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Antonio Gramsci e il progresso intellettuale di massa PDF

131 Pages·2016·4.7 MB·Italian
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ANTONIO GRAMSCI E IL “PROGRESSO INTELLETTUALE Dl MASSA” A cura di Giorgio Baratta e Andréa Catone J . ^1 voei di un dizionario critico gramsciano -intendono riproporre una riflessione sul nesso strettissimo che Granisci istituisce tra cultura e politica. "progresso Intellettuale di massa" ed emancipazione sociale. Un nesso che invece, a partire dagli anni Ottanta appare sempre piü evanescente nella politica culturale e nella cultura politica delle forze che iscrivono sulle loro bandiere la rappresentanza delle masse popolari. II tema dei “progresso intellettuale dl massa", delTelaborazione di una cultura non subalterna a quella funzionale al mantenimento degli attuali rapporti di classe, lungi dalTesser superato, sl pone in modo ancor plü centrale che ai tempi di Gramsci: oggi, quando il folclore contadino è stato distrutto e nelle città si consumano leggende metro- politane piü subite che inventate, quasi sempre vuote di memória e di storia; oggi, quan­ do i “semplici" di cui Gramsci parlava non sono plü gll stessi, o per lo meno non sono plü riconosciblli come tali, e Tindustrla dei consenso, col controllo dei mezzi di comuni- cazione di massa -la televisione prima di tutto- opera potentemente per un "regresso intellettuale" delle masse. Giorgio Baratta. docente di storia delia filosofia morale presso 1'Università di Urbino, autore di una monografia su HusserI (fidealismo fenomenologico di Edimmd Husserl, Argalia, Urbino 1963) di studi storici sul Rinascimento e rilluminismo, nonché di saggi su Hõlderlin, Marx. Gramsci, Sartre; responsabile di un programma Erasmus che coordi- na a livello interdisciplinare Istituti di numerose Università europee. vicepresidente delia International Gramsci Soclety; coautore con Giannl Amico di “Gramsci, Tlio visto cosi” (film-documentario. Rai 3. 1988) e autore di "New York e il mistero dl Napoli. Viaggio nel mondo di Gramsci raceontato da Dario Fo" (film-saggio, Le Rose e i Quaderni, 1993). Andréa Catone (Barl, 1930, dottorato in Filosofia) si è occupato di problemi dei sociali­ smo e delia translzione, delia storia delia perestrojka, delia crlsi dello Stato-nazione, dei pensiero di Gramsci, collaborando con diverse riviste («La Contraddizione», «Marx 101», «Marxismo oggi». «Giano». «Das Argument»), Con G. Baratta ha curato la pubblicazione dei volume Tempi moderni- Gramsci e la critica delVamericanismo, Roma 1991, ISBN 88-A00-0366-5 Lire 35.000 88840 003665 Prospettive ANTONIO GRAMSCI E IL “PROGRESSO INTELLETTUALE Dl MASSA” A cura di Giorgio Baratta e Andréa Catone EDIZIONI UNICOPLI 11 volume è stato realizzato con il contributo dei Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) © Copyright 1995 by Edizioni Unicopli SpA Redazione: via Soperga 13, 20127 Milano Ristampa 5 4 3 2 1 0 1995 1996 1997 1998 1999 In copertina; UnMnsegnante e una scolara nella nuova biblioteca scolastica, Nicaragua 1983, in Cordelía HWg, NICARAGUA, Bilder der Revolution, Pahl-Rugenstein, Koln 1987 Impaginazione elettronica: Video Type ISBN 88-400-0366-5 Prima edizione: marzo 1995 E’ vietata la riproduzione, anche parziale, a uso interno e didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, non autorizzata. Introduzione 7 Popolo, nazione, masse nel pensiero di Gramsci, di Giorgio Baratta 9 Alie origini dei «nazionale-popolare», di Maria Bianca Luporini 43 Gramsci, de Martino e la crisi delia scienza dei folklore, di Pietro Angelini 53 «UOrdine Nuovo» e il canto sociale, di Cesare Bermani 79 La religione: «una forma transitória delia cultura umana», di Loris Belpassi 101 Lavoro, cultura ed educazione tra fordismo e fascismo, di Ursula Apitsch 115 Metafore biologiche ed evoluzionistiche nel pensiero di Gramsci, di Gianguido Piazza 133 II concetto di egemonia nelLopera di A. Gramsci, di Valentino Gerratana 141 Lotta culturale e organizzazione delle classi subalteme in Gramsci, di Domenico Losurdo 149 Dairottimismo delia volontà al pessimismo delPintelligenza, di Fabio Frosini 175 La concezione delia società socialista in A. Gramsci, di Andréa Catone 197 Gramsci e 1’America latina, di Antonio Melis 227 Appendice 235 índice dei Nomi 239 AWERTENZA I testi di Gramsci citati nel presente volume saranno indicati con le seguenti abbreviazioni, cui seguirá direttamente, senza nessun’altra indicazione, il numero di pagina: CF = La città futura 1917-1918, a cura di S. Caprioglio, Torino, Einaudi, 1982 CPC = La costruzione dei partito comunista, a cura di Elsa Fubini, Torino, Ei­ naudi, 1971 CT = Cronache torinesi 1913-1917, a cura di Sérgio Caprioglio, Torino, Einaudi, 1980 L = Lettere 1908-1926, a cura di A. Santucci, Torino, Einaudi, 1992 LC = Lettere dal cárcere, a cura di S. Caprioglio ed Elsa Fubini, Torino, Einaudi, 1965 LI = Forse rimarrai lontana... - Lettere a lulca 1922-1937, a cura di Mimma Paulesu Quercioli, Roma, Editori Riuniti, 1987 NM = II nostro Marx 1918-1919, a cura di S. Caprioglio, Torino, Einaudi, 1984 ON = L’ordine nuovo 1919-1920, a cura di V. Gerratana e A. Santucci, Torino, Einaudi, 1987 Q = Quaderni dei cárcere, ed. critica a cura di V Gerratana, Torino, Einaudi, 1975 SF = Socialismo e fascismo — L’Ordine nuovo 1921-1922, Torino, Einaudi, 1978 SG = Scritti giovanili, Torino, Einaudi, 1958 SM = Sotto la mole, Torino, Einaudi, 1960 Si è cercato negli ultimi tempi, molto piü aH’estero, invero, che in Italia, di guardare al presente con le lenti di Gramsci. Era giusto che accadesse. Uattualità, pressante, non poteva non irrompere con forza nella discussione su un autore che ha sempre associato riflessione teórica e attività politica, pensiero e azione. Si è ricercata in Gramsci una fra le strade per- corribili per orientarsi nell’oggi «straordinario» e «terribile». Uintensità e le aspet- tative di questo recente incontro di dimensione intemazionale appaiono affatto sor- prendenti per un paese come U nostro, ove, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, i maggiormente in voga maitres à penser guardavano a Gramsci come a un «cane morto». Ci si potrebbe allora chiedere quale senso abbia proporre al lettore, come ora facciamo, testi sul «progresso intellettuale di massa» pensati ed elaborati, in buona parte, in tutt’altra contingenza storica e politica, in un 1987 che se non è molto lontano nel tempo dei calendário, appare enormemente distante nel tempo storico, che tanta brusca accelerazione ha súbito. E se ancora sia opportuno, rispetto a una domanda che si presenta oggi in forma direttamente politica - di «grande politica», per dirla con Gramsci - offrire testi e discussioni che non con- cemono, almeno non tutti e non immediatamente, le questioni dei rapporto partito- masse, delle «strategie dei potere» (per riprendere 1’espressione di Paggi), ma si occupano di folclore, spirito popolare creativo, religione, utopia, metafore biologi- che ed evoluzionistiche, cultura popolare e cultura d’élite... Non si tratta solo di adempiere a un impegno assunto di pubblicare scritti che risalgono o si riferiscono a un ‘vecchio’ Convegno (cfr. appendice), o di offrire testi che conservano comunque interesse e pregnanza, che tentano strade forse in parte nuove per 1’approccio al pensiero di Gramsci. so intellettuale di massa ed emancipazione sociale. Che il trascorso decennio sia stato caratterizzato da un progressivo cedimento su questo fronte, è un fatto ormai scontato ma poco analizzato: occorre infatti spiegare come si sia potuti passare molecolarmente nel campo awersario (Gram- sci si è soffermato a lungo sul trasformismo). Certo era prevedibile che la deriva ideológica avrebbe presto o tardi condotto a una deriva politica. Come chiarire e affrontare tale situazione? Questo libro si propone di offrire qualche spunto critico a riguardo. A monte sta la convinzione che il tema dei «progresso intellettuale di massa», lungi daH’esser superato, si pone in modo ancor piü centrale che ai tempi di Gramsci: oggi, quando i «sem- plici» di cui egli parlava non sono piü gli stessi, o per lo meno non sono piü riconoscibili come tali, ma 1’industria dei consenso atomizza e divide, domina e controlla le menti con una potenza crescente; oggi, quando il folclore contadino è stato distrutto, ma nelle città si consumano leggende metropolitane, piü subite che inventate quasi sempre vuote di memória e di storia. II libro è stato costruito offrendo ai relatori di una sezione omogenea dei Con- vegno urbinate dei 1987 di rielaborare il proprio testo. Ai loro contributi se ne sono associati altri di autori che erano stati invitati al Convegno, o comunque ‘intemi’ al progetto. Uambizione è di fare cosa utile, sia per coloro che studiano Gramsci, sia per coloro che intendono ‘usarlo’ nel proprio campo di ricerca o semplicemente per la própria ‘cultura generale’. 1. Le contraddizioni dei popolo È noto che Brecht in piena epoca nazista (ma c’era stata anche la costituzione staliniana dello «Stato di tutto il popolo» nel ’36) suggeriva di abbandonare - per le sue sedimentate equivocazioni e il suo carattere «artifíciosamente unitário» - la nozione di «popolo» {Volk) e di usare solo quella di «popolazione» (Bevõlke- rung)^. Uosservazione non riguarda solo la contingenza storica ma incide su una questione vitale dei ‘tempi modemi’. Per lo meno a partire dalla rivoluzione francese e dal romanticismo, si è scatenata sul ‘popolo’ una vera e própria lotta di appropriazione. Non c’è idealismo o materialismo, e poi positivismo o prag­ matismo o esistenzialismo, ma anche filosofia delia prassi, delia spirito, dei nulla o delPessere... che non si debba misurare con esso. Le principali e contrapposte teorie politiche appaiono unanimi nel rivendicare la «sovranità jxjpolare» come fonte di legittimazione o autolegittimazione dei potere costituito o da costituire. Ogni ideologia dei «progresso» come delia «restaurazione», delia «rivoluzione» come delia «conservazione», si è appellata e si appella al popolo come terreno «originário» per lo sviluppo dei propri concetti di base: comunità, libertà, demo- crazia, società, proletariato, nazione, etnia, razza, ecc. DalPaggettivo «popolare» si è fatta derivare un’alternativa o un cambiamento di segno o una modifica radicale a principi e idee fondamentali delia tradizione: «religione», «spirito», «arte», «cultura», «potere» popolare... È mérito di Gramsci aver mostrato equivocità e contraddittorietà dei ‘popolo’, che attengono, prima ancora che al conceito, alia sua realtà storica e sociale, e di aveme fatto il filo conduttore di un aspetto rilevante delle sue analisi concrete. Delle due principali nozioni che egli usa (in âmbito non già esclusivamente letterario) in relazione a ‘popolo’ — «popolo-nazione» o «nazione-popolo» o «na-

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