ebook img

Antonio Fogazzaro romanziere PDF

442 Pages·2012·3.36 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Antonio Fogazzaro romanziere

Università degli Studi di Milano Scuola di Dottorato Humanae Litterae Dipartimento di Filologia Moderna Corso di Dottorato in Storia della lingua e della letteratura italiana XXIV ciclo Tesi di Dottorato di ricerca L’inquietudine della volontà Antonio Fogazzaro romanziere L-Fil-Let/11 Letteratura Italiana Contemporanea Tesi di dottorato di LUCA GHIRIMOLDI R08256 Tutor: Chiar.mo prof. BRUNO FALCETTO Coordinatore del Dottorato: Chiar.mo prof. FRANCESCO SPERA A. A. 2010/2011 L’inquietudine della volontà. Antonio Fogazzaro romanziere I. Fogazzaro e il mondo moderno 1. LA VOLONTÀ DELL’INQUIETUDINE 5 1.1 Un ‘gran finale’ 5 2. CON L’ANIMA E CON IL CUORE 21 2.1 Tra l’io e il mondo: le strategie del consenso 21 2.1.1 Il paradigma di fede 27 2.1.2 L’ideale d’amore 42 2.1.3 Esemplarità e classe media 52 2.2 L’officina del pensiero fogazzariano 61 2.2.1 Rile"ere Darwin: tra missione di fede e compito d’arte 66 2.2.2 A fine secolo: spiriti, felicità e una poetica del dolore 85 2.2.3 L’avvenire del romanzo a#a prova dei tempi 96 II. Le architetture dell’illusione 1. LA QUESTIONE DEL ROMANZO FOGAZZARIANO 109 1.1 Antonio Fogazzaro: misura ed eccezione 109 1.1.1 Antesignani e posti#e: lirica, teatro, giornale 112 1.1.2 Il «problema critico» di Antonio Fogazzaro 130 1.1.3 Docere, delectare, movere 138 2. PER UNA TEORIA DEI SENTIMENTI 143 2.1 Fenomenologie dell’amore fogazzariano 143 2.1.1 Una sintonia esclusiva 149 2.1.2 De#’inquietudine, o tra confessione e silenzio 161 2.1.3 Regressione romantica, turbamento decadente, visione salvifica 169 3. LA COMUNANZA PATETICA 179 2 3.1 Un’intesa didattica 179 3.1.1 La necessità dei maestri 183 3.1.2 Microcosmi idi#ici 199 4. EFFETTI MELODRAMMATICI 206 4.1 Il ‘melodrammatico’ tra iper-genere e nuova identità 206 4.1.1 Suspense, coincidenze fatali e ‘scene madri’ 210 5. QUATTRO MODI DI RIDERE 226 5.1 Il controcanto comico 226 5.1.1 Ironia ‘di classe’: manie estetiche e divertissement colto 229 5.1.2 Il sorriso del rispetto: le figure de#a ‘medietas’ 235 5.1.3 La risata comica 245 5.1.4 Il sarcasmo grottesco: i rappresentanti del male 254 III. L’inquietudine della volontà 1. TRA PASSIONE E DOVERE 277 1.1 1881-1911: una parabola in tre atti 277 1.2 Un’originalità a posteriori: Malombra 279 1.2.1 Un esordio ‘sperimentale’ 279 1.2.2 L’identità de#’ignoto 285 1.2.3 Un congedo problematico 296 1.3 Daniele Cortis tra politica e poetica del ‘sacrificio’ 301 1.3.1 Vita e letteratura 301 1.3.2 Le tecniche de#a rimozione 307 1.4 Una diversa scrittura dell’io: Il mistero del poeta 318 1.4.1 Una confessione per interposta letteratura 319 1.5 La narrazione breve: esperimento e maniera 331 2. UN CENTRO ALTERNATIVO 337 2.1 Il paradosso di Piccolo mondo antico 337 2.1.1 Genesi di una «Storia quieta» 337 3 2.1.2 Memoria e pathos 343 2.1.3 Tra Storia ed idi#io: la Valsolda 351 2.1.4 Il paradosso de#o squilibrio: Franco e Luisa Maironi 363 3. SANTITÀ E CRISI 379 3.1 Un montaggio a dittico: Piccolo mondo moderno e Il Santo 379 3.1.1 «Questa materia moderna è meno geniale de#’antica…» 379 3.1.2 Il tormento de#a santità 385 3.2 In sordina: Leila 411 3.2.1 La fatica del passato 411 PER UNA CONCLUSIONE: ANTONIO FOGAZZARO ROMANZIERE 426 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 431 4 I. Fogazzaro e il mondo moderno 1. LA VOLONTÀ DELL’INQUIETUDINE 1.1 Un ‘gran finale’ È il 5 novembre del 1905 quando la casa editrice milanese Baldini & Castoldi fa arrivare sugli scaffali delle librerie un romanzo atteso da anni, e destinato a suscitare di lì a breve un certo clamore nella repubblica italiana delle lettere: Il Santo di Antonio Fogazzaro. A quasi cinque anni di distanza da Piccolo mondo moderno, uscito a puntate sulla «Nuova Antologia» a partire dal dicembre del 1900, la nuova fatica dello scrittore vicentino porta a compimento la parabola terrena di Benedetto - al secolo Piero Maironi, secondogenito di Franco e Luisa, protagonisti di quel Piccolo mondo antico edito nel 1895 - fino a presentare, nelle ultime pagine del romanzo, il suo melodrammatico addio al mondo. L’explicit chiude icasticamente una vicenda che ha avuto i propri albori sin dalla scena conclusiva del capolavoro del 1895; già in aura di santità, Benedetto spira sul letto di morte, nell’esatto momento in cui Jeanne lo raggiunge per un ultimo, melodrammatico addio: Jeanne lo interroga affannosa, egli non risponde, geme, guarda qualche cosa accanto al letto e Jeanne offre un bicchiere d’acqua, gli vede scotere il capo, si dispera di non capire. Ah, il Crocifisso, il Crocifisso! La suora alza il lume da terra, Jeanne porge il Crocifisso a Piero che gli affligge le labbra e la guarda, la guarda con gli occhi grandi, vitrei, dov’è la morte. La suora getta un grido, corre a chiamare il padre. Piero guarda Jeanne, guarda Jeanne, si sforza di prendere il Crocifisso a due mani, di alzarlo verso di lei, le labbra si agitano, si agitano, non ne esce suono. Jeanne si raccoglie nelle proprie le mani di Piero, bacia il Crocifisso di un bacio appassionato. Egli chiude allora gli occhi, il volto s’irradia di un sorriso, si piega un poco sulla spalla destra, non si move più.1 1 A. FOGAZZARO, Il Santo, Milano, Mondadori, 1932, pp. 452-453. Per le citazioni dalle opere fogazzariane, cui rimandiamo d’ora in poi indicando titolo e numero di pagina, si fa riferimento - a meno di indicazioni differenti in nota - all’edizione Tutte le Opere di Antonio Fogazzaro, curata per Mondadori da Piero Nardi tra il 1931 e il 1945 e così suddivisa in quindici volumi: Malombra, voll. I-II, 1932; Daniele Cortis, vol. III, 1933; Il mistero del poeta, vol. IV, 1931; Piccolo mondo antico, vol. V, 1931; Piccolo mondo moderno, vol. VI, 1931; Il Santo, vol. VII, 1932; Leila, voll. VIII-IX, 1932; Racconti: Fedele e altri racconti, racconti brevi, idi#i spezzati, vol. X, 1932; Poesie, vol. XI, 1935; P. NARDI, Antonio Fogazzaro, vol. XII, 1938; Lettere Scelte, vol. XIII, a cura di T. GALLARATI SCOTTI, 1940; Discorsi, vol. XIV, 1942; Scene e prose varie, vol. XV, 1945. 5 Il protagonista si era già congedato dal mondo ‘moderno’ nel romanzo precedente, quando l’autore gli aveva affidato la missione del rinnovamento morale della società contemporanea e della condotta di vita individuale2, previa una ristrutturazione dell’istituto religioso ispirata ai dettami di quell’orientamento modernista della fede cattolica al quale Fogazzaro stesso s’era avvicinato, com’è noto, già a partire dagli anni Novanta del secolo diciannovesimo. Rilevante però che a questo disegno di riforma dello spirito e alla scelta radicale della santità si sommino, tanto nell’iter narrativo de Il Santo quanto nella sua strategica conclusione, le pulsioni intime del cuore, secondo un biunivoco percorso di formazione personale riassunto simbolicamente nella duplice identità del protagonista Piero- Benedetto: spiccata ne risulta la capacità dello scrittore vicentino di intercettare, soprattutto attraverso lo strumento della prosa romanzesca a declinazione sentimentale, i gusti, le aspirazioni, le inquietudini inespresse del pubblico borghese dell’epoca. Benedetto, simbolo di una battaglia ideale in nome del carattere militante della sua fede, si guadagna allora i favori del lettore e della lettrice per la costante ed ossimorica ambivalenza tra missione religiosa ed angosce personali; nella scena sopra citata, il presente storico e il gioco delle ripetizioni dinamizzano la scena, mentre la sintassi paratattica mima la drammatica concitazione dell’istante decisivo di due anime e di due amanti, in un’aura di luce salvifica. La scettica Jeanne, che non ha fiducia e fede nella trascendenza religiosa, suggella l’estremo ricongiungimento con Benedetto attraverso un «bacio appassionato» al simbolo cardine della cristianità; ed anche il protagonista, da par suo, saluta il mondo in un ultimo assillo di desiderio e di amore religioso. Il compimento del suo ideale di una vita all’insegna di una nuova morale evangelica va di pari passo con l’oscura e tormentante passione che lo lega alla donna che ha di fronte per l’ultima volta. Questa unione inscindibile tra fede e sentimenti rimane così una delle più rappresentative - se non proprio delle più meglio compiute - della narrativa fogazzariana; del resto, la stessa pubblicazione in quel mese di novembre del penultimo romanzo fogazzariano può essere considerata come il momento culminante dell’intesa tra il narratore vicentino e il suo pubblico di riferimento. È appunto in alcuni fatti antecedenti all’uscita de Il Santo che si può rinvenire una strategia comunicativa assai accorta, che coordina un fitto dialogo con lettore medio, tra questioni di fede e problema delle passioni. Va innanzitutto riconosciuto che, al passaggio di secolo, Antonio Fogazzaro è narratore ormai ben inserito nei meccanismi della modernità letteraria, e che, senza contare l’esordio con Malombra nel 1881, egli ha al suo attivo altri romanzi di grande 2 Non a caso, le ultime righe di Piccolo mondo moderno sfumavano il destino di Piero Maironi in una incerta prospettiva futura, di cui solo l’occhio divino può avere qualche prescienza: «Nessuno lo aveva incontrato, nessuno lo aveva veduto, nessuno ne aveva udito i passi. Se mai sia per venire il giorno in cui la occulta via dell’uomo scomparso si riveli, in cui si apprenda il perché di tanto mistero, sol Chi lo ha chiamato alle proprie battaglie lo sa» (Piccolo mondo moderno, pp. 426-427). 6 successo e di larga presa sul lettore borghese: dal Daniele Cortis uscito nel 1885 fino a Il mistero del poeta di tre anni successivo, per giungere al quel Piccolo mondo antico gli ha garantito prima la fama delle storie letterarie e poi la nomina a senatore del Regno per meriti artistici. Ma a tutto ciò si aggiunge, nel caso particolare del Il Santo, una serie di scelte e di prese di posizione che meglio spiegano ed illustrano il ruolo di Fogazzaro quale «idolo della borghesia italiana nel periodo che corre all’incirca tra il 1880 e il 1910»3. Se i primi accenni di questo ‘caso’ editoriale compaiono sul «Fanfulla della Domenica»4, sono piuttosto le pagine della carta quotidiana a far nascere e crescere l’interesse attorno al nuovo libro, atteso con ansia per l’annunciato proposito riformista e in seguito alle discussioni morali e letterarie già animate da Piccolo mondo moderno. Se allora su «Il Momento» di Torino Fogazzaro accenna sinteticamente all’impianto tematico dell’opera futura5, per il «Corriere della Sera», in un articolo firmato dall’amico Renato Simoni, l’autore del Santo chiarisce, assieme ad alcuni aspetti dottrinari della predicazione di Maironi, l’ispirazione originaria da cui è scaturita la figura di Benedetto, e la parabola narrativa da quest’ultimo seguita: Mi occorreva farne un debole, qual è Piero Maironi del Mondo Moderno. Bisognava che egli sapesse le passioni della vita e le cadute; ho voluto che egli fosse simile a Sant’Agostino nel periodo della gioventù, quando l’amore d’una donna lo teneva incatenato alla terra, e tutta l’anima intanto gli tremava dal desiderio del volo verso il cielo e la lotta, che fu infine vittoriosa, tra la carne e lo spirito, era fatta di subite fughe e di novelle cattività6 3 È la celebre formula con cui si esprimeva Gaetano Trombatore in un articolo su «Risorgimento» (Il successo di Fogazzaro, «Risorgimento», agosto 1945, poi in «Belfagor», X, 1955). L’articolo, assieme a due precedenti interventi comparsi sulla fiorentina «Civiltà Moderna» (Fogazzaro, «Civiltà Moderna», novembre-dicembre 1931 e gennaio-febbraio 1932), si può ora leggere in G. TROMBATORE, Fogazzaro, Palermo, Manfredi, 19702. Si cita d’ora in poi da questo volume; la definizione in questione si trova a p. 125. 4 Intorno al “Santo” di A. Fogazzaro, «Fanfulla della Domenica», 10 aprile 1904. 5 La battaglia di un idealista, «Il Momento», 28 maggio 1904: «Piero deve offrire il riflesso della condizione intellettuale e spirituale di quelle anime moderne, che, tenendo ben ferma la sostanza dei dogmi cattolici, vorrebbero tener conto delle nuove orientazioni e dei progressi innegabili della scienza moderna». La citazione di quest’articolo (così come del successivo) è riportata nel volume P. MARANGON, Il modernismo di Antonio Fogazzaro, Bologna, Il Mulino, 1998, p. 132n. Dello stesso autore, si vedano i contributi Genesi e sviluppo del riformismo religioso di Antonio Fogazzaro prima de#a crisi modernista, «Archivio Veneto», serie V, CXXXVIII (1992) e Aspetti de#a formazione religiosa di Antonio Fogazzaro, «Annali dell'Istituto italiano per gli studi storici», XII, (1991-1994) utili per definire meglio l’ideale religioso dello scrittore. 6 Aspettando il “Santo”. Una visita a Fogazzaro, «Corriere della Sera», 25 settembre 1905, in P. MARANGON, Il modernismo di Antonio Fogazzaro, cit., p. 149n. Sull’attendibilità delle due fonti e sulla strategia ad esse sottesa chiarisce Marangon stesso: «La confidenza che traspare tra il romanziere e Renato Simoni […], il confronto con i servizi analoghi del “Momento” e del “Fanfulla della Domenica”, l’insolita lunghezza delle dichiarazioni, la accurata precisione dei termini e dei riferimenti a Piccolo mondo moderno mi inducono a ritenere le risposte del Fogazzaro testi in qualche modo concordati. Quindi la loro attendibilità è da considerarsi elevata» (ivi, pp. 130-131n). 7 Sia sul quotidiano di Torino che sul più prestigioso «Corriere» l’autore del Santo concede così i cenni sull’opera a venire, focalizzandone la componente di riforma spirituale, oppure sottolineando la continuità del nuovo romanzo rispetto a Piccolo mondo moderno per quanto riguarda identità e caratterizzazione del protagonista principale. Si prefigura in tal modo per Il Santo un pubblico pronto a recepirne tanto l’aspetto di ‘romanzo a tesi’ quanto il carattere di opera romanzesca indipendente, centrata sulla tormentata debolezza sentimentale del ‘santo’: se per il primo punto, come avremo modo di vedere, un ruolo assai significativo avranno le conferenze che Fogazzaro tiene, con gran successo d’uditorio, a partire dalla prima metà degli anni Novanta7, per quanto concerne il secondo punto l’appello è diretto a quel lettore già da lungo tempo fedele alle sue trame romanzesche. Le tracce di una precisa strategia comunicativa ed editoriale s’infittiscono però in prossimità del 5 novembre: in una lettera all’amico Filippo Crispolti, circa un mese prima dell’uscita in libreria, lo scrittore puntualizza, oltre ai consueti aspetti di poetica e di morale, anche precise circostanze in merito alla pubblicazione dell’opera: Caro amico, È deciso, per volontà degli editori, che prima del 5 novembre non possano pubblicarsi brani del romanzo che nella Rassegna Nazionale del 1° novembre, e nel Secolo XX id. È pure deciso che nello stesso giorno della pubblicazione parli il Corriere de#a Sera. E, dimenticavo, il Corriere del 30 ottobre pubblicherà pure un brano. nessuna recensione procederà né accompagnerà quella del Corriere. So che Scotti offrirà un articolo al Giornale d’Italia per il 6 novembre.8 Nei giorni successivi, tanto al senatore Crispolti quanto all’amico e ‘discepolo’ Tommaso Gallarati Scotti, Fogazzaro, confermando le diverse trattative che intercorrono 7 Ivi, p. 196: «Con la pubblicazione e il successo delle Ascensioni umane, alla fine del 1898, il Fogazzaro aveva potuto toccare con mano la ricettività di un ceto medio-alto disposto a seguirlo sul terreno impervio e alquanto inconsueto della saggistica pur di vedere che anche la tradizione cattolica, chiusa a riccio dopo la questione romana, poteva sintonizzarsi con il pensiero moderno e in particolare con la scienza». 8 Lettera di A. Fogazzaro a F. Crispolti, 1 ottobre 1905, in Lettere scelte, p. 562. L’articolo di Gallarati Scotti sarà poi pubblicato dal «Giornale d’Italia» un giorno prima del previsto, in puntuale concomitanza con l’uscita del romanzo. In una lettera del 20 settembre sempre a Gallarati Scotti lo scrittore prospettava una pubblicazione per il 6 ottobre (cfr. ivi, p. 560: «Ecco l’intelligenza che ho preso con Baldini e con Simoni. Tu puoi offrire al Giornale d’Italia di spedirgli un articolo il giorno stesso [il corsivo è nel testo] in cui il romanzo sarà pubblicato. Così l’articolo non potrà uscire che il giorno dopo, al più presto. Ciò preme assai al Corriere») e in un secondo momento, il 15 ottobre, confermava la data del 6 ottobre, informandosi però sullo stato delle trattative con la rivista (cfr. ivi, pp. 564-565: «Dovendo scrivere al Giornale d’Italia che mi chiese una primizia [corsivo nel testo], gli dico che ho dato modo a te di mandargli un articolo per il 6 novembre. […] Dimmi del Giornale d’Italia, se forse hai già un’intelligenza con esso o no»). 8 con i principali quotidiani e riviste per la pubblicazione di stralci del nuovo romanzo9, chiede anche consiglio per la scelta dei brani da pubblicare, assicurandosi però che gli interlocutori mantengano uno scrupoloso riserbo sulla trama del romanzo: la consegna del silenzio è evidentemente giustificata dalla necessità di mantenere intatta la suspense narrativa, quale miglior preparazione allo scioglimento finale della vicenda, e ricorre spesso nelle parole e nelle lettere del periodo. Così, ad esempio, lo scrittore si rivolge allo stesso Filippo Crispolti: Caro amico, La prego di farmi sapere appena possibile quali brani sceglierebbe per il Momento e per l’Avvenire. E anche la prego fin d’ora di limitarsi, pubblicandoli, a un brevissimo cappello, senza dare assolutamente il sunto del romanzo. Così farò io pure col Corriere e col Giornale d’Italia. per questi due giornali io sceglierò quasi certo nel capitolo settimo [si tratta del capitolo intitolato Nel turbine del mondo].10 Il Santo è insomma al centro degli scrupoli fogazzariani, configurandosi tanto come un investimento economico ed editoriale quanto come impegno letterario e militante; già il 6 luglio di quell’anno 1905, scrivendo a Karl Muth, direttore della rivista cattolica «Hochland» di Monaco di Baviera, per la traduzione in tedesco del romanzo, Fogazzaro si preoccupava di puntualizzare: Il 4 corr. ho consegnato il manoscritto del Santo. Comincerò appena possibile a mandare le bozze. Le raccomando la massima segretezza; niente deve trapelare del romanzo prima della sua pubblicazione in Italia. […] Se qualche giornale italiano o straniero pubblicasse qualche cosa circa la trama del romanzo prima della pubblicazione sarebbe un gran dispiacere per gli editori e per me.11 Attorno alla data fatidica si concentrano così una serie di attori ed azioni che mirano a presentare il libro secondo una specifica linea di lettura: il senatore clericale Filippo Crispolti, oltre a fornire pareri durante la fase di revisione delle bozze e a commentare 9 Al sen. Crispolti Fogazzaro scrive il 5 ottobre: «Il Corriere de#a Sera tiene assolutamente a essere il primo e darà un brano il 30 ottobre per passare davanti al Secolo XX e alla Rassegna Nazionale che avranno brani il 1° novembre. Anzi la Rassegna avrà l’intero primo capitolo. Non potrebbero anche il Momento e l’Avvenire accettarli alla stregua di questi ultimi?» (Lettere scelte, p. 564). E aggiunge, in una lettera del giorno seguente: «Come le scrissi ieri il Corriere, al quale debbo particolari riguardi e non certo perché è liberale ma per prova avutane di molte benevolenze e per il recente articolo del Simoni, vuol prevenire tutti. Ciò mi fu detto a voce dal Simoni con molto calore di domanda» (ibidem). 10 Lettera di A. Fogazzaro a F. Crispolti, 16 ottobre 1905, ivi, p. 565. 11 Lettera di A. Fogazzaro a K. Muth, 6 luglio 1905, ivi, p. 554. Il corsivo è nel testo. 9 alcuni passi della riforma di Benedetto12, prepara un articolo per lo stesso «Avvenire» sulla figura di don Clemente, che ne Il Santo è il riferimento spirituale del protagonista. Il testo è domandato da Fogazzaro stesso, affinché «esca contemporaneamente al volume o quasi e metta soggezione ad altri giudici»13. L’attenzione per la diffusione del libro e lo scrupolo con cui si circonda di mistero la trama del destino di Benedetto sono allora testimonianze della consapevolezza dello scrittore dei potenti meccanismi della moderna mediazione editoriale e della sua volontà di mobilitare il senso d’attesa del pubblico più ampio possibile, attraverso una vicenda attentamente studiata per mantenere alto l’interesse attorno all’uscita del romanzo14; tuttavia, emerge da questi e altri indizi un ulteriore aspetto del ‘caso’ letterario-editoriale che vide protagonista Il Santo. Ai timori letterari si affiancano sempre, risultando spesso preponderanti, quelli di carattere religioso e dottrinario. Sempre all’interno della medesima strategia promozionale, la cura dell’autore per quanto riguarda la ricezione dell’opera in campo cattolico ed ecclesiastico getta una luce tanto sull’intenzionalità che ha animato la stesura dell’opera quanto sugli sviluppi futuri della vicenda. Ne è limpido esempio, sempre nelle settimane che precedono l’edizione del romanzo, ciò che l’autore chiede a Gallarati Scotti per una recensione che quest’ultimo si appresta a stendere per il «Giornale d’Italia»: Scrivi come vuoi. Solo t’indicherò questi miei due desideri: mettere in luce come Benedetto non si senta chiamato a propugnare riforme particolari determinate, ma invece una riforma in generale dello spirito dominante oggi nella chiesa; mettere in luce come le parole circa la futura unione dei suoi discepoli, sul letto di morte, sieno germi e non più. Germi di una organizzazione futura che i tempi e le circostanze potranno maturare…15 12 Al marchese Crispolti, inviando il primo capitolo del romanzo il 13 agosto, si confessa: «Vorrei tanto assistere, ma come un invisibile spirito, alla lettura ch’Ella farà, suppongo, alla Marchesa. fra parentesi, prego l’uno e l’altra, non solo di non raccontare, ma altresì di non esprimere giudizi» (ivi, p. 556). 13 Fogazzaro si esprime così in una lettera a Piero Giacosa del 5 settembre 1905, alludendo appunto all’articolo di Crispolti (cfr. ivi, p. 559). Per la reazione all’articolo del senatore, cfr. la lettera a Crispolti del 5 novembre: «Grazie di tutto ciò che ha fatto, che farà. Finissimo e in tutto degno di Lei il suo articolo su D.C. [don Clemente] e non ci ho da ridire» (ivi, p. 568). 14 Come efficacemente riassume Paolo Marangon, nel ricostruire le vicende letterario-editoriali de Il Santo: «Dai malintesi interpretativi sorti in occasione della pubblicazione a puntate di Piccolo mondo moderno sulla “Nuova Antologia”, avvenuta tra il 16 dicembre 1900 e il 16 marzo dell’anno successivo, il Fogazzaro aveva ricavato l’esigenza di un rapporto non solo diversificato, ma molto più accorto con la stampa, almeno nella fase di lancio del nuovo romanzo. Bisognava, in primo luogo, suscitare e alimentare un senso vivo di attesa, solleticando sapientemente la curiosità del pubblico e preparando - si direbbe - un terreno ben disposto alla nuova seminagione di idee. […] Il lancio del Santo fu quindi meticolosamente preparato e seguito come non era avvenuto per nessun altro precedente romanzo del Fogazzaro […] Lo strepitoso successo del nuovo romanzo, nonostante le sue ombre sul piano artistico, avrebbero inequivocabilmente confermato la validità della strategia» (P. MARANGON, Il modernismo di Antonio Fogazzaro, cit., pp. 197-199). 15 Lettera di A. Fogazzaro a T. Gallarati Scotti, 17 ottobre 1905, Lettere scelte, p. 565. 10

Description:
occultistica ovvero (per i ceti meno colti) la paraletteratura d'eguale segno in direzione dell'inconscio» (cfr. G. PETROCCHI, Antonio compiere il dovere religioso dappertutto e sempre, a qualunque patto.431. In don Emanuele, la
See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.