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Alexander Lowen Il linguaggio del corpo PDF

342 Pages·2008·1.73 MB·Italian
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Alexander Lowen Il linguaggio del corpo Feltrinelli Titolo dell'opera originale PHYSICAL DYNAMICS OF CHARACTER STRUCTURE (THE LANGUAGE OF THE BODY) © 1958 by Grune and Stratton, New York Traduzione dall'americano di PAOLO DI SARCINA E MAURA PIZZORNO con 18 illustrazioni in bianco e nero © Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano Prima edizione in "Problemi di Sessuologia" febbraio 1978 Prima edizione in "Campi del sapere" gennaio 1984 Sedicesima edizione marzo 1996 ISBN 88-07-10013-4 The movements of expression in the face and body... serve as the first means of communication between the mother and her infant... The movements of expression give vividness and energy to our spoken words. They reveal the thoughts and intentions of others more truly than do words, which may be falsified... The free expres- sion by outward signs of an emotion intensifies it. On the other hand, the repression as far as this is possible, of all outward signs softens our emotions. He who gives way to violent gestures will increase his rage; he who does not control the signs of fear will experience fear in a greater degree; and he who remains passive when overwhelmed with grief loses his best chance of recovering elasticity of mind.' CHARLES DARWIN, The Expression of Emotions in Man and Animals, 1872 Si assiste oggi ad un attacco portato alla psicoanalisi da psichiatri e non, i quali, tuttavia, non ne negano i principi fondamentali. La critica nasce piuttosto dalla delusione per i risultati ottenuti con la terapia psicoanalitica. Perché, anche tralasciando seri problemi di costo e di tempo, gli auspicati cambiamenti della personalità, del sentimento e del comportamento spesso non si verificano affatto. È vero: molti pazienti vi trovano un poco di sollievo, alcuni miglio- 'La mimica del volto e del corpo è la prima forma di comunicazione tra madre e figlio... La mimica rende più vive le nostre parole e conferisce loro più forza. Essa più delle parole, che possono essere falsate, rivela i pensieri e le intenzioni altrui... La libera espressione di un'emozione per mezzo di segni esteriori, la rende più intensa. D'altro canto, la repressione di ogni segno esteriore, nella misura in cui è possibile, sfuma le nostre emozioni. Chi si abbandona a gesti violenti accresce la sua rabbia; chi non controlla i segni del-la paura prova ancora più paura; e chi non ha teazioni quando è sopraffatto dal dolore per-de la migliore occasione di recuperare l'equilibrio della mente." [N.d.T.] 1 Prefazione rano. Ma è impressionante il numero di pazienti che vivono per anni sotto analisi e che passano da un analista all'altro senza risolvere in alcun modo la loro sofferenza, la loro insoddisfazione, i loro problemi reali. Ultimamente è venuta a consultarmi una giovane donna che per quattro anni si era sottoposta ad analisi e per oltre un anno ad una altra forma di terapia. È indicativo il commento da lei espresso su queste precedenti esperienze: "Ciò che mi ha spinto all'analisi è rimasto sostanzialmente immutato. Ho sempre avvertito che la mia capacità di provare emozioni andava oltre ciò che vivevo. L'analisi mi ha aiutata a capire molte cose, ma non ero piú capace di sentire. In questo sono rimasta delusa." Di fronte a questa situazione, la reazione degli psichiatri analisti è confusa: alcuni propongono formulazioni piú elaborate, altri il ricorso al semplice buon senso. Purtroppo, nessuno di questi approcci offre una soluzione al problema. Né si può rimproverare a Freud il fatto che le acute analisi introspettive che ha offerto al mondo siano risultate relativamente inefficaci nel risolvere i gravi disturbi dell'emotività di cui molti individui soffrono. D'altro canto, Freud non ha mai promesso niente del genere. Conosceva perfettamente i limiti della sua tecnica. Lo stato attuale della psicoanalisi è simile a quello di qualsiasi altra giovane disciplina medica. Si possono forse paragonare i risultati raggiunti dalla moderna chirurgia con quelli che si ottenevano cento anni fa? Il miglioramento deriva dai cambiamenti sopravvenuti nelle tecniche, da una migliore comprensione del problema e dalla maggiore esperienza e abilità. Se agli analisti di oggi si deve l'attuale situazione, è solo per la loro riluttanza a modificare le procedure tradizionali. Nella storia della psicoanalisi non mancano né gli sperimenta-tori né i teorici. Se la maggior parte di loro si è dedicata a problemi teorici di secondaria importanza, alcuni, e in particolare Ferenczi e Wilhelm Reich, hanno introdotto importanti innovazioni nelle procedure tecniche. Con la "tecnica attiva" o la "analisi dal basso" Ferenczi ha tentato di trattare i difficili problemi caratteriali che già allora mettevano in seria difficoltà il metodo psicoanalitico. Discuteremo piú ampiamente i contributi di Reich nel corso di questo studio. Il problema che la psicoanalisi si trova a dover affrontare nasce dal fatto che l'analista si occupa di sensazioni corporee e di percezioni corporee a livello verbale e mentale, poiché materia del-l'analisi sono i sentimenti e il comportamento dell'individuo. Le Prefazione idee, le fantasie e i sogni sono esaminati solo in quanto strumenti per comprendere a fondo le sensazioni e per influenzare il comportamento. Possiamo forse immaginare la possibilità che esistano altri metodi e altri strumenti per cambiare i sentimenti e le azioni? In una lettera a W. Fliess del 1899 Freud rivela il suo costante interesse per questo problema: "Un poco alla volta mi si chiarisce una seconda parte del metodo terapeutico - provocare le sensazioni e le idee dei pazienti come procedimento assolutamente in-dispensabile." Se Freud non riusci a individuare un metodo terapeutico per rendere operante questa idea, il fallimento può essere ascritto alla difficoltà inerente al rapporto corpo- mente. Finché persiste la tesi del dualismo corpo-mente, la difficoltà resta insuperabile. Molto probabilmente, Freud lavorò duramente a questo problema per tutta la vita e da tale sforzo derivano le chiare formulazioni che costituiscono la psicologia dell'Io. Oggi gli analisti devono confrontarsi, con pari impegno, con lo stesso problema che ha assillato Freud. In questa prefazione non intendo affatto suggerire la risposta a una così ampia questione. Vorrei piuttosto spiegare la tesi che sta alla base di questo studio e che apre la strada alla soluzione del problema. Gli analisti conoscono l'identità di molti pro-cessi somatici con i fenomeni psicologici, i riferimenti abbonda-no nella medicina psicosomatica. Implicito in questa identità è il concetto che l'organismo vivente si esprime piú chiaramente con il movimento che non con le parole. Ma non solo col movimento! Nelle pose, nelle posizioni e nell'atteggiamento che assume, in ogni gesto, l'organismo parla un linguaggio che anticipa e trascende l'espressione verbale. Si aggiunga che vi sono alcuni studi specifici che mettono in relazione la struttura corporea e il fisico con gli atteggiamenti di natura emozionale. Questi possono costituire per la tecnica analitica un materiale altrettanto valido dei sogni, dei lapsus e dei risultati della libera associazione. Se struttura corporea e temperamento sono correlati, come può verificare chiunque studi la natura umana, ci si domanda: si può cambiare il carattere di un individuo senza che si verifichino dei cambiamenti nella struttura del corpo e nella sua mobilità funzionale? Per converso, cambiando la struttura e migliorandone la motilita, possiamo introdurre nel temperamento quei cambiamenti che il paziente chiede? Nella sua espressione emotiva l'individuo è un'unità. Non è la mente che va in collera né il corpo che colpisce;. è l'individuo che si esprime. Cosi noi studiamo come si esprime un individuo 3 Prefazione specifico, qual è la portata delle sue emozioni e quali sono i suoi limiti. Si tratta di uno studio della motilità dell'organismo, poiché l'emozione si basa sulla capacità di "estrinsecarla.» Ecco dunque un segno del relativo fallimento della psicoanalisi. Essa aiuta relativamente poco a capire i perché di un comporta-mento. L'individuo che ha paura di tuffarsi può sapere perfetta-mente che non si farà alcun male. Dobbiamo capire e imparare a superare la paura del movimento. Se i fattori determinanti della personalità e del carattere sono strutturati fisicamente, il tentativo terapeutico non dovrebbe forse orientarsi anch'esso in senso fisico? La conoscenza é il preludio dell'azione. Per essere pM efficace, la terapia analitica dovrebbe preoccuparsi sia della comprensione che del movimento all'interno della situazione terapeutica. I principi della teoria e della tecnica che formano la struttura di questo nuovo approccio costituiscono quelle che noi chiamiamo Analisi e Terapia Bioenergetiche. L'uomo che soprattutto si è preoccupato di ampliare e di estendere la portata della tecnica analitica per includervi l'espressione e le attività fisiche del paziente è stato Wilhelm Reich. Indipendentemente dal possibile disaccordo con il successivo sviluppo della sua opera, questa scoperta costituisce uno dei maggiori contributi alla . psichiatria. Il mio debito verso Wilhelm Reich, mio maestro, è espresso in questo libro dai numerosi riferimenti alle sue idee. Per contro, la terapia bioenergetica nulla deve a Reich e ai suoi seguaci, e differisce dalle teorie e dalle tecniche di Reich per molti aspetti importanti - alcuni dei quali sono esposti in questo volume. Può essere interessante rilevare le differenze fra terapia bio-energetica e tecniche psicoanalitiche tradizionali. Innanzi tutto, essa permette uno studio unitario del paziente. Il terapeuta bioenergetico analizza non solo il problema psicologico del paziente, come farebbe qualsiasi analista, ma anche l'espressione fisica di quel problema tosi come si manifesta nella struttura corporea e nei movimenti del paziente. Inoltre, la tecnica comporta il tentativo sistematico di liberare la tensione fisica dei muscoli cronicamente contratti e spastici. Infine, la relazione tra terapeuta e paziente ha una dimensione piú ampia che nella psicoanalisi. Poiché il lavoro a livello fisico si aggiunge all'analisi a livello verbale, l'attività risultante coinvolge l'analista piú profondamente di quanto non avvenga con le tecniche convenzionali. Che dire del transfert e del contro-transfert in tale situazione? Essi sono il ponte attraverso il quale Ie idee e le sensazioni fluiscono tra due persone. Nella terapia bioenergetica, il contatto fi- 4 Prefazione sico mette pid chiaramente a fuoco sia il transfert che il contro-transfert. Se facilita l'aspetto affettivo del lavoro analitico, richiede tuttavia una maggiore abilità dell'analista nel trattare le risultanti tensioni emotive. Se questa capacità gli manca, allora l'analista non ha ancora completato la propria preparazione. Solo con umiltà e animo puro è possibile accostarsi ai sentimenti intimi e profondi di un essere umano. Questo volume non ha la pretesa di presentare in modo completo ed esauriente le teorie e le tecniche dell'analisi e della terapia bioenergetiche. Il campo è vasto quanto la vita stessa. $ semplicemente un'introduzione che dovrebbe colmare la Iacuna tra la psicoanalisi e il concetto di approccio fisico alle turbe emozionali. Sono attualmente in corso altri studi sugli aspetti sia teorici sia pratici di questo lavoro. Vorrei esprimere la mia gratitudine al dottor John C. Pierrakos, la cui collaborazione nella formulazione delle idee contenute in questo libro è stata inestimabile, e al dottor Joel Shor per il suo esame paziente e critico del manoscritto. Vorrei inoltre esprimere la mia stima ai membri del seminario sulle dinamiche della strut-tura caratteriale, i cui suggerimenti e le cui critiche hanno notevolmente affinato le mie idee. I1 mio grazie a Dora Akchim, la quale molto gentilmente ha scritto a macchina il manoscritto. A. L. New York City 5 Parte prima

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1958 by Grune and Stratton, New York. Traduzione .. chiaro che il transfert negativo e la componente erotica inconscia del transfert positivo formano
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