e Dio era più vivo, era più vero. Lo ascoltava santo o solo mo e la sua visione apriva spazi al volo. Con lui si un cercatore faceva l'esperienza dei discepoli di Emmaus, quando errante, se dicono: "Non ci bruciava forse il cuore per strada era un buon mentre ci spiegava le scritture?" (Le 24,32). Ascol frate o uno tarlo era rimanere accesi. mediocre. Liberò la Parola anche dal bisogno di verifiche im Aveva grandi mediate. I profeti credono alla parola più ancora pregi e di- che alla sua realizzazione, amano la Parola più anco fetti molto ra della sua attuazione. Con questa fede di profeti rumorosi. anche p. Turoldo inseguiva nella sua vita utopie e Ma certa- progetti, per l'uomo e per la Chiesa: l'ideale è più mente nes- vero di ciò che si realizzi. Il vangelo è più vero di ciò suno poteva che noi ne abbiamo fatto. imputargli I l fascino della sua personalità nasceva anche quello che dal suo «oscillare tra pietà e furore, tra fedeltà l'Apocalisse e ribellione». Non gli interessaya una scelta di (3,16) rinfac- partito e neanche di schieramento, ma una ben più eia alla chie- coinvolgente, stare dalla parte dell'uomo che va da sa di Laodi- Gerusalemme a Gerico; scegliere sempre l'umano cea, il v1z10 peggiore, quello della tiepidezza: contro il disumano. Questo è il Vangelo. Libero so "Poiché sei tiepido, non sei cioè né caldo né freddo, prattutto nei confronti della istituzione. Sognava sto per vomitarti dalla mia bocca". Era un uomo ap- una chiesa povera e scalza. Ci trasmetteva la gioia passionato, e la passione espone, non protegge. profonda, corroborante, vitalissima che nasce dalla Non era un uomo equilibrato, era un passionale che esperienza di appartenere ad un sistema aperto e incarnava la celebre espressione di Bossuet: "Ci so- non a un sistema chiuso o bloccato. Dono impagabi no passioni senza grandezza, ma non c'è grandezza le che fanno i profeti: tu appartieni ad un sistema possibile senza passione". aperto, dinamico, che cresce e fiorisce, e non ad un Da dove traeva linfa la sua libertà? Da Dio, fonte di progetto già definito e concluso e ripetitivo. La ripe libere vite. E dall'uomo. Il nome di Dio per lui era il tizione uccide i sogni. Perché i cristiani non sono nome biblico di Goèl, il liberatore dell'Esodo. Il pri- esecutori di ordini, ma inventori di strade. Non ripe mo di tutti i comandamenti, il più bello, suona così: titori di vecchie parole, ma "costruttori del nuovo «lo sono il tuo liberatore (Goèl), che ti ha tratto fuori mondo", dove è possibile vivere meglio per tutti, dall'Egitto ... : non avrai altri dèi di fronte a me» (Es liberi, e Gesù ne possiede la chiave. Il regalo che ci 20,2-3). «Tu non farti un Dio diverso»: non fare di fanno tutti i profeti autentici è trasmettere la gioia me un Dio che toglie libertà, non opprimere nessu- del mare aperto, aria di libere vite, con il fiato del no nel nome di Dio, e non lasciarti derubare da nes- coraggio: "fede", "libertà" e "coraggio" sono i mari suno della tua libertà. Allora sarà santificato il Nome dell'uomo. P. Davide mi ha insegnato la passione di Dio. All'inverso, profanare il nome di Dio significa per il mare grande, aperto. Non mi ha dato il ma non solo bestemmiarlo, ma ancor più imporre pesi e nuale della buona navigazione, ma il gusto di nuovi catene, sottomettere, impaurire, dividere ... o resta- mari. Non so se era buono o cattivo, santo o pecca re alla finestra in questi esodi sempre necessari. tare, uomo di grandi virtù o di più grandi difetti, en Perché si può uccidere anche restando alla finestra, trambe le cose, di certo. David Maria Turoldo ha a guardare senza lasciarsi ferire dalle ferite del man- dato molto alla vita. Alla mia e, credo, a quella di do, dal grido dei poveri. Dio è sempre profanato molti. Ci ha contagiato di Dio e continua a farlo. auando si orofana l'uomo. p. Ermes Ronchi, osm 7 Signore, donaci famiglie che sappiano Dove iniziano e dove finiscono le responsabilità della scuola? generare figli; Un istituto scolastico portoghese ha deciso di mettere in che sappiano generarli anche alla fede; chiaro la situazione una volta per tutte, che sappiano incoraggiarli a vivere da cri affiggendo un cartellone che ora si sta diffondendo stiani; a macchia d'olio in tutto il mondo. che sappiano sostenerli nelle loro respon "Cari genitori, vorremmo ricordarvi che parole sabilità cristiane. Signore, consacra nel tuo amore questi magiche come ciao, prego, per favore, giovani e riempili del Tuo Santo Spirito. scusa e grazie, devono essere apprese a casa. Signore, sostieni questi giovani cresimati, Allo stesso modo, è a casa che i bambini devono affinchè difendano e diffondano il profumo imparare ad essere onesti, puntuali, diligenti, del Vangelo con la loro vita. amichevoli e rispettosi verso il prossimo. 1. Antonutti Milena di Blessano È a casa che imparano ad essere puliti, a non par 2. Basaldella Anna di Blessano lare con la bocca piena e a disporre dei rifiuti. 3. Chiavon Luca di Variano È a casa che imparano ad essere ordinati, 4. Fabbro Massimo di Basiliano 5. Fabris Alberto di Basiliano a prendersi cura delle proprie cose 6. Fontanini Leonardo di Basagliapenta e a non toccare quelle degli altri. 7. Merlino Sara di Variano A scuola, d'altra parte, si insegnano le lingue, la 8. Nigris Margherita di Variano matematica, la storia, la geografia, la fisica, le 9. Nigris Stefano di Variano scienze e l'educazione fisica. 10. Pascolo Giulia di Nespoledo Noi rinforziamo r educazione che i bambini ricevo 11. Pertoldi Giacomo di Vissandone 12. Polo Greta di Basiliano no a casa dai propri genitori." 8 !~ ~~~~~~~~~~~~d~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ ~A,1t1,1t1,iniA,1t1,C1 insie.1t1,e. ~ È nato il gruppo 26 marzo 1967: di Azione Cattolica Adulti Papa Paolo VI promulga il documento nella Festa dell'Immacolata "Populoruin progressio" Un documento audace, rivoluzionario e attualissi Tn questo anno importante per l'Azione Cattolica JL Italiana, è nato ufficialmente nelle nostre sette mo. Ecco qui di seguito alcuni numeri dell'enciclica. parrocchie il gruppo A.C. Adulti. Nasce proprio nel «Bisogna affrettarsi: troppi uomini soffrono, e au 150° anniversario di fondazione dell'Azione Cattoli menta la distanza che separa il progresso degli uni ca Italiana, che è la più antica, ampia e diffusa tra le e la stagnazione, se non pur anche la regressione, associazioni cattoliche laicali d'Italia. degli altri. Bisogna altresì che l'opera da svolgere \ progredisca armonicamente, pena la rottura di equilibri indispensabili. Una riforma agraria im J prowisata può fallire al suo scopo. Una industrializ zazione precipitosa può dissestare delle strutture ancora necessarie, e generare delle miserie sociali che costituirebbero un passo indietro dal punto di vista dei valori umani (n. 29). Si danno certo delle situazioni la cui ingiustizia gri da verso il cielo. Quando popolazioni intere, sprowiste del necessario, vivono in uno stato di dipendenza tale da impedir loro qualsiasi iniziativa e responsabilità, e anche ogni possibilità di promo zione culturale e di partecipazione alla vita sociale e politica, grande è la tentazione di respingere con la violenza simili ingiurie alla dignità umana (n. 30). E tuttavia lo sappiamo: l'insurrezione rivoluzionaria - salvo nel caso di una tirannia evidente e prolunga ta che attenti gravemente ai diritti fondamentali della persona e nuoccia in modo pericoloso al bene Ci piacerebpe far conoscere a tutti ciò che caratte comune del paese - è fonte di nuove ingiustizie, rizza I' A.C., che è l'assumere, come propria finalità introduce nuovi squilibri, e provoca nuove rovine. essenziale, :non questo o quel campo di apostolato, Non si può combattere un male reale a prezzo di ma il fine stesso apostolico della Chiesa nella sua un male più grande (n. 31). · globalità (missionarietà e carità). Ciò significa che questa associazione non ha altri scopi che collabo rare con gli scopi della Chiesa. Lo slogan dell'anno in corso "rallegratevi ed esulta te" ci invita a trasmettere la gioia che nasce dal no stro incontro con il Signore e dell'appartenenza alla Chiesa, all'interno della nostra comunità parrocchia le e nella vita quotidiana, ed è quanto cerchiamo di realizzare. Nei nostri incontri formativi, che si svolgono ogni quindici giorni nei locali dell'Oratorio, siamo aiutati dal testo preparato dall'associazione, dal titolo "sottosopra" che ha come icona biblica di riferimen to per il 2016-2017 "le Beatitudini". Gesù attraverso le Beatitudini ci indica la via della missione e del ser Ci si intenda bene: la situazione presente deve es vizio. Come associazione parrocchiale, siamo guidati sere affrontata coraggiosamente e le ingiustizie che da una nostra presidente che abbiamo eletto nella essa comporta combattute e vinte. Lo sviluppo esi persona di Cristina Pivetta e nostro assistente spiri ge delle trasformazioni audaci, profondamente in tuale è don Dino. novatrici. Riforme urgenti devono essere intrapre In occasione della Solennità dell'Immacolata (8 di se senza indugio. A ciascuno di assumervi genero cembre 2016), festa dell'Azione Cattolica, abbiamo samente la sua parte, soprattutto a quelli che per la celebrato la festa dell'adesione e del nostro impe loro educazione, la loro situazione, il loro potere si gno pubblico, durante la S. Messa nella chiesa di trovano ad avere delle grandi possibilità d'azione. Blessano. Che, pagando esemplarmente di persona, essi non Il nostro gruppo adulti di Azione Cattolica si rivolge esitino a incidere su quello che è loro, come hanno a tutte le Comunità, affinché altre persone di ogni fatto diversi dei Nostri fratelli nell'episcopato. Ri età, che condividono questi scopi e che amano la sponderanno così all'attesa degli uomini e saranno Chiesa entrino a farvi parte. fedeli allo Spirito di Dio: giacché è "il fermento evangelico che ha suscitato e suscita nel cuore Giovanna e Stefano, umano una esigenza incoercibile di dignità"» (n. del gruppo A.e. Adulti 32). 9 ,:------------------------ ---- ------------ --1 NUOVA SEDE CARITAS Sabato 18 Marzo è stata inaugurata e benedetta la nuova Sede della Caritas interparrocchiale. È stato un mo mento intensamente partecipato e :.--:==~im coinvolgente, anche per la presenza significativa del Direttore della Cari tas Diocesana d. L. Gloazzo, del Sin daco M. Del Negro e dei responsabili locali, che già da tempo operano nel settore. Attualmente sono una quin dicina, ma certamente aumenteran no con altre persone si sono rese di sponibili a collaborare. Nelle attuali situazioni di povertà, di sagio, emarginazione, vissute da mol ti nostri fratelli, è certamente un'esi .-,.:,:.....,_...,_.--- genza, anche cristiana- oltre che .... umana, portare soccorso al fratello in Una giornata con il parroco, alla scoperta di te difficoltà. Non solo aiuto materiale, ma anche so sori religiosi, in allegra compagnia. Non è faci stegno morale e spirituale, perché ogni persona le definire e comprendere appieno il ruolo del- nella sua realtà- possa migliorare sé stessa e possi le persone che danno la propria disponibilità per il ser bilmente inserirsi nella comunità e nella società. Il vizio della chiesa e della comunità. Però d. Dino nelle Centro di ascolto Caritas, aperto il martedì (17.00- sue molteplici e sensibili attenzioni, che non risparmia 19.00) e il venerdì (9.00-11.00) cerca di essere la no alcuno, ha voluto dare concreto riconoscimento del reale risposta ai bisogni profondi delle persone. In ruolo svolto nelle parrocchie dai rispettivi sagrestani. questi termini si è espresso il Direttore della Caritas Martedì 14 marzo, ci siamo diretti a Palazzolo sullo diocesana. Il Sindaco ha espressamente condiviso Stella, nella bassa pianura a poca di questa sensibilità umana e cri stanza dal mare. Ebbene quando sia--- stiana, assicurando, come già mo lì giunti, ad accoglierci è stato il si fa, la collaborazione con i "collega del posto", il sagrestano Sil Servizi Sociali; collaborazione vio, che ci ha preceduti ed aperto l'in preziosa al fine di realizzare gresso della parrocchiale dove abbia quel "Bene comune" che pone mo potuto conoscere le bellezze di. al centro la persona. uno dei tanti luoghi del nostro Friuli. La chiesa, dedicata al protomartire Don Dino, dopo aver ringrazia Stefano, ha begli affreschi che riguar to i presenti ha chiesto a Don dano il santo, sulle due pareti del pre Luigi di parlarci anche della sbiterio. Pregevoli nel loro raccontare realtà dei migranti. Sono ba con le immagini dipinte una cruenta state poche sottolineature da storia dove si percepisce il conflitto di esperto, per far riscaldare il due prospettive: l'odio cieco di pochi fondamentalisti cuore di tutti, nei riguardi di tanti nostri fratelli, che contrapposto all'amore smisurato del martire per i vivono situazioni disumane. Al termine il nostro suoi uccisori che si affida a Dio mentre guarda la Trini Parroco, ha annunciato un'iniziativa promossa dal tà in alto nei cieli. I soffitti con ricche di pitture; l'altare Consiglio Pastorale: un gemellaggio educativo du maggiore con le statue dei Ss. Stefano e Lorenzo; belli rante l'Oratorio estivo, con un gruppo di ragazzi i vetri istoriati con piombo alle porte e finestre. E cosa colpiti dal terremoto, nel centro italia; così, come dire del monumentale battistero in pietra? E dei pre fu realizzato con noi, nel terremoto del 1976, certi gevoli altari laterali: con la statua in marmo della Ma che i rapporti umani in tempo di sofferenza non si donna, l'altro con il dipinto dei Ss. Rocco e Sebastiano, cancellano per tutta la vita. La conclusione è stata ed ancora uno con un luminoso S. Ignazio di Loyola. allietata da una bicchierata, occasione per scambia Siamo stati poi accompagnati all'antica chiesetta, di S. re personalmente la propria gioia di tale opera. Bartolomeo. Luogo di culto piccolo, raccolto e sempli Suor Albertina ce con l'architettura del soffitto a travi con le pianelle colorate che formano una geometria piacevole. Bella l'ultima visita alla chiesa della Madonna del Suffragio, che si trova a ridosso del camposanto. Quando vi si entra si resta meravigliati dal fascino della monumen tale scultura lignea che riproduce Maria con Angeli e penitenti. È alta oltre tre metri, portata in processio ne, da sedici portatori a motivo del suo notevole peso. Don Dino nel visitare questi luoghi ci ha partecipati di molte informazioni sui personaggi e figure di santi di modo che la nostra attenzione ha potuto seguirlo in questa interessante carrellata. Come si vede nella foto ricordo, il Don ci ha poi offerto il pranzo. Grazie don Dino. @flavio.diogene 10

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