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Augusto e il potere delle immagini PDF

357 Pages·1989·1.229 MB·Italian
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Augusto e il potere delle immagini di Paul Zanker Storia dell’arte Einaudi 1 Edizione di riferimento: Paul Zanker, Augusto e il potere delle immagini, trad. it. di Flavio Cuniberto, Einaudi, Torino 1989 Titolo originale: Augustus und die Macht der Bilder © C. H. Beck’sche Verlagsbuchhandlung (Oskar Beck), München 1987 Storia dell’arte Einaudi 2 Indice Premessa 7 Cenni bibliografici 11 Introduzione 16 capitolo primo Immagini contraddittorie. La repubblica al tramonto 11 La statua onoraria e il nudo 22 Contraddizioni nella forma e nel messaggio 25 Propaganda famigliare e crisi della classe dirigente 28 L'immagine urbana di Roma come specchio della situazione politica e sociale 34 La «villa» e la nascita della sfera privata 41 capitolo secondo Immagini antagoniste. La lotta per il potere assoluto 46 Divi filius 46 Le statue trionfali del giovane Cesare 50 Identificazioni mitologiche 57 Le serie numismatiche di Ottaviano 67 Le immagini problematiche di Antonio 70 Antagonismo edilizio e varietà formale 78 Il Mausoleo 84 Storia dell’arte Einaudi 3 Indice capitolo terzo La grande svolta. I nuovi segni e il nuovo stile politico 89 Il Foro come palcoscenico della famiglia Giulia 89 I simboli della vittoria 89 Il vincitore si ritira 92 Res publica restituta 94 Il titolo di «Augusto» e il nuovo ritratto 104 capitolo quarto Il programma di rinnovamento culturale 108 1. pietas 110 Aurea Templa 113 Nuovi programmi figurativi 119 Feste e rituali 122 Le alte cariche sacerdotali 126 Sacerdozio e status sociale 131 2. publica magnificentia 137 Il princeps scende in campo contro il lusso privato 138 Ville per il popolo 141 La presenza della famiglia imperiale nell’immagine urbana 145 Applauso e ordine. Il teatro come luogo d’incontro fra il princeps e il popolo 148 Immagine urbana e ideologia 154 3. mores maiorum 159 La riforma dei costumi 159 Il princeps come modello 162 Toga e stola 165 Storia dell’arte Einaudi 4 Indice capitolo quinto Lo scenario mitico del nuovo Stato 168 1. aurea aetas 169 Si inaugura l’età dell’oro 169 Fecondità e pienezza 175 I tralci del paradiso 180 Vittoria e pace 183 2. il mito, la storia, il presente 190 Dal mito di famiglia al mito di Stato 191 Venere e Marte 193 Enea e Romolo 198 Un’immagine riveduta della storia romana 206 3. «principes iuventutis». il ruolo dei successori nel mito di stato 211 Gli eredi e la stirpe di Venere 212 Tiberio e Druso generali dell’impero 218 Tiberio come successore 221 Il ruolo di Giove 224 capitolo sesto Il linguaggio formale del nuovo mito 233 Il riutilizzo degli originali classici e arcaici 235 Il significato sacrale della forma arcaica 237 Le implicazioni morali della forma classica 239 Composizioni «atticiste» 244 Il valore simbolico della citazione 247 Storia dell’arte Einaudi 5 Indice capitolo settimo Le nuove immagini e la vita privata 254 Moda e lealismo 255 La privatizzazione del messaggio 261 Gusto e mentalità 265 Proiezioni bucoliche 270 Mentalità e autorappresentazione 274 capitolo ottavo La diffusione del mito imperiale 279 La reazione dei Greci 279 Le città fanno a gara nel culto dell’imperatore 285 Il culto imperiale in Occidente 290 Le élites urbane e il programma augusteo 296 Marmo e autocoscienza 302 Conclusione 311 Note 318 Storia dell’arte Einaudi 6 Premessa L’architettura e le arti figurative rispecchiano lo stato di una società e i suoi sistemi di valori ma anche i suoi momenti di trasformazione e di crisi. Tuttavia, come noto, è difficile analizzare determinate opere d’ar- te quali testimonianze storiche di uno specifico messag- gio. Questo libro intende mostrare come un mutamen- to di sistema politico possa condurre allo sviluppo di un nuovo linguaggio visivo, che riflette e nello stesso tempo condiziona in modo essenziale l’evoluzione della men- talità. Secondo gli orientamenti moderni della ricerca ci siamo interrogati anzitutto sui moventi sociali e il con- testo psicologico dei processi di trasformazione. La forma dell’opera d’arte non sarà allora meno interes- sante del suo contenuto: perché lo «stile» è a sua volta una testimonianza storica complessa. Poche volte nella storia le arti furono messe al ser- vizio del potere politico in modo cosí diretto come nel- l’età augustea. Le immagini dei poeti e degli artisti par- lano di un mondo felice, in cui un grande sovrano gover- na in pace un impero universale. E come dimostra non da ultimo la pubblicità, che continua a utilizzarle, alcu- ne di queste immagini conservano ancora intatto il pro- prio potere di suggestione. A un’immagine canonica e idealizzata dell’arte augu- stea si arrivò solo negli anni trenta. La sistemazione urbanistica della Roma fascista, con i suoi restauri e i Storia dell’arte Einaudi 7 Paul Zanker Augusto e il potere delle immagini suoi lavori di scavo, portò per la prima volta alla luce, o perlomeno a conoscenza dei contemporanei, monu- menti importanti come il Mausoleo e il Foro di Augu- sto, il Teatro di Marcello e l’Ara Pacis. Fatalmente, le celebrazioni per il secondo millennio della nascita di Augusto, nel 1937, indussero il regime e i suoi sosteni- tori più o meno convinti a utilizzare l’arte romana nel suo insieme, e in particolare quella augustea, nel quadro di una estetizzazione del nuovo potere e dei suoi mega- lomani progetti imperiali. E in una forma o nell’altra la nostra visione dell’arte augustea è ancora condizionata dall’immagine fissata in quegli anni. È vero, peraltro, che la figura di Augusto aveva avuto i suoi critici fin dall’ antichità, e non solo di parte «repubblicana» come Tacito, Voltaire, Gibbon e Mommsen. Anche negli anni trenta non mancano le voci contrastanti, come il cele- bre libro di Ronald Syme, The Roman Revolution, pub- blicato in Inghilterra nel 1939. Purtroppo, nel sugge- stivo capitolo The Organisation of Opinion l’arte e l’architettura sono del tutto trascurate, e anche oggi è diffusa convinzione fra gli storici che le opere d’arte abbiano un puro interesse estetico: buon materiale per libri illustrati, ma privo di un valore documentario auto- nomo rispetto alle fonti scritte. Un atteggiamento, que- sto, a cui hanno contribuito non poco anche gli storici dell’arte e gli archeologi con le loro interpretazioni «immanenti» all’opera stessa e il loro disinteresse per il contesto storico delle opere figurative. Quando non si limita a riprendere i panegirici augu- stei degli anni trenta, dopo la seconda guerra mondiale la ricerca si concentra significativamente su problemi di natura formale. Soprattutto nell’archeologia tedesca, dominata dall’idea della superiorità dell’arte greca, il valore dell’arte augustea viene ricondotto al suo classi- cismo e alla sua qualità artigianale. Il significato atem- porale di quell’arte deriverebbe – come anche nel caso Storia dell’arte Einaudi 8 Paul Zanker Augusto e il potere delle immagini di un Virgilio o di un Orazio – dalla sua capacità di rin- novare e trasmettere le forme greche, nonostante la fun- zione politica delle sue opere. In Italia, l’illustre archeo- logo di formazione marxista Ranuccio Bianchi Bandi- nelli contestava invece il significato storico dell’arte augustea proprio a causa del suo classicismo, visto come l’espressione di un sistema politico reazionario. A par- tire dalla fine degli anni sessanta, e riprendendo le ricer- che di Ronald Syme e Andreas Alföldi, l’interesse degli studiosi si sposta sul valore propagandistico dei messag- gi figurativi, alla ricerca peraltro infruttuosa di occulte strategie di potere. Negli ultimi anni l’interesse per Augusto e la sua epoca ha conosciuto uno sviluppo straordinario: soprat- tutto in Germania, negli Stati Uniti e in Inghilterra si svolgono regolarmente convegni di studi, mentre l’edi- toria contribuisce non solo con pubblicazioni specializ- zate o rivolte agli «addetti», ma anche con libri son- tuosamente illustrati e destinati a un pubblico più ampio. A Berlino si sta preparando attualmente una grande mostra sul tema. Si tratta solo di una tipica ten- denza «postmoderna», conformemente all’interesse generale per tutto ciò che è «classico»? O entra in gioco anche il fascino di una società tranquilla e ordinata, del sovrano dal volto umano, capace di garantire benessere e sicurezza per tutti, mecenate della poesia e dell’archi- tettura e tutore, insieme, di una severa moralità? Il presente volume riprende e sviluppa i temi delle Jerome Lectures da me tenute tra il 1983 e il 1984 ad Ann Arbor e alla American Academy di Roma. Senza la stimolante esperienza di quelle lezioni non avrei trova- to il coraggio necessario per pubblicare questo lavoro di sintesi. Gli inviti rivoltimi dall’Institute for Advanced Study di Princeton (1982) e dal Wolfson College di Oxford (1985) mi hanno consentito di approfondire e poi di portare a termine la ricerca. Colgo l’occasione per Storia dell’arte Einaudi 9 Paul Zanker Augusto e il potere delle immagini esprimere la mia gratitudine a questi Istituti e ai colle- ghi, in particolare a P. H. von Blanckenhagen, J. d’Arms, G. Bowersock, J. Griffin, Ch. Habicht, D. Scott, D. e H. Thompson, Z. Yavetz. Devo anche molto al seminario organizzato a Oxford da F. Millar, con la partecipazione degli studiosi locali. Gli stimoli, gli aiuti e gli incoraggiamenti che ho rice- vuto nei lunghi anni della mia ricerca sono cosí molte- plici che mi è impossibile sciogliere qui tutti i miei debi- ti di gratitudine. Vorrei però almeno ricordare gli amici, i colleghi e gli studenti di Monaco per i loro preziosi aiuti e suggerimenti, e in particolare Ch. Meier e H. von Hesberg, ma anche O. Dräger, D. Lauenstein, M. Pfan- ner e R. Senff. Storia dell’arte Einaudi 10

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