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Alla scoperta del Paradiso perduto, ovvero La Rivelazione del Dio nascosto, 2 PDF

347 Pages·2007·2.13 MB·Italian
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Preview Alla scoperta del Paradiso perduto, ovvero La Rivelazione del Dio nascosto, 2

1 Guido Landolina Alla scoperta del Paradiso perduto ovvero La ‘Rivelazione’ del Dio nascosto (Apocalisse e nuovi tempi) - Vol. II - (seconda edizione on line – riveduta e corretta) 07.02.07 Ap 21, 1-27: Poi vidi un cielo nuovo e una terra nuova, perché il primo cielo e la prima terra erano spariti e il mare non esiste più. Allora vidi la Città santa, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da presso Dio, pronta come una sposa abbigliata per il suo sposo. E udii venire dal trono una gran voce che diceva: ‘Ecco il tabernacolo di Dio fra gli uomini! Egli abiterà con loro; essi saranno il suo popolo e Dio stesso dimorerà con gli uomini. Egli asciughe- rà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più morte, né lutto, né grido, né pena esisterà più, perché il primo mondo è sparito’. E colui che sedeva sul trono disse: ‘Ecco, io faccio nuove tutte le cose’. 2 3 A V V E R T E N Z A Si avvertono i lettori che:  La presente è un‟opera ‘letteraria’  Non ha quindi alcuna pretesa di trasmettere verità teologiche diverse da quelle di Fede che la Dottrina cristiana insegna  Allocuzioni ed espressioni utilizzate vanno pertanto da ciascuno li- beramente intese come mezzo per trasmettere concetti più generali di natura „spirituale‟ per i quali bisogna riferirsi al loro significato profondo più che alla forma in sé e per sé in cui l‟autore – per esigenze anche letterarie – li esprime L‟autore 4 Presentazione Luce: Ecco il segno dei tempi: l’Apostasia! Non terremoti, non catastrofi, non sventure e calamità che pur ci sa- ranno, ma apostasia, che è allontanamento da Dio, che è la cosa più terribile perché è questa la vera morte, morte vera che non finisce in un attimo ma vi condanna ad una sofferenza eterna. Ed io allora non verrò per punire, ma per salvarvi. Per salvare questo Resto che senza il mio Ritorno perirebbe, il Re- sto dei „mille anni‟ profetizzati dal mio servo Giovanni, prima della battaglia di Gog e Magog. Perché non volete credere alla mia „Parusìa‟, a questo ritorno immi- nente, sulle ali del mio Spirito Santo? Perché anche voi, duri di cervice, non volete intendere le parole del Signore? Perché questa superbia, questo orgoglio? Perché, servi miei, volete ritenervi i soli giusti interpreti della mia parola? Non avete visto quanto sono povere le vostre interpretazioni? Riuscite voi forse ad interpretare l‟Apocalisse? E forse che questa non è Parola di Dio? Io interpreto me stesso, Io che sono Verità, e parlo attraverso i miei profeti. Ma essi non „interpretano‟, essi solo „ripetono‟. Ma perché voi non credete al mio Ritorno? Perché in realtà non lo volete, perché avete non limpida coscienza, rifiutate l‟idea e dite che è da folli. Ma presto rinsavirete, perché i folli siete voi, e le sofferenze dell‟Umanità vi faranno capire che, se la Fede è morta, la Giustizia è viva! 5 Introduzione L‟Autore di ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ (Ed. Segno - 1999) conclude con questo secondo volume il percorso iniziato con il mistico viaggio del volume precedente. E‟ un viaggio nell‟arcano dove razionalità e irrazionalità si fondono per la ricerca e la scoperta della Verità. E il viaggio non poteva concludersi che con l’Apocalisse, storia della Chiesa e dell‟Umanità, dove i fatti che vi sono esposti attraverso le visioni di S. Giovanni si ripetono a cerchi di onde concentriche sempre più larghi, figura ognuno di un qualcosa che si riprodurrà nel tempo sempre più ingi- gantito fino alla Parusia finale. L‟Opera di Maria Valtorta, la più grande mistica moderna, dedica mol- to spazio ai temi dell‟Apocalisse, con rivelazioni profonde che il „suo‟ Ge- sù, attraverso visioni e dettati, porta a sua conoscenza. La stessa figura dell‟Anticristo che emerge dall‟Opera appare come una figura ricorrente lungo la storia della Chiesa dove sembra che ogni epoca abbia avuto un suo ‘Anticristo’. In piena seconda guerra mondiale, il „Gesù‟ valtortiano (I Quaderni del 1943, pag. 288 – Centro Editoriale Valtortiano) - riferendosi a questi corsi e ricorsi storici dell‟Apocalisse - così le diceva: ^^^^ 27.8.43 Dice Gesù: Anche nell’ Apocalisse pare che i periodi si confondano, ma non è così. Sarebbe meglio dire: si riflettono nei tempi futuri con aspetti sempre più grandiosi. Ora siamo al periodo che Io chiamo: dei precursori dell’ Anticristo. Poi ver- rà il periodo dell’ Anticristo che è il precursore di Satana. Questo sarà aiutato dalle manifestazioni di Satana: le due bestie nominate nell’Apocalisse. Sarà un periodo peggiore dell’ attuale. Il Male cresce sempre di più. Vinto l’ Anticristo, verrà il periodo di pace per dare tempo agli uomini, percossi dallo stupore delle sette piaghe e della caduta di Babilonia, di raccogliersi sotto il segno mio. 6 L’epoca anticristiana assurgerà alla massima potenza nella sua terza manifestazione, ossia quando vi sarà l’ultima venuta di Satana. Avete capito? Credere occorre, e non cavillare. Veramente tu avevi capito, appunto perché non cavilli. I dettati non si contraddicono fra loro. Occorre saperli leggere con fede e semplicità di cuore. Come uno a cui prema di far intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che più importa e che qui è il mio Regno. Perché nel Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e morto. Perché nel Regno è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza. Perché nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione della car- ne, del mio potere di Giudice. Perciò quando ho parlato per spiegare l’Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso, nella sua creatura, nei pre- cursori. Leggete bene e vedrete bene che non vi è contraddizione. Quello che ho detto ho detto. ^^^^^ L‟Apocalisse è dunque anche la storia dell’Umanità che ripete dentro se stessa, attraverso la Grande Tribolazione, il travaglio di Gesù Cristo. E come l‟epopea di Cristo - passato attraverso la crocifissione - approda alla gloriosa Risurrezione, l‟epopea dell‟Umanità – attraverso la Grande Tribolazione – perverrà ai Nuovi Cieli e Nuova Terra con la Città santa, la Nuova Gerusalemme in terra, fra gli uomini, cioè una Umanità spiri- tualmente rinnovata che è ‘figura’ dei Nuovi Cieli e Nuova terra e della Gerusalemme celeste che vi saranno dopo la fine del mondo. Dice infatti il testo di Ap 21 1-5: ^^^^ Poi vidi un cielo nuovo e una terra nuova, perché il primo cielo e la prima terra erano spariti e il mare non esiste più. Allora vidi la Città santa, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da presso Dio, pronta come una sposa abbigliata per il suo sposo. E udii venire dal trono una gran voce che diceva: ‘Ecco il tabernacolo di Dio fra gli uomini! Egli abiterà con loro; essi saranno il suo popolo e Dio stesso dimore- 7 rà con gli uomini. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più morte, né lutto, né grido, né pena esisterà più, perché il primo mondo è sparito’. E colui che sedeva sul trono disse: ‘Ecco, io faccio nuove tutte le cose’. Poi mi disse: ‘Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci’. ^^^^^^ Messaggio di speranza, dunque, quello che emerge da questo nostro libro sull‟Apocalisse, dove i riferimenti alle vicende politiche mondiali finisco- no per essere ridimensionati – pur nella loro tragicità – ad un particolare se- condario dell‟intero Progetto divino. Tema difficile, quello dell‟Apocalisse. Ma quest‟opera letteraria avrà almeno il pregio di familiarizzare il lettore con questo tema tanto suggestivo per l‟immaginazione popolare quanto fa- cile ad essere distorto al punto di ridurre il messaggio di speranza ad uno di dolore. 8 (Suor Beghe – ‘La Passione del Signore riferita da Lui’ – Edizioni Segno) 1. Sondando il mistero 1.1 Le bollette telefoniche e… la bella giapponesina E‟ una giornata di primo autunno, un autunno di campagna. Una nebbiolina sottile infiltra l‟ aria, umida di pioggia, mentre gli alberi sembrano emergere con le loro chiome scure da una cortina chiara. Sono qui, seduto di fronte al mio computer mentre cerco invano un modo più intelligente di iniziare il mio nuovo libro, questo che state leggendo. Laggiù, in fondo al salone, vedo le fiamme della stufa a caminetto che guiz- zano con un brontolio sordo di legna che arde e scoppietta. Sono le 11 del mattino, 7 ottobre, giorno della Madonna del Rosario. ‘Inizierai a scrivere il tuo nuovo libro il 7 ottobre, Festa della Madonna del Rosario…‟, così mi aveva detto – un mese prima - una mia „vocetta‟ in- teriore. A dir la verità io non ho mai avuto troppa dimestichezza né con la Ma- donna né con il Rosario, e chi ha letto il precedente volume, del quale que- sto è il seguito, lo sa bene. Ma da un po‟ di mesi mi sto sforzando, e devo dirvi che non mi trovo male. Dovendo „tener d‟occhio‟ – nei suoi continui „andirivieni‟ - la „mamma‟ 93enne (cioè la mamma di mia moglie) con la quale divido in splendida so- litudine le mie giornate campagnole in attesa che la sera tutta la famiglia sia al completo: „mamma‟, moglie e figlio, nonchè figlia e genero, nipotini compresi, che abitano nella casa accanto) mi sono trasferito, per scrivere, dal mio luogo abituale, che è lassù in cima nel mio studio in „torretta‟, a questo mio secondo „studio‟ al piano terra, ricavato in un angolo del salone, dove – da dietro una piccola scrivania – tengo sotto controllo la „mamma‟ 9 che cuce, traffica sempre indaffarata e cucina, mentre io, nel mio angolo, cerco di coesistere e sopravvivere in competizione di spazio con il mio computer e con la stampante, ma dove la luce rosata di un abat-jour crea, con la stufa che scoppietta laggiù in fondo, un clima di intimità con un pro- fumo di legna ed un tepore che tonifica il cuore. Stamattina, alle sei, ero in piedi per il rituale caffè che porto alla mogliet- tina insonnolita e a quel dormiglione di mio figlio il quale, anche se nella casa accanto avrebbe pronto il suo appartamento, sembra trovi più gradevo- le (lui dice che si trova bene con noi ma io - vilmente - in realtà sospetto trattarsi di più prosaiche e solide ragioni: come vettovagliamento, corrente elettrica e riscaldamento) continuare a convivere sotto lo stesso tetto dei „vecchi‟, se non altro perché le telefonate in Giappone (me le ero dimentica- te!) pare costino meno. Quella delle bollette telefoniche stenta ad andarmi giù: tutta colpa di quella „giapponesina‟! Era cominciata quasi per scherzo. Una sera, tre anni fa, tornato a casa dal lavoro, il „ragazzo‟ mi aveva det- to, a cena, come se mi stesse chiedendo per favore un bicchier d‟ acqua: ‘Cosa ne direste se mi dimettessi dal lavoro e – come tu, papà volevi farmi fare tre anni fa prima che cominciassi a lavorare – andassi ora in America a studiare bene l’ inglese? Sai, papà, mi sono accorto che avevi proprio ragione tu quando volevi mandarmi all’ estero prima di cercare un lavoro. Dove lavoro ora mi trovo bene, è come una famiglia, ma capisco che senza una buona padronanza delle lingue ‘parlate’ ad un certo punto mi troverei bloccato. Che ne dici?’ ‘Che ne dico?‟… Per poco non ingoiavo il cucchiaio della minestra. Il bello di mio figlio (perché quanto al resto, anche se dicono che mi somigli, in fatto di bellezza è meglio lasciar perdere, però le ragazze dicono che fa tanta tenerezza) è che ti propone certe cose come se fosse lui a farti un piacere, come se fosse lui a darti ragione. Con l‟ espressione impenetrabile di un giocatore di poker – voi direste invece „con una faccia impietrita‟ - faccio un rapido calcolo mentale e in settedecimidisecondo valuto in termini economici la perdita del suo lavoro „sicuro‟, la spesa per mantenerlo un sacco di tempo all‟ estero, il costo del mantenerlo al suo rientro prima che ritrovi un posto altrettanto „sicuro‟, 10 perché quella del posto „sicuro‟ credo sia un po‟ una fissa di tutti noi geni- tori, e infine concludo che la cifra – di riffa e di raffa – supererebbe larga- mente le mie possibilità. Ma siccome sono un tipo riflessivo e cerco di „convertirmi‟, non dò in escandescenze, prendo tempo, e gli dico – poiché mia moglie i calcoli li sa fare molto meglio – che dobbiamo pensarci sopra un momento. E il giorno dopo, poiché mia moglie sa far bene i calcoli ma al cuor non si comanda, gli accendiamo il disco verde e dopo un mese lui parte per un lungo „tour‟ che prevede prima Stati Uniti, poi Inghilterra ed infine Francia. Dopo sei mesi rientra in Italia dal primo giro di boa e…sorpresa, ci rac- conta che - giusto una ventina di giorni prima del rientro da Boston -aveva conosciuto e, quel che è peggio, si era innamorato di una giapponesina di Tokio, anche lei in tour di studio negli States per quattro anni. Quando – sbarcato lui dall‟aereo – io lo vengo a sapere poco manca che mi prenda un accidente, ma siccome – come avevo detto prima – al cuor non si comanda, mi dico anche che è inutile dissuaderlo, e tanto vale colla- borare, sperando egoisticamente che lei cambi idea. Voi direte che tutt‟al più rischio che si trasferisca definitivamente in America o in Giappone, ed è proprio questo il punto: questo è un trauma per uno come me che ha l‟istinto della famiglia patriarcale, che avrebbe sempre bisogno di un aiuto-giardiniere e che ai due figli – per esser sicuro di averli entrambi vicini – gli ha costruito una casa proprio a fianco. Siccome però il ragazzo è saggio, riesco a convincerlo a non tornarsene subito in America (come voleva fare senza essersi praticamente neanche cambiato d‟abito) ma ad aspettare un mesetto per sapere se dopo quel pe- riodo lei l‟ avesse „amato‟ ancora. E se lei proprio non se ne fosse nel frat- tempo stancata, prendesse lui pure un aereo – tanto pago io - da Londra, an- dasse a Boston, si spiegasse e le chiedesse se lei faceva proprio sul serio al punto di volerlo sposare e magari venire anche a vivere in Italia. E se fosse stato proprio così, se non sarebbe stato anche meglio che prima completas- sero entrambi il loro rispettivo programma di studi, visto che lei doceva studiare ancora per quattro anni. ‘Intanto la lontananza rafforza l’ amore e lo tempra – dico falsamente a mio figlio che però non mi crede - e se sarà vero amore sposatevi, e se avrete problemi noi vi daremo in qualche modo una mano, se verrete in Ita- lia, nella casa accanto’. E qui mi crede.

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