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Bionomia del paesaggio: L’ecologia del paesaggio biologico-integrata per la formazione di un «medico» dei sistemi ecologici PDF

351 Pages·2011·14.255 MB·Italian
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Bionomia del paesaggio Vittorio Ingegnoli Bionomia del paesaggio L’ecologia del paesaggio biologico-integrata per la formazione di un “medico” dei sistemi ecologici 123 Vittorio Ingegnoli Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie per la Natura Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Università degli Studi di Milano Milano ISBN 978-88-470-2040-5 ISBN 978-88-470-2041-2 (eBook) DOI 10.1007/978-88-470-2041-2 © Springer-Verlag Italia 2011 Quest’opera è protetta dalla legge sul diritto d’autore, e la sua riproduzione è ammessa solo ed esclusivamente nei limiti stabiliti dalla stessa. Le fotocopie per uso personale possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pa- gamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni per uso non personale e/o oltre il limite del 15% potranno avvenire solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org. Tutti i diritti, in particolare quelli relativi alla traduzione, alla ristampa, all’utilizzo di illustrazioni e tabelle, alla citazione orale, alla trasmissione radiofonica o televisiva, alla registrazione su microfilm o in database, o alla riproduzione in qualsiasi altra forma (stampata o elettronica) rimangono riservati anche nel caso di utilizzo parziale. La violazione delle norme comporta le sanzioni previste dalla legge. L’utilizzo in questa pubblicazione di denominazioni generiche, nomi commerciali, marchi registrati, ecc. anche se non spe- cificatamente identificati, non implica che tali denominazioni o marchi non siano protetti dalle relative leggi e regolamenti. 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2011 2012 2013 2014 Layout copertina: Ikona S.r.l., Milano Impaginazione: Ikona S.r.l., Milano Stampa: Grafiche Porpora, Segrate (MI) Springer-Verlag Italia S.r.l., Via Decembrio 28, I-20137 Milano Springer fa parte di Springer Science+Business Media (www.springer.com) The biperspectivable systems view of landscapes, functioning simultaneously as natural and cognitive systems, and therefore as a tangible bridge between nature and mind, opens the way for close cooperation among landscape researchers and scientists from all other relevant disciplines and professions. Il doppio sistema interpretativo dei paesaggi, simultaneamente naturali e cognitivi, che agiscono come ponte fra mente e natura, apre la strada per una stretta collaborazione fra ricercatori del paesaggio e scienziati di ogni altra rilevante disciplina e professione. Zev Naveh, 2001 (Landscape & Urban Planning 57) Presentazione Raramente capita, come nel caso di questo volume, di cogliere già nel titolo l’impo- stazione culturale e scientifica che l’Autore ha voluto dare alla propria opera. Appare, infatti, in tutta evidenza la visione che Vittorio Ingegnoli – architetto e dottore in Scienze Naturali, cultoree docente di Progettazione Ecologica del Paesaggio – ha del paesaggio: un sistema vivente. Questa visione potrebbe essere considerata quasi scontata se il paesaggio non fosse trattato in molti, troppi casi, come un’imma- gine, da studiarsi più dal punto di vista iconografico o iconologico che da quello bio- nomico, essendo la bionomia la scienza che studia i processi vitali. Conferire la dignità della vita al paesaggio significa riconoscerne la qualità di si- stema complesso adattivo e, quindi, le caratteristiche di coevoluzione, di comportamenti emergenti, d’interattività tra le sue parti, l’ambiente circostante e l’uomo. In altre parole, significa porsi in consonanza con Ludwig von Bertalanffy (1901-1972) – bio- logo austriaco, fondatore della Teoria Generale dei Sistemi – e con quanti hanno con- tribuito al superamento del riduzionismo come, per citarne alcuni, il chimico Ilya Prigogine, il fisico Murray Gell-Mann e il filosofo-sociologo Edgar Morin. Cono- sciamo tutti i grandi meriti del riduzionismo nel progresso delle conoscenze; ma, proprio perché la scienza deriva da un processo sistematico di acquisizione delle co- noscenze mirato a giungere a una descrizione sempre più dettagliata della realtà fat- tuale, il superamento con metodo scientifico dell’acquisito ne è parte integrante. Tullio Regge, il grande fisico-matematico italiano, ha scritto in proposito: “La portata di una scoperta scientifica non si misura dai risultati raggiunti bensì dai problemi nuovi che essa apre in un processo evolutivo che pare non aver fine”. La “Bionomia del paesaggio” di Vittorio Ingegnoli ci coinvolge a pieno titolo in questo innovativo processo conoscitivo e inserisce l’Autore tra gli edificatori (per la verità ancora pochi) della “nuova ecologia” scientifica, ben lontana dall’attivismo ambientalista. Da questo punto di vista l’opera fornisce anche un importante contributo didascalico e la sua lettura (meglio: studio) dovrebbe informare (nel senso di “dare forma”) le nuove generazioni di ecologi. Il volume sostiene il lettore in questo apprendimento evolutivo dedicando il primo – ma soprattutto il secondo capitolo – a una sintetica, ma rigorosa, illustrazione, anche storica, dei processi conoscitivi ad esso sottesi. Questi capitoli consentono al lettore di affacciarsi sulla realtà, così come la conosce (o crede di conoscerla), indos- sando però un nuovo paio di occhiali che gli aprono orizzonti molto più vasti. I capitoli che seguono, fino al nono compreso, costituiscono una trattazione siste- matica del tema (Anatomia e fisiologia del paesaggio, Trasformazioni e patologie, Analisi della componente vegetale, Analisi faunistica e antropica, Analisi ecologiche generali, Analisi storica e valutazione del pregresso, Valutazione diagnostica) e forni- VII VIII Presentazione scono allo studioso e al professionista (anche futuro) metodi e strumenti per appro- fondire le più importanti caratteristiche del sistema complesso adattivo “paesaggio” al fine di coglierne non solo gli aspetti descrittivi, ma anche quelli vitali ed evolutivi. A partire dal decimo capitolo (Progetto di intervento) l’Autore, non dimentico dei propri ruoli di docente e di professionista - presenta alcuni case studyda lui affrontati nel milanese e nel Trentino. La trattazione è ricca di particolari, chiara ed esaustiva e rivela la vasta e meditata esperienza di un ricercatore e di uno studioso mai sazio di apprendere e di applicare. Concludendo, ritengo un privilegio aver avuto l’occasione di presentare questo volume e, congratulandomi con l’Autore per il suo importante contributo, auspico che i lettori siano numerosi. Milano, giugno 2011 Prof. Ing. Giacomo Elias Direttore Scientifico AIAS già Ordinario di Fisica Tecnica, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano Prefazione La presente pubblicazione nasce soprattutto dalla necessità di aggiornare il corpus teorico e applicativo dell’ecologia del paesaggio, a 40 anni dall’inizio degli studi del sottoscritto. Nel 1971 l’Autore presentò un lavoro dal titolo “Ecologia territoriale e progettazione” al Congresso Internazionale “Ingegneria e ambiente”, tenutosi al Museo della Scienza di Milano, che ha rappresentato la base di partenza dei suoi studi1. In seguito fu invitato2da Francesco DiCastri, responsabile UNESCO del settore Ecologia, che coordinava da Parigi i primi studiosi dell’ecologia del territorio in Europa e negli Stati Uniti, di riferire tali studi all’Ecologia del Paesaggio (1985). Di recente, dopo aver preso atto del degrado odierno del termine “ecologia” e dopo aver impostato un nuova sintesi teorica sulla base della constatazione che il paesaggio rappresenta uno specifico livello di organizzazione biologica (2002), ri- portata nel saggio monografico scritto per l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani (2010), l’Autore ha deciso di adottare il termine “Bionomia del Paesaggio” (vedi ca- pitolo 2, paragrafo 2.2) e di proporlo come titolo di questo volume. È innegabile che si tratta di un lavoro che nasce anche da una serie di proteste. Dalla ribellione alla mancanza di responsabilità nei rapporti uomo-ambiente che dilaga oggi in Italia e nel mondo. Dalla ribellione all’analfabetismo scientifico impe- rante in società che sono sempre più dipendenti dalla scienza e dalla tecnologia. Dalla ribellione verso la triste e anacronistica incomprensione fra il mondo umanistico e quello scientifico. Dalla ribellione verso le autorità politico-amministrative che continuano a rovinare il territorio, ascoltando sedicenti ambientalisti (quantomeno dilettanti) e non curandosi dei notevoli avanzamenti scientifici in campo ecologico- paesistico. Dalla ribellione verso uno Stato che considera gli studiosi come inutili, vessandoli in ogni modo. Dalla ribellione verso i sentimenti di sufficienza e ostilità che buona parte del mondo scientifico mostra nei confronti della religione e dei sen- timenti più nobili dell’umanità. L’impegno scientifico del testo contrasta di fatto una prassi, che non si esita a de- finire vergognosa, che pone scientificamente ed economicamente fuori giuoco i pro- fessionisti esperti in ecologia del paesaggio. Le potenziali possibilità di lavoro sono molteplici, come si vedrà, ma qualsiasi tecnico improvvisato è in grado di vincere concorsi formalmente del tutto regolari in quanto le leggi danno maggior peso ai tempi, ai costi e ai riferimenti burocratici, piuttosto che alla scientificità del metodo, 1 Novembre 1971- Giornata Internazionale della FEANI: “L’ingegnere e la natura: l’ingegnere di fronte al problema della sopravvivenza umana” Museo della Scienza, Milano [comunicazione]. 2 In un incontro tenuto nell’ambito della SITE (Società Italiana di Ecologia) all’Università di Parma, su richiesta di Oscar Ravera. IX X Prefazione quando si tratta di valutazione o pianificazione del territorio. L’Autore si augura che tali brevi considerazioni possano indurre a decidere che valga la pena leggere quanto proposto in questo testo. Lo scopo di una pubblicazione di carattere scientifico, ma con risvolti etici e cul- turali, è quello di far conoscere a una cerchia di persone, assai più ampia degli studenti che seguono i corsi di ecologia, l’importanza dell’ecologia del paesaggio nella sua tendenza “biologico-integrata” o, meglio, la “bionomia del paesaggio”. Certamente non si tratta di un testo divulgativo, dato che la trattazione della materia, anche se sin- tetica, è su basi scientifiche. Tuttavia, è auspicabile che questo libro possa interessare un pubblico più vasto proprio per le implicazioni etiche e culturali che sono legate alla presente disciplina. Per esempio, coloro che si occupano di paesaggio nell’ambito architettonico, in- gegneristico, umanistico e gli amministratori pubblici di una certa responsabilità do- vrebbero essere interessati perlomeno ai temi applicativi proposti nel testo, in modo da gestire le problematiche ambientali con principi e metodi innovativi rispetto a quanto avviene attualmente. Ci si augura inoltre che, fra i docenti delle scuole Medie Superiori, ci possa essere un interesse riguardo agli argomenti di questo volume, al fine di illustrare ai loro allievi la necessità di modificare gran parte degli atteggiamenti odierni verso l’ambiente e l’ecologia e per indicare loro la grande responsabilità del- l’uomo rispetto al Creato. Le basi della conoscenza e della saggezza, quindi anche della scienza, non appar- tengono a uno solo di noi uomini, sono un patrimonio comune e sono antiche come il mondo. Ma esse vanno continuamente declinate con il proseguire della storia e, so- prattutto, vagliate nei confronti della verità. Infine, altre ragioni che hanno guidato la stesura di questo testo sono la constata- zione che pochissimi conoscono veramente la bionomia del paesaggio e ancora meno le sue applicazioni; la constatazione che, di fatto, di fronte a scelte politiche e di pia- nificazione troppo spesso vince solo la mentalità economicistica e burocratica (indif- ferentemente dal “colore” politico delle amministrazioni); la constatazione di come una carenza etica ed epistemologica come quella odierna esiga di non limitarsi a in- trodurre qualche nota a fine lavoro, bensì richieda di dedicare un capitolo introduttivo specifico all’argomento. Molti amministratori comunali o professionisti meno edotti sui problemi ambientali confondono l’ecologia del paesaggio con l’architettura del paesaggio, mentre deve esser chiaro che si tratta di due discipline solo in parte sovrapponibili, anche se non limitatamente al campo applicativo, in quanto la diversità sta nei principi e nel metodo. L’architettura del paesaggio coincide con la progettazione degli spazi esterni all’edi- ficato, è condotta con criteri prevalentemente visuali, funzionali e tecnologici, e talvolta mira alla ricerca dell’originalità più velleitaria, della “griffe” di prestigio. La progettazione secondo l’ecologia del paesaggio segue, invece, principi di ordine pre- valentemente biologico e cerca di intervenire con l’ottica propria dei medici, cioè di professionisti capaci di operare su sistemi viventi, quali sono i paesaggi, di operare quindi come “ecoiatri” come si vedrà più avanti nel testo. Proprio questo riferimento ai sistemi viventi, che è di centrale importanza, porta a considerare un diverso rapporto con la sostenibilità, cioè con il concetto di sviluppo sostenibile. Il potere dell’attuale economia globale, che considera l’ecologia come sottosistema dell’economia, porta a una convergenza di fatto delle Amministrazioni Pubbliche verso un concetto di sostenibilità ambientale che al massimo si limita a porre in relazione sullo stesso piano le note “tre E” del rapporto Brundtland (1987) Prefazione XI alla WCED (World Commission on Environment and Development): Ecologia, Equità socialeed Economia. Tuttavia è indubbio che, essendo il paesaggio un’entità vivente, in molti casi le “tre E” non possono stare sullo stesso piano: la componente biologica deve avere la precedenza, per ragioni di salute sia dei sistemi ecologici che del- l’uomo. Un esempio significativo in tal senso è emerso qualche anno fa nello studio di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) affidato dal Comune di Capannori (Lucca) all’Autore. Con il criterio di sostenibilità delle “tre E” sia l’amministrazione municipale che quella Provinciale, pur appartenenti a schieramenti politici opposti, indicarono, in pieno accordo, un’area per lo smaltimento dei rifiuti del distretto. Dalla valutazione emerse che tale area non era compatibile con la struttura e le funzioni del paesaggio in esame, perché avrebbe rovinato una delle migliori aree agricole rimaste in un comune ormai industrializzato e inoltre avrebbe impedito la possibilità di sviluppare una rete ecologica locale necessaria per ristabilire uno stato di riequilibrio ambientale. Le Amministrazioni insistettero – senza risultato – perché il sottoscritto cambiasse idea: fu fatto infatti loro presente che un ecologo si deve comportare come un medico: se poi il paziente (rappresentato in questo caso dalle autorità amministrative locali) non tiene conto delle prescrizioni e aggrava la malattia, ciò non deve succedere perché il medico ha accettato di togliere la medicina più amara! È un problema etico. Non sembra però che l’etica ambientale sia oggi tenuta sempre presente fra gli amministratori locali (salvo debite eccezioni) e purtroppo anche fra i professionisti incaricati di redigere le pianificazioni e i controlli VAS. È necessario ricordare che nel rapporto uomo-natura, il principio di responsabilità non ha alternative, anche se la fiducia eccessiva nel progressismo e nelle capacità scientifiche e tecnologiche del- l’uomo fa in modo che oggi tale responsabilità venga – di fatto – molto ridotta. Tanto più che sta dilagando un relativismo miope, in quanto limitante la ragione, che ha ri- percussioni persino sulla scienza. Sovente ci si sente dire dalle Autorità competenti (per esempio, assessorati all’ur- banistica e territorio): “Noi abbiamo già un nostro metodo, nostri piani territoriali di riferimento confermati da nostri esperti, quello che lei ci vuole suggerire è solo una sua visione. Lo dice lei che la nostra gestione del territorio non è in linea con l’ecologia: è solo un suo parere. Lei, del resto, chi rappresenta?...”. Risposta d’obbligo: se uno scienziato propone nuovi criteri non lo fa per vendere idee personali, ma perché, a una verifica scientifica, si dimostra che ciò che oggi viene fatto per la tutela e la pianificazione del territorio è spesso insufficiente se non addirittura sbagliato! È necessario, quindi, un chiarimento sia etico che epistemologico, in modo da poter incitare chi si prepara a gestire le complesse problematiche ambientali a compiere scelte responsabili nei confronti della Natura come della popolazione. In questi campi le scelte “politico-amministrative” locali basate sulle cosiddette “regole democratiche” non hanno senso, hanno un valore assai limitato. Si ricorda che non è possibile votare a maggioranza una legge, fisica o biologica, che sia vera o no! Si ricorda, inoltre, che se un ente ospedaliero incontra un medico capace di sug- gerire nuovi metodi di cura che si dimostrano assai più efficaci e opportuni di quelli in vigore, tale ente può anche scegliere di non seguire lo studioso, ma si assume im- plicitamente la responsabilità di agire contro il beneficio dei propri pazienti! Non si dimentichi, infine, che la tutela della natura significa anche tutela della salute, e non solo per ragioni di inquinamento. Ambienti alterati, anche se non inquinati, possono portare seri problemi alla salute umana, come già esposto nel 2002. Il volume inizia con una Prima Parte (“Premesse disciplinari”) in cui nel breve ma

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