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Apollo - La divina bellezza PDF

163 Pages·2017·9.53 MB·Italian
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GRANDI MITI GRECI A P O L L O LA DIVINA BELLEZZ A CORRIERE DELLA SERA LjKAINUè MITI GRECI 3 Apollo La divina bellezza a cura di Giuseppe Zanetto COBBIEBE BEILA SEBA Grandi miti greci Collana a cura di Giulio Guidorizzi Published by arrangement with The Italian Literary Agency Voi. 3 - Apollo © 2018 Out ofNowhere S.r.l., Milano © 2018 RCS MediaGroup S.p.A., Milano È vietata la riproduzione dell’opera o di parte di essa, con qualsiasi mezzo, compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’editore. Tutti i diritti di copyright sono riservati. Ogni violazione sarà perseguita a termini di legge. Edizione speciale per il “Corriere della Sera” pubblicata su licenza di Out ofNowhere S.r.l. Il presente volume deve essere venduto esclusivamente in abbinamento al quotidiano “Corriere della Sera” CORRIERE DELLA SERA STORIE n. 3 del 23/1/2018 Direttore responsabile: Luciano Fontana RCS MediaGroup S.p.a. Via Solferino 28, 20121 Milano Sede legale: via Rizzoli 8, 20132 Milano Reg. Trib. N. 28 del 25/01/2010 ISSN 2038-0844 Responsabile area collaterali Corriere della Sera: Luisa Sacchi Editor: Martina Tonfoni > Il racconto del mito di Giuseppe Zanetto Variazioni sul mito di Luigi Marfé Concept e realizzazione: Out ofNowhere S.r.l. Progetto grafico e impaginazione: Marco Pennisi & C. S.r.l. Coordinamento editoriale e redazione: Flavia Fiocchi Indice Introduzione 7 di Giulio Guidorizzi Il racconto del mito 15 di Giuseppe Zanetto Genealogia 88 Variazioni sul mito 93 di Luigi Marfé Antologia 135 Per saperne di più 163 Introduzione Una caratteristica particolare della religione greca fu di cercare il divino non nella giustizia o nella bon­ tà o nell ’eternità di Dio, ma nella bellezza. Gli dèi gre­ ci sono belli, straordinariamente ed eternamente belli, e sono anche antropomorfi. Potremmo ben dire che ci vuole molto coraggio spirituale per immaginarli così, al di sopra delle tragedie della vita, e pensare che in certi momenti l ’essere umano, nel suo attimo di maggiore bel­ lezza, si avvicini a un dio. Tra gli dèi greci, Apollo rappresenta appunto la bel­ lezza della gioventù, nel suo pieno splendore: perciò es­ sendo il più bello degli dèi è anche - come diceva Walter Otto - il più greco degli dèi. Apollo è l'efebo (o kourosj divino, e simboleggia il pieno fiorire della vita. Uno dei suoi epiteti tradizionali era “dai capelli non tagliati” 7 GRANDI MITI GRECI (akersekòmesT così li tenevano i giovani. Il taglio dei ca­ pelli era uno dei tipici riti che si compivano per marcare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Sennonché un giovane invecchia e declina perché su di lui il tem­ po compie la propria opera crudele, mentre su Apollo scivola via senza danno: egli è sempre là, perfetto nelle sue forme perfette (e infatti è generalmente raffigurato nudo). Per questo motivo il dio, malgrado le sue molte avventure, spesso infelici, è celibe, un efebo per l’eter­ nità, a differenza degli dèi della generazione preceden­ te - Zeus, Ade, Poseidone - che hanno accanto a sé un sposa divina. Del resto, Apollo è collegato a una serie di attività tipiche della gioventù, tra cui il tiro con l'arco, la danza e la musica; il suo stesso nome forse è da con­ nettere con la parola “apella”, che indicava le assemblee tribali durante le quali i giovani venivano ammessi alla comunità degli adulti. Il Neoclassicismo vide in Apollo, e nella sua serena bellezza, il rappresentante della religione greca nel suo aspetto più luminoso, in quanto dio della musica, dell 'arte, del senso della misura e della razionalità: Apollo abbatte il mostro Pitone e fonda a Delfi un santuario, un centro di sapienza («conosci te stesso» era una delle massime incise sulle mura del tempio). Anche Nietzsche prese Apollo a 8 APOLLO simbolo di quel carattere razionale e solare che secon­ do la sua prospettiva costituisce uno dei poli dello spirito greco - 1 ‘altro sarebbe rappresentato da Dioniso, dio dei misteri e dell’irrazionale egli vide in Apollo «il limite dell equilibrio, la difesa dalle eccitazioni brutali, la calma sapiente del dio artista». Tuttavia, Apollo è un dio molto più complesso: se da un lato guida il canto delle Muse con la sua cetra (musagete = conduttore delle muse), dall’al­ tro è terribile, uccide, scuoia vivo il suo nemico Marsia, semina la peste, si adira tremendamente. Si direbbe che gli estremi gli appartengano: la sua prima apparizione, in Omero, è quella di un dio che porta la peste; ma come la porta, così la può guarire. E infatti, tra i suoi epiteti vi era “peana”, cioè guaritore; il dio medico Asclepio era infatti suo figlio. Sono aspetti complementari della stessa figura, a cui sono affidate le purificazioni che vedono il sacro e l'impuro mescolarsi e confondersi. Apollo è anche un dio vagante. Nato da una madre perseguitata, Letò, che do­ vette fuggire, inseguita dall ’ira di Hera, per trovare una terra che ospitasse la nascita dei gemelli che portava in grembo, Apollo e Artemide: la trovò a Deio. Si racconta che questa fosse un’isola vagante per il mare, saldatasi al fondo nel momento della nascita del dio, avvenuta il gior­ no settimo del mese di Bisio: così il settimo giorno di ogni 9 GRANDI MITI GRECI mese sarebbe stato sacro ad Apollo. Si diceva che Apollo viaggiasse ogni anno da Patara - in Licia, nell Asia Mi­ nore —, a Delfi dove abitava d’estate, mentre d’inverno si trasferiva nell 'estremo nord, oltre il circolo polare, tra gli Iperborei, i popoli che abitavano l’ultimo settentrione del mondo, ‘‘oltre il vento del nord”. Lo si invocava come Apollo Lido ma anche come Apollo Iperboreo: quest’ul­ timo era un dio particolare, che probabilmente deriva da incontri religiosi tra colonizzatori e mercanti greci con ambienti dell’Europa nordica; Apollo Iperboreo è il dio che protegge l’estasi e la trance dei suoi sacerdoti, i qua­ li compivano purificazioni e viaggi dell’anima, fugavano pestilenze come medici e guaritori. Altro ambito tipico di Apollo è quello oracolare, conosce le regole del gioco che gli dèi giocano con gli uomini: rivela, nasconde, profetiz­ za. I principali santuari oracolari greci sono posti sotto la sua protezione: Delfi, in primo luogo, che diventò il cen­ tro religioso più importante della Grecia e contribuì for­ temente a modellare la cultura greca arcaica; poi molti altri in vari punti del mondo, come Claro e Mileto in Asia Minore dove profeti in estasi rendevano responsi in nome dì Apollo. L’oracolo però è un’arma a doppio taglio: Apol­ lo rivela il futuro ma contemporaneamente lo nasconde in modo ambiguo dietro i suoi enigmi (da cui l ’epiteto di 10 APOLLO “lòxias”, contorto) perché gli uomini non sono in grado di penetrare veramente il pensiero degli dèi. Così Apollo appare in una sfera di distacco e lontananza: con l'arco colpisce i nemici da lontano, con l ’oracolo tiene a freno la mente degli uomini. In questa distanza ambigua e inquie­ tante, eppure splendida e bella, la religione greca volle vedere un aspetto del sacro. 11

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Tra gli dèi greci, Apollo rappresenta la bellezza della gioventù nel suo pieno splendore: perciò essendo il più bello degli dèi è anche - come diceva Walter Otto - il più greco degli dèi. Apollo è l'efebo (o kouros) divino, e simboleggia il pieno fiorire della vita. Il Neoclassicismo vide i
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