10 ottimi motivi per non cominciare una dieta Martina Liverani direzione editoriale: Calogero Garlisi redazione e comunicazione: Gabriele Dadati grafica e interni: Daniele Ceccherini utili consigli: Giulio Mozzi progetto grafico: Alessandro Simonato ISBN 9788896999356 Laurana Editore è un marchio Novecento media s.r.l. Copyright © 2012 Novecento media s.r.l. via Carlo Tenca, 7 – 20124 Milano www.laurana.it – [email protected] Martina Liverani 10 ottimi motivi per non cominciare una dieta prefazione di Cristina Sivieri Tagliabue Alle mie amiche Valentina e Barbara, loro sanno il perché! Tutto falso, tutto vero di Cristina Sivieri Tagliabue La possibilità che il mondo infili una direzione diversa da quella che ci eravamo prefigurate esiste. Ed è reale. La probabilità che la parola “vero” indossi significati diversi da reale e diventi scivolosa è tangibile. La planimetria delle umane certezze in questo momento è in totale rivisitazione. Come i sistemi valoriali con i quali siamo cresciute, e diventate piccole o grandi donne. Si sono via via dissolti, rinforzati, modificati, plasmati, reiterati, stigmatizzati, reinventati, cancellati, sostituiti. In pochissimi anni, come un terremoto, la sostanza delle nostre certezze è cambiata. E non è soltanto un discorso di “crisi economica globale”. E non è soltanto il comprendere che quando tutto diventa merce, ma la merce è ovunque, il valore di ciò che compriamo è soltanto la sua percezione. Come se il significato fosse fuori dall’oggetto e dal soggetto in questione, ma nella rispondenza delle aspettative delle persone, nei confronti di ciò che si osserva. Ciò di cui si parla. Se, allora, tutto si allontana da quanto in realtà possiamo toccare con mano, e l’attenzione si concentra sull’immagine che abbiamo del reale. Se infine quello che conta è la filosofia con cui guardiamo alla realtà, allora è chiaro che il libro di Martina Liverani è tra i testi che aprirà un’epoca prossima futura. Perché in un mondo in cui il corpo diventa sempre più lontano dalla sua descrizione e dalla sua percezione, Martina obbliga a una riflessione concreta sul ritorno alla vita, alla felicità, alla dimensione umana, a essere chi si è, e non a chi si dovrebbe essere. La percezione di chi siamo è appannata da Photoshop? Dopo la presa di coscienza di associazioni femminili, anche partecipate da uomini, sul tema dell’immagine femminile, e il lavoro di autrici italiane e internazionali, giornaliste, scrittrici, registe, siamo arrivate al punto in cui non occorre solo denunciare. Ma costruire una nuova narrazione. Solo attraverso un nuovo discorso di e con se stesse, un nuovo parlare di come siamo senza diktat, solo attraverso la partecipazione e la comprensione dei nostri reali desideri potremmo avere una vita sana. Con reazioni sane. Con realizzazioni e professioni sane. Con amori sani, come anche cibi, abitudini, case, arredamento, artisti, esposizioni, vacanze e gioielli sani. La salute è alla base del nostro benessere. Rinunciando alla salute per essere percepite come ideale estetico non abbiamo tempo da dedicare alle nostre intelligenze, ai nostri hobby, ai lavori, ai figli. Le nostre fisime sono superflue agli occhi degli uomini, e tuttavia ci fanno passare la maggior parte del nostro tempo in attività inutili a noi stesse e al mondo. In Italia siamo 2 milioni e mezzo in più. Uno stivale abitato da donne che si perdono nel senso di un paio di chili, invece che di un paio di libri. O un paio di risate. O un paio di passeggiate. La ricerca della felicità non è solo necessità di adesione a un ideale pubblicitario, perché le nostre vite non sono (solo) pubblicità. Abbiamo bisogno e ci divertiamo con il fashion e le tariffe telefoniche. Ma le cose importanti sono altre. Prima tra tutte, una parola di cui nessuno fa mai la pubblicità, perché non è business. Al posto del peso, la parola equilibrio. La consapevolezza di potercela fare nonostante il funambolismo sia un mestiere per noi nuovo, perché una volta il filo non lo sfidavamo, e rimanevamo in casa, a guardarlo, senza osare. Il coraggio di dire no e di raccontarsi davvero nelle proprie imperfezioni. Anche con il corpo. L’orgoglio di ponderare il vero e il falso – anche delle diete, anche della vita – con intelligenza. Senza illusioni ma anche senza disillusioni. Volersi bene, volersi male, ma volersi, sempre, e non fidarsi non di chi vende, ma di chi cerca. Fare una dieta. Non fare una dieta. Anche in questo, il significato delle parole è anch’esso la loro percezione. Nell’antica medicina greca la dieta era il complesso delle norme di vita (alimentazione, attività fisica, riposo, ecc.) atte a mantenere lo stato di salute. Martina Liverani invita a un percorso che riparte da qui. 0. Intro Mia cara lettrice, se tieni tra le mani questo libro è perché con molta probabilità hai sempre creduto che perdere qualche chilo ti avrebbe resa più felice, più bella, più amata. Ma adesso ti viene qualche dubbio. Non temere, non sei la sola. Purtroppo, se vivi in un paese occidentale, sei donna, compri riviste, guardi la tv e giri per negozi, non potresti essere persuasa del contrario. Le aziende cosmetiche, le case di moda, l’industria dei prodotti dimagranti, quella del fitness, le case farmaceutiche e quelle di chirurgia estetica, hanno contribuito a creare un clima in cui noi donne e ragazze percepiamo il nostro corpo come qualcosa di sbagliato e da cambiare (più magro, più sodo, più giovane, più tonico). Però, lasciatelo dire, è tempo di porci qualche domanda in più prima di cominciare una dieta dimagrante e di chiederci perché noi donne carichiamo sul nostro peso e sul nostro corpo così tante aspettative. A meno che tu non abbia particolari esigenze di salute (i tuoi esami medici vanno bene? Il tuo peso è proporzionato alla tua età, alla tua altezza, alla tua storia e alla tua conformazione fisica?), se riesci a correre e ballare, se il tuo corpo è come quello delle donne che incontri tutti i giorni per strada, a scuola, al lavoro, in spiaggia o a fare la spesa, non dovresti fare una dieta dimagrante. Credimi, non è una questione di peso e aspetto fisico, qui c’è dell’altro, si tratta della tua salute. Mascherate da forza benigna in grado di risolvere ogni nostro problema, le diete dimagranti sono l’antitesi del prenderci cura del nostro corpo. Il senso di frustrazione, le privazioni alimentari e i fallimenti che ne conseguono, i beveroni, le pillole magiche, le tisane, sono trappole nelle quali noi donne caschiamo pur di trovare cura al nostro sentirci sbagliate. Demenziali, violente, bugiarde e spregiudicate: tutte le diete sono un fallimento. Del buon senso e dell’equilibrio. Smettere la dieta è una forma di moderna ribellione e intelligenza. Riappropriarsi del nostro corpo, rispettarlo, ritrovare un legame di piacere con il cibo e rieducarci all’alimentazione ci permetterà non solo di ottenere benessere psicofisico, ma soprattutto di tirare un sospiro di sollievo e relazionarci meglio con gli altri e con noi stesse. Questo libro non è un invito a essere grasse, no, per carità, è un invito a essere semplicemente e straordinariamente noi. Sane e belle. Riscoprirci e amarci per quello che siamo. Vorrei che alla fine di queste pagine, mia cara lettrice, ti sentissi un pizzico più consapevole, forte, disincantata, libera, moderna e autoironica; mi piacerebbe farti capire perché hai sempre l’errata sensazione di non piacerti o perché spesso ti senti inadeguata; vorrei che leggendo quello che ho scritto ti volessi un po’ più di bene, e smettessi di perdere tempo a volerti cambiare. Piuttosto vorrei che decidessi di cambiare il mondo attorno a te: smetti di leggere quelle riviste che non ti rispettano o non ti rappresentano, diffida dalle pubblicità che ti prendono in giro e ti dicono bugie, non frequentare i negozi che ti fanno stare male, non ascoltare i messaggi che ti fanno sentire uno schifo, smetti di considerare il cibo come un nemico, di contare calorie invece di capire cosa mangi e perché lo fai. Quindi, cara lettrice che stai per cominciare questo libro, se il tuo corpo è femminile, pieno di splendide forme e meravigliose imperfezioni che ti rendono unica, qui trovi alcuni motivi per dissuaderti dal cadere nella trappola delle diete. Io ne ho raccontati dieci, ma poi ne vale uno solo: per essere bella, per essere benvoluta, per avere successo e per essere felice non ne hai bisogno.