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2012 AA Settembre 2012 PDF

403 Pages·2012·5.22 MB·Italian
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Cronaca di una rinascita: 2012? Un cambiamento epocale del pensiero e della scienza Claudio Viacava La presentazione di quest'opera è proprietà dell'autore. Diritti riservati conforme alla legge ed alle convenzioni internazionali. Proibita, quindi, la riproduzione parziale o totale, senza permesso scritto dell'autore. E'vietata la vendita di questo volume e qualsiasi tipo di speculazione economica, in quanto la sua distribuzione è completamente gratuita. Isacco Newton (…) fu l’ultimo dei maghi (…) perché lo definisco un mago? Perché ha considerato l’intero universo e tutto ciò che vi si trova come un enigma, come un segreto che poteva essere decifrato, applicando il puro pensiero a certe prove, certe tracce mistiche di cui Dio ha disseminato il mondo per consentire alla confraternita esoterica una sorta di caccia al tesoro per filosofi. Newton era convinto che parte di queste tracce si trovasse nei cieli (…) parte in certe carte e tradizioni vergate dai confratelli (…) Attraverso il puro pensiero, attraverso la concentrazione della mente, asseriva, l’enigma sarebbe stato rivelato all’iniziato. (John Maynard Keynes al Newton Trecentenary Celebrations del 1947) א Alef l’inizio: numero 1 1 Capitolo Primo L’inizio I rintocchi argentini di un’antica campana si propagano, pacatamente, nella campagna assolata giungendo ad un piccolo paesino gentilmente adagiato sopra una collinetta e degradante su una valle ricca di pascoli e di boschi cedui dal verde vivo, quasi brillante al sole. Più in là, un torrente impetuoso e rumoreggiante ondeggia tra boschetti e massi gettati lì sicuramente da un Genio del luogo, bizzarro e dispettoso, che si diverte ad osservare la sensuale danza dell’acqua che balza giù vivace e giovane tra una pietra e l’altra, tra un macigno luminescente di granito ed uno di pietra rugosa e scura, vitalizzando e rinfrescando tutto ciò che le sta intorno e mantenendo giovane ed eternamente vivo il Genius loci che qui dimora, da sempre. Il paesino sembra vivo, nutrito dall’aria pulita e profumata di erba tagliata che scorre nei suoi vicoli stretti che scendono e salgono alle case o alle piazzette, nelle quali troneggiano dolcissime madonnine, onorate dai paesani con fiori variopinti e lumini votivi. Un contadino regge, sulle spalle ricurve ma forti, una grande gerla con la biada per le sue vacche, quasi celate nel tiepido interno di una stalla, dalla quale emana un singolare effluvio di aromi inconfondibili che restano nella memoria del nostro cervello arcaico, per sempre, così come la vista delle vacche che agitano la coda e scuotono il capo per scacciare le mosche ed i tafani che trovano di continuo il modo di insidiare le mammelle gonfie di candido latte. Un bel quadretto di vita contadina, non vi pare? Un dipinto intenso di colori, gusti e profumi che la popolazione degli anni duemila, insediata sempre di più in metropoli e cittadine cementificate e sterilizzate, forse non avrebbe mai gustato appieno; non avrebbe mai più potuto godere di queste essenze, dei colori sfumati delle nebbie mattutine, delle mille voci della campagna e delle mille forti emozioni che hanno nutrito e cresciuto me e tutte le generazioni precedenti, se non fosse accaduto quello che vi racconterò fra poco. Costoro non avrebbero mai compreso come si sanava e si guariva l’uomo prima dell’avvento delle cosiddette “tecnologie della salute”, della chimica di sintesi, dei farmaci sintomatici, dei vaccini di massa, dell’uso di tossici biochimici come, ad esempio, gli antibiotici; prima dell’uso, a volte improprio e spesso inutile, di radiazioni ionizzanti nelle radioterapie degli stadi terminali; prima della triste scoperta della “chemioterapia” che è diventata uno dei business del secolo; prima della laser-terapia, della terapia con cellule staminali eterogene, dei trapianti di organi umani e prima della fecondazione in vitro con ingegneria genetica che vorrebbe sostituirsi al naturale volere del Creatore. Pubblicato su riviste scientifiche importanti, tempo fa, ho letto che in Inghilterra si era 2 pronti a mescolare il DNA di un animale con quello dell’uomo e tante altre strambe e pericolose invenzioni di una mente distorta che ha perso di vista l’Uomo e la sua Anima. Questi sventurati cittadini, del ventesimo secolo, triturati dai media, dalla pubblcità, dai cibi sintetici cotti al microonde, curati con molecole sintetiche e ricostruti in laboratorio genetico, non avrebbero mai potuto gustare queste emozioni pulite e semplici se non fosse accaduto qualche cosa di misterioso, che io chiamo vendetta degli Dei della Natura, che avrebbe potuto cambiare il corso della vita e della storia dell’uomo sul nostro pianeta. Questi eventi hanno fatto riscoprire antiche conoscenze utili a rintracciare quel filo di Arianna che condurrà l’uomo in un difficile percorso, alla ricerca dell’Arca dell’Alleanza tra Uomo e Natura, del Santo Graal per la Salute della propria anima e del proprio corpo. Per affrontare questo percorso è necessario guardarsi indietro, guardare alle conoscenze del passato ed alle antiche saggezze della tradizione popolare, senza paura di essere “antichi” , “retrogradi”,“babbi” o “matusa”sapendo che, un giorno non lontano, queste conoscenze potranno salvare l’umanità, ancora un’altra volta. Osservando le straordinarie sculture che ornano il portale destro della facciata della cattedrale di Chartres, noterete che vi sono due personaggi, curvi sotto il peso di due figure slanciate sovrastanti; una raffigura Aristotele che regge sulle sue spalle la Logica e l’altra Pitagora che sostiene il pentagramma della Musica dell’universo che altro non è che l’armonia, la matematica e la perfetta geometria del creato. Sicuramente il cosmologo Bernardo di Chartres ha commissionato al suo scultore quest’opera, spinto dalla sua visione, affermando che, in fin dei conti, non siamo altro che insignificanti nani sulle spalle di giganti, sì che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non per l’acutezza della nostra vista ma perché sostenuti e portati in alto dalla statura e dalla forza dei giganti. I Giganti non sono altro che i grandi filosofi e matematici greci ma anche mediorientali, riscoperti più volte nel corso dei secoli, tradotti e studiati da quei sempliciotti e dogmatici monaci che così esprimevano due codici basilari per il progresso tecnologico: il radicamento nella tradizione e la libertà dell’immaginazione e della creatività. La visione tra il passato medioevale ed il futuro della scienza passa attraverso la riscoperta e lo svelamento dei codici e dei simboli misterici del passato. Un lavoro che si sviluppa nel tentativo di rispondere, nel modo più aderente possibile alla realtà, alle domande circa il comportamento della Natura, con il potente supporto della logica, asse portante della cultura medioevale e con l’aiuto della matematica e della geometria, che erano i linguaggi adatti per rispondere ad ogni interrogativo. 3 Parlando di geometria e matematica occorre ricondurvi alla Sezione Aurea, che deve far parte del bagaglio di chiunque costruisca un edificio; ogni forma ed ogni oggetto dovrebbero essere misurati a e realizzati secondo il numero aureo, la sacra sezione. Ricordo un bellissimo viaggio in Puglia, ad Andria; riaffiorano alla mente le sensazioni di libertà e di onnipotenza quando si poteva raggiungere ogni luogo della terra in poche ore. Quei tempi forse non potranno essere più rivissuti, dopo i tristi eventi che vi racconterò, almeno da me che ho già un po’di anni sulle spalle. In Puglia esiste un bellissimo castello veramente magico, proprio come nelle favole, ma senza le principesse addormentate, anzi era un castello dove ci si “sveglia” nel vero senso della parola, si misurava qui un’energia altissima, superiore ai 10.000 U.B.; molti di voi non sapranno cosa significa Unità Bovis (U.B) ma a tempo debito lo capirete. Il castello è vicino ad Andria e si chiamava “Castel del Monte”. E’ un possente e dominante castello dalle mura alte, decise, potenti e dalla forma ottagonale, si erge solitario ed enigmatico sulla cima di una dolce collina; intorno si osservava, ai tempi, solo una piatta campagna disseminata di ulivi che ricordano un esercito di soldati sull’attenti, allineati e forti. Questa campagna, dai tratti tipici del mezzogiorno, alternava zone riarse dal sole a macchie di un verde intenso e vivo, costituite da grandi alberi frondosi che sembravano messi lì appositamente da qualche antico Genius Loci, per ombreggiare il viandante nelle calde giornate d’Agosto. Questo castello, è quasi incredibilmente lasciato lontano dalle costruzioni moderne, intatto nella sua misteriosa e magica magnificenza. Una scelta che i suoi ignoti edificatori hanno sicuramente gradito. Con l’amico e grande scienziato romano Roberto Zamperini mi recai laggiù, per visitare questo straordinario monumento, del quale avevo letto tanto ed ero davvero curioso ed emozionato; una visita che consideravo quasi un pellegrinaggio sacro. Mi accompagnava, come sempre negli eventi importanti e significativi della mia vita, la mia dolcissima moglie Elisabetta Restelli, farmacista, alchimista e studiosa di Astrologia, Misticismo e Simbolismo, che ha lasciato il corpo anni fa; è stato il mio ultimo viaggio di studi e ricerche, insieme a lei, ed è per questo che ricordo tutto con grande commozione ed una certa nostalgia. All’ingresso della salita, che conduceva al Castello, vi erano curiose bancarelle dove vendevano piccole riproduzioni del castello in varie grandezze e guide del monumento, nonché bei libri illustrati, in gran parte firmati da Aldo Tavolaro, grande studioso di Castel del Monte, così ben fatti che ne acquistai alcuni. Le indicazioni di Roberto e le mie misurazioni delle forze telluriche, del magnetismo e delle vibrazioni sottili che il castello e la zona circostante emettevano, ci portarono ad una prima incredibile sorpresa: tutto era stato costruito sulla base del numero aureo (Φ), ogni particolare architettonico era stato concepito seguendo la proporzione divina che quel numero racchiude. 4 Perché mai gli ignoti costruttori di Castel del Monte hanno replicato il Phi (numero aureo) così tante volte in quel monumento e con quale scopo poi, un interrogativo che mi aveva tormentato per molto tempo, finchè non compresi il significato sacro del Φ. Tornato a Milano, in uno dei libri di un certo Tavolaro trovai questa particolare citazione: “Castel del Monte non è funzionale, non è abitabile, non ha cucine e i cinque caminetti (pochi rispetto alle stanze) son tanto piccoli da poterci arrostire un paio di spiedini di carne…”. Non solo non è una residenza di caccia, non è nemmeno una struttura difensiva, ma il castello è, di fatto, inabitabile. Mi chiesi: Una così immensa struttura assolutamente inutile? Con Roberto, in seguito a sofisticate misurazioni, arrivammo ad una conclusione: sette delle otto stanze del primo piano attivavano ciascuna uno specifico centro sottile (di energia sottile). Potrebbe essere allora una vera macchina energetica, con 800 anni di storia e, come sosteneva il Tavolaro nei suoi libri, si era costretti a riconoscere che si tratta realmente di un luogo sacro ed iniziatico. Il visitatore attento, rispettoso e con mente aperta, non poteva non fare a meno di constatare che ogni forma, ogni stanza, ogni rapporto erano stati attentamente studiati e calibrati, onde ottenere la massima amplificazione degli effetti energetici del Φ. Talmente potente questo castello da essere raffigurato, a suo tempo, anche sulle monete da 1 cent dell’Euro Italiano. Si è stabilito, da sempre, che il numero aureo detto anche sezione aurea ha potenti effetti energetici; vi devo però spiegare bene che cos’è, come e quando nasce questo misterioso “numero aureo”. Questa lezione l’ho ripetuta mille volte alle decine di allievi che negli anni gli Dei della Natura ed il Dharma mi hanno concesso di avere. Il Dharma, per chi non lo sapesse, è un termine sanscrito che, sopratutto presso le religioni e le filosofie dell'Asia meridionale riveste numerosi significati. Può essere tradotto come “dovere”, “legge”, “legge cosmica”, “legge naturale”, oppure “il modo in cui le cose sono e devono essere” per ottemperare al proprio Karma” vale a dire il principio di “causa-effetto”, un principio di concatenazione secondo il quale ogni azione provoca una reazione, vincolando, per alcune di esse, gli esseri senzienti al “Samsāra” (il ciclo di morte e rinascita). Sono sicuro che è il Karma quello che guida gli uomini nel loro percorso su questa terra e gli avvenimenti che incontrano hanno una loro logica non-casuale. Come non casuale è la matematica e la geometria dell’Universo, sembrano numeri e 5 forme messe lì, fortuitamente, ma se vengono lette con occhi, mente e cuore diverso rivelano un’infinità di dati e rapporti di non-casualità da crearne una vera scienza esatta (vedi Caballà). Un esempio è il numero aureo o Phi che descrive numericamente un rapporto, detto aureo, per l’appunto. Un rapporto che, almeno così sembra, irruppe nella storia della matematica tre secoli prima di Cristo. Euclide, il grande matematico alessandrino, nei suoi “Elementi” (un’opera che è il fondamento della geometria che ancor oggi si insegna nelle scuole) lo descrive in queste poche parole: “Siano dati due segmenti in cui il maggiore sta al minore, come la loro somma sta al maggiore dei due”. BC: AB=AB: AC Sembrerebbe qualcosa di ordinario, degno di perdersi tra le centinaia di pagine delle opere di Euclide, eppure questa proporzione, questo rapporto, che gli antichi chiamavano divino e che oggi chiamiamo Phi o numero aureo, ha avuto una fortuna incredibile nel corso dei secoli. Lo ritrovai citato in opere di filosofia e in letteratura, utilizzato in architettura, riscontrato in biologia, in medicina, in chimica e presente, almeno secondo alcuni, perfino in musica e in astronomia. I matematici gli hanno sempre dedicato la massima attenzione. La proporzione di Euclide, grazie alla risoluzione di una semplice equazione di secondo grado, può tradursi nel seguente numero: Φ o Phi = 1,6180339887498948482 …. I puntini ci dicono che Phi è un numero che non finisce mai o, per meglio dire, è un numero irrazionale, come l’ancor più celebre Pi greco. Irrazionali sono quei numeri che non possono esprimersi con una frazione (ratio). Per esempio: 0,3333333333… pur essendo composto da un numero infinito di cifre, non è irrazionale perché si può esprimere con la semplice frazione 1:3. Un numero irrazionale può esprimersi con una frazione solo se lo approssimiamo, ma se ne vogliamo il valore esatto, non c’è alcuna frazione al mondo che possa esprimerlo esattamente. In definitiva: nessuno al mondo potrà mai conoscere con assoluta esattezza il valore di un numero irrazionale. L’impatto, nel mondo greco, di siffatti numeri, fu per alcuni pensatori un grande trauma. Si sparse la voce che Pitagora, la cui filosofia era centrata sui numeri e sulla commensurabilità, accolse la cosa molto ma molto male. Ma, per saperne di più, troverete più avanti altri “segreti” della sezione aurea, che vi saranno di estrema utilità nella vita. Ricordate che è il numero della perfezione, dell’armonia, della bellezza per cui, fatevi fare i biglietti da visita o la porta di ingresso della casa o le finestre in sezione aurea, ne trarrà, senza dubbio, beneficio la casa e voi stessi sarete rappresentati in società con la miglior armonia possibile. Ricordatevi, infine, che le carte di credito sono state create in “sezione aurea”. Ora capite perché l’umanità è stata attratta da questa invenzione che ha origini da “poteri” molto forti (e di certo non sprovveduti) e perché vi sentite felici di possedere quel tesserino magnetico 6 con le “misure” armoniche. Acquistare usando la tesserina di plastica non dà alcuna ansia solo sensazioni di fiducia e di benessere! C’è una certa astuzia “sottile”, in questo, non è vero? Nonostante le intuizioni di Fibonacci e la possibilità di usufruire di computer sofisticatissimi, in grado di creare modelli teorici sulla base della sezione aurea, la scienza si è sempre dannata l’anima per cercare di creare un convertitore matematico e geometrico che potesse corrispondere al nostro sistema solare in quanto espressione massima dell’armonia universale ed in grado di trasformare l’energia dei neutrini, secondo una legge di similitudine. Mi chiederete, ora, cosa sono i “neutrini”, visto che se ne parla oramai anche al bar, dopo che il CERN di Ginevra ha, abilmente, informato i media (per crearsi molta pubblicità, poter avere visibilità massima e quindi maggiori fondi e contributi europei). Vi ricordo che, al CERN (Centro Europeo Ricerche Nucleari) è stato girato anche il bellissimo film, interpretato da Tom Hanks sulla base del libro del solito magico Dan Brown dal titolo: “Angeli e Demoni”. Questi benedetti neutrini hanno messo, da un po’ di tempo, in crisi la fisica moderna in quanto viaggiano più veloci di quanto dovrebbero secondo il nostro mitico Einstein, sfidando la teoria della relatività. La comunità dei fisici si è affannata a rielaborare le teorie base della loro scienza. I neutrini hanno trovato una scorciatoia in un’altra dimensione, insomma le dimensioni non sono solo quattro (le tre dello spazio più quella temporale); oppure, la velocità della luce non è l’ultimo limite. Einstein elaborò una teoria più generale che si sovrappone a quella di Newton, a sua volta non del tutto scorretta; ed ancora, la teoria di Einstein potrebbe essere valida in certi campi ma ne esiste una ancora più generale, cercate di immaginare il gioco delle “matrioske” (le famose bambole russe che si infilano le une nelle altre); direi che il paragone può calzare. Il “modello standard”, ovvero l’edificio concettuale, elaborato dai fisici per chiarire come si organizza la materia, è come un palazzo che si regge su una serie di architravi. Queste architravi sono le costanti fondamentali della fisica: la costante di Planck, la costante gravitazionale, la carica dell’elettrone ed alcune altre. Queste costanti sono legate fra loro, per cui, variando il valore di una, si deve tener conto della necessità di aggiustare anche le altre. Una delle costanti, forse quella di maggiore importanza, insieme con la costante di Planck è la velocità della luce nel vuoto. Su di essa si basa in particolare la struttura della “relatività generale”, la famosissima teoria, formulata da Albert Einstein, che spiega come si sia originato e sviluppato l'universo dal cosiddetto Big Bang ad oggi. Secondo la teoria einsteiniana, esiste nell’universo una velocità limite, che non si può superare. A mano a mano che un corpo si avvicina a questa velocità limite, il suo tempo relativo (cioè il tempo misurato da un orologio connesso al corpo in moto) rallenta, le dimensioni del corpo si accorciano, la massa del corpo aumenta. Se si potesse raggiungere la velocità limite, il corpo avrebbe volume zero, massa infinita e il suo tempo sarebbe fermo. 7 Per questo, dal punto di vista teorico, la velocità limite è per definizione irraggiungibile. Sempre secondo la teoria einsteiniana, tale velocità limite è quella della luce nel vuoto. Un esperimento, condotto dagli scienziati del CERN e dei laboratori italiani, ad essi collegati, del Gran Sasso (che collaborano alle ricerche sui neutrini e sull’antimateria, giocando a spararsi fasci di particelle che attraversano silenziose e forse micidiali la Svizzera e mezza Italia), sembra contraddire quest’ultimo punto. Esisterebbero particelle dotate di massa, i neutrini appunto, in grado di viaggiare a velocità superiore a quella della luce. Se confermata, questa scoperta avrebbe pesanti ripercussioni su tutto il modello standard. Significherebbe che la velocità limite non è quella della luce nel vuoto, ma un’altra ancora indefinita e legata non si sa a che fenomeno (non può essere l’ipotetica velocità superluminale dei neutrini, perché non sarebbe compatibile con la loro massa). Ciò comporterebbe la revisione generale di tutte le principali costanti fondamentali, e un riaggiustamento dell’intero modello standard. Significherebbe anche che andrebbero ricalibrati teoricamente tutti gli esperimenti-limite che stanno conducendo i fisici per capire come sia fatto il cosmo. Fra l’altro, gli scienziati stanno cercando affannosamente la “particella di Higgs” (ultimamente affermano di averla captata ma vi sono dubbi), che secondo il modello standard è quella che genera la massa. La si cerca all’interno di certi parametri definiti dalle costanti fondamentali, ma, se i valori di queste ultime vanno ricalibrati, dovrà essere cercata in direzioni diverse da quelle seguite finora. Non è però detto che le scoperte del CERN, se confermate, significhino la demolizione completa della Teoria della Relatività Generale (TRG). La scienza, come è noto, lavora per deduzioni e logiche successive. Prima della teoria einsteiniana, ciò che spiegava meglio il funzionamento del cosmo era la ben nota teoria della gravitazione universale di Isaac Newton (la mela di Newton ricordate?). Poi, si è scoperto che la sua validità era confinata entro certi limiti, e che poteva essere considerata come un aspetto particolare della Teoria della Relatività Generale. È possibile che in futuro si possa andare oltre la concezione einsteiniana, e che questa non sia che una situazione particolare nell’ambito di una teoria ben più vasta. Esistono già teorie del genere, per esempio la Teoria delle Stringhe, che contemplano la relatività come un caso particolare, prevedono un universo con molte dimensioni e diversi piani della realtà. Per ora queste sono soltanto teorie, prive di risvolti pratici, ma ho sempre temuto che una catastrofe elettromagnetica, anche solo parziale, avrebbe causato un blocco delle ricerche e l’allontanamento di un gran numero di scienziati, dopo la chiusura dei laboratori ed aziende, segnando uno stop alle sperimentazioni ed alle costosissime ricerche, spesso pericolose e senza alcun senso. Sarà dato spazio alla ricerca di una nuova dimensione umana, della natura, dell’anima delle cose e soprattutto dell’amore e della solidarietà tra i sopravvissuti. Un uomo nuovo ne risorgerà a cui non importerà di stringhe e di teorie cervellotiche, di atomi e di neutrini e nemmeno del Big Bang. 8 La Vita e la sopravvivenza saranno gli unici principi su cui focalizzare la propria attenzione e su cui costruire il proprio futuro. L’Antimateria Ricordo che l’ipotesi più accreditata è che l’antimateria sembra non essere più presente nell’universo conosciuto a causa della presenza di neutrini, particelle elusive ed invasive con massa prossima a zero e niente carica. Un grammo di antimateria vale come una centrale nucleare, avevano sentenziato gli scienziati più accreditati, se riuscissimo a trovarne un po’ o a crearla, i problemi energetici del mondo sarebbero ben presto risolti. L’antimateria è in grado di generare energia allo stato puro. Avevano spedito nello spazio anche uno Shuttle per raggiungere, con strumenti sofisticati, la Stazione spaziale orbitante per poter catturare anche solo una piccola particella. Questa “antimateria” , per le sue caratteristiche esterne non appare diversa dalla comune materia; ma la sua capacità di distruggere tutto ciò che intercetta è perfettamente camuffata. Basta un contatto anche brevissimo con qualsiasi frammento del nostro mondo per annichilirlo, cancellandone perfino la memoria energetica. Ma quali proprietà le conferiscono tali poteri? Si sapeva che nei suoi atomi l’elettrone (positrone) ha carica positiva ed il protone carica negativa. Se l’Atollo Bikini, Nagasaki o Hiroshima hanno dimostrato cosa può fare un millesimo dell’energia contenuta in una piccola quantità di materia, pensate la quantità di energia liberata dall’annichilazione di un ettogrammo di antimateria a contatto col suo “doppio” materiale. Con costosi e lunghi esperimenti si è riusciti a crearne un minuscolo quantitativo: 38 atomi di “anti- idrogeno” in Svizzera e 1 anti-elio nel dipartimento di energia di Brookhaven negli USA. Tutto iniziò a Cambridge con le ricerche e gli studi del fisico Jean Paul Dirac (Nobel nel 1929) che dimostrò con equazioni l’esistenza dell’”anti-mondo” e la presenza dei positroni, le particelle che hanno carica positiva e che sono l’esatta controparte degli elettroni. L’antimateria dunque, almeno sotto la forma di positroni, in natura esiste eccome. Pensate ai famosi scanner PET (Positron Emission Tomography) che utilizzano appunto i positroni dell’antimateria. Come mai visto che nelle galassie ci erano pervenute da anni informazioni, attraverso raggi Gamma, che esistono nubi di positroni, non si era riusciti a captarli? La scienza allora ha creato un laboratorio sofisticato e costosissimo: il CERN di Ginevra. Qui è stato costruito un tunnel di 27 chilometri LHC (Large Hadron Collider), scavato 100 metri sotto il confine tra Svizzera e Francia. Sugli stessi binari ma in senso opposto correvano, alla velocità della luce, elettroni e positroni nel tentativo di riprodurre, per qualche istante ed in una minuscola porzione di spazio, ciò che nell’universo è avvenuto una frazione di secondo dopo il famoso Big Bang. Da questo Big Bang, simulato in scala minima, gli scienziati credevano di poter scoprire quali forme di particelle ed antiparticelle fossero comparse quando l’energia si è convertita in oggetti materiali nell’universo appena nato. 9 Ma i laboratori, purtroppo, non sono la Natura e questa si è ribellata con gli effetti più devastanti che si potessero immaginare. La sezione aurea, quasi certamente sconosciuta a quei ricercatori ipertecnologici, non era stata rispettata sia nelle dimensioni dell’acceleratore che nelle attrezzature deputate ai trasferimenti di materie e gas e neppure nelle strutture spaziali, che creavano onde di forma non biocompatibili. Non avendo avuto un gran successo negli esperimenti di terra, se non parzialmente con quei 38 atomi di anti-idrogeno, questi ricercatori hanno pensato bene di lanciare nello spazio gli strumenti per verificare ed eventualmente catturare la famosa antimateria. Hanno così progettato un laboratorio superattrezzato del diametro di 3 metri e del peso di sette tonnellate (Beta Magnetic Spectrometer), dotato di telescopio e di sofisticate strumentazioni necessarie per captazioni impossibili sulla terra; anche qui nessun rispetto della sezione aurea, forse neanche per le orbite della stazione spaziale. Tenete presente che la rivoluzione siderale è il tempo che impiega l'oggetto per compiere un’intera orbita intorno al Sole, ovvero il tempo impiegato per ritornare allo stesso punto rispetto alle stelle fisse; per la Terra ad esempio è di 365 giorni. Questo è considerato il vero periodo di rivoluzione di un oggetto. La rivoluzione sinodica è il tempo che impiega un oggetto, osservato dalla Terra, per ritornare nella stessa posizione nel cielo, rispetto al Sole. La rivoluzione sinodica differisce dalla rivoluzione siderale, perché la Terra stessa gira intorno al Sole. I tempi di rivoluzione in anni dei vari pianeti sono le varie elevate di Phi, vale a dire: Phi2 = 1.618...*1.618...' = 2.618...; Phi3 = 2.618../1.618... = 4.236.:. etc. o al contrario 1.618.../1.618... = 1.0; 1.0/1.618... = 0.618...; 0.618.../1.618... = 0.3819... ecc…. Le dimensioni della stazione orbitante avrebbero dovuto rispettare alcune conoscenze geometriche come ad esempio il concetto di “Nautilus” : sì proprio come il nome del sommergibile del capitano Nemo, descritto nel bellissimo romanzo di fantascienza di E. Salgari che, da buon iniziato alle scienze esoteriche, ha precorso i tempi nei suoi racconti. Il Nautilus è la spirale a sezione aurea ed è costituito da una serie di rettangoli a sezione aurea annidati uno dentro l’altro, in maniera frattale: se all’interno di un rettangolo aureo si disegna un quadrato con lato uguale al lato minore del rettangolo, il rettangolo di differenza sarà anch’esso un rettangolo aureo. Ripetete l’operazione per almeno cinque volte, al fine di avere un effetto visivo adeguato. Collocate la punta del compasso sul vertice del quadrato che giace sul lato lungo del rettangolo e tracciate l'arco che unisce le estremità dei due lati che formano l'angolo scelto. Ripetete l’operazione, per ogni quadrato disegnato, in modo da creare una linea continua. A questo punto usate le potenze di Phi per disegnare il Nautilus. 10

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della mistica ebraica e afferma che le ventidue lettere dell'alfabeto ebraico erano preesistenti alla da Mosè, divenne poi il fondamento della teologia Cristiana, che la acquisì incontestabilmente dall'India”Durante Memorial Sloan-Ketrering Cancer Center) che, nonostante i lavori positivi del
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