Johann Friedrich von Allmen è un tipico personaggio alla Suter, un simpatico signore che vive «marinando la vita» come uno studente marinerebbe la scuola. Quarantenne, riservato habitué di tutti i posti giusti, lettore appassionato, superiore a tutte le questioni materiali, i camerieri gli si rivolgono con un «conte» ma il nome aristocratico è nato da una sua personale riscrittura. Ha dilapidato la ricca eredità paterna e, poiché nel college ha imparato che indebitarsi, per uno di rango, non è disonorevole, usa il poco denaro per «mantenere la propria affidabilità di credito anziché per vivere». Da poco tempo, però, si dedica a furti di oggetti d’arte, in luoghi e situazioni tali da sollevarlo da ogni sospetto.
Probabilmente, nella Svizzera opulenta di cui l’autore, sulle orme di Dürrenmatt, draga l’anima sociale, tipi così immiseriti e perbene non sono insoliti. E Martin Suter li eleva a rappresentare un mondo sicuro e immutabile all’apparenza, che è invece diretto, con la stessa voluttà con cui Allmen dilapida, all’incertezza e alla decadenza.
Così, l’avventura criminale di Allmen comincia da uno degli irrinunciabili piaceri al di sopra dei suoi mezzi. Alla serata di gala dell’Opera, in una delle due poltrone che da viveur si è sempre riservato, si materializza una rumorosa signora, Joëlle, la figlia americana di un ricchissimo finanziere. L’incontro finisce nella camera da letto della signora, dentro la grande villa dove l’improvvisato amante scopre un tesoro d’arte: un quintetto di coppe del leggendario Emile Gallé. Non resiste al fulmineo, in realtà ben calcolato, rapimento e se ne impadronisce. Ma ciò che Johann non può sapere è che il suo furto rischia di risvegliare colpe sepolte e passioni formidabili, che sfidano la morte. È la ristretta società segreta di collezionisti di capolavori che il ladro occasionale sta disturbando: potenti magnati che rischiano reputazioni secolari e immani capitali per un piacere privatissimo. Inciampando in un paio di cadaveri, l’ingenuo dandy ne verrà a capo, ma per farlo deve ingegnarsi segugio di traffici d’arte, con l’aiuto del suo fedele ex cameriere, il clandestino Carlos.
Un nuovo, sofisticato congegno narrativo, in cui Martin Suter trascina il lettore senza sforzo né artificio. Prima avventura di una coppia di detective delle belle arti.