Dee Brown - che in Seppellite il mio cuore a Wounded Knee ricostruì l'episodio famoso e culminante del genocidio del popolo pellerossa - ha qui raccolto i più bei racconti di una ventina di differenti tribù (tra i primi a essere stati messi in forma scritta) volgendoli nel linguaggio che potrebbe essere usato da un narratore indiano dei nostri giorni. Sono storie di eroi e di eroine, di mostri e di fantasmi, di humor, di mistero e di audaci imprese, e ci riportano a un'imprecisata preistoria in cui uomini, piante, animali e gli stessi elementi della natura (lampo, vento, pioggia, fuoco) non erano ancora ben differenziati, ma altrettante manifestazioni di un unico Grande Spirito. E se al lettore occidentale I'ambientazione e certi ingredienti possono talvolta sembrare insoliti, le situazioni descritte sono tuttavia universali, riflettendo virtù e difetti comuni a tutti gli esseri umani. Così in molti racconti è possibile ritrovare gli echi di narrazioni bibliche, greche o germaniche, mentre in altri prevalgono temi autoctoni e peculiari del folklore indiano. Peculiari e distintivi sono soprattutto il senso della natura e della comunione universale, e quel misto di candore e di disincantata ironia che ne fanno il frutto inconfondibile di infinite generazioni.