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Artemis Fowl e l'ultimo guardiano PDF

207 Pages·2014·1.53 MB·Italian
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Eoin Colfer Artemis Fowl e l’ultimo guardiano 2 © 2012 Eoin Colfer, Artemis Fowl Ltd © 2013 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, per l’edizione italiana Titolo dell’opera originale Artemis Fowl and The Last Guardian Traduzione di Anna Carbone www.librimondadori.it | www.ragazzimondadori.it 3 Il libro Da: Colfer, Eoin (si pronuncia “Owen”, lo volete capire?) Spedito: nel presente? Nel passato? Nel futuro? A: il Mondo (sopra e sotto, ieri e oggi) Oggetto: Messaggio urgentissimo dal Biografo Ufficiale di un noto genio criminale Non posso non dirvelo: è l’ora dello scontro finale per Artemis Fowl… Opal Koboi, arcinemica di sempre del nostro, progetta di annientare l’umanità e diventare unica e sola regina del Popolo. Se ci riuscirà, gli spiriti dei guerrieri morti e sepolti da secoli sorgeranno dal terreno, prenderanno possesso dei corpi disponibili più vicini e scateneranno la distruzione di massa. Capite l’urgenza di questo messaggio? Provate a pensarci: se fra quei corpi ci fossero anche quelli di corvi, cervi, tassi… o di due bambini di quattro anni che rispondono al nome di Myles e Beckett Fowl? Esatto. I fratellini del genio criminale Artemis Fowl rischiano di essere coinvolti nella distruzione della razza umana. La domanda è d’obbligo: riusciranno Artemis e Spinella Tappo, capitano della polizia elfica, a fermare Opal e a impedire la fine del mondo? I fili di tutte le vicende aperte nelle precedenti biografie parziali saranno raccolti, districati, chiariti. Una volta per tutte. Per sempre vostro, Eoin Colfer. 4 L’autore Eoin Colfer è nato e cresciuto a Wexford, nel sud-est dell’Irlanda. Come sia diventato il biografo ufficiale di Artemis Fowl rimane un mistero. Colfer sostiene di essere stato avvicinato dagli avvocati di Fowl. Artemis Fowl, dal canto suo, giura di non averlo mai sentito nominare finché entrambi i loro nomi sono comparsi sulla copertina della sua biografia non autorizzata. Corre voce che alcuni anni fa i due si siano incontrati nelle segrete del Castello di Dublino. Nessuno sa per certo che cosa sia successo là sotto, ma fonti prossime a Colfer affermano che, al suo ritorno da quell’incontro, aveva i capelli grigi e neanche un soldo. Comunque, che ad Artemis piaccia o no, le biografie di Colfer hanno riscosso un enorme successo, scalando la vetta delle classifiche in tutto il mondo e vincendo numerosi premi. Colfer vive tuttora da qualche parte in Irlanda, però si rifiuta di fornire l’indirizzo esatto, non avendo il minimo desiderio d’incontrare nuovamente Artemis o la sua guardia del corpo, Leale. 5 A tutti i fan di Fowl che hanno viaggiato con me negli Strati Inferiori. Grazie. 6 PROLOGO ÉRIÚ, OGGI I Berserkr, gli antichi guerrieri nordici, giacevano disposti a spirale sotto la pietra runica, scendevano sempre più in profondità nel terreno, con gli stivali verso l’esterno e le teste all’interno, come esigeva l’incantesimo. Ovviamente, dopo diecimila anni passati sotto terra, non si trattava più di stivali o teste materiali, rimaneva solo il plasma della magia nera, che manteneva intatta la loro coscienza; e pure quella andava dissipandosi, contaminando il paesaggio, dando vita a strani tipi di piante e infettando gli animali con un’aggressività fuori dal comune. Nel giro di una dozzina di lune piene sarebbero scomparsi definitivamente, e la loro ultima scintilla di energia sarebbe sprofondata nel terreno. Ma non siamo ancora scomparsi del tutto, pensò Oro di Danu, il capitano dei guerrieri. Siamo pronti ad afferrare il nostro momento di gloria, quando arriverà, e a disseminare il caos tra gli umani. Inviò quel pensiero nella spirale, e fu con orgoglio che sentì i suoi uomini restanti riecheggiare quel sentimento. La loro volontà è affilata com’erano un tempo le loro lame, pensò ancora. Per quanto possiamo essere morti e sepolti, la scintilla della nostra risolutezza sanguinaria arde luminosa nelle nostre anime. Era l’odio nei confronti dell’umanità a mantenere viva quella scintilla; quello, e la magia nera dello stregone Bruin Fadda. Oltre la metà della loro compagine si era già estinta ed era stata attratta nell’aldilà, ma rimanevano ancora cinque manipoli di guerrieri per portare a termine il loro dovere, se fossero stati chiamati a farlo. Ricordate gli ordini, aveva detto loro lo stregone elfico tanti secoli prima mentre già l’argilla si depositava sulla loro carne. Ricordate quelli che sono morti e gli umani che li hanno uccisi. E Oro ricordava, lo avrebbe fatto sempre. Così come mai avrebbe scordato la sensazione delle pietre e della terra che rotolavano sulla sua pelle morente. Ricorderemo: quello fu il pensiero che inviò nella spirale. Ricorderemo e torneremo. Quel pensiero si infiltrò lentamente per essergli restituito dai guerrieri morti, ansiosi di essere liberati da quella tomba e di rivedere il sole. 7 CAPITOLO 1 - UNA SITUAZIONE SPINOSA DAGLI APPUNTI DEL DOTTOR JERBAL ARGON, DELLA PSICOFRATELLANZA 1. Artemis Fowl, già autoproclamatosi “adolescente dalla mente criminale superiore”, preferisce ora l’appellativo di “giovane genio criminale”. Sembrerebbe cambiato. (Nota personale: Bah!) 2. Negli ultimi sei mesi, Artemis è stato sottoposto a sedute settimanali di terapia presso la mia clinica di Cantuccio allo scopo di curare un grave caso di Complesso di Atlantide, un disturbo psicologico sviluppato in conseguenza del suo immischiarsi nella magia del Popolo. (E gli sta proprio bene, stupido Fangosetto!) 3. Ricordare di presentare alla Libera Eroica Polizia un conto indecente. 4. Artemis sembra guarito, e pure a tempo di record. Ma è plausibile? O anche solo possibile? 5. Discutere con Artemis la mia teoria della relatività. Potrebbe diventare un capitolo davvero interessante del mio libro virtuale L’arte di incastrare Artemis: scaccomatto al folle Fowl. (Gli editori adorano questo titolo: tiè!) 6. Ordinare altri antidolorifici per la mia stramaledettissima anca. 7. Redigere un certificato di salute mentale per Artemis. Oggi ultima seduta. STUDIO DEL DOTTOR ARGON, CANTUCCIO, STRATI INFERIORI Il dottor Argon era in ritardo, e Artemis Fowl era sempre più impaziente. Quell’ultima seduta era inutile esattamente come lo era stata l’ultima mezza dozzina. Era completamente guarito, lo era fin dalla diciottesima settimana. Il suo prodigioso intelletto aveva accelerato il processo e non c’era motivo che lui continuasse a girarsi i pollici agli ordini di uno gnomo psichiatra. Artemis si mise a camminare su e giù per lo studio, ma la cascata alle pareti, con le sue luci rilassanti e il loro dolce pulsare, non ebbe su di lui il benché minimo effetto tranquillizzante; quindi si sedette per un minuto nella cabina per ossigenoterapia, ma trovò che quella lo tranquillizzava un po’ troppo. Ossigenoterapia mia nonna, pensò, affrettandosi a uscire dalla cabina con le pareti di vetro. Finalmente la porta scivolò sulle guide con un sibilo, e il dottor Argon fece il suo ingresso nello studio. Il tozzo gnomo puntò dritto alla sua poltrona con la solita andatura zoppicante. Si abbandonò all’abbraccio dei numerosi 8 cuscinetti, armeggiando con i comandi dei braccioli finché il sacco di gel sotto l’anca destra non brillò debolmente. — Ah! — sospirò. — Quest’anca mi sta uccidendo. Non c’è niente che funzioni, davvero. La gente crede di sapere che cos’è il dolore, ma non ne ha neanche un’idea. — È in ritardo — brontolò Artemis parlando in gnomico fluente; nella sua voce non c’era la minima traccia di comprensione. Argon sospirò beatamente un’altra volta mentre il cuscinetto riscaldato della poltrona incominciava a massaggiargli l’anca. — Sempre di fretta, eh, Fangosetto? Perché non ti sei preso una bella boccata d’ossigeno o non hai meditato davanti alla cascata? Perfino i monaci di Ullallà nutrono una fiducia cieca in quelle cascate. — Guardi che io non sono un sacerdote elfico, dottore. Quello che fanno i monaci di Ullallà dopo il primo gong non m’interessa. E adesso possiamo passare alla mia riabilitazione? Oppure preferisce farmi perdere un altro po’ di tempo? Argon sbuffò, poi sporse in avanti la grossa stazza e aprì un sottile fascicolo sulla scrivania. — Mi sapresti spiegare com’è che più diventi sano di mente più sei sgradevole? Artemis accavallò le gambe e per la prima volta il suo linguaggio corporeo lo mostrò rilassato. — Quanta rabbia repressa, dottore. Da dove le viene? — Per il momento concentriamoci su di te, sei d’accordo, Artemis? — Argon estrasse dal fascicolo un mazzo di schede. — Adesso ti mostrerò una serie di macchie di Rorschach e tu mi dirai che cosa ti suggeriscono le loro forme. Artemis si lasciò andare a un gemito prolungato e teatrale. — Macchie di Rorschach, ma per carità! La mia aspettativa di vita è di gran lunga inferiore alla sua, dottore, preferisco non sprecare il mio preziosissimo tempo a fare inutili pseudoesami. Tanto varrebbe che ci mettessimo a leggere le foglie del tè o a divinare il futuro dalle interiora di un tacchino. — Le macchie di Rorschach sono un indicatore molto affidabile della salute mentale — obiettò Argon. — La loro efficacia è sperimentata. — Già, da psichiatri che l’hanno sperimentata per altri psichiatri — sbuffò Artemis. Argon sbatté una scheda sul tavolo. — Che cosa ci vedi in questa macchia? — Ci vedo una macchia d’inchiostro. — Sì, ma la macchia che cosa ti suggerisce? Artemis ghignò in un modo estremamente fastidioso. — Ci vedo la scheda cinquecentotrentaquattro. 9 — Come? — La scheda cinquecentotrentaquattro — ripeté Artemis. — Di una serie di seicento schede standard con macchie di Rorschach. Le ho memorizzate durante le nostre sedute. Non perde neppure tempo a rimescolarle. Argon controllò il numero sul retro della scheda: 534. Ovvio. — Conoscere il numero non è una risposta alla mia domanda. Che cosa ci vedi? Il labbro di Artemis cominciò a fremere. — Ci vedo un’ascia che gronda sangue. E anche un bambino spaventato e un elfo con indosso la pelle di un troll. — Davvero? — Adesso Argon era visibilmente interessato. — No, non proprio. Vedo un palazzo tranquillo, forse un’abitazione, con quattro finestre. Un animaletto domestico e un viale che dalla casa si perde in lontananza. Se consulterà il suo manuale, verificherà che tutte queste risposte rientrano nei parametri di un soggetto perfettamente sano di mente. Argon non ebbe bisogno di controllare: il Fangosetto aveva ragione, come sempre. Magari avrebbe potuto prenderlo alla sprovvista con la sua nuova teoria. Non rientrava nella terapia, ma forse gli avrebbe fatto guadagnare un po’ di rispetto. — Mai sentito parlare della teoria della relatività? Artemis rimase sconcertato. — Mi prende in giro? Ho viaggiato nel tempo, dottore, credo di sapere un bel po’ di cosette sulla relatività. — No, non mi riferisco a quella teoria; la mia teoria della relatività sostiene che tutti gli oggetti magici sono collegati tra loro e subiscono l’influenza di antichi incantesimi o punti di accesso magici. Artemis si sfregò il mento. — Interessante, ma credo che scoprirà che la sua ipotesi dovrebbe essere chiamata piuttosto teoria della correlazione. — Come vuoi — ribatté Argon, non dando peso a quel cavillo. — Ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che i Fowl sono stati una spina nel fianco del Popolo a periodi alterni per diverse migliaia di anni. Decine dei tuoi antenati hanno cercato la pentola d’oro, anche se tu sei il solo ad averla trovata. Artemis si rizzò a sedere: adesso sì che era interessato. — E io non l’ho mai saputo perché lei ha sottoposto i miei antenati a uno spazzamente. — Esatto — confermò Argon, felice di essere riuscito a calamitare l’attenzione del ragazzo. — Da piccolo, tuo padre è addirittura riuscito a legare per le gambe un nano attirato nella tenuta. Immagino che sogni ancora quel momento. — Mi fa piacere per lui. — Poi ad Artemis venne in mente una cosa. — E 10

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2013 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, per l'edizione italiana. Titolo dell'opera originale Artemis Fowl and The Last Guardian. Traduzione di
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