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Algebra per l'informatica PDF

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Algebra per Informatica Alessio Caminata Universita` di Genova Anno accademico 2021–22 1 Indice 1 Insiemi e funzioni 4 1.1 Insiemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 1.1.1 Insiemi indiciati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 1.2 Funzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 1.2.1 Composizione di funzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 2 Numeri interi 15 2.1 Principio d’induzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 2.2 Algoritmo euclideo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 2.3 Equazioni diofantee lineari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 2.4 Numeri primi e teorema di fattorizzazione unica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 2.5 Appendice: rappresentazione di un intero in base b . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 3 Numeri complessi 26 3.1 Rappresentazione dei numeri complessi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 3.2 Forma trigonometrica ed esponenziale di un numero complesso . . . . . . . . . . 28 3.3 Radici n-esime di un numero complesso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 4 Relazioni d’equivalenza 33 5 Cardinalit`a 36 5.1 Le cardinalit`a di Q e R. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 6 Calcolo combinatorico 42 7 Relazioni d’ordine 46 7.1 Appendice: insiemi bene ordinati e ben fondati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50 8 Aritmetica modulare 52 8.1 Operazioni binarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52 8.2 Le operazioni in Z . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52 n 8.3 I teoremi di Eulero e Fermat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 8.4 Appendice: il crittosistema RSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55 9 Monoidi e gruppi 58 9.1 Definizioni e esempi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 9.2 Sottogruppi e gruppi quoziente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 9.3 Ordine di un elemento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 9.4 Sottogruppi ciclici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67 9.5 Omomorfismi di gruppi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69 10 Anelli e campi 72 2 Notazioni In queste note utilizzeremo le seguenti notazioni. (cid:136) Con il simbolo := intendiamo “uguale per definizione”. (cid:136) ConilsimboloNdenotiamol’insiemedeinumerinaturaliincluso0,cio`eN := {0,1,2,3,...}. (cid:136) ConilsimboloN∗denotiamol’insiemedeinumerinaturaliescluso0,cio`eN∗ := {1,2,3,...}. (cid:136) ConilsimboloZdenotiamol’insiemedeinumeriinteri,cio`eZ := {...,−3,−2,−1,0,1,2,3,...}. (cid:136) Con il simbolo Q denotiamo l’insieme dei numeri razionali, cio`e (cid:110)m (cid:111) Q := : m ∈ Z, n ∈ N∗, MCD(m,n) = 1 . n (cid:136) Con il simbolo R denotiamo l’insieme dei numeri reali. Supponiamo note le definizioni e le elementari propriet`a degli insiemi numerici precedenti. I numeri complessi C verranno introdotti nel Capitolo 3. 3 1 Insiemi e funzioni 1.1 Insiemi I concetti di insieme e appartenenza sono primitivi e non verranno definiti in questa sede; rimandiamo al corso di Logica per una discussione piu` approfondita. SeA`euninsiemeex`eunelementodiAscriveremox ∈ A. Sel’elementoxnonappartienead Ascriveremox (cid:54)∈ A. SetuttiesoliglielementidiAsonox ,...,x scriveremoA = {x ,...,x }. 1 n 1 n Useremo anche la scrittura A = {x : P(x)}, dove P `e una qualche propriet`a che descrive gli elementi di A. In altre parole, gli elementi di A sono tutti e soli quelli per cui vale la propriet`a P. Affinch´e l’insieme sia ben definito, la propriet`a P dev’essere un criterio oggettivo e non soggettivo. Vediamo qualche esempio. Esempio 1.1. (i) A = {x : x `e un numero intero pari} `e un insieme. (ii) B = {x : x `e un libro interessante} non `e un insieme. (iii) C = {x : x `e una citt`a in Italia} `e un insieme. (iv) 2 ∈ A, 3 (cid:54)∈ A, Taranto ∈ C, Parigi (cid:54)∈ C. (v) L’insieme A si pu`o scrivere anche cos`ı A = {x ∈ Z : x = 2n, n ∈ Z}. Un insieme che contiene soltanto un elemento {∗} viene chiamato singoletto. L’insieme privo di elementi viene detto insieme vuoto e si denota con ∅ o { }. Faremo uso dei connettivi logici per relazionare le propriet`a che definiscono gli insiemi e dei quantificatori. Li ricapitoliamo brevemente ora, e rimandiamo nuovamente al corso di Logica per una discussione piu` approfondita delle loro propriet`a. Siano P e D due propriet`a e A un insieme. (cid:136) P ∧D, si legge “P e D”, `e la congiunzione; (cid:136) P ∨D, si legge “P o D”, `e la disgiunzione; (cid:136) ¬P, si legge “non P”, `e la negazione; (cid:136) P ⇒ D si legge “P implica D”, `e l’implicazione; (cid:136) P ⇔ D si legge “P se e solo se D”, `e l’equivalenza; (cid:136) ∀x ∈ A.P(x) si legge “per ogni x in A P(x)”, vuol dire che per tutti gli elementi di A vale la propriet`a P. E` il quantificatore universale. (cid:136) ∃x ∈ A.P(x)silegge“esistexinAtalecheP(x)”, vuoldirecheesistealmenounelemento di A per cui vale la propriet`a P. E` il quantificatore esistenziale. (cid:136) (cid:64)x ∈ A.P(x) si legge “non esiste x in A tale che P(x)”, vuol dire che per nessun elemento di A vale la propriet`a P. (cid:136) ∃!x ∈ A.P(x) si legge “esiste unico x in A tale che P(x)”, vuol dire che esiste uno ed un solo elemento di A per cui vale la propriet`a P. Si possono usare i quantificatori e i connettivi per definire le principali relazioni tra insiemi. 4 Definizione 1.2. Siano A e B due insiemi. Diremo che A `e contenuto in B o che A `e un sottoinsieme di B se ∀x ∈ A.x ∈ B, cio`e se tutti gli elementi di A sono anche elementi di B. In simboli si scrive A ⊆ B oppure A ⊂ B, o anche B ⊇ A o B ⊃ A. Gli insiemi A e B sono uguali se vale x ∈ A ⇐⇒ x ∈ B, cio`e se A e B hanno gli stessi elementi. In simboli scriviamo A = B. Equivalentemente, il principio di estensionalit`a afferma che (cid:0) (cid:1) A = B ⇐⇒ (A ⊆ B)∧(B ⊆ A) , cio`e A e B coincidono se e soltanto se A `e un sottoinsieme di B e B `e un sottoinsieme di A. SeA`eunsottoinsiemediB manon`eugualeaB diciamocheA`econtenuto strettamente in B o che A `e un sottoinsieme proprio di B. A volte lo denotiamo con A (cid:40) B. Dato un insieme A, l’insieme delle parti di A `e l’insieme i cui elementi sono tutti e soli i sottoinsiemi di A. Si denota con P(A). Esempio 1.3. (i) Sia A = {1,2,3}, l’insieme delle parti di A `e P(A) = {∅,{1},{2},{3},{1,2},{1,3},{2,3},A}. (ii) L’insieme delle parti dell’insieme vuoto `e un singoletto P(∅) = {∅}. Definizione 1.4. Siano A e B due insiemi. (cid:136) L’unione di A e B `e l’insieme A∪B i cui elementi sono elementi di A o elementi di B, cio`e A∪B := {x : (x ∈ A)∨(x ∈ B)}. (cid:136) L’intersezione di A e B `e l’insieme A ∩ B i cui elementi sono sia elementi di A che elementi di B, cio`e A∩B := {x : (x ∈ A)∧(x ∈ B)}. Gli insiemi A e B si dicono disgiunti se A∩B = ∅. (cid:136) La differenza tra B e A (anche detta il complementare di A in B) `e B\A := {x ∈ B : x ∈/ A}. Si vede facilmente che A ⊆ A∪B e B ⊆ A∪B. (1) Inoltre, l’unione `e il piu` piccolo insieme che soddisfa la propriet`a (1). Infatti se C soddisfa (1), cio`e se A ⊆ C e B ⊆ C, allora anche A∪B ⊆ C: dato x ∈ A∪B allora x ∈ A o x ∈ B ed in entrambi i casi segue x ∈ C. 5 Analogamente si ha che A∩B ⊆ A e A∩B ⊆ B. (2) E l’intersezione `e il piu` grande insieme che soddisfa la propriet`a (2). La verifica `e lasciata per esercizio. Le operazioni di intersezione e unione verificano le seguenti propriet`a che seguono dalle corrispondenti propriet`a dei connettivi logici ∨ e ∧. Proposizione 1.5. Siano A, B, e C tre insiemi. Allora (i) A∪B = B∪A (propriet`a commutativa dell’unione); (ii) (A∪B)∪C = A∪(B∪C) (propriet`a associativa dell’unione); (iii) A∪A = A (idempotenza dell’unione) (iv) A∩B = B∩A (propriet`a commutativa dell’intersezione); (v) (A∩B)∩C = A∩(B∩C) (propriet`a associativa dell’intersezione); (vi) A∩A = A (idempotenza dell’intersezione). Dimostrazione. Dimostriamo soltanto la prima propriet`a, a titolo esplicativo. (i) x ∈ A∪B ⇐⇒ (x ∈ A)∨(x ∈ B) ⇐⇒ (x ∈ B)∨(x ∈ A) ⇐⇒ x ∈ B∪A. Esercizio 1.6. Dimostrare le seguenti propriet`a: (i) A∩B = A ⇐⇒ A ⊆ B; (ii) A∪B = A ⇐⇒ B ⊆ A; (iii) (B\A) = ∅ ⇐⇒ B ⊆ A; (iv) (B\A) = B ⇐⇒ A∩B = ∅; (v) B = (B\A)∪(A∩B); (vi) (B\A)∩(A∩B) = ∅. Proposizione 1.7 (Propriet`a distributiva). Siano A, B, e C tre insiemi. Allora (i) (A∩B)∪C = (A∪C)∩(B∪C); (ii) (A∪B)∩C = (A∩C)∪(B∩C). Dimostrazione. (i) Sia x ∈ (A∩B)∪C allora (x ∈ A∩B)∨(x ∈ C). Distinguiamo due casi: (cid:136) se x ∈ A∩B allora x ∈ (A∪C)∩(B∪C), perch´e A∩B ⊆ (A∪C)∩(B∪C); (cid:136) se x ∈ C allora x ∈ (A∪C)∩(B∪C), perch´e C ⊆ (A∪C)∩(B∪C). Inentrambiicasiabbiamomostratol’inclusione(A∩B)∪C ⊆ (A∪C)∩(B∪C). Viceversa, sia x ∈ (A∪C)∩(B∪C) allora (x ∈ A∪C)∧(x ∈ B∪C): (cid:136) se x ∈ C allora x ∈ (A∩B)∪C poich´e C ⊆ (A∩B)∪C; (cid:136) se x ∈ A∩B allora x ∈ (A∩B)∪C poich´e A∩B ⊆ (A∩B)∪C; (cid:136) se x ∈ A, max ∈/ B (o sex ∈ B, max ∈/ A) allora necessariamente x ∈ C e ricadiamo nel caso precedente. Questo dimostra l’altra inclusione (A∪C)∩(B∪C) ⊆ (A∩B)∪C. 6 (ii) Se x ∈ (A∪B)∩C allora (x ∈ A∪B)∧(x ∈ C), quindi (x ∈ A∩C)∨(x ∈ B ∩C), cio`e x ∈ (A∩C)∪(B ∩C). Pertanto (A∪B)∩C ⊆ (A∩C)∪(B ∩C). Viceversa se x ∈ (A∩C)∪(B∩C) allora (x ∈ A∩C)∨(x ∈ B∩C), quindi (x ∈ A∪B)∧(x ∈ C), cio`e x ∈ (A∪B)∩C. Quindi vale anche l’altra inclusione (A∩C)∪(B∩C) ⊆ (A∪B)∩C e pertanto l’uguaglianza. Teorema 1.8 (Leggi di De Morgan). Siano A e B sottoinsiemi di un insieme X. Allora (i) X \(A∩B) = (X \A)∪(X \B); (ii) X \(A∪B) = (X \A)∩(X \B). Dimostrazione. (i) “⊆” Se x ∈ X \(A∩B) allora x ∈/ (A∩B), ossia (x ∈/ A)∨(x ∈/ B) cio`e x ∈ (X \A)∪(X \B). “⊇”Sex ∈ (X\A)∪(X\B)allora(x ∈/ A)∨(x ∈/ B)cio`ex ∈/ (A∩B),quindix ∈ X\(A∩B) come richiesto. (ii) Dimostriamo la propriet`a con una catena di equivalenze: x ∈ X\(A∪B) ⇐⇒ (x ∈/ A)∧(x ∈/ B) ⇐⇒ (x ∈ X\A)∧(x ∈ X\B) ⇐⇒ x ∈ (X\A)∩(X\B). Introduciamo ora il concetto di prodotto cartesiano di insiemi. Definizione 1.9. Siano A e B due insiemi non vuoti, e siano x ∈ A e y ∈ B due elementi. L’insieme{{x},{x,y}}sichiamacoppiaordinataconprimacoordinataxesecondacoordinata y e si denota con (x,y). Il prodotto cartesiano A×B di A per B `e l’insieme di tutte le coppie ordinate con prima coordinata un elemento di A e seconda coordinata un elemento di B, cio`e A×B := {(x,y) : x ∈ A,y ∈ B}. Nel caso in cui A = ∅ oppure B = ∅ si pone per definizione A×B = ∅. Osservazione 1.10. Si osserva che due coppie ordinate (x ,y ) e (x ,y ) sono uguali se e solo 1 1 2 2 se sono uguali coordinata per coordinata, cio`e vale (x ,y ) = (x ,y ) ⇐⇒ (x = x )∧(y = y ). 1 1 2 2 1 2 1 2 Il prodotto cartesiano si pu`o generalizzare in maniera naturale al prodotto di tre o piu` insiemi1. (cid:136) Per tre insiemi A,B,C si pone A×B×C := {(a,b,c) : (a ∈ A)∧(b ∈ B)∧(c ∈ C)}. Con la condizione che due triple ordinate (a ,b ,c ) e (a ,b ,c ) sono uguali se e solo se 1 1 1 2 2 2 a = a , b = b , e c = c . 1 2 1 2 1 2 1Si puo` dare una definizione piu` formale di tripla (e n-upla) ordinata nello stile della Definizione 1.9, ma ci limiteremo a dare una definizione piu` intuitiva ed operativa. 7 (cid:136) Per n insiemi A ,...,A si definisce 1 n A ×···×A := {(a ,...,a ) : (a ∈ A )∧···∧(a ∈ A )}, 1 n 1 n 1 1 n n conl’uguaglianzatran-upleordinate(a ,...,a )definitaanalogamenteaprima. Useremo 1 n n n (cid:89) × anche le notazioni A e A per denotare A ×···×A . i i 1 n i=1 i=1 Nel caso gli insiemi siano tutti uguali, cio`e A = A = ··· = A = X si usa la notazione delle 1 2 n potenze. Abbiamo quindi X2 = X ×X, X3 = X ×X ×X, e cos`ı via. Per comodit`a si pone anche X1 = X e X0 = {∅}, il singoletto che ha come elemento l’insieme vuoto. Esempio 1.11. Il piano cartesiano o piano euclideo `e il prodotto cartesiano R2 = R × R, costituito dalle coppie ordinate di numeri reali (x,y) con x ∈ R e y ∈ R. Figura 1: Il piano cartesiano R2 con il punto P = (x,y). 1.1.1 Insiemi indiciati Nel caso di unione, intersezione e prodotto cartesiano di piu` insiemi faremo spesso uso delle seguenti notazioni. Definizione 1.12. Sia I un insieme, con famiglia F di insiemi indiciati su I si intendono degliinsiemiA (i ∈ I)“etichettati”conglielementidiI. SidenotalafamigliaconF = {A } . i i i∈I Data una famiglia di insiemi indiciati F = {A } , denotiamo poi i i∈I (cid:91) (cid:136) A = {x : ∃i ∈ I per cui x ∈ A }, unione di tutti gli insiemi di F; i i i∈I (cid:92) (cid:136) A = {x : ∀i ∈ I si ha x ∈ A }, intersezione di tutti gli insiemi di F. i i i∈I 8 Casi tipici sono I = {1,...,n} oppure I = N. Esempio 1.13. (i) Data la famiglia A = {i} per i ∈ N, si ha (cid:83) A = N e (cid:84) A = ∅. i i∈N i i∈N i (ii) Sia I = {1,2,...,8}, e consideriamo la famiglia di intervalli reali A = [0,i]. Si ha quindi i (cid:91) (cid:92) A = [0,8] e A = [0,1]. i i i∈I i∈I (iii) ScegliamoI = {k ∈ N : k ≥ 2}. Perognik ∈ N,k ≥ 2prendiamoA = {nk : n ∈ N},cio`e k A `e l’insieme dei quadrati dei numeri naturali, A `e l’insieme dei cubi e cos`ı via. Allora 2 3 (cid:83) A `e un sottoinsieme proprio di N (per esempio non contiene 3) e (cid:84) A = {0,1}. k≥2 k k≥2 k 1.2 Funzioni Definizione 1.14. Siano X e Y due insiemi, una relazione binaria R tra X e Y `e un sottoinsieme R del prodotto cartesiano X ×Y, cio`e R ⊆ X ×Y. Useremo anche la notazione xRy per indicare che due elementi x ∈ X e y ∈ Y sono in relazione rispetto a R, cio`e (x,y) ∈ R. La relazione R = X ×Y viene detta relazione totale o universale, la relazione R = ∅ viene detta relazione vuota. Se X = Y, la relazione diagonale, denotata con ∆, `e la relazione ∆ := {(x ,x ) ∈ X ×X : x = x }. 1 2 1 2 Data una relazione R, la relazione opposta, denotata con R◦, `e la relazione R◦ := {(y,x) ∈ Y ×X : (x,y) ∈ R}. Definizione 1.15 (funzione). Siano X e Y due insiemi, una funzione o applicazione o mappa da X a Y `e una relazione f ⊆ X ×Y tale che ∀x ∈ X ∃!y ∈ Y tale che (x,y) ∈ f. Si denota con f : X → Y. Inoltre per indicare che (x,y) ∈ f si scrive y = f(x). Si dice che y `e il valore di f sull’argomento x o anche y `e l’immagine di x mediante f. L’insieme X viene detto dominio di f e l’insieme Y codominio di f. Intuitivamente un’applicazione f : X → Y `e una “regola” che permette di assegnare ad ogni elementoxdiX ununico elementodiY denotatoconf(x). Inquest’otticatalvoltautilizzeremo anche la seguente notazione per definire una funzione: f : X → Y x (cid:55)→ f(x). Tuttavia non bisogna dimenticare che anche il dominio X e il codominio Y fanno parte del “pacchetto di dati” che bisogna specificare per definire una funzione. Per esempio, la funzione f : N → N tale che f(x) = x2 e la funzione g : Z → N tale che g(x) = x2 sono due funzioni ben distinte. Esempio 1.16. Consideriamo gli insiemi X = {1,2,3} e Y = {a,b,c,d,e,f} e le relazioni ϕ,ψ ⊆ X ×Y date da: ϕ = {(1,a),(1,d),(2,e),(3,a)}, ψ = {(1,c),(2,c),(3,a)}. 9 La relazione ϕ non `e una funzione perch`e all’elemento 1 di X corrispondono due elementi di Y. Invece la relazione ψ `e una funzione ψ : X → Y perch`e associa ad ogni elemento di X uno e un solo elemento di Y. Definizione 1.17. Sia f : X → Y un’applicazione, se A `e un sottoinsieme di X, si dice immagine di A mediante f l’insieme f(A) = {f(x) | x ∈ A}. Se B ⊆ Y, l’insieme f−1(B) = {x ∈ X | f(x) ∈ B} si dice controimmagine (o immagine inversa) di B, se B = {y} ⊆ Y `e un singoletto, si scrive f−1(y) invece di f−1({y}). Definizione 1.18. Sia f : X → Y una funzione. f si dice iniettiva se ∀x ,x ∈ X, f(x ) = 1 2 1 f(x ) implica che x = x . f si dice surgettiva (o suriettiva) se f(X) = Y. f si dice 2 1 2 bigettiva o una corrispondenza biunivoca o una bigezione se `e iniettiva e suriettiva. Quindi f `e iniettiva se e solo se elementi distinti di X hanno immagini distinte, ovvero se e soloselacontroimmaginediognielementodiY contienealpiu` unelementodiX.f `esurgettiva se e solo se per ogni y ∈ Y esiste almeno un x ∈ X tale che f(x) = y, ovvero se e solo se la controimmagine di ogni elemento di Y `e non vuota. Infine f `e bigettiva se e solo se ∀y ∈ Y ∃!x ∈ X tale che y = f(x). Definizione 1.19. Sia f : X → Y una funzione, il grafico di f `e l’insieme Γ := {(x,y) ∈ X ×Y : y = f(x)}, f cio`e la definizione di f come relazione. Alcuni esempi di funzioni importanti. Definizione 1.20. Una funzione f : X → Y `e costante se f(X) `e un singoletto, cio`e f(X) = {y } per un y ∈ Y fissato. La funzione identit`a su un insieme X `e la funzione id : X → X 0 0 X tale che id (x) = x ∀x ∈ X. Data una funzione f : X → Y e un sottoinsieme A ⊆ X, la X restrizione di f ad A `e la funzione f| : A → Y tale che f| (x) = f(x) ∀x ∈ A. Dati due A A insiemi A ⊆ X, la funzione inclusione di A in X `e la funzione ι (x) = x ∀x ∈ A. A La funzione identit`a `e sempre una funzione bigettiva. Una funzione costante f : X → Y non `e iniettiva se X ha almeno due elementi e non `e surgettiva se X ha almeno due elementi. Data una funzione f : X → Y si pu`o sempre ottenere una funzione surgettiva, restringendo il codominio all’immagine. Cio`e la funzione f : X → f(X) `e surgettiva. Esempio 1.21. (i) La funzione f : N → N tale che f(x) = x2 `e iniettiva, ma non suriettiva. (ii) La funzione g : Z → N tale che g(x) = x2 non `e iniettiva e non `e suriettiva. (iii) La funzione h : {regioni d’Italia} → {citt`a d’Italia} che associa ad ogni regione il suo capoluogo di regione `e iniettiva, ma non suriettiva. (iv) La funzione ϕ : {parole della lingua italiana} → {A,B,...,Z} che associa ad ogni parola la sua lettera iniziale `e suriettiva, ma non iniettiva. Esempio 1.22. La funzione parte intera PI : R → R `e definita da ∀x ∈ R.∀n ∈ Z n ≤ x =⇒ n ≤ PI(x). 10

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