Alessandro Matteoli è un magistrato, pubblico ministero a Milano. Vi è stato da poco trasferito con un provvedimento d'ufficio del C.S.M. perché a Catania risentiva, a detta dell'accusa, di una non meglio definita "incompatibilità con l'ambiente". Si ritrova così nella sua città natale dieci anni dopo che ne era partito, allora giovane ed entusiasta sostituto procuratore, illuso di andare a combattere mafia e ingiustizia al servizio di uno Stato nonostante tutto democratico. Dal Sud è tornato invece carico di lutti personali, di fallimenti, di disperazioni, di ingiuste e immotivate accuse.
Un giorno viene a trovarlo Micol, che è stata il suo primo grande amore, e ora, disperata, gli chiede aiuto: suo marito è scomparso ormai da mesi e lei non sa che fare.
Alessandro è incerto, ma alla fine inizia a indagare perché sente che non può abbandonare la donna. E subito, non appena emergono frammenti di scottanti verità, anche questa volta riprendono le abituali minacce, le intimidazioni, i messaggi trasversali, le pressioni da Roma. Perché mai tutto ciò avviene? Chi sta dietro anche a questo maledetto imbroglio?
Il libro narra una vicenda esemplare dell'Italia di oggi, una storia di crimine e di connivenze, di inefficienze e di pressapochismo burocratico che diventano fatto quotidiano. È il racconto di un clima e di un'epoca dominata da una classe dirigente che, passato il tempo delle grandi ideologie, senza più avversari consistenti, sembra aver abdicato a qualunque valore etico.