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Argo. Una democrazia diversa PDF

359 Pages·2006·3.412 MB·Italian
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PP Bearzot_Landucci 16-01-2007 13:51 Pagina 3 a cura di CINZIA BEARZOT FRANCA LANDUCCI Argo Una democrazia diversa S T O R IA | R IC E R C H E PP Bearzot_Landucci 16-01-2007 13:51 Pagina 4 La pubblicazione di questo volume ha ricevuto il contributo finanziario dell’Università Cattolica sulla base di una valutazione dei risultati della ricerca in essa espressa. www.vitaepensiero.it Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra Siae, Aie, Sns e Cna, Confartigianato, Casa, Claai, Confcommercio, Confesercenti il 18 dicembre 2000. Le riproduzioni ad uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, via delle Erbe, n. 2, 20121 Milano, e-mail:[email protected] © 2006 Vita e Pensiero - Largo A.Gemelli, 1 - 20123 Milano ISBN 978-88-343-1387-9 INDICE Introduzione di Cinzia Bearzot e Franca Landucci VI1 MARCEL PIÉRART Argos des origines au syncecisme du VIII‘ siècle avant J.-C. 3 GIUSEPPE RAGONE Riflessioni sulla documentazione storica su Fidone di Argo 27 CINZiA BEARZOT Argo nel V secolo: ambizioni egemoniche, crisi interne, condizionamenti esterni 105 MARL4 PiA PAITONI Presenze politiche di Argo nella tragedia attica del V secolo 147 PAOLO A. TUCI I1 regime politico di Argo e le sue istituzioni tra fine VI e fine V secolo a.C.: verso un’instabile democrazia 209 MARCELLO BERTOLI Argo nel IV secolo: forza militare, debolezza politica 273 MARTA SORDI Atene e l’unione fra Argo e Corinto 299 VI INDICT FRANCA IANDUCCI Argo post-classica: dalla democrazia alla tirannide 31 1 ALESSANDRO GALIMRERTI Argo e la conquista romana 339 Introduzione Pausania (II19, 2) presenta gli Argivi come amanti   della libertà e dell’autonomia (   ), insisten- do sull’antichità e sulla solidità di una tradizione democratica fortemente caratterizzante dell’esperienza storica della città peloponnesiaca. Il ciclo di seminari dell’anno accademico 2004/2005 è nato proprio dal desiderio di approfondire la natura della democrazia argiva, indubbiamente assai diversa rispetto al modello ateniese, malgrado gli Argivi preferissero sottoli- neare le affinità e guardassero ad Atene, a detta di Tucidide, come ad una «città da gran tempo loro amica, retta a democrazia come loro» (V44, 1); e, insieme, dall’intento di verificare il ruolo svolto nelle vicende elleniche da una delle più importanti «terze forze» del quadro internazionale greco. Il titolo di questo quarto volume dei «Contributi di storia antica» rimanda espressamente ad Argos, une autre démocratie, uno dei numerosi saggi che Marcel Piérart, uno dei massimi studiosi della storia argiva, ha dedicato alla ricostruzione delle vicende politiche ed istituzio- nali di Argo1. Con questa ‘citazione’ si è inteso sottolineare l’inserimento di questo nostro lavoro nel filone di ricerca tracciato dagli studi dell’ami- co e collega: una continuità che ha trovato visibile espressione nell’inter- vento con cui Marcel Piérart, il 4 febbrario 2004, ha cortesemente accet- tato di aprire i lavori del nostro seminario. I diversi contributi proposti nel corso del seminario, e qui riuniti, si ricompongono in una ricostruzione che, nella sua parzialità, è certamente qualcosa di più di una storia ‘locale’, per il costante e speriamo riuscito ten- tativo di inserire Argo nel contesto ampio delle vicende panelleniche, sia per l’aspetto istituzionale che per quello politico-militare. Dal punto di vista della politica interna, è emersa con evidenza la peculiarità istituzionale di 1M. PIÉRART,Argos. Une autre démocratie, in P. FLENSTED-JENSEN, T.H. NIELSEN- L. RUBINSTEIN, Polis & Politics. Studies in Ancient Greek History Presented to M.H. Hansen on His Sixtieth Birthday, August 20, 2000, Copenhagen 2000, pp. 297-314. VIII INTRODUZIONE Argo e della sua esperienza democratica, davvero diversa da Atene non solo per istituzioni, ma anche per origini e base sociale. Per tutta la sua storia, Argo fu attraversata da una profonda frattura sociale e politica, che trae ori- gine dalle forme del suo processo di democratizzazione, avvenuto a partire dall’immissione nel corpo civico di elementi estranei sul piano etnico e socia- le, e quindi mai accettati con piena convinzione dai cittadini originari: un’esperienza che differenzia Argo da Atene (ove vi fu invece sostanziale accettazione di una prospettiva paritaria che includeva tutti gli strati della popolazione e che si esprimeva nella rivendicazione orgogliosa del mito ‘ega- litario’ dell’autoctonia), avvicinandola piuttosto alla turbolenta esperienza delle città siceliote e in particolare di Siracusa. Dal punto di vista interna- zionale, è stato messo in luce il carattere profondamente condizionante del contesto geopolitico peloponnesiaco, con l’elemento frenante rappresentato da Sparta e la necessità di collegarsi con altre realtà (Arcadi, Elei, Corinzi) per assumere un ruolo competitivo; ma la costante aspirazione di Argo a recu- perare, contro Sparta, «l’antica egemonia e l’uguaglianza di un tempo all’interno del Peloponneso» (Thuc. V69, 1), rivela pienamente l’impor- tanza delle terze forze e la necessità di una più adeguata valutazione del loro ruolo, al di là del bipolarismo Sparta/Atene. Questi risultati trovano corrispondenza in un passo di Isocrate, che nel Filippo(51-52) così descrive la situazione degli Argivi nel 346: «Da quan- do abitano la loro città sono in guerra contro i confinanti, come gli Spartani, ma con la differenza che questi lottano con avversari più deboli, quelli con avversari più forti; il che, come tutti convengono, è il peggiore dei mali. (...) Ma la più tremenda di tutte le sventure è questa: quando i nemi- ci smettono di tormentarli, essi stessi massacrano i più illustri e ricchi fra i concittadini, e di fronte a questo provano tanta gioia, quanta nessun altro a uccidere i loro nemici». Nonostante la sua consueta tendenziosità, Isocrate coglie assai bene i fattori condizionanti dell’esperienza argiva: la costante minaccia delle potenze confinanti e la debolezza determinata dal ricorrere di staseise di sanguinose lotte fratricide. Ringraziamo coloro che, insieme ai membri del Dipartimento di Scienze storiche dell’Università Cattolica, hanno contribuito con la loro dis- ponibilità e competenza alla realizzazione dei seminari e del volume: oltre a Marcel Piérart, dell’Università di Fribourg, Marta Sordi, professore emeri- to dell’Università Cattolica, Giuseppe Ragone, dell’Università di Roma III, e Maria Pia Pattoni, dell’Università Cattolica di Brescia. Cinzia Bearzot Franca Landucci MARCEL PIÉRART Argos des origines au synœcisme du VIIIe siècle avant J.-C. Introduction On a beaucoup spéculé sur la naissance de la Cité grecque, comme s’il s’agissait d’un phénomène homogène dans le temps et dans l’espace. Une cité est d’abord la manière dont une communauté organise l’exploitation et la défense d’un territoire, ce qui implique une identité, des structures politiques et sociales, des rites et des traditions. Chaque cité essaie de vivre en autarcie. Pour se procurer les biens que son terroir ne lui apporte pas, elle doit produire des surplus. Deux voies lui sont offertes pour y parvenir: le commerce et la guerre. La poésie archaïque révèle une société capable de sentiments raffinés, mais c’est une société guerrière, dans laquelle le pillage et la piraterie sont des actions normales. Les cités se sont donc efforcées d’atteindre des frontières aisément défendables et de se faciliter, dans toute la mesure du possible, l’ac- cès au territoire du voisin. La plaine d’Argos possède à peu près la forme d’un triangle dont la base serait formée au sud par les rives du golfe de Nauplie. Elle est bornée à l’est et à l’ouest par des massifs montagneux. À l’ouest, des montagnes élevées séparent la plaine de l’Arcadie: le Lyrkéion et l’Artémision, le Parthénion et le Kténias. Au nord et à l’est se trouvent des montagnes moins élevées. Elles servirent aussi de frontières: le mont Trétos marquait la frontière entre Argos et Cléonai au nord; à l’est, le mont Arachnaion isolait la plaine des cités indépendantes de l’Akté (Épidaure, Trézène, Hermione)1. Pour définir les frontières naturelles de la plaine d’Argos, la 1Cf. M. PIÉRART, Argolis, dans M. H. HANSEN-Th. H. NIELSEN(eds.), An Iventory of Archaic and Classical Poleis, Oxford, 2004, pp. 599-602; ID., Genèse et développement d’une ville à l’ancienne: Argos, dans M. REDDÉ(ed.), La naissance de la ville dans l’Antiquité, Paris, 2003, pp. 49-70. 4 MARCEL PIÉRART ligne de partage des eaux fournit un guide sûr2. La plaine, qui couvre environ 250 km2, draine une superficie de près de 1200 km2. Les rivières principales, l’Inachos et le Charadros – qu’on appelle aujourd’hui Xérias – prennent leur source à l’ouest, dans le massif du Lyrkéion3, l’une au nord, l’autre au sud; elles contournent la ville d’Argos par le nord-est avant de se rejoindre au sud de celle-ci et de se jeter dans le golfe de Nauplie. Plutôt que des rivières, il s’agit de lits de torrents au cours intermittent, asséchés la plupart du temps, mais capables d’acheminer vers la mer les masses d’eau que déversent, à l’occasion, de violentes tempêtes, hivernales et parfois estivales. De plus petits torrents n’ont pas la force d’atteindre la mer. On verra plus loin l’impor- tance de cette observation pour l’histoire de la ville d’Argos. Il était logique qu’Argos cherchât à s’assurer la domination politique de l’ensemble de ce bassin: elle fut définitivement réali- sée après la conquête de Mycènes, peu avant 460. D’Argos dépen- daient alors, en plus des bourgs de la plaine, désertés ou occupés, comme Midéa ou Tirynthe, Asiné, à l’est, et Hysiai, qui exploitait une vallée fertile drainée par une rivière qui se jette dans la mer près de Kiveri, Oinoé, dans la vallée du Charadros, Lyrkéion, située dans la haute vallée de l’Inachos. Les alliances que la cité avait conclues avec Ornéai et Cléonai lui garantissaient la maîtri- se des défilés vers Phlionte, Sicyone et Corinthe. Les historiens ne s’accordent pas sur la manière dont la ville d’Argos a réussi à unifier la plaine à son profit. Certains pensent qu’elle ne fut pas en état de le faire avant l’époque classique4. Pour ma part, j’ai défendu l’idée qu’Argos dominait l’ensemble de la plaine, sous une forme politique que nous ne pouvons qu’entrevoir, depuis la fin du VIIesiècle au moins5. La défaite infli- 2Cf. H. LEHMANN, Argolis I: Landeskunde der Ebene von Argos und ihrer Randgebiete, Athènes 1937, pp. 5, 50-58. 3Ou de l’Artémision, selon PAUSANIAS(II25, 3; VIII6, 6), qui étend le nom à l’ensem- ble du massif formé par le Lyrkéion (ancien mont Goupato) et l’Artémision (ancien mont Malévo): cf. R. BALADIÉ, Le Péloponnèse de Strabon, Paris 1980, pp. 119-120. 4Th. KELLY, A History of Argos to 500 B. C., Minneapolis 1976; J. B. HALL, How Argive was the “Argive”Heraion? The Political and Cultic Geography of the Argive Plain, 900-400 B.C., AJA 99 (1995), pp. 577-613. 5M. PIÉRART, L’attitude d’Argos à l’égard des autres cités d’Argolide, dans M. H. HANSEN(ed.), The Polis as an Urban Centre and as a Political Community, Copenhague 1997, pp. 321-351. ARGOS DES ORIGINES AU SYNŒCISME DU VIIIeSIÈCLE AVANT J.-C. 5 gée par Cléomène à Sépeia, peu avant les guerres médiques, a entraîné un recul temporaire de la puissance d’Argos. L’unification de la plaine vers 460 par la jeune démocratie argien- ne était, en fait, une reconquête. Au cours de cet exposé, on essaiera de montrer comment et pourquoi la ville d’Argos, sujette de Mycènes durant l’Âge du Bronze, a pu acquérir cette position dominante, en retraçant son histoire des origines jusqu’au synœcisme du VIIIesiècle. 1.Les conditions géographiques et topographiques La ville d’Argos est située à l’extrémité d’un étroit promontoire (Gebirgskap) qui se détache de la paroi occidentale du massif mon- tagneux à l’ouest et pénètre dans la plaine sur une longueur de 3 km: c’est le plateau du mont Lyconé, haut de 285 m. Il est séparé par un col de 195 m de haut d’une colline conique dont le som- met, à 289 m, est occupé par la citadelle d’Argos, la Larisa. Celle- ci, à son tour, est séparée par un col situé à 54 m au-dessus du niveau de la mer d’une deuxième colline dont le sommet, à 80 m, est couronné par une chapelle dédiée au prophète Élie6. À cause de sa forme, qui rappelle un bouclier, Sir William Gell a cru y reconnaître – à tort – le lieu que Plutarque appelait Aspis7.Ce nom est entré depuis dans l’usage. Pausanias, en tous les cas, don- nait le nom de Deiras8, que les archéologues réservent d’habitude au col qui sépare les deux collines, au lieu où est installé le sanc- tuaire d’Apollon Pythien (fig. 1, 3). La pénétration profonde de la montagne dans la plaine confè- re au site urbain une position centrale dans la plaine (la forteresse de la Larisa est à 6 km de la mer, à 11 km de Mycènes, à 10, 5 km de Nauplie). Elle en faisait un point de passage obligé sur la gran- de route qui menait de Corinthe à Tégée et à Sparte et qui, jusqu’à 6Cf. A. PHILIPPSON, Der Peloponnes (hrsg. E. KIRSTEN, Berlin, 1959), III1, pp. 142-145. 7Plut. Cléom. 17, 8; 21, 5; Pyrr.,32, 8. Cf. V. LAMBRINOUDAKIS, AQHNA,71 (1969-1970), pp. 47-84; F. CROISSANT, Note de topographie argienne, BCH, 96 (1972), p. 151; M. PIÉRART,Deux notes sur l’itinéraire argien de Pausanias, BCH, 106 (1982), p. 140 et Un oracle d’Apollon à Argos, «Kernos», 3 (1990), pp. 319-320. 8Paus. II24, 1.

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