ebook img

A scuola dallo stregone. PDF

219 Pages·1.856 MB·English
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview A scuola dallo stregone.

2 A SCUOLA DALLO STREGONE UNA VIA YAQUI ALLA CONOSCENZA di CARLOS CASTANEDA Titolo originale dell'opera: THE TEACHINGS OF DON JUAN A YAQUI WAY OF KNOWLEDGE (University of California Press, 1968) Traduzione di FRANCESCO CARDELLI 1968, The Regents of University of California. 1970, Casa Ed. Astrolabio - Ubaldini Editore, Roma. 3 Carlos Castaneda A scuola dallo stregone Astrolabio 4 5 Para mi solo recorrer los caminos que tienen corazón, cualquier camino que tenga corazón. Por ahí yo recorro, y la única prueba que vale es atraversar lodo su largo. Y por ahí yo recorro mirando, mirando, sin aliento. (Per me esiste solo il cammino lungo sen- tieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sen- tiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino, e la sola prova che vale è attra- versarlo in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino guardando, guardando, senza fiato). DON JUAN ... non si può tentare nulla di più se non stabilire il principio e la direzione di una strada infinitamente lunga. La presunzione di qualsiasi completezza sistematica e definitiva sarebbe, come minimo, un'illusione. La perfezione può essere qui ottenuta dal singolo studioso solo nel senso soggettivo in cui egli comunichi tutto ciò che è stato ca- pace di vedere. GEORG SIMMEL 6 7 PREFAZIONE Questo è un libro etnografico e allegorico. Carlos Castaneda, sotto la tutela di don Juan, ci introduce, passando attraverso a quel momento di crepuscolo, a quella frattura dell’universo tra crepuscolo e tenebra, non semplicemente in un mondo diverso dal nostro, bensì in un ordine di realtà del tutto differente. Per raggiungerlo ha avuto l'aiuto di mescalito, della yerba del diablo, e di humito: cioè peyote, datura, e funghi. Ma questo non è un mero resoconto di esperienze allucinatorie, perché le sottili manipolazioni di don Juan hanno guidato il viaggiatore mentre le sue interpretazioni danno un significato agli avvenimenti che noi, attraverso il suo novizio, abbiamo l'opportunità di esperimentare. L'antropologia ci ha insegnato che il mondo è definito differen- temente a seconda dei differenti luoghi. Non è soltanto che le persone credono in differenti divinità e si aspettano differenti destini post-mor- tem. È, piuttosto, che i mondi delle differenti persone hanno forme differenti. Differiscono i presupposti metafisici stessi: lo spazio non si conforma alla geometria euclidea, il tempo non scorre in continuo e unidirezionalmente, la causazione non si conforma alla logica aristotelica, l'uomo non è differenziato dal non-uomo o la vita dalla morte, come nel nostro mondo. Della forma di questi altri mondi sappiamo qualcosa dalla logica dei linguaggi indigeni, dai miti e dalle cerimonie, come ci documentano gli antropologi. Don Juan ci ha fatto intravedere il mondo di uno stregone Yaqui, e poiché lo vediamo sotto l'influsso di sostanze allucinogene, lo apprendiamo con una realtà che è totalmente diversa da quelle altre fonti. In ciò consiste lo speciale valore di questo libro. Castaneda afferma giustamente che tale mondo, in virtù di tutte le sue differenze di percezione, ha la sua propria logica interna. Ha cercato di spiegarla dall'interno, per così dire — dal di dentro delle sue esperienze ricche e personali sotto la tutela di don Juan — piuttosto che esaminarla in termini della nostra logica. Il fatto che egli non possa riuscirvi pienamente è dovuto, più che a una sua limitazione personale, a una limitazione che la nostra cultura e il nostro linguaggio pongono alla 8 percezione; tuttavia, nei suoi sforzi, Castaneda collega per noi il mondo di uno stregone Yaqui con il nostro, il mondo della realtà non-ordinaria con quello della realtà ordinaria. L'importanza fondamentale dell'entrare in mondi diversi dal nostro — e quindi dell'antropologia stessa — sta nel fatto che l'esperienza ci porta a comprendere che il nostro mondo è anch'esso un costrutto culturale. Conoscendo altri mondi, quindi, vediamo il nostro per quello che è, e siamo perciò in grado anche di vedere di sfuggita ciò a cui deve in effetti assomigliare il vero mondo, il mondo tra il nostro costrutto culturale e quegli altri mondi. Di qui l'allegoria, così come l'etnografia. La saggezza e la poesia di don Juan unite all'abilità e alla poesia del suo scrivano ci danno una visione sia di noi stessi che della realtà. Come in tutte le buone allegorie, ciò che si vede è nello spettatore, e non ha bisogno di commento. Le interviste di Carlos Castaneda con don Juan ebbero inizio quando il primo era studente di antropologia all'Università di California, Los Angeles. Siamo grati all'autore per la pazienza, il coraggio, e la perspicacia di cui ha dato prova nel cercare e nell'affrontare la sfida del suo duplice noviziato, e per averci riferito i particolari delle sue esperienze. In questo lavoro Castaneda dimostra l'abilità essenziale del buon etnografo: la capacità di entrare in un mondo estraneo. Credo che abbia scoperto un sentiero che ha un cuore. WALTER GOLDSCHMIDT 9 INTRODUZIONE Nell'estate del 1960, quando studiavo antropologia all'Università di California, Los Angeles, feci alcuni viaggi nel Sud-Ovest per raccogliere informazioni sulle piante medicinali usate dagli indiani della zona. Gli avvenimenti qui descritti ebbero inizio durante uno dei miei viaggi. Ero in una cittadina di confine in attesa di un autobus della Greyhound, e chiacchieravo con un amico che mi aveva fatto da guida e da assistente nella mia ricerca. A un tratto questi si chinò verso di me e mi sussurrò che l'uomo seduto davanti alla finestra, un vecchio indiano dai capelli bianchi, sapeva molte cose sulle piante, specialmente sul peyote. Gli domandai allora di presentarmi a quell’uomo. Il mio amico lo salutò, poi andò a stringergli la mano. Dopo che ebbero parlato per un po' mi fece cenno di unirmi a loro, ma subito mi lasciò solo col vecchio senza nemmeno curarsi di presentarci. Questi non era minimamente imbarazzato. Gli dissi il mio nome e lui disse di chiamarsi Juan e di essere al mio servizio. Parlava usando la cortese formula spagnola. Ci stringemmo la mano per mia iniziativa, quindi restammo in silenzio per un certo tempo. Non era un silenzio teso, ma una quiete, naturale e rilassata da entrambe le parti. Sebbene il viso e il collo abbronzati e rugosi rivelassero la sua età, mi colpì il fatto che il suo corpo fosse agile e muscoloso. Dissi quindi che ero interessato a ottenere informazioni sulle piante medicinali. Sebbene in verità non sapessi quasi nulla del peyote, mi sorpresi a fingere di saperne molto, e addirittura a suggerire che parlare con me gli sarebbe stato utile. Mentre continuavo a dire stupidaggini egli annui lentamente e mi guardò, ma non disse nulla. Evitai i suoi occhi e finimmo col rimanere, entrambi, in un silenzio morto. Alla fine, dopo un tempo che mi era parso lunghissimo, don Juan si alzò e guardò dalla finestra. Il suo autobus era arrivato. Salutò e lasciò la stazione. Ero seccato per avergli detto delle sciocchezze, e per essere stato scrutato da quegli occhi singolari. Al suo ritorno il mio amico cercò di consolarmi per non essere riuscito a imparare nulla da don Juan. 10 Spiegò che il vecchio era spesso silenzioso e vago, ma lo spiacevole effetto di questo primo incontro non si cancellò tanto facilmente. Presi la risoluzione di scoprire dove don Juan abitava, e in seguito andai molte volte a fargli visita. Ogni volta cercavo di indurlo a parlare del peyote, ma senza successo. Ciò nonostante diventammo ottimi amici, e la mia indagine scientifica fu dimenticata, o per lo meno diretta in canali lontanissimi dalla mia intenzione originale. L'amico che mi aveva presentato a don Juan spiegò più tardi che il vecchio non era originario dell'Arizona, dove ci eravamo incontrati, ma era un indiano Yaqui di Sonora, nel Messico. Da principio vidi don Juan semplicemente come un uomo piuttosto singolare, che sapeva un mucchio di cose sul peyote e che parlava spa- gnolo notevolmente bene. Ma la gente con cui viveva credeva che avesse una qualche specie di ‘conoscenza segreta’, che fosse un ‘brujo’. Il termi- ne spagnolo brujo significa mago, guaritore, stregone. Significa essenzial- mente una persona dotata di poteri straordinari e di solito malvagi. Conoscevo don Juan da un anno intero prima che mi prendesse in confidenza. Un giorno mi spiegò di possedere una certa conoscenza che aveva appreso da un maestro, un ‘benefattore’, come lo chiamava, che lo aveva diretto in una specie di noviziato. A sua volta don Juan aveva scelto me per fungere da suo novizio, ma mi avvertì che avrei dovuto assumermi un gravissimo impegno e che l'addestramento era lungo e arduo. Descrivendo il suo maestro, don Juan usò la parola ‘diablero’. Più tardi imparai che diablero è un termine usato solo dagli indiani di Sonora. Significa una persona malvagia che pratica la magia nera ed è capace di trasformarsi in un animale: un uccello, un cane, un coyote o qualsiasi altra creatura. In una delle mie visite a Sonora ebbi una particolare esperienza che illustra quello che gli indiani pensano dei diablero. Era notte e stavo viaggiando in compagnia di due amici indiani, quando vidi un animale simile a un cane attraversare la strada. Uno dei miei compagni disse che non era un cane ma un grosso coyote. Rallentai e mi portai sul bordo della strada per guardare bene l'animale che rimase ancora per qualche secondo nel campo dei fari e poi fuggì nella boscaglia. Parlando concitatamente i miei due amici convennero che era un animale molto insolito, e uno di essi suggerì che potesse essere un diablero. Decisi di servirmi di questa esperienza per interrogare gli indiani della zona in merito alle loro convinzioni sull'esistenza dei diablero. Parlai con molte persone, rac- contando la storia e facendo loro delle domande. Le tre conversazioni che seguono indicano quello che pensavano.

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.