ebook img

20.000 pagine alla ricerca di Verne PDF

295 Pages·2016·3.85 MB·Italian
by  Hobana
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview 20.000 pagine alla ricerca di Verne

lon Hobana 20.000 PAGINE ALLA RICERCA DI JULES VERNE Editrice Nord Titolo originale: 20.000 DE PAGINI IN CAUTAREA LUI JULES VERNE Traduzione dell'Autore Prima edizione italiana: novembre 1981 Proprietà letteraria riservata © 1979 by Editimi Univers © 1981 per l'edizione italiana by Editrice Nord, Via Rubens, 25 - 20148 Milano Stampato dalla litografia AGEL, Rescaldina (Milano) nel mese di novembre 1981 Indice LE BRACCIA INCROCIATE (quasi una prefazione)______ 6 PRELUDI _________________________________________ 23 IL FANTASMA DEL PRIMO AMORE ________________ 40 MOBILIS IN MOBILE ______________________________ 52 LA RICERCA DELLA VEROSIMIGLIANZA __________ 78 LA NASCITA DI UN CAPOLAVORO ________________ 102 LE IDEE DI PASCHAL GROUSSET _________________ 129 PERSONAGGI E PAESAGGI ROMENI ______________ 145 IL BEL DANUBIO GIALLO ________________________ 148 ATTORNO AL MAR NERO_________________________ 157 IL CANTO DELLA RIMEMBRANZA ________________ 162 APPUNTI DI UN GIORNALISTA____________________ 204 UN FINE CHE NON É, SE NON UN PRINCIPIO_______ 216 COLLABORAZIONE FAMILIARE__________________ 219 LA TERRA HA BISOGNO DI NUOVI UOMINI________ 239 APPENDICE____________________________________254 EDGAR POE E LE SUE OPERE (Frammenti) _________ 254 Musée des familles aprile 1864____________________________ 254 I VIAGGI E LE AVVENTURE DEL CAPITANO HATTERAS Gli inglesi al polo nord - Il deserto di ghiaccio264 RICORDI D'INFANZIA E DI GIOVENTÙ ____________ 267 UNA VISITA A JULES VERNE E A VICTORIEN SARDOU _________________________________________________ 276 BIBLIOGRAFIA_________________________________287 I. Libri consacrati alla vita ed all'opera dello scrittore____ 287 II. Bollettini, numeri speciali e rassegne di alcune riviste (in ordine cronologico)_________________________________ 289 III. Capitoli, studi, prefazioni, articoli _________________ 290 Varia_____________________________________________ 294 A mia moglie Una precisazione forse non inutile: le ventimila pagine del titolo provengono esclusivamente dagli scritti dovuti a Jules Verne (romanzi, novelle, racconti, componimenti teatrali, libri di volgarizzazione scientifica, studi, articoli, lettere). Se dovessimo aggiungere a tali scritti quelli della bibliografia, probabilmente il numero delle pagine risulterebbe raddoppiato. Mi sia concesso ora di ricordare tutti coloro che mi porsero un concreto aiuto, senza il quale non sarei stato in grado di presentare questa nuova testimonianza della mia vecchia predilezione per l'autore dei Viaggi straordinari: Pierre Barbet, VirgiI Cândea, Lucia-Angela Dudescu, Jacques Van Herp, Charles-Noël Martin, Mircea Opriţă, Claude Pichois, Angela Popescu-Brediceni, Adrian Rogoz, Darko Suvin, e infine — ultimo di questo elenco ma non il meno importante — Pierre Versins. LE BRACCIA INCROCIATE (quasi una prefazione) Nel poco bagaglio che portavo con me quando scesi a Bucarest, nel 1949, si trovava anche il libro La Jangada, 800 lieues sur l'Amazon (La Jangada, 800 leghe sul Rio delle Amazzoni), nella superba edizione «rouge et or» dovuta a Hetzel. L'avevo ricevuto in regalo dai genitori, a un mio compleanno, forse con l'intento da parte loro di far ravvivare lo scialbo blu dei volumi della serie Jules Verne pubblicati dalla casa editrice Cugetarea1. Sulla copertina di quell'esemplare unico nella mia biblioteca di adolescente provinciale c'era il ritratto dell'autore, in mezzo profilo, con i capelli e la barba di un bianco non ancora uniforme e con la rosetta della Legion d'Onore attaccata al bavero. Questa è l'immagine che penetrò nella coscienza di tante generazioni di lettori occultando la difficile giovinezza e i drammi celati sotto le insegne di una serenità illusoria. Ma nell'autunno in cui entrai all'università le testimonianze che avrebbero potuto cambiare il mio punto di vista erano poche e quasi inaccessibili. Avevo letto, certo, Il romanzo di Jules Verne, di Dinu Moroianu, nella cui prefazione l'autore si rammaricava — pure lui — del fatto che «sebbene il numero delle versioni e delle leggende riguardanti le opere di Verne sia grande, gli atti e i documenti reali si rivelano estremamente scarsi». Lo scritto Jules Verne et ses voyages (Jules Verne e i suoi viaggi), di Franck Bernard, che veniva menzionato come fonte principale, era un'onesta rielaborazione della prima 1 Cogitazione. biografia basata su ricordi e lettere di famiglia, Jules Verne, sa vie, son oeuvre (Jules Verne, la sua vita e le sue opere), pubblicata nel 1928 da Marguerite Aliotte de la Fuÿe, la moglie di un nipote di un cugino dello scrittore: biografia che in seguito mi capitò di trovare nella bottega di antiquariato attigua al cinematografo «Scala». Ma a quei tempi, chi mai avrebbe potuto avere la minima idea dell'esistenza della Società Jules Verne e dei suoi bollettini, stampati (la prima serie) fra gli anni 1935 e 1938? E poi, dove andare a cercare il numero 11/1949 della rivista «Arts et lettres», che segnava l'inizio dell'epoca moderna dell'esegesi del Verne? Ho rievocato quei tempi — dai quali ora ci separano tre decenni — affinché si possa comprendere più chiaramente l'effetto prodotto dalla pubblicazione, nella primavera del 1955, del numero speciale di «Europe». Gli studi e gli articoli dei collaboratori della rivista recavano nuovi dati circa la vita e l'opera di Jules Verne, considerandole alla luce della situazione sociale e politica della seconda metà del XIX secolo. Nonostante tutte le inesattezze e le sfumature sociologizzanti che oggi siamo in grado di emendare alla luce delle rivelazioni documentarie e delle interpretazioni recenti, tali studi e articoli hanno contribuito alla conservazione e alla stimolazione dell'effervescenza critica, concretatasi in un numero relativamente notevole di scritti che ormai fanno testo. Per quanto mi riguarda, l'emozione più forte fu data dallo scoprire, nella fotografia riprodotta sulla copertina del libro, un giovane dio con la chioma ribelle che sovrastava una fronte ampia, con lo sguardo magnetico e con le braccia incrociate in un atteggiamento che s'indovinava a lui familiare. Jules Verne aveva allora venticinque anni ed era un grande appassionato dei motti di spirito (boutades), come testimonia una lettera inviata al padre nell'aprile 1853: «... giacché la vecchiaia scende sulle nostre ciocche bionde; sul nostro cranio già si vedono alcuni peli bianchi; il nostro volto è ormai segnato dalle rughe come se fosse la campagna romana solcata dalle trincee dell'assedio. (...) Ho detto addio a tutte le illusioni della fanciullezza, ora che la vecchiaia ha lasciato sulle mie tempie le impronte delle sue zampe d'oca...». Quello che qui c'interessa, però, è l'atteggiamento del giovane Verne: le braccia incrociate, quasi un simbolo dai significati molteplici. Prima di tutto la meditazione, il ricercare: cose del tutto normali in un uomo che non si era ancora fatto strada nella vita e nella letteratura. All'età di venticinque anni il segretario onorario del Teatro Lirico, che «si era installato scientemente nella povertà» (19, pag. 53),2 scriveva a sua madre: «Lo so che esistono cavalli che vantano un illustre pedigree e cani appartenenti a un gran casato vestiti meglio di me, ma non tutti possono godere del privilegio di scalpitare davanti ai cocchi o di dormire sulle trapunte delle duchesse» (id., pag. 52). In questa lettera, come in varie altre di quegli anni, il problema della biancheria strettamente necessaria ricorre con insistenza, avvolto spesso in metafore che cercano di celare la penosità della situazione. Le cose non stanno molto meglio neanche nel campo creativo. La commedietta in versi Les pailles rompues (Le paglie rotte), rappresentata dodici volte sulla scena del Teatro Storico di Alexandre Dumas, ebbe un successo modesto e gli fruttò quindici franchi. Neppure l'operetta Colin Maillard (A moscacieca), il cui libretto era stato scritto in collaborazione con Michel Carré, entusiasmò pubblico o critica. Jules Verne segna poi all'attivo alcuni testi stampati sulla rivista «Le Musée des Familles»: Les premiers navires de la marine mexicaine (Le prime navi della marina messicana), Un voyage en ballon (Un viaggio in pallone), Martin Paz. Ma la sola cosa certa in quel periodo fu la decisione di diventare letterato e non giurista come esigeva suo 2 In questo e negli altri casi consimili, il numero si riferisce ai testi elencati nella bibliografia. (N.d.E.). padre, al quale Jules scriveva nel 12 dicembre 1848 (anno in cui si era stabilito a Parigi): «A Nantes, in verità, è assai poco compreso il piacere di essere al corrente su ciò che riguarda la letteratura, d'interessarsi agli aspetti che può presentare, di seguire le varie fasi che percorre altalenando da Shakespeare a Racine, da Scribe a Clerville! Bisogna fare studi profondi sul genere presente e soprattutto su quello avvenire».3 Ecco un'altra lettera, del 26 gennaio 1851: «Io lavoro: e se i miei scritti non avranno buona riuscita subito, aspetterò. (...) Posso diventare un buon scrittore ma non sarei che un cattivo avvocato, poiché in tutte le cose vedo soltanto il lato comico e la forma artistica. (...) Perciò devo agire al momento presente e aver fiducia nel futuro». Ed ecco infine una dichiarazione di carattere programmatico, del marzo 1851: «La letteratura innanzi tutto, perché è il solo campo in cui io posso riuscire e perché il mio spirito è orientato — senza il minimo tentennamento — in questa direzione». Il particolare interesse coltivato per tutto ciò che riguarda la sorte della creazione spinge il giovane autore drammatico a condannare con veemenza la censura conservatrice: «Sembra che l'amministrazione municipale della città di Nantes abbia messo all'indice Claudie di George Sand! Cretini! Non saprei dire a che grado di perfezione antiprogressista arriverà la città di Nantes!». Ma simili sfuriate avvengono assai di rado. La nota dominante della corrispondenza con i familiari, nel periodo compreso fra il 1848 e il 1852, sembrerebbe piuttosto l'indifferenza rispetto agli avvenimenti politici, se non addirittura l'ostilità dichiarata nella lettera del 12 dicembre 1848: «Purtroppo questa politica infernale inghiotte tutto e 3 Tutte le lettere di Jules Verne non accompagnate da rinvii a una fonte diversa sono state pubblicate in «Bulletin de la Societé Jules Verne», prima serie, n. 11-12-13, giugno-settembre-dicembre 1938; oppure fanno parte del patrimonio Hetzel, custodito nella Biblioteca Nazionale di Parigi, sala dei manoscritti. avvolge col suo manto prosaico la bella poesia. Che vadano al diavolo i ministri e il presidente (Ludovico-Napoleone), se in Francia ci rimane ancora un poeta capace di far sussultare i cuori!». Ed ecco altre citazioni eloquenti: «Non si sa se ci saranno tumulti. Ad ogni modo io non m'immischierò»; «Ormai una guerra, una ribellione, non possono significare se non una guerra civile: e da che parte schierarsi? Chi rappresenterà il partito dell'ordine? Sotto quali insegne arruolarsi? (...) Cosa succederà? Infatti non si sa dove arriveremo! Per quanto mi riguarda, mi asserraglio in casa e mi metto a lavorare, a condizione che non sia disturbato. Che se la cavino da soli»; «Non so come andranno a finire tutte queste cose: ma io non m'immischio per nulla, visto che d'altronde si deve star zitti se non ci si vuole far acchiappare»; «Sabato assisteremo al ritorno di sua maestà imperiale Napoleone III nella sua benevola città di Parigi. Tutto ciò mi diverte moltissimo. Vedremo come si evolveranno le cose». In queste professioni di fede un po' ostentate si fa sentire non soltanto l'intenzione di rassicurare i familiari ma anche la preoccupazione per una situazione le cui caratteristiche erano la tensione e il caos. Quanto all'indifferenza, il fatto che questa non fosse se non una finzione risulta chiaramente da varie altre lettere, stavolta senza il minimo equivoco: «Si stanno preparando a festeggiare il 24 febbraio, il famoso anniversario [della rivoluzione del 1848. I.H.]; se fossi io Napoleone sceglierei quello stesso giorno per farmi far re! In fin dei conti, ciò non sarebbe né la più stupida né la meno interessante delle sorprese del giorno!»; «Tutti i negozi abbassano le serrande. In ogni luogo vengono alzate barricate; gli uomini sono imprigionati oppure afferrati per i capelli e trascinati per le strade! I rappresentanti Baudin e Madier de Montjau vengono uccisi!4 Non voglio ingerirmi, ma dove ci porterà tutto questo?» (qui il ritornello della «non 4 Madier de Montjau riuscì a rifugiarsi nel Belgio.

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.