.. Pantaleo Calabrese Domenico Caligo 't.eo.:..I (.J. .. t:: Q. Q) E o:I > Analisi Matematica Volume I Parte seconda ..... ..c..n. ..... ca e: ~ o .2> cv (.) ci Q) lii !!! .e cv cv (.) Il. Editrice Graphos · Città di Castello · PG Fantomas Ping Pantaleo Calabrese Domenico Caligo Analisi Matematica Volume I Parte seconda Editrice Graphos -Città di Castello -PG Le copie non firmate da uno degli Autori si ritengono contraffatte J Finito di stampare nel gennaio 1981 dalla Litografia SLAM di Città di Castello AVVERTENZA In questa seconda parte del Volume I si ·trovano i Capitoli 8 e 9, dedicati al calcolo differenziale per le funzioni (scalari e ve~ toriali) di più variabili, a Problemi connessi e alla Introduzione del Calcolo integrale. Perugia - Pisa, dicembre 1980 GLI AUTORI C A P I T O L O ~ CALCOLO DIFFERENZIALE PER FUNZIONI DI PIÙ VARIA BILI E PROBLEMI CONNESSI 8.1 - DERIVATE PARZIALI Il concetto di derivata per funzioni di una variabile si esten de a funzioni di più variabili. Sia f: A+B una funzione reale definita . .:iell'aperto8 ed a valori in BC ; L(x1. •. .. ,xn) eB =(xo1.···•xon) punti di A. Def~ 8.1.I - V,é,Jz.emo che .la. f po-0-0~ede deJl.,[va.:to.. a1t.z,lale ne.t unto ~ JU.~pe,t;to alta. v~bU..e xk (k = 1, 2, ••. , n), -0e..ea. unz.,lo (8.1.1) L:_cxk)l= f(x01' x02, ... , x o, k· -1 ,xk. , x o,k+1 , .•• , x on ) , t 3J. de.u'. '. u.Mca. v~bU..e. ha. deJl.,[va.:to.. ne.t punto x Ok, 0-0.-0.-la.. -0 e. e-0~ - . --O.te U.. (8.1.2) Sc.!UveJtemo aLe.otr.a.: (8.1.3) Se U.. Wn,i;t.e ( 8 • 1. 2) e-0-W.te MM.to, aLe.or:..a. .la. deJl.,[va.:to.. è 6-UU. w .ta. e d.UZ.e.mo eh e. ta. f é deJl.,[va.bile. pa1t.z~en.te prua a. ~ ne.t PIL!!. 2 .to x • 0 _V-Utemo po-<. c.he fu f è de!Uva.bile pa.1tz-<.a.R.merr.t.L ù1. un a.peJLto B e e A, u . è deJrl.va.bile pMz-i.a.R.men-t:e -<.n ogn-i. pun-to d-<. B Per indicare il valore di una derivata parziale in un p~nto x viene usato uno dei seguenti simboli: 0 Se la f è parzialmente d rivabile rispetto alla variabile x in ogni punto dell'aperto A, nasce allora, in A,una nuova funzione delle n variabili x1, x2, ..• , ~che viene denotata con una delle seguenti notazioni: f •k l'ultima delle quali non impegna di indicare esplicitamente la va riabile di derivazione. OSSERVAZIONE I Il calcolo di una derivata parziale rispetto a una dellesuev~ riabili si effettua, in base alla definizione data, come una deri vazione ordinaria rispetto a quella variabile considerandole altre come costanti. ESEMPIO I Calc.o.f.a.Jz.e le dvU.va..te pMz-la..e.A.. del.la. 6unz-<.one xf sen x,xz , per + x~ > O x2 + x2 l 2 o o. X2 i) Nei punti (xp x2) E E.2 \{O} , si ha: a) considerando x2 costante, risulta: 3 b) considerando x costante, risulta 1 ii) Passiamo a vedere se la f possiede derivate parziali nell'ori gine; per questo occorre vedere se esistono i limiti: \ -o)- 1 lim(.tix )=lim( (O+tix,)·O - llxr+u 1 .tix +u sen (0 +tix )2+0 .tix 1 1 1 o. o) (0 + ll.2:2.2_ - 1 Z1'i xi +om (.tix2) = .1ti xi +om (s en 0+(0 + t~ix ) .tix 2 2 2 2 Tali limiti esistono enttambi e valgono zero; perciò è Se la f è derivabile delle n variabi li~ si essono de · · prime ... élf ' <lx n ciascuna di queste, se derivabile, genera n nuove funzioni ottenen do così, definite in A, n2 d~rivate parziali seconde che denotereç mo con oppure fx , (h, k 1, 2, ... , n) , h xk che, per@=~._§criveremo anche; é}2f d~2h oppure f~ e così via. Il calcolo delle derivate ~.._,,'-"-'"-""',....._.._""l<.>c.r:~i~o~r~e:......!ai~~r~i""o"~è:....a!~v:.v.!..!a~n~ taggiato quando sussistono le Teor. 8.1.II - (di Schwarz) • La 6unz~one f ~ de6,{,n,{;ta ne..ll'apeJt :t.o A e R 2 ; .o e P 1 ( x1, y 1 J è punto ~ A, .o~ IP un ~ntoJm.o CÀJLC.oR.o.!te
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