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Alice A. Bailey - Il discepolato Nella Nuova Era PDF

450 Pages·2004·3.35 MB·Italian
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COLLEZIONE LUCIS 19 IL DISCEPOLATO NELLA NUOVA ERA di Alice Bailey VOLUME SECONDO Altre opere di Alice A. Bailey: Iniziazione umana e solare. Lettere sulla Meditazione Occulta. La coscienza dell’atomo. Trattato del Fuoco cosmico. La luce dell’Anima. L’Anima e il suo meccanismo. Trattato di Magia Bianca. Da Betlemme al Calvario. Il Discepolato nella Nuova Era (2 voll.) I problemi dell’umanità. Il ritorno del Cristo. Il destino delle Nazioni. Trattato dei Sette Raggi (5 voll.). L’illusione quale problema mondiale. Telepatia e il Veicolo eterico. L’esternazione della Gerarchia. Dall’Intelletto all’Intuizione. Autobiografia incompiuta. L’educazione nella Nuova Era. EDITRICE NUOVA ERA VITINIA DI ROMA 1 Titolo originale: DISCIPLESHIP IN THE NEW AGE Copyright 1935 by Lucis TRUST, New York Prima edizione inglese: 1955 Prima edizione italiana: 1977 Edizione LUCIS - Ginevra Casa Editrice NUOVA ERA - Vitinia di Roma NOTA: La pubblicazione di questo libro è finanziata dal Fondo Libri del Tibetano, che è un fondo che si rinnova allo scopo di perpetuare gli insegnamenti del “Tibetano” e di Alice A. Bailey. Tutto il denaro erogato dal Fondo per pubblicare questo libro vi ritorna con la sua ven- dita in modo da assicurarne una successiva edizione. La Lucis Press è un’organizzazione che non ha scopo di lucro ed appartiene al Lucis Trust. Per questo libro non si reclamano diritti d’Autore. 2 LA GRANDE INVOCAZIONE Dal punto di Luce entro la Mente di Dio Affluisca luce nelle menti degli uomini, Scenda Luce sulla Terra. Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio Affluisca amore nei cuori degli uomini. Possa Cristo tornare sulla Terra. Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini; Il proposito che i Maestri conoscono e servono. Dal centro che vieti detto il genere umano Si svolga il Piano di Amore e di Luce, E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede. Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra. Questa Invocazione o Preghiera non appartiene ad alcuno né ad alcun gruppo, ma a tutta l’Umanità. La bellezza e la forza di essa stanno nella sua semplicità, e nel suo esprimere certe verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale, la verità che esiste un’Intelligenza fondamentale cui, vagamente, diamo il nome di Dio; la verità che, dietro ogni apparenza esterna, il potere motivante dell’Universo è Amore; la verità che una grande Indi- vidualità, dai Cristiani chiamata il Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell’amore perché potessimo comprendere; la verità che sia amore che intelligenza sono effetti di quel che vien detto il Volere di Dio; e infine l’evidente verità che solo per mezzo dell’umanità stessa il Pia- no divino troverà attuazione. ALICE A. BAILEY 3 ESTRATTO DA UNA DICHIARAZIONE DEL TIBETANO (pubblicata nell’agosto del 1934) …basti dire che sono un discepolo Tibetano di un certo grado, cosa questa che a voi di- ce ben poco, poiché tutti siamo discepoli, dal più umile aspirante fino al Cristo medesimo e oltre. Io vivo in un corpo fisico come gli altri uomini, ai confini del Tibet, ed in certi periodi, dal punto di vista exoterico, e quando altri miei doveri me lo consentono, presiedo un vasto gruppo di Lama tibetani. Questo è il fatto in base al quale è stato detto che sono un Abate di quella particolare Lamaseria. Coloro che collaborano con me all’opera della Gerarchia (e tutti i veri discepoli vi partecipano) mi conoscono anche sotto un altro nome e per un altro Officio. A.A.B. sa chi io sono, e mi riconosce sotto entrambi i nomi. Sono un vostro fratello che ha viaggiato un poco più a lungo sul Sentiero e ha perciò contratto maggiori responsabilità. Sono uno che ha lottato e si è aperta la via fino a trovare u- na luce maggiore di quella che possono avere gli aspiranti che leggono queste pagine, e devo perciò agire quale trasmettitore della Luce, a qualunque costo. Non sono vecchio, secondo il modo consueto di considerare l’età dei maestri, pure non sono giovane, né privo di esperienza. L’opera mia consiste nell’insegnare e nel diffondere, e sto facendolo da molti anni. Cerco an- che di aiutare il Maestro M. e il Maestro K.H. ogni volta che se ne offre l’opportunità, poiché sono stato per lungo tempo in rapporto con Loro e con il Loro lavoro. In tutto quanto precede, vi ho detto molto, ma nulla che possa indurvi ad offrirmi quella cieca obbedienza e quella vana devozione che gli aspiranti emotivi offrono al Guru, o al Mae- stro, con il quale sono ancora incapaci di entrare in rapporto. Essi non potranno stabilire quell’auspicato contatto fino a quando non abbiano trasmutato la devozione emotiva in servi- zio non egoistico all’Umanità, non al Maestro. Le opere che ho scritto sono offerte al pubblico senza alcuna pretesa che vengano ac- cettate. Esse possono essere, o non essere, corrette, vere e utili. Sta a voi accertarne la verità con la retta pratica e l’esercizio dell’intuizione. Né a me né ad A.A.B. interessa minimamente che vengano accolte come ispirate, né che tutti ne parlino concitatamente come di scritti di u- no dei Maestri. Se esse presentano la Verità in modo tale da costituire una continuazione degli insegnamenti già dati al mondo; se le informazioni impartite elevano l’aspirazione e la vo- lontà di servire dal piano delle emozioni a quello della mente (il piano ove i Maestri possono essere trovati), allora avranno servito al loro scopo. Se un insegnamento suscita una risposta della mente illuminata e fa brillare un lampo d’intuizione, può essere accettato, ma non altrimenti. Se quanto vi si afferma finirà per essere corroborato, e apparire vero alla luce della Legge di Corrispondenza, sarà bene. Ma se ciò non avverrà, lo studioso non accetti quanto vi si dice. 4 Dedicato al MAESTRO DJWAL KHUL INDICE IX INTRODUZIONE Pag. XI Colloqui con i Discepoli “ 1 SEZIONE SECONDA Insegnamenti sulla meditazione “ 111 SEZIONE TERZA Insegnamenti sulla Iniziazione “ 241 SEZIONE QUARTA Istruzioni personali ai Discepoli. “ 441 I MISTERI “ 767 INDICE ANALITICO “ 769 INTRODUZIONE XI La Signora Bailey mi ha chiesto di scrivere un introduzione al secondo volume del “Di- scepolato nella Nuova Era” ed accondiscendo con piacere. L’introduzione scritta da lei nel primo volume può essere riletta con profitto per entrambi i volumi. Il Maestro Djwhal Khul, noto anche come “Il Tibetano”, si valse della disponibilità di A.A. B. valida collaboratrice ed iniziò un esperimento unico e pionieristico nella preparazione per l’iniziazione di gruppo nella nuova era. Questo fatto implicò l’ingresso di coloro che si qualificarono idonei nel Suo Ashram per rimanervi ed accelerare il proprio progresso o trasfe- rirsi in altri Ashrams, a seconda del caso. A questo scopo il Maestro selezionò circa cinquanta persone, di cui la maggior parte, anche se non tutte, erano conosciute da A.A.B. alle quali offrì questa eccezionale e trascen- dente opportunità. Quasi tutti accettarono, ma alcuni non rimasero molto a lungo. Non era fa- cile. Era inevitabile ed umano che col passare del tempo alcuni rispondessero bene ed altri no. È difficile mantenere il giusto equilibrio tra l’anima e la personalità quando lo stimolante spi- rituale è implacabilmente elevato. La precipitazione dell’energia dell’anima nella personalità è come la luce del sole in un giardino. Appaiono le buone e le male erbe. Si trattava di un processo di sviluppo di gruppo della nuova era, messo praticamente alla prova per mezzo di quel gruppo di chela, con la loro accettazione volontaria e tutti liberi di ri- tirarsi in qualsiasi momento, senza essere biasimati. I valori raggiunti furono molto maggiori di quanto possa dire qualsiasi commento. Gran parte dei valori più profondi è molto sottile ed emerge lentamente. Il beneficio individuale fu grande. La realizzazione di gruppo non fu un successo, come lo dimostrano chiaramente queste pagine, ma il gruppo è un’entità vivente sui piani interiori e potrà essere utile in futuro. XII La Signora Bailey ha generosamente dedicato la sua vita e le sue forze a questo lavoro, pur essendo per lei un lavoro in più e molto gravoso. Le era particolarmente poco gradito ri- cevere le istruzioni personali. Infatti, alle volte, alcuni non gradivano ciò che il Tibetano man- dava a dire sul loro conto e riversavano la colpa su di lei. Le istruzioni date a questo gruppo non facevano parte del sistema di formazione della Signora Bailey nella Scuola Arcana, poiché quest’ultima non è una scuola di preparazione per l’iniziazione, e tanto meno ha per obiettivo quello di aiutare lo studente ad entrare in un A- 5 shram o a prendere contatto con un Maestro. Il fine dello Scuola Arcana è, ed è sempre stato, quello di aiutare lo studente a progredire il più rapidamente possibile sul Sentiero del Disce- polato. Non si occupa dei problemi inerenti al Sentiero Probatorio, né di quelli inerenti al Sentiero dell’Iniziazione. Il Maestro Djwhal Khul ha detto che, nella nuova era il campo di formazione per il discepolo si trova nel Nuovo Gruppo di Servitori del Mondo. La decisione di pubblicare la documentazione (o gran parte di essa), fu per il Tibetano qualcosa di inaspettato ma comunque gradito. Egli affermò che questo fatto aveva richiamato l’attenzione di altri membri della Gerarchia. La pubblicazione del primo volume ha già dato un prezioso contributo all’intero campo esoterico, in special modo ha reso noto ciò che real- mente è il discepolato moderno e l’atteggiamento effettivo e realistico del Maestro nei con- fronti del suo chela. Questo secondo volume fornisce un ulteriore insegnamento, sia nel contenuto generale, che nelle rimanenti istruzioni personali, franche e dirette, in modo sorprendente. Alcune me- ditazioni assegnate individualmente sono incluse nell’insegnamento per mostrare la tecnica di formazione individuale, ma tale formazione è sempre subordinata ad una programmata e spe- ciale realizzazione di gruppo. Occorre ricordare che queste meditazioni sono pericolose, se non vengono eseguite se- condo la prescrizione di un Maestro e sotto la sua vigilanza, proprio come sono pericolosi molti medicamenti messi a disposizione del pubblico senza la sorveglianza diretta di un medi- co. XIII Un esame del testo rivelerà molti fattori conoscibili soltanto da un Maestro, che resero sicure queste meditazioni ed utili gli esercizi di respirazione, sorvegliandone Egli stesso gli effetti. Per esempio, Egli non conosceva solamente le qualità di raggio di tutti i veicoli del di- scepolo, ma anche in quale misura avrebbe risposto allo stimolo di raggio di un determinato veicolo, in relazione al totale progresso equilibrato. Egli conosceva anche i raggi che condi- zionavano la precedente incarnazione, che sarebbero potuti apparire come un “residuo” che non deve essere sviluppato ma trasceso. Egli conosceva le caratteristiche astrologiche dell’anima, fattore ancora sconosciuto all’astrologia dei nostri giorni, ma di grande importanza nelle fasi avanzate del discepolato. Egli conosceva con precisione la condizione ed il punto di sviluppo di tutti i centri d’energia del chela specificandone, in certi casi, la percentuale esatta. Anche se ci fosse con- cessa questa conoscenza, non riusciremmo a sapere quale centro dovrebbe stimolare nel futu- ro né in quale misura. Inoltre, Djwhal Khul ha detto che in una vita attiva dedicata al servizio disinteressato a favore dei propri simili, i centri si svilupperanno naturalmente, e senza ri- schio. Il Maestro conosceva altresì, il proposito programmato e fondamentale dell’anima per l’attuale incarnazione, l’impedimento delle forze karmiche nascoste in fase di svolgimento e le facoltà spirituali latenti precedentemente acquisite, alle quali poter saggiamente ricorrere. Un giorno avremo scuole occultistiche di meditazione che daranno la formazione per l’iniziazione. Oggi non ve ne sono. Coloro che pretendono di dare tale istruzione, sono falsi maestri, spesso bene intenzionati, ma illusi. Anche questo è stato affermato sia dal Tibetano che da A.A.B. Marzo 1955 FOSTER BAILEY 6 SEZIONE PRIMA COLLOQUI CON I DISCEPOLI NOTE PRELIMINARI 3 Gennaio 1940 Fratello mio, vorrei dire che quando potrò iniziare le istruzioni a questo Nuovo Gruppo Seme con le parole “Fratelli miei”, saprai che è stata raggiunta una buona integrazione di gruppo e che il vero lavoro di gruppo può cominciare. Ho già specificato in precedenza i vasti e importanti obiettivi1 che sono, come hai visto, assolutamente impersonali. Vorrei sottoporre questo particolare obiettivo al tuo attento esame, ed anche che tu iniziassi il tuo nuovo lavoro con questo obiettivo e questa meta nettamente definiti nella tua co- scienza. Mi sono espresso con chiarezza in modo che le vostre menti possano sintoniz- zarsi con la mia, nei limiti del possibile. Il tuo orizzonte sia ampio, fratello mio, e la tua umiltà grande. Parlo ora a te, indi- vidualmente, perché sei (come la maggioranza di voi) ancora polarizzato individual- mente e la polarizzazione di gruppo riguarda l’avvenire. Ho riflettuto molto su quanto vi ho raccomandato nelle istruzioni personali. Ho cercato di valutare voi e le vostre esigenze, partendo dalla lezione che dovete apprende- re e dal prossimo passo che dovrete fare per liberarvi individualmente e collettivamente e poter prestare così un servizio spirituale più profondo e completo. Non ho cercato di considerarvi dal punto di vista del vostro progresso sul Sentiero, ma di aiutarvi nelle i- struzioni più come gruppo che come individui; chiedo perciò a ciascuno di leggere con attenzione anche le istruzioni degli altri, perché potrebbe trovarvi il suo nome e qualche suggerimento. Lavorate come gruppo e come tale procedete. 4 Il senso critico e le reazioni sbagliate fra di voi, dovute al fatto che vi conoscete, stanno rapidamente scomparendo e questo è bene. L’aumento dell’impersonalità deve essere costante e sicuro. I difetti messi in evidenza da ognuno e da tutti voi sono alla superficie della vostra vita, ma la profonda integrazione interiore e l’attività della natura divina in ciascuno di voi è nettamente più vitale di prima. Non dico che abbiano ancora una piena e corretta espressione esterna. A volte possono produrre, e producono, infatti, dei turbamenti su- perficiali ma, se trattate con saggezza, non provocheranno veri disturbi. In futuro datevi l’un l’altro vero amore, perché esso è l’elemento d’illuminazione e fusione nella vita del discepolo. Che il vostro amore non rimanga teorico, ma date in- vece quella vera comprensione che ignora gli errori, non conosce barriere, rifiuta ogni pensiero di separatività e circonda ognuno di voi con quella parete protettiva d’amore, che risponde a tutte le esigenze ovunque sia possibile, fisiche, emotive e mentali. È que- sto che fonde il gruppo in un tutto organizzato e che i Maestri possono utilizzare ai fini del servizio del Piano. Attualmente la pressione esercitata su di Loro è grande e l’urgenza del grido dell’umanità diventa sempre più pressante alle Loro orecchie. Vi ho dedicato tempo e pensiero ed ho cercato seriamente di aiutarvi lungo la Via. Il mio amo- re e la mia forza sono sempre con voi, ma non così il mio tempo e la mia attenzione. La mia più fervida preghiera è che la Luce possa avvolgervi e che l’amore di Dio possa tra- smutare le vaste vite. 1 “Il Discepolato nella Nuova Era”, Vol I°, pag.80-81. Ed. Inglese. 7 Per molti anni ho prospettato il lavoro iniziato nella tarda estate del 1936 con pia- ni ed intenzione ben precisi. Ho cercato, alcuni di voi lo sanno, di prepararvi tutti come gruppo per una partecipazione attiva in quest’opera futura. Mentre sto per dare inizio al compito di prepararvi per una futura crescente utilità e per una più stretta cooperazione, io stesso devo assumere certi rischi e dobbiamo stabilire fra noi una fiducia fondata, non sul segreto e sulla reticenza, ma sulla verità e sulla comprensione. 5 Questa formazione del Nuovo Gruppo Seme, è il mio secondo tentativo di assiste- re la Gerarchia nell’instaurazione dei metodi e delle tecniche della Nuova Era, per pre- parare gruppi (poiché è una era di gruppi) che possano esprimere questi metodi di lavo- ro della Nuova Era. Al primo tentativo, alcune limitazioni di gruppo crearono delle dif- ficoltà e portarono alla soppressione dei diversi gruppi individuali. Avrete notato che ho attribuito l’errore più grave all’inattività del centro del cuore nella maggioranza dei membri; questo porta inevitabilmente ad un’integrazione inadeguata. Parlo di questo o- ra, perché voglio ricordare ai membri scelti per lavorare in questo nuovo gruppo di tene- re presente che potrebbero facilmente portare le loro precedenti tendenze in questo nuo- vo gruppo. Solo una rinnovata dedizione ed aspirazione verso l’ispirazione possono e- vitare il riaffiorare di una certa tendenza alla staticità; solo una chiara visione della natu- ra dell’annebbiamento emotivo e dei suoi effetti nella vita dell’individuo e del gruppo può eliminare il pericolo di essere contaminati da questa tendenza. Solo uno spirito u- mile, che non si preoccupa dei difetti e degli insuccessi degli altri, può impedire l’insorgere di un atteggiamento di critica e di giudizio; solo l’attenta vigilanza da parte di alcuni membri può proteggere questo nuovo veicolo da disastri fondati sull’inesperta fiducia in se stessi. Ho pensato seriamente alla giusta azione da intraprendere. Mi si sono presentate varie alternative, tutte riguardanti il lavoro di gruppo in sé, nessuna riguardante voi co- me individui. Potrei continuare con i gruppi, com’erano prima, ma fratello mio, cos’altro potrei fare o insegnare loro? La costante trasmissione dell’insegnamento e delle informazioni, l’indicazione costante degli errori e il costante allenamento dell’individuo non fanno parte della tecnica della Gerarchia, certamente non per quanto concerne l’aspirante individuale. Dove sono coinvolti valori mondiali e coscienza di gruppo, l’indicazione di cambiamenti necessari, il ripresentarsi ciclico all’anima della Saggezza Eterna e la preparazione dei discepoli del mondo, tale è la precisa tecnica della Gerarchia e da essa prescritta. Ma questo non è il Loro metodo di lavoro con le personalità individuali e con chi è orientato principalmente nei tre mondi dell’attività umana. 6 Il Loro metodo e la loro procedura, sono di mettere alla prova le personalità dei discepoli previsti e designati e, nel caso esse si dimostrino adeguate, di procedere con il lavoro esoterico di preparazione. Lo stesso accade con i gruppi; essi vengono esaminati e messi alla prova in relazione alla personalità di gruppo; dalla risposta dipende la futura attività sia del gruppo che del suo Maestro e Insegnante. Ma è il gruppo, come vedete, che decide il procedimento. Ho cercato di togliere da questo gruppo quegli elementi che avrebbero potuto for- se porlo in difficoltà, e che i membri del gruppo, costituiti e motivati come sono attual- mente, non sono capaci di assimilare. L’unità di gruppo non dipende da simpatia, affi- nità e comprensione personali come può essere fra i membri del gruppo, ma dalla ca- pacità di assorbire e assimilare, di innalzare, di cambiare e trasmutare quelle unità che, a prima vista, non sembrano congeniali o perfino adatte, dal punto di vista limitato del singolo nel gruppo. Questo viene spesso trascurato, ma gran parte del successo di gruppo dipende dalla capacità di agire così. Quando non si può ancora fare affidamento su un gruppo per effettuare questa necessaria assimilazione, l’apparente rifiuto di alcune persone non è colpa loro, ma del gruppo, che non è ancora sufficientemente integrato o 8 unificato per assimilare certi tipi di caratteri e certe tendenze. Questo riconoscimento dovrebbe facilitare nel mantenere una grande, necessaria umiltà. Vi si offre un’altra op- portunità. Vorrei pregarvi di ricordarlo e di cercare, in relazione a questo nuovo esperi- mento, di coltivare sin dall’inizio lo spirito di umiltà e il prezioso dono del silenzio. Un gruppo di discepoli deve essere caratterizzato, come già vi ho detto, dalla ra- gion pura, che sostituirà la motivazione, fondendosi alla fine nell’aspetto volontà della Monade, il suo aspetto maggiore. Questo è, parlando tecnicamente, Shamballa in diretto rapporto con l’Umanità. Cos’è dunque la volontà del gruppo in qualsiasi ashram o gruppo del Maestro? È presente in tutte le forme, abbastanza vitale da condizionare i rapporti di gruppo e da unire tutti in un gruppo di fratelli, che avanzano nella Luce? La volontà spirituale delle personalità individuali è tanto forte da negare il rapporto di per- sonalità e da portare al riconoscimento spirituale, allo scambio spirituale e alla relazione spirituale? 7 È solo in considerazione di questi effetti fondamentali dello stare, in quanto grup- po, nella “chiara luce della testa”, che è permesso ad un discepolo di introdurre in que- sto insieme una sensibilità di pensiero personale, e questo soltanto a causa di una prov- visoria limitazione del gruppo. Ho indicato lungo quali linee c’è stato errore, non perché io cerchi di metterlo in rilievo o voglia dilungarmi sull’argomento, ma perché la chiarezza di pensiero e di vi- sione sono necessarie se il lavoro deve progredire in maniera riorganizzata e più vitale. Se questo Nuovo Gruppo Seme sarà all’altezza delle richieste, potranno rinascere corri- spondenze con i gruppi originali, come previsto. Esse sorgeranno quale risultato spiri- tuale della manifestazione esoterica della potenza di vita esistente ne] gruppo seme. Il lavoro che dobbiamo fare in cooperazione (per quanto concerne la vostra prepa- razione) l’ho suddiviso in sette parti: I. Meditazione precisa, pianificata. II. Insegnamento sull’Iniziazione. III. Preparazione alla Telepatia. IV. Esame dei problemi dell’umanità. V. Insegnamento sul Corpo Eterico. VI. In aggiunta a quanto sopra cerco di dare ad ognuno di voi Aiuto e Istruzione In- dividuale. VII. In seguito comunicherò le informazioni concernenti il lavoro degli Ashram dei Maestri e il Piano per la Loro Esteriorizzazione. Vi chiedo di riservare ogni giorno due momenti relativamente brevi per una preci- sa e definita meditazione. L’uno (il più importante) deve essere dedicato alla meditazio- ne generale di gruppo, e l’altro a quella meditazione che, secondo me, vi metterà in gra- do di funzionare come una personalità integrata, fusa e unita nella coscienza con l’anima. Questo condurrà tutto il gruppo a funzionare correttamente, perché le unità in- dividuali di gruppo saranno allineate e correttamente coordinate. 8 Perché è necessario che il discepolo intensifichi il suo legame interiore con il suo insegnante? Non perché l’insegnante è il suo Maestro, non perché il discepolo è sog- getto all’imposizione di un qualsiasi controllo soggettivo da parte dell’insegnante, non in funzione di qualche privilegio speciale nella questione, ma perché se la mente dello studente è in un vero rapporto con l’insegnante, allora quello studente può diventare egli stesso sorgente di ispirazione per i suoi compagni di studio; se egli pensa con chiarezza lungo la linea del suo tema scelto (notate la parola “scelto”), anch’egli può insegnare. Un Maestro osserva ogni membro del Suo gruppo dal punto di vista della sua utilità nel servizio generale del gruppo. Il contributo di ciascuno può essere diverso; un discepolo 9 può essere molto avanzato sulla linea del chiaro pensiero e di un atteggiamento imper- sonale; la sua utilità per il gruppo può essere quella, e il Maestro cercherà di istruirlo sempre più lungo queste due linee. Cosa impedisce quindi ad un discepolo, come individuo, di avvicinarsi ed avere un contatto diretto con un Maestro senza dover dipendere da un discepolo più anziano come intermediario? Cosa vi impedisce di avere un tale rapporto diretto con me? Una o due persone di questo gruppo hanno un contatto diretto, e un altro di voi lo ha ma non sa di averlo; molti altri sono discepoli bene intenzionati e impegnati ma non dimentica- no se stessi per un secondo; il problema dell’annebbiamento e la preoccupazione dell’ambizione spirituale condizionano alcuni aspiranti, un’ambizione spirituale che a- gisce attraverso una personalità molto piccola; alcuni potrebbero fare buoni progressi, ma hanno una tendenza all’inerzia, forse semplicemente, non hanno sufficiente interes- se. Tutti desiderano fare progressi, tutti possiedono una forte vita spirituale interiore, ma l’antahkarana di gruppo è di solito ancora incompleto e l’aspetto della ragion pura, che è del cuore, non domina. Il potere evocativo della Triade Spirituale non è quindi adeguato per mantenere stabile la personalità ed il potere invocativo della personalità è inesisten- te, parlando dal punto di vista delle personalità di gruppo, che compongono l’aspetto personalità dell’Ashram. Questo è un fattore che può diventare potente solo se certi rap- porti di personalità vengono messi a punto e se l’inerzia viene superata. Allora e solo allora il gruppo potrà esistere. 9 Propongo di darvi istruzioni personali solamente una volta all’anno, durante il ple- nilunio di Maggio. V’indicherò allora tutti i cambiamenti necessari nelle vostre medita- zioni individuali o di gruppo. Per il momento darò a questo nuovo gruppo seme una meditazione intesa a produrre rapporti coerenti ed un’azione reciproca di gruppo co- sciente. Darò inoltre ad ogni membro una meditazione che servirà ad integrare la sua personalità più completamente, ma servirà anche, sopra ogni altra cosa, a fonderia con la sua anima. Tratterò ulteriormente di questo più tardi, quando darò ad ognuno di voi le istruzioni personali. Poiché vi istruirò individualmente solo una volta all’anno, vi tratte- rò con immediatezza e farò poca attenzione alle vostre reazioni personali, perché sono essenzialmente questioni vostre e non mie. Agosto 1940 Alcuni di voi hanno veramente studiato le mie precedenti istruzioni; altri le hanno lette in modo decisamente frettoloso e superficiale e, in ultima analisi, non hanno fatto molto caso a quanto ho detto. Ne deriva quindi la necessità di ricordarvi gli argomenti più importanti prima di continuare con la successiva fase dell’insegnamento. Vorrei che dimostraste di aver afferrato il soggetto ed anche la risposta allo sforzo che sto facendo per istruirvi. Il miglior scritto consegnatomi è stato quello di W.D.S., perché il più eso- terico e perché trattava delle tecniche spirituali di approccio, di penetrazione e di visio- ne. Vi chiedete quale metodo io impieghi per verificare il contenuto dei vostri scritti. Li leggo io stesso? Li legge A.A.B. e mi trasmette le sue impressioni? Li psicometrizzo? Niente di tutto questo. Non li leggo; sinceramente, fratello mio, non ne avrei il tempo. Forse A.A.B. li legge e mi trasmette il significato? No, perché filtrando attraverso la sua mente ed il suo cervello, essi assumerebbero la potente colorazione del suo pensiero, cosa da cui ella ha sempre attentamente protetto il gruppo e tutto il lavoro che fa in qua- lità di intermediario fra voi e me. Né li psicometrizzo. Cercherò di spiegarvi. 10 Tutte le forme esteriori dettagliate sono espressioni di qualche significato sogget- tivo, che è la causa della loro apparizione e che può essere scoperto da chi è in grado di 10

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MAESTRO DJWAL KHUL. INDICE. IX Il Maestro Djwhal Khul ha detto che, nella nuova era il campo di formazione per il . Il mio amo- re e la mia
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