Valeria Rossi 342 C A N I di RAZZA TUTTE LE RAZZE RICONOSCIUTE DALLA FEDERAZIONE CINOLOGICA INTERNAZIONALE Grafica di copertina: Vittorio Esposito Immagine di copertina: © DoraZett/Fotolia Redazione: Paola Comparetti Per informazioni e segnalazioni: [email protected] www.giunti.it © 2011, 2015 Giunti Editore S.p.A. Via Bolognese 165 - 50139 Firenze - Italia Piazza Virgilio 4 - 20123 Milano - Italia ISBN: 9788841216309 Prima edizione digitale: novembre 2018 Sommario IntroduzIone 7 un po’ dI storIa 12 Cane per amore 12 L’evoluzione del lupo 15 Le gerarchie nella famiglia-branco 18 La differenziazione delle razze e i rapporti con l’uomo 21 L’aspetto fIsICo 26 Le caratteristiche anatomiche 26 Le caratteristiche del mantello 35 pICCoLI e grandI probLemI dI saLute 45 malattie virali o batteriche 46 malattie causate da parassiti esterni 48 malattie causate da parassiti interni 50 malattie legate a fattori alimentari o ambientali 53 malattie genetiche 56 malattie trasmissibili all’uomo 61 L’aLImentazIone 63 La CLassIfICazIone deLLa federazIone CInoLogICa InternazIonaLe 71 Le razze 79 appendice 625 gLossarIo 626 IndICe deLLe razze 632 Introduzione 7 Perché esistono così tante razze di che aiutassero l’uomo ad affronta- cani? re meglio la difficile vita dei tempi Molti si chiedono se davvero ci sia- passati. no motivazioni valide per ricercare La selezione, dunque, era molto da una parte “la razza pura” (che severa e riguardava prima di tutto per alcuni indica una posizione di il carattere e l’attitudine al lavoro; puro e semplice snobismo verso i in seconda battuta veniva la mor- cani meticci) e dall’altra per creare fologia, che però era vista a sua un numero così elevato di tipologie volta in un’ottica esclusivamente canine diverse. funzionale. In realtà non è stato solo l’uomo a selezionare le razze: in condizioni di isolamento geografico, per esem- pio, è stata direttamente la natura a fissare un “tipo” (ovvero i caratteri morfologici che si ritrovano immu- tati all’interno di una determinata razza) e a mantenerlo inalterato per secoli o addirittura millenni. In altri casi, invece, la selezione è stata effettivamente attuata dall’uomo ma sempre per scopi utilitaristici, perché non esiste razza che in ori- gine sia stata costruita in base a canoni puramente estetici. Già da secoli l’uomo, avendo eletto il cane a suo com- pagno e collaboratore, cercava di fissare le ca- ratteristiche più deside- rate in base alla fun- E N zione che il cane era O chiamato a svolgere: ZI U caccia, guardia, di- OD R fesa... mai nulla di su- T N perfluo, ma sempre attività I Il cane da pastore, che tradizional- quei cani portatori e garantendo 9 mente doveva trascorrere intere quindi una migliore qualità della giornate guidando il gregge su e vita ai cuccioli che si decide di far giù per i pascoli, doveva essere venire al mondo. soprattutto resistente; l’andatura Se questi sono i motivi principali che garantisce maggiore resistenza per cui esistono le razze, il fatto che è il trotto, quindi il pastore doveva ne esistano così tante è legato pri- essere costruito come un trottatore. ma di tutto alla grande ecletticità Il levriero doveva cacciare a vista del cane. Poiché la “specie” cane è e catturare da solo la preda, quindi in grado di svolgere moltissimi com- la sua morfologia doveva essere piti diversi, la logica conseguenza è quella di un corridore velocissimo stata quella di creare razze sempre (galoppatore), i suoi occhi dove- più specializzate: così, per esempio, vano essere collocati in posizione dal semplice “cane da caccia” si è obliqua per garantire una visione passati ai cani da ferma, da segui- migliore… e così via. ta, da pista di sangue, da riporto e Alla domanda “Ma perché non la- così via. sciare che i cani si accoppino con Un altro motivo che sta alla base chi preferiscono, lasciando fare alla della creazione di tante razze si può natura?” ci sono invece due risposte. La prima è che la natura, purtroppo per noi, non darebbe vita a cani “a misura d’uomo”, ma a cani “a mi- sura di cane”. Alla natura interessa solo la sopravvivenza del più adat- to, e la selezione naturale ha creato (e continuerebbe a creare) sempli- cemente cani capaci di cacciare e di riprodursi con efficacia: ma non creerebbe mai cani da difesa, da compagnia o atti ad altri compiti prettamente “umani”. La seconda risposta riguarda la scienza, che ci ha permesso di E N studiare la genetica del cane e la O sua salute e oggi ci consente di UZI D eseguire controlli sanitari in grado O R di evidenziare le malattie eredita- T N rie, escludendo dalla riproduzione I