ebook img

Alla ricerca di Marcel Proust PDF

294 Pages·2022·20.071 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Alla ricerca di Marcel Proust

Una biografia esaustiva, quella di André Maurois su A ANDRÉ MAUROIS N Proust, che è una ricerca nella Ricerca. “Maurois obbliga D il suo personaggio a confessarsi e ne cerca la spiegazione R ALLA RICERCA É fisica con la minuzia di un medico.” Proprio con questa M tecnica, attraverso un modulo tipicamente proustiano, egli AU DI MARCEL PROUST sa riproporci la vita di Proust nel suo carattere in continuo R O divenire. Da una metamorfosi incessante di esperienze, la IS vita dell’autore della Recherche tenta di fissarsi sulla pagi- na. E la lettura si riveste, allora, di un fascino così partico- A L lare che il ritratto di Proust assume la sua giusta luce. Di LA lui si può ripetere quanto a sua volta ebbe a dire di Ruskin: R “Da morto continua a illuminarci come quelle stelle spente IC E la cui luce ancora ci giunge”. R C A D André Maurois (Elbeuf, 1885 - Parigi, 1967), pseudonimo di I M Émile Herzog, è stato uno scrittore francese, celebre per aver A R inventato il genere della biografia romanzata. Oltre a romanzi e C numerose biografie, ha scritto anche svariati saggi. E L P R O U S T ISBN 978-88-6802-467-3 PGreco Edizioni P G R E PGRECO 18,00 euro 9 788868 024673 CO PGRECO ANDRÉ MAUROIS ALLA RICERCA DI MARCEL PROUST PGRECO Titolo originale dell’opera: A la recherche de Marcel Proust Traduzione di Lucio Chiavarelli © 2022 – PGRECO EDIZIONI Via Gabbro 4-20100 Milano Per informazioni E-mail: [email protected] www.edizionipgreco.it ISBN: 9788868024673 L’editore ha effettuato, senza successo, tutte le ricerche necessarie al fine di identificare gli aventi titolo rispetto ai diritti dell’opera. Pertanto resta disponibile ad assolvere le proprie obbligazioni. INDICE p. 7 Proust e Maurois. Prefazione di Jacques de Lacretelle ALLA RICERCA DI MARCEL PROUST 21 Nota preliminare 23 1. L'infanzia e la vocazione 39 2. Il liceo, il mondo e il reggimento 67 3. I primi scritti 93 4. La fine dell'infanzia 112 5. Ingresso in letteratura: 1906-1912 144 6. La ricerca del tempo perduto (I) 174 7. La ricerca del tempo perduto (Il): le passioni dell'amore 200 8. La ricerca del tempo perduto (III): l'humour 218 9. Il dilettante diventa un maestro della letteratura 252 10. Il tempo ritrovato 27 4 Riferimenti bibliografici 279 Indice dei nomi Avvertenza Le note tra parentesi quadra sono del traduttore. Nella versione dei brani inediti di Proust (spesso allo stato di appunto) si è cercato di non « correggere» mai l'autore, mantenendo anacoluti e ripetizioni. PROUST E MAUROIS Dicembre 1914. Gelido inverno, opprimente stato d'allar me. La Francia è salva ma la vittoria si sta allontanando. A Pa rigi, nelle strade male illuminate e tra i comunicati-rebus della censura, la gente si pone a bassa voce domande senza risposta. Feci la conoscenza di Proust in una di queste cupe giornate. Qualche mese prima, Du còté de chez Swann era stato per me una rivelazione davvero importante tanto più che la lus sureggiante ricchezza dell'opera, e anche la sua insolita scrit tura, avevano dovuto abbattere inizialmente i miei pregiudizi letterari. A che scopo quelle frasi difficili? E come riuscire ad aprirsi una strada attraverso quella aggrovigliata composizione? Bisogna notare d'altra parte che il libro, pubblicato nel 1913, per tutto un anno non sembrava aver suscitato molto interesse. Forse era necessario il crollo d'una società e una vio lenta rottura nel nostro modo di vedere le cose per imporci con una forza irrefutabile quella nuova prospettiva e quella realtà quotidiana gravata da tanta angoscia. Proprio nel momento in cui il nostro mondo cominciava a scricchiolare sinistramente, un romanzo riusciva a proietta re una luce sotterranea sulle nostre azioni. Di colpo il panora ma letterario ne era sconvolto. Combray cancellava un romanzo come Petit Pierre di Anatole France, la consorteria dei Guer mantes detronizzava l'aristocrazia di Paul Bourget, e il clan dei Verdttrin faceva apparire i borihesi costruiti «a tutto tondo» da Abel Hermant semplici figurini intellettualistici. « Vuoi che ti presenti a Proust? », mi chiese un amico a cui avevo confidato la mia ammirazione per Swann. « Ti av viso subito, però, che tutto è subordinato allo stato della sua salute e che, in ogni modo, non ci potrà ricevere prima delle 8 JACQUES DE LACRETELLE dieci di sera ». La cosa non aveva importanza. Quell'incerto appuntamento fu presto fissato. Con quanta chiarezza ricordo quella prima visita a Proust! Abitava allora al numero 102 del boulevard Haussmann, di fronte alla Cappella espiatoria dedicata a Luigi XVI. Il fab bricato ( che è oggi sede d'una banca) doveva essere stato co struito ne[;li anni '90 e ne recava i segni: un ingresso solenne. mura rivestite di marmo rosso cupo, la gabbia dell'ascensore racchiusa da ferri battuti fin de siècle. A tanta freddezza impersonal-e succedeva un'impressione totalmente diversa appena s'entrava, al secondo piano, nell'ap partamento occupato da Proust. Finestre felpate con cura, lampade 11elate, spessi tappeti, pe santi portiere, una pendola silenziosa, tutto dava al visitatore la sensazione che stava entrando in un reame addormentato. I mobili, quasi tutti in le[;no scuro, parevano come depositati in magazzino, accatastati provvisoriamente da poche ore e per sino senza alcuna immediata utilità. Eppure da loro si poteva prendere l'avvio per una oppressiva ricostruzione della vit.J intima d'una fami!;lia. Un ritratto su cavalletto, appena in travisto nella ,Penombra, era quello del professor Proust, il padre di Marcel e di Robert, raffigurato sotto una toga rossa bordata d'ermellino, alla maniera di un Holbein. Venni a sa pere più tardi che l'autore del quadro era Lecomte de Nou')', a cui si deve Les Porteurs de mauvaises nouvelles, una J;rande tela di composizione che colpiva tanto le anime sensibili in visita al Musée du Luxembourf;. Procedevo con un passo incerto in quel maiazzino per mo bili dedicato alla ricerca de.l tempo perduto. Tutti quegli OJ; getti domestici avevano un loro sef;reto e lo stavano rivelando per merito d'un intermediario f(eniale. La persona che mi guidava in quest'assopita rappresen tazione fiabesca era partecipe di quella resurrezione d'ombre. Céleste Albaret, già da qualche mese al servizio di Marce! Proust, aveva accettato con la cortesia un po' professionale del l'infermiera la reclusione volontaria del suo padrone e l'inver sione dei suoi orari. Con le spalle coperte da uno scialletto nero che metteva in rilievo per contrasto il colorito diafano del suo volto, conosceva bene l'arte di aprire le porte senza farle ci golare e di sollevare le portiere evitando qualsiasi brusca cor rente. PROUST E MAUROIS 9 Era necessario attraversare due salotti e percorrere due corridoi per giungere alla camera, lontana da qualsiasi rumore, in cui viveva Proust. Sollevata l'ultima cortina, lo scorsi in fondo alla stanza, già coricato nel letto. E dopo quella lenta marcia nel buio, la potente lampada sistemata sul comodino rendeva ancor più impressionante questa apparizione. Aveva le spalle e il petto ricoperti da una sciarpa a maglia, marrone, macchiata e bruciacchiata dalle fumigazioni, che era solito fare contro l'asma. La barba lunga, spettinato, o meglio con i capelli neri - dove spiccavano pochi fili bianchi - che cadevano sulla fronte come una frangia. Continuò a stringere tra le mani pallide la penna con cui stava scrivendo, come se non volesse interrompere gli itinerari del suo pensiero, men tre cominciava a parlare. E tuttavia sentivo i suoi occhi osser varmi, di tra le plumbee palpebre, i suoi occhi meravigliosi, cerchiati, indagatori, d'un nero vellutato e luminoso come se ne vedono qualche volta in Oriente. Questa strana apparizione, questo personaggio evanescen te, veniva subito cancellato appena cominciava a parlare. Ave va una voce dal timbro musicale; la sua allegria cordiale pos sedeva il timbro della sincerità. Nessuna civetteria verbale, nes suna preoccupazione di primegRiare nelle domande che mi po neva. Desiderava divertire quel giovane sconosciuto per cui il suo libro era stato una rivelazione e che l(lielo diceva con una timida ammirazione in cui si mescolavano timore e sorpresa. Questo duplice sentimento aveva un preciso motivo. Sino ad allora io non avevo ancora scritto niente e Proust era il primo « autore » con cui Parlavo. E in chi m'ero imbattuto? In una specie di fachiro che cercava di rintracciare le proprie memorie su quaderni neri, da scolaretto. In sel(uito ho rifiettuto, quando ho acquisito maggiore espe rienza, sul fatto che la malattia era stata molto utile a Proust. Innanzi tutto aveva interrotto la sua attività mondana e l'ave va costretto a ripiegare su se stesso. Non era più le petit Mar ce!, incapace di resistere al richiamo d'un salotto prestigio so. La solitudine e !(li attacchi febbrili hanno dato un'altra di mensione, un doppio fonda ai suoi pensieri. Ha scoperto in sé risorse sconosciute. Insomma egli ha certamente acuito le sue capacità di recezione e di osservazione nel corso della malattia e attraverso il faticoso esercizio della sua sensibilità. Questa morbosità, queste ansie, che hanno tanto arricchi to la sua opera, avevano portato nella sua vita pratica compii- JACQUES DE LACRETELLE cazioni e manie di ogni genere. Le conosciamo ormai. Il ter rore dei rumori esterni che si amplificavano nel suo cervello sino a diventare intollerabili martellamenti, il disgusto per qual siasi profumo, l'orrore del freddo: ecco solo qualcuna delle fo bìe di cui era preda. Ma, a intervalli, questa nervosa irritabilità spariva comple tamente. Erano per lui attimi di tregua o di svago. Nessuna posa, nessuna affettazione. Non voleva essere il modello del proprio personaggio, come fanno tanti letterati, alcuni volon tariamente, altri senza rendersene conto. Le lunghe frasi dispo ste come in un labirinto che nei romanzi avviluppano la real tà per esprimerne ogni contenuto, gli incisi e le parentesi che intessono nelle lettere attorno ai corrispondenti una finissima tela di ragno fatta di complimenti, esitazioni, d'un reale biso gno di comunicare e d'una prudente preoccupazione di sfug gire ... , niente di ttttto ciò era presente nella sua conversazione. Era semplice, naturalissima. Puntava in direzione dello spirito, dell'humour, come una fonte segue la sua china. Sin da quella prima sera, domandai a Proust, con notevole indiscrezione, informazioni sulle persone che erano state i mo delli dei suoi personaggi. Pensavo ( e sono ancora dt questa opinione) d'avere riconosciuto qualche tratto del clan dei V er durin nel salotto di mia zia, Aline Menard-Dorian, che Proust e Reynaldo Hahn avevano frequentato qualche anno prima. Proust negò di aver copiato questo o quel personaggio del la vita reale. E io capii che quella risposta non era ispirata dalla prudenza o dalla cortesia. Era del parere che un narratore il quale tragga la propria ispirazione dalla realtà in modo trop po diretto firmi la propria condanna a costruire un'opera tut t'altro che duratura. Egli deve, invece, mirare più in alto, per una sorta di premonizione, mirare più lontano nel tempo. So lo così potrà creare tipi che i posteri riconosceranno come reali. Qualche tempo dopo, tuttavia, egli soddisfece la mia cu riosità, in una lunga dedica in forma di lettera, nella quale in dicò alcune delle fonti che ero tanto impaziente di conoscere. Nella sua biografia André Maurois fa un riferimento preciso a questo testo. E poiché è di capitale importanza per i fedeli di Du còté de chez Swann, m'è parso giusto riportarlo qui nella sua integrità:

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.