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Apparizioni spiritiche e fantasmi letterari. Il «Modern spiritualism» e lo sviluppo della «ghost story» PDF

265 Pages·2016·2.652 MB·Italian
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le balene studi di letteratura americana comparata 2 Collana diretta da Donatella Izzo, Giorgio Mariani, Mauro Pala Le balene – Studi di letteratura americana e comparata Collana diretta da Donatella Izzo, Giorgio Mariani, Mauro Pala …What am I that I should essay to hook the nose of this leviathan! Una collana intitolata all’animale letterario più famoso degli Stati Uniti, ma anche ispirata al suo vagare senza confini. Libri di studiosi emergenti ma anche di naviganti di lungo corso, uniti dal desiderio di tuffarsi in profondità e di sperimentare nuovi percorsi. Tutti i volumi sono sottoposti a double-blind peer review Nicolangelo Becce Apparizioni spiritiche e fantasmi letterari Il Modern Spiritualism e lo sviluppo della ghost story La scuola di Pitagora editrice Questo volume è stato pubblicato con il contributo del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati dell’Università degli Studi di Napoli “L'Orientale” Progetto grafico e impaginazione: Gennaro Volturo Proprietà letteraria riservata Copyright © 2016 La scuola di Pitagora editrice Via Monte di Dio, 54 80132 Napoli [email protected] www.scuoladipitagora.it isbn 978-88-6542-503-9 (versione cartacea) isbn 978-88-6542-504-6 (versione digitale nel formato PDF) Stampato in Italia – Printed in Italy Indice Prefazione di Donatella Izzo VII Ringraziamenti Xiii Introduzione 15 1. Evoluzioni nel racconto fantastico: da “Le pied de momie” di Gautier a “Un osso di morto” di Tarchetti 25 2. I rapporti tra le ghost stories e i resoconti di eventi soprannaturali in epoca vittoriana 49 3. “J’en puis parler puisque je suis morte.” Influenze letterarie e spiritiste in Spirite di Gautier e “Maud-Evelyn” di James 81 4. “A Childish Appetite for Conclusions”: James, i pregiudizi e “The Turn of the Screw” 123 5. Fantasmi, psicoanalisi e “The Turn of the Screw” 145 5.1 “The Turn of the Screw” e la psicoanalisi: l’ipotesi antiapparizionista 145 5.2 “The Turn of the Screw” e Studi sull’isteria 152 5.3 Colpevolezza della medium e colpevolezza della governess 175 6. Il Modern Spiritualism in Neo-Victorian literature 6.1 Podmore e il Modern Spiritualism: storiografia di un contagio 187 6.2. Il Modern Spiritualism come fattore di destabilizzazione dei ruoli di genere 198 6.3. Affinity di Sarah Waters e Angelica di Arthur Phillips 206 Bibliografia 225 Indice dei nomi 257 Prefazione In un’epoca scientifica e ipertecnologica come la nostra, fanta- smi, medium e poteri paranormali sono temi buoni tutt’al più per l’intrattenimento televisivo. Negli odierni modi di produzione del sapere non c’è spazio per le presenze spettrali: non solo la scienza, ma anche la letteratura hanno smesso di frequentarle, salvo in quei casi in cui la loro presenza valga soprattutto a ricordare il potere di tutto ciò che è assente dalla superficie riconosciuta della nostra vita sociale, come argomenta Avery Gordon, o si carichi metaforicamen- te di tutte le suggestioni concettuali della derridiana hantologie. Ci riesce difficile, oggi, pensare che in un’era tutto sommato neppure tanto remota – gli anni a cavallo fra Ottocento e Novecento – il- lustri pensatori prendessero abbastanza sul serio queste presenze da dedicarsi alla ricerca scientifica su di esse. Il punto di partenza del libro di Nicolangelo Becce è proprio un esercizio di immaginazione storica di questo tipo: immedesimarsi nel punto di vista di un momento storico nel quale i fantasmi erano oggetto di studio altrettanto legittimo quanto oggi lo sono per noi entità come la psiche o i neuroni specchio. In che modo un simile punto di vista altera la nostra comprensione di un genere (o sotto- genere) come la ghost story? Abitualmente incluso nella più ampia categoria o modalità del fantastico, il racconto di fantasmi cambia sensibilmente natura e vocazione se si tiene conto di un orizzonte di lettura nel quale le apparizioni erano plausibili e i confini tra viii prefazione racconti letterari e resoconti letterali difficili da tracciare. Un tale orizzonte di lettura è appunto quello ricostruito in questo volu- me, che rilegge il racconto di fantasmi in chiave storico-culturale, anziché (secondo l’orientamento fin qui prevalente) formale, filo- sofica o tipologica, analizzando l’impatto che esercitò su di esso la travolgente fortuna del Modern Spiritualism. Fenomeno culturale oggi svalutato e pressocché dimenticato, il movimento spiritista ebbe enorme successo nella seconda metà dell’Ottocento, diffondendosi dagli Stati Uniti all’Inghilterra e all’Europa continentale, riscuotendo credito presso scienzia- ti e filosofi, letterati e teste coronate. Un fenomeno così ampio e diffuso non poteva non lasciare tracce nella contemporanea ghost story, che proprio in quegli stessi anni conosceva l’epoca di massima fioritura nella letteratura europea e statunitense. Il volume delimita l’ambito cronologico e geografico della propria ricognizione ad alcuni dei paesi di maggiore penetrazione del Modern Spiritualism (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia, dove il movimento va sotto il nome di spiritismo) e al momento di massima popolarità del fenomeno, selezionando dal corpus della letteratura di fantasmi una campionatura ristretta ma qua- litativamente significativa. I racconti esaminati, scelti all’interno del canone fantastico di lingua italiana, francese, e soprattutto inglese (essendo quest’ultimo l’ambito culturale dove il Modern Spiritualism ebbe la massima risonanza e dove la ghost story co- stituisce, più che altrove, un genere riconoscibile), sono tutti di autori di prima grandezza. I risultati dell’analisi avvalorano la validità dell’ipotesi di partenza: a un occhio critico informato, lo spiritismo appare infatti come una presenza culturale sottesa ai testi, con la quale gli scrittori attivano un dialogo costante e tal- volta esplicito, eppure largamente ignorato dalla critica successiva. Finalizzando la ricognizione storica dell’origine, sviluppo, e diffusione del Modern Spiritualism e dei suoi principi filosofico- religiosi alla ricostruzione del contesto discorsivo in cui prende forma la ghost story tardo-ottocentesca, Nicolangelo Becce traccia prefazione iX un confronto fra le caratteristiche tanto concettuali quanto formali del racconto di fantasmi e quelle dei resoconti di apparizioni prodotti in ambito spiritista. Ne risulta una significativa circo- lazione di motivi, formule, princìpi, tale da avvalorare l’ipotesi – centrale nel volume – che il tardo Ottocento assista all’elabo- razione di un vero e proprio “discorso del fantasma”, nel senso foucaultiano, nel quale apparizioni (presunte) reali e discorso letterario condividono gli stessi principi di verosimiglianza, e arrivano frequentemente a confondersi agli occhi di un pubblico che riconosce alle apparizioni uno statuto di realtà, e dunque ne percepisce in chiave realista i resoconti. In questo senso, le teoriz- zazioni tardo-novecentesche del fantastico e della ghost story, e le letture critiche di alcuni dei testi più famosi di questa tradizione, con il loro escludere a priori la verosimiglianza dell’esperienza soprannaturale e le loro rigide divisioni categoriali fra il regime rappresentativo fantastico e quello realista, rischiano di travisare intenti ed effetti di questa letteratura, trascurandone le sfumature e impoverendone le implicazioni. L’autore applica quindi alla sua lettura dei racconti una rin- novata consapevolezza del contesto culturale e discorsivo, che si potrebbe definire new historicist nel suo rintracciare la contiguità e l’effettiva integrazione fra forme di testi che hanno diverse pre- tese epistemologiche ma condividono in realtà un unico regime discorsivo. L’analisi testuale evidenzia i modi in cui lo spiritismo opera nel fantastico ottocentesco spostandone l’asse e alterandone gli effetti, come mostra la lettura a confronto di coppie di racconti che si pongono l’uno in dialogo con l’altro: rispettivamente, “Le Pied de momie” di Théophile Gautier e “Un osso di morto” di Iginio Ugo Tarchetti, e Spirite di Gautier e “Maud-Evelyn” di Henry James. Attraverso l’arco descritto dalle due coppie di rac- conti – dall’ironia lieve ed esotizzante del primo Gautier all’am- bientazione scientifica e quotidiana del racconto di Tarchetti, e dalla naturalizzazione dello spiritismo nel secondo Gautier alla sua utilizzazione a fini di destabilizzazione epistemologica e narra-

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