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Anticapitalismo e comunismo: potenzialità e antinomie di una rifondazione PDF

115 Pages·1992·33.605 MB·Italian
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Livio Maitan ANTICAPITALISMO E COMUNISMO potenzialità e antinomie di una rifondazione ~ CUEN @CUEN 1992 (Cooperativa Universitaria Editrice Napoletana) inArea Industrie della Cultura 80124 Napoli -ViaCoroglio,156 Tel. 081/2301019 pbx Fax 081/2301044 INDICE Introduzione 7 PARTE PRIMA Cento anni dopo 11 Un bilancio essenziale Il Validità elimiti delle conquiste parziali 14 Tre fattori convergenti 15 "Crisi del comunismo?" 19 Unamessaapuntonecessaria 19 Bilanciosinteticodellasocialdemocrazia 22 Il capitalismo oggi:mistificazionierealtà 29 Lepotenzialitànonvalorizzate 30 Ilprofittorestalamollaessenziale 32 Qualimutamentinellacomposizionesociale? 35 TendenzeinItalia ...41 Èpossibileunrilancioglobaledelcapitalismo? : 43 PARTE SECONDA Difficoltàecontraddizioni dell'impresa rifondatrice 55 4 Anticapitalismo ecomunismo Contraddizioni internazionali 59 Internazionalizzazione,grandiareeeconomiche econflittualitàmondiale. 60 Socialismo:insopprimibiledimensionesovrannazionale 64 Quale mododiproduzione? 69 "Economicismo"e"statalismo" 69 Qualealternativa? 71 Essenzialitàdellademocraziasocialista 74 Quale strategia anticapitalista? 77 Difficoltàecontraddizioni 77 Unastrategiamaisperimentata..: 79 Qualcheipotesidiorientamento 81 Difficoltàenecessità diuna ricomposizione 89 Scomposizioneeframmentazione : 89 Unproblemapoliticocentrale 91 Conquale"materiale"rifondare? 93 Unnodo centrale: lademocrazia operaia 97 Democrazianegata 97 Significativeesperienzestoriche 100 Lineediunrinnovamento 107 Dnuovosfondo: la minaccia alla vita sul pianeta II 1 Evoluzionismopositivisticoecriticamaterialista 111 ~ Ilgrido WalterBenjamin 113 L'imperativo:invertirelatendenza 116 Appendice 119 V InU! J:0[0/.0 pla'UOUOSIVUla lnno' J:oul!UnVUO [V qvuv81!v J:ownU!SIV a V InJl! J:0[0/.0 J:/n; [V J:ow!UPVUOO/.V 7 Introduzione Il punto di partenza per una riflessione sulle potenzialità e sulle antinomie di una rifondazione comunista non può che essere una lucida presa dicoscienza delmomento storico incui stiamo'vivendo, specialmen- te da alcuni anni aquesta parte. Autori di interessi e orientamenti diversi usano concetti come "crisi del comunismo", "crisi del marxismo" o più in generale, "crisi delle ideologie". Per parte nostra, riteniamo che sia più corretto parlare da un lato di crisi del movimento operaio, dall'altro di crisi di civiltà. Le due cose sonoovviamente legate, almeno per chicontinua aconsiderare valido il metodo el'analisi di fondo definiti da Marx e ilprogetto alternativo di società che ne deriva. Proprio perché il movimento operaio ha registrato sinora insuccessi efallimenti nelraggiungimento del suofine storico, cioè lacostruzione di una nuova società sorta dal rovesciamento della società esistente, le società umane e la loro civiltà sono immerse in una crisi complessiva i cui elementi costitutivi sono in misura crescente percepiti anche alivello di massa. In ultima analisi, è questa crisi ch~èalle radici delle tendenze centrifughe che si moltiplicano, del nuovo sonno della ragione nonmeno allarmante deiprecedenti, dell'angoscia sotterranea che si rifrange nei comportamenti e nelle ideologie di movimenti sociali e politici che sidiffondono in varie regioni del mondo. Questa schematica evocazione del contesto in cui dobbiamo operare, non intende suggerire prospettive crepuscolari, suscettibili di accrescere lo smarrimento e il pessimismo già largamente diffusi anche nelle file di coloro che sono rimasti sulla breccia. L'essenziale è comprendere l'im- l 8 Anticapitalismo ecomunismo mensità ealtempo stesso, storicamente parlando, l'urgenza deicompiti di analisi edigeneralizzazione e,amaggior ragione, diazione ditutti coloro che vogliono partecipare all'impresa della rifondazione comunista. È assimilare pienamente t'idea che questa impresa deve porsi intermini non di continuità, ma di rottura. Questo non solo perché un'impostazione continuistica impedirebbe di trarre tutte le lezioni degli errori e delle contraddizioni del passato, ma anche esoprattutto perché dobbiamo agire in un contesto che èradicalmente diverso da quello di settanta, cinquanta o anche quindici anni or sono e che è destinato a mutare forse ancor più profondamente. L'inizio di una nuova fase del movimento operaio e comunista e la ricostruzione di una prospettiva di edificazione socialista e, in ultima analisi, diunanuova città, nonpossono essere cheilrisultato diunenorme lavoro collettivo, di ampio respiro, multidisciplinare nella misura in cui esistono nessi sempre più stretti tra condizioni fisico-ambientali econdi- zioni socio-politiche diriorganizzazione, senonsemplicemente disoprav- vivenza, della comunità umana. Questo saggio non può avere che un fine incomparabilmente più modesto, quello dicontribuire alla individuazione delle potenzialità effettivamente esistenti e delle contraddizioni di una rifondazione comunista e diun rilancio del movimento operaio in questa fase, in Italia in particolare. I l dVHL.~ dInwv Livio Maitan 11 Capitolo primo CENTO ANNI DOPO Il 1992èunanno discadenze edianniversari. Ericorre unanniversario che dovrebbe interessarci più direttamente: nell'agosto 1892 nasceva a Genova il Partito dei lavoratori italiani che avrebbe assuQto l'anno suc- cessivo ilnome diPartito socialista dei lavoratori italiani enel 1895quello classico di Partito socialista. Di organizzazioni operaie ne erano esistite in Italia anche prima di quella data. Ma ciò non sminuisce il valore storico-simbolico delcongresso genovese. Inbuona sostanza, lafondazio- ne del nuovo partito segnava l'affermazione esplicita dell'autonomia politica della classe operaia edel suo movimento organizzato. Unbilancio essenziale Ebbene,per dare un'idea della situazioneincui ci troviamooggi, a centoannididistanz'l,suggeriamounasemplice,mafondamentalecon- statazione:apartefiloni ocorrenti,incontestabilmenteminoritari-rap- presentati essenzialmente da quanti sono confluiti nel Partito della rifondazionecomunista,da ristrettisettoridelPartitodemocraticodella sinistra e dal gruppopolitico-culturalede "il Manifesto" -, la nozione stessadiautonomiapoliticadelmovimentooperaioènonsolorimessain discussione,manegata,piùomenoesplicitamente,ecomunquesvuotata diognicontenuto. 12 Anticapitalismo ecomunismo Qualche esempio significativo tratto da documenti dicommemorazio- ne del centenario comparsi sino ad ora (a nostra conoscenza, abbastanza scarsi). Uno dei più noti storici del PSI, Giuseppe Tamburrano ha scritto inun dossier pubblicato da "l'Unità" (26, 28e 31 gennaio e 4 febbraio): "Il PSI celebra i suoi cento anni per ragioni solamente anagrafiche, di discendenza simbolica: niente di più. Aben vedere, vièmaggiore comu- nanza storica tra il PLI e Cavour, e tra il PRI e Mazzini che tra il PSI e Turati" . Apprezziamo la franchezza e condividiamo la sostanza del giudizio. Effettivamente, ilPLIrispetto aCavour eilPRI rispetto aMazzini possono rivendicare, sia pure non senza forzature, una continuità storica, mentre difficilmente l'odierno PSI potrebbe fare lo stesso per quanto riguarda l'ispirazione ideologica e la rappresentanza di interessi di classe del suo antenato del 1892. Del resto, Tamburrano aggiunge che esiste rottura di continuità "nonperché Craxi abbia «tradito» ilriformismo, maperché quel riformismo, ormai attuato il suo «programma minimo», non ha più gran- - ché da dire oggi. E nelsuo «programma massimo» ilquale era toutcourt - il socialismo nessuno si riconosce più". Si potrebbe far notare che il «programmaminimo», che, secondo Tamburrano,sarebbestatorealizzato,cioècerteconquisteparziali,hanno subitoormaiunaprolungatausura,grazieancheall'azionedigovernidi cui il PSI è stato magnaparsoMa ci interessa più sottolinearecome Tamburranoabbandoniesplicitamentel'obiettivo storicodellacreazione diunasocietàsocialista,sopprimendoconciòstessol'esigenzadell'auto- nomiapoliticad~1movimentooperaio.Lasuaconclusione,delresto,è,se possibile,ancorpiùchiara: "Il socialismodell'Europa continentaleè nato marxista,cioè sullabase dell'idea che la classe operaia e le sue istituzionipolitiche e sindacali - avrebberoespropriato conla democrazia(socialisti)e con la violenza - (comunisti) ilcapitalismo e realizzato la società di liberi e uguali: cento anni dopo, nei partiti di sinistra e nei loro documenti non si trova traccia né di classismo né di marxismo, non si incontra quasi mai il nome del padre fondatore". Tutto questo è senz'altro vero per ilPSI, ma vale anche per ilPDS. In ultima analisi, ilsenso della formazione diquesto nuovo partito vaproprio in questa direzione, non solo in pratica, ma anche sul piano ideologico.

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