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atti del convegno letterario ADI-SD PDF

81 Pages·2005·1.01 MB·Italian
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atti del convegno letterario ADI-SD a cura di Barbara Peroni Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia foto di copertina: Michele Benvenuti progetto grafico: www.miteintransigente.it stampato da Color Print. Milano, Febbraio 2004 In questo volume sono raccolti gli ATTI del Convegno “Milano da Leggere”, organizzato dalla associazione ADI-SD, tenutosi all’Università Statale di Milano il 5 e 4 Dicembre 2003. Lo scritto mantiene i caratteri della comunicazione orale, rispecchian- done l’immediatezza e la estemporaneità. E’ la trasposizione fedele di tutte le relazioni. Un doveroso ringraziamento va al prof. Mario G. Dutto, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, che ha permesso questapubblicazione. Per ultimi, non certo per importanza, si ringraziano i Professori dell’Università Statale di Milano Francesco Spera, Vittorio Spinazzola, Bruno Falcetto che con generosa disponibilità e grande professionalità hanno pre- sieduto rispettivamente la prima, la seconda e la terza sessione dei lavori. Barbara Peroni, Direttivo ADI-SD Indice Presentazione del convegno e saluto delle autorità - - - p. 9 Raffaele Donnarumma (Scuola Normale di Pisa) - - - p. 15 Gadda e Milano: mito e demistificazione. Pietro Cataldi (Università per gli Stranieri Siena) - - - p. 27 Montale a Milano. Claudio Milanini (Università Statale di Milano) - - - p. 38 Carlo Porta poeta europeo. Paolo Giovannetti (IULM Milano) - - - p. 49 Il porto di Milano: gli spazi aggreganti della poesia. Roberto Bigazzi (Università di Siena) - - - p. 60 La Milano di Verga. Giovanna Rosa (Università Statale di Milano) - - - p. 70 "L’illustre tradizione lombarda" Vincenzo Consolo (scrittore) - - - p. 82 La patria immaginaria: l’emigrazione impossibile. Mario Mentaschi (Studioso della storia postale italiana) - - p. 93 Vicende storico-postali della Lombardia nel 1859. Emanuele Zinato (Università di Padova) - - - p. 97 La città e la bomba. Le controstorie milanesi di Bianciardi e Volponi. Raffaele De Berti (Università Statale di Milano) - - - p. 106 Nascita di una metropoli. Milano sullo schermo tra realtà e immaginario. Francesco Varanini (Università di Pisa ) - - - p. 117 Milano tra letteratura e industria: come nell’Italia contemporanea l’industria si fa letteratura e la letteratura si fa industria. 7 Presentazione del convegno: Apertura dei lavori BARBARA PERONI Direttivo ADI-SD Buongiorno e benvenuti a tutti, grazie di essere intervenuti così numerosi ed interes- sati. So che ringraziare è cosa rituale, ma il mio ringraziamento vor- rebbe non essere un atto dovuto, non vorrebbe essere né formale né retorico. Mi sembra invece un momento bello e prezioso trovarsi per due giorni a lavorare in questa bellissima università. Ringrazio il Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale Mario Dutto, che ha sostenuto il convegno, lo ha reso possibile, fin dal primo momento è stato un nostro fautore. Ringrazio il Rettore di questa università, Enrico Decleva, che ci ospita per due giorni. Ringrazio poi la Megalibri per l'aiuto nella diffu- sione della notizia di quest'evento e le ragazze dell'Istituto Gentileschi che ci aiutano nello svolgimento della organizzazione. Vorrei spendere due parole per presentare l’ADI-SD e dire che cosa ha significato per noi la nascita di questa associazione, sono presenti qui tante persone del direttivo venute anche da lontano… L’associazione è nata ufficialmente nel Febbraio del 2001, con l’investitura dell'allora ministro De Mauro, ed è stata voluta sia da docenti universitari, appartenenti alla cosiddetta ADI “madre”, sia da insegnanti delle scuole superiori, in una iniziativa congiunta per “parlare insieme”, per dare vita a un laboratorio di esperienze comuni, e condividere non solo il mestiere di insegnanti, ma anche tutte le problematiche più nascoste, per cercare di rispondere alla esigenza di alzare la qualità dello studio dei nostri studenti. I presupposti ideologici condivisi, ed ogni giorno più validi, a partire dai quali abbiamo unito le nostre forze sono stati principalmente due: fondere insieme le energie delle università e delle scuole secondarie, (siamo convinti che sia assolutamente necessario creare un collegamento permanente), e poi la convinzione che la letteratura sia fondamentale nella formazione di tutti. Quindi ci muoviamo con la fiducia nella forza della area umanistica e nella sua vitalità per valorizzare una identità comune, nazionale, e sovranazi- onale. Il nostro impegno è stato in questi anni rivolto ad attività di formazi- 9 one ed aggiornamento, siamo diventati da un anno e mezzo una associazione qualificata presso il MIUR, abbiamo organizzato diversi convegni nazionali; ma forse la caratteristica più significativa è il lavoro dell’ADI-SD nelle realtà locali (conferenze-seminari- incontri- dibattiti), sono qui tante colleghe che rappresentano quasi tutta l’Italia a testimoniarlo. C’è poi da un po’ di tempo la collaborazione con l’INDIRE per la formazione on-line, assieme a molte altre attività… ma non voglio dilungarmi, perché altro aggiungerà domani la vicepresidente dell’associazione. Riprendendo ciò che ci ha mosso: pensiamo che insegnare sia una scommessa: allora proviamo a vincerla. A scuola siamo abituati a sentir par- lare di contratto formativo, competenze, valutazione, è un linguaggio “scolas- tichese” che alle volte abbiamo preso in giro, siamo però certi che se saremo capaci di allargare le nostre competenze, aggiornarci e studiare, sapremo insegnare meglio, sapremo trasmettere non solo nozioni, ma affrontare in maniera seria e scientifica tutti i saperi e le possibilità dei saperi. Due anni fa il primo passo dell’ADI-SD Lombardia era stato l’organizzare proprio in quest’Aula Magna il convegno “Storia e storie” con l’associazione degli storici, la CLIO, con la quale speriamo di collaborare anche in futuro. Oggi ci presentiamo da soli ad affermare il valore della letteratura, letteratura che ci auguriamo continui ad avere un ruolo forte, in ogni scuola, proprio perché siamo convinti della forza del testo letterario, come depositario di Storia, di significato con tutta la sua offerta di interpretazioni nuove e personali. Da tutte questa premesse, è nato “Milano da leggere”. Il convegno avrebbe l’ambizione di aprire un dibattito costruttivo, uno scambio di espe- rienze comuni tra insegnanti universitari e della scuola secondaria, dalle relazioni di queste tre sessioni speriamo si potranno trarre nuove idee e proposte ed anche forse spunti per i programmi didattici. Oggi proponiamo un dialogo con la città di Milano e con tutto l’immaginario collettivo ad essa legato, non certo in senso campanilistico, ma per valorizzare una identità culturale comune alla base della nostra educazione letteraria, per poi da Milano abbracciare gran parte della storia letteraria ed aprirci da uno spazio più ris- tretto ad un panorama culturale più completo, dal particolare all'universale. Per questo non abbiamo voluto chiuderci soltanto in scrittori milanesi, ma abbiamo cercato di scegliere tanti artisti che hanno avuto rapporti con Milano. Milano emerge come la città dove gli scrittori, i registi, gli editori hanno visto e vissuto turbamenti, ricchezze di esperienze, nevrosi, illusioni. La caratteristica che accomuna tutte le relazioni che sentirete è proprio il parlare di Milano in senso problematico. La problematicità della città, la sua cultura, i suoi spazi, Milano polo di attrazione, ma anche di disillusione, per illustri milanesi e illustri immigrati... Non è casuale la scelta dell’immagine della stazione centrale sul manifesto del con- vegno: la stazione è il punto fisso della mappa geografica dell’immaginario milanese. Milano crocevia emblematico del rapporto tra l’intellettuale-individuo e i grandi problemi sociali. Chiudo leggendo una frase di Franco Loi, pubblicata pochi giorni fa in uno dei suoi libretti dedicati alla città: “non ci deve essere assolutamente nostalgia, perché la nostalgia è maligna, e va assolutamente evitata. Bisogna invece cercare la memoria, perché la memoria è l’essenza della scrittura, e la 10 memoria salva le cose che vanno consegnate”. Loi si riferiva a Milano, ma credo che si possa allargare il discorso a tutta la nostra letteratura. Passo la parola al professor Francesco Spera che gentilmente presiederà la prima sessione di questo convegno. FRANCESCO SPERA Presidente del Corso di Laurea in Lettere dell’Università Statale di Milano Do il benvenuto ai partecipanti al convegno “Milano da leggere”, anche a nome del Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Milano, professor Enrico Decleva, e del Preside della facoltà di Lettere e filosofia, professor Fabrizio Conca. Il mio è un messaggio di saluto e di augurio di buon lavoro, ma anche di vivo apprezzamento per questa iniziativa. Come università auspichiamo che queste esperienze possano continuare e incrementarsi, proprio perché riteniamo fondamentale un rapporto sem- pre più stretto con il mondo della scuola. Le vicende di questi ultimi anni di fatto hanno già facilitato un irreversibile avvicinamento, dal momento che università e scuola cooperano alla nuova esperienza della SSIS, alla scuola per la formazione dei docenti. E quando si lavora insieme, ci si conosce di più e si innesca un processo positivo che induce a ulteriori collaborazioni. La SSIS era nata tra difficoltà e scet- ticismo, imponendo all’università carichi di lavoro, dal punto di vista della qualità e quantità, imprevisti e molto impegnativi. Dopo alcuni anni di rodaggio si può dire che il meccanismo ormai funziona a pieno regime e con risultati molto buoni. Non voglio dire che tutti i problemi siano stati risolti, ma siamo certamente soddisfatti del progressivo processo di miglioramento che verifichiamo anno per anno grazie all’impegno convinto dei docenti universitari e dei docenti scolastici che collaborano con noi. Si ricordi che nella nostra facoltà abbiamo numeri molti alti di iscritti: tre indirizzi per una decina di abilitazioni e circa settecento specializzandi per anno, che richiedono il coinvolgimento, a vario titolo, di oltre cento docenti strutturati. È un fenomeno quindi estremamente rilevante e d’importanza strategica per la facoltà. D’altra parte questi numeri ci hanno portato a intrecciare rapporti con molte scuole lombarde e a coinvolgere moltissimi docenti di scuola media inferiore e superiore: alcuni sono ufficialmente “comandati” per seguire specificamente il tirocinio, altri collaborano in moduli e laboratori, altri ancora accolgono gli specializzandi nei loro istituti per calarli nel vivo dell'attività didattica. L’irruzione della SSIS nella vita universitaria ha avuto anche ulteriori conseguenze, in particolare ha favorito un risveglio di interesse nei confronti dello sbocco professionale prevalente per alcuni corsi di laurea, come ad esempio Lettere. Non a caso proprio nell’attuale triennio di Lettere abbiamo istituito laboratori sull’insegnamento e sull’istituzione scolastica che hanno avuto un notevole successo, a dimostrazione che anche gli studenti sono interessati ad ascoltare presidi e docenti chiamati a illustrare i caratteri essenziali di una didattica moderna, il profilo della professione, i problemi generali della scuola in un periodo di profondi mutamenti. 11 Difatti oggi emerge un parallelismo significativo fra scuola e università, che stanno vivendo una situazione di trapasso, che possiamo definire - senza entrare nel merito - di travagliata trasformazione. Questa condizione parallela credo che abbia avvicinato i due mondi e abbia migliorato l’approccio universitario alla didattica. La riforma del cosiddetto 3+2, il triennio di base e il biennio specialistico, ha com- portato il ricorso a diverse modalità didattiche (non più soltanto la lezione frontale e qualche seminario). Il docente ha preso atto della necessità di dover calibrare il proprio intervento secondo il diverso discente che gli sta di fronte e secondo gli obi- ettivi che quel determinato corso si propone. Naturalmente i professori universitari vogliono essere insieme docenti e ricercatori, secondo un binomio inscindibile che è peculiare dell’università (e in questi tempi, con le difficoltà in cui si dibatte la ricerca, è ancora più obbligatorio ribadire questo principio). All’università si viene per studiare perché luogo per eccellenza del sapere (e tale deve restare), ma è altrettanto vero che il frutto della ricerca del docente universitario deve essere trasmesso al discente nel modo più persuasivo, acces- sibile alle sue effettive potenzialità. Anche l’università ha scoperto insomma che bisogna porre al centro dell’attenzione lo studente, uno studente parecchio mutato rispetto al passato. Tale cambiamento si riscontra perché è cambiata la scuola superiore, ma perché soprattutto è cambiata e cambia la società in cui viviamo. La scuola ha scoperto e ha dovuto fare i conti con questo soggetto che è lo studente attuale ben prima, ma le nuove leve sono ormai arrivate anche all’università: con la riforma del quinquennio si mira appunto a migliorare il percorso, a calibrare l’insegnamento mirando verso obiettivi ben individuati e definiti. Questo processo in atto è tanto più vero rispetto all’insegnamento della let- teratura italiana. Il docente di letteratura italiana per anni è vissuto di rendita, grazie all’importanza che ha sempre avuto la materia in ogni ordine e grado, ma chiunque vive nella scuola e nell’università sa che oggi gli equilibri tendono a mutare e che da un po’ di tempo questo ruolo da protagonista va difeso e riconquistato. Un’associazione come l’ADI dovrà avere anche questo fra i suoi obbiettivi, promuovendo uno sforzo difensivo della nostra materia ma anche costruttivo, speri- mentando e proponendo vie nuove di ricerca e insegnamento. Ogni ricercatore che insegna avrà come meta prioritaria la ricerca, ma dovrà anche porsi il problema della più efficace mediazione dei risultati ottenuti. Il convegno sulla “Milano da leggere” avrà quindi dei risultati scientifici sicuramente garantiti, ma offrirà anche spunti utili a una rielaborazione didattica di tali risultati. Superfluo ricordare l’importanza di Milano come città fondamentale per la cultura italiana, che dal Settecento in poi diventa la città della letteratura (pensiamo agli autori milanesi, ai movimenti che vi nascono, alle case editrici, ai periodici), ma altrettanto meritevole l’idea di un approc- cio critico alternativo, che privilegia lo spazio e il tempo, che affronta la fenomeno- logia storico-culturale di una grande città come Milano, motore trainante del nostro paese (e per questo tema e per il bel titolo dobbiamo ringraziare la professoressa Peroni che ha promosso il convegno). Da un lato si dà conto della rappresentazione della città nei diversi generi letterari, l’attività degli scrittori, il dibattito degli ambi- enti intellettuali, dall’altro si propongono percorsi critici originali e innovativi, che possono essere ripresi a qualsiasi livello di insegnamento. Ogni discorso critico è tanto più convincente se permette un dialogo proficuo con il lettore, tanto più con il lettore esperto che appartiene alla comunità intellettuale come ricercatore e docente. 12 L’augurio è che ciascun partecipante al convegno possa insomma rein- terpretare i risultati qui esposti e rielaborarli ai fini critici e didattici del contesto in cui opera. La critica letteraria deve essere pensata come un dialogo, che in partenza riguarda sì gli addetti ai lavori, ma con l’obbiettivo sostanziale di allar- gare il pubblico, per permettere un’esperienza autentica di letteratura anche ai lettori più giovani, ai lettori di domani. MARIO G. DUTTO Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Non ho voluto mancare all’inizio dei lavori di questo convegno; non intendo rubare del tempo, però mi sembra doveroso portare alla vostra attenzione la consapevolezza di come l’amministrazione sostenga l’azione delle associazioni professionali degli insegnanti. Desidero innanzitutto ringraziare la professoressa Barbara Peroni per aver organizzato un evento di questo livello: abbiamo dialogato e abbiamo cer- cato di dare il nostro supporto all’iniziativa. Noi riteniamo che sempre più lo sviluppo e la crescita professionale degli insegnanti passi attraverso la partecipazione a quelle che sono le comu- nità scientifiche dei diversi campi della conoscenza ed è con molto piacere che vedo presenti in sala non solo come ospiti, ma come partecipanti, gli studenti. Moltiplicare le occasioni in cui ricercatori, docenti universitari, si incontrano con gli insegnati delle scuole superiori e con gli studenti significa creare una comunità aperta. In questo credo che l’ADI sezione didattica sia antesignana di ciò che vorremmo essere una tendenza più diffusa. Guardiamo con molto interesse al fatto di aver scelto Milano come punto di attenzione. I miei collaboratori in diversi campi hanno messo in opera iniziative per accrescere il senso di appartenenza a questa città: abbiamo varato due edizioni di un progetto chiamato “Molteplicittà”, che porta studenti delle scuole secondarie supe- riori all’interno della città per scoprire la ricchezza di Milano e per accrescere anche l’idea di appartenere ad una grande città di cultura, di esperienza e di tradizione; quindi il nostro sostegno a questo convegno è stato convinto fin dall’inizio. Questo convegno mette al centro Milano, la percezione della città attra- verso le pagine letterarie ed invita a leggere Milano attraverso queste pagine: credo sia l’esempio di un buon costume, di come si possa fare cultura e di come si possano aiutare nuove generazioni ad entrare in sintonia con chi lavora nel campo della ricerca, soprattutto letteraria, e sia anche una occasione per noi come amministrazione di dimostrare come si possano sostenere questi processi senza pensare di monopolizzarli o governarli rigidamente. Devo in qualche misura anche complimentarmi con i professori della scuola secondaria superiore: noi abbiamo qualche risultato di un progetto di valutazione sull’apprendimento degli studenti e per la lingua Italiana abbia- 13 mo buoni risultati, direi quasi ottimi, in confronto ad altre realtà italiane. In quest’ottica confermo la nostra disponibilità a sostenere iniziative, perché no anche periodiche, una sorta di appuntamento annuale che potrebbe rinnovarsi, nei termini in cui è stato organizzato quello di oggi, su temi simili. Se può essere utile possiamo anche intervenire per sostenere la diffusione degli atti e dei prodotti di un Convegno di questo genere, data la rilevanza del tema, ma soprattutto data la qualità degli esperti che terranno le relazioni. Ho detto che non intendo rubare altro tempo, noi saremo sempre al vostro fianco, anche se mi devo scusare di non poter ascoltare le relazioni e partecipare personalmente ai lavori. 14

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cioso abbandono e trascuranza dei valori non tangibili dell'intelletto”: a vincere sono un'ottusa acquiescenza al The fortunes and misfortunes of the famous Moll Flanders; e aggiungo che ci sono forti analogie tra il modo in cui . Sem liber, sem eguaj, che l'è quant dì che hin tucc d'on egual
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