l’impegno rivista di storia contemporanea aspetti politici, economici, sociali e culturali del Vercellese, del Biellese e della Valsesia a. XXVI, nuova serie, n. 1, giugno 2006 Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli “Cino Moscatelli” Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli “Cino Moscatelli” Aderente all’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia “Ferruccio Parri” L’Istituto ha lo scopo di raccogliere, ordinare e custodire la documentazione di ogni genere riguardante il movimento antifascista, partigiano, operaio e contadino nelle province di Biella e Vercelli, di agevolarne la consultazione, di promuovere gli studi storici e, in generale, la conoscenza del movimento stesso, anche con l’organizzazione di convegni, conferenze e con ogni altra iniziativa conforme ai suoi fini istituzionali. L’Istituto è associato all’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, in conformità dell’art. 3 L. 16 gennaio 1967, n. 3. Consiglio direttivo: Luciano Castaldi (presidente), Antonio Buonocore, Marcello Vau- dano (vicepresidenti), Piero Ambrosio, Mauro Borri Brunetto, Laura Caccia, Antonino Filiberti, Enrico Pagano, Angela Regis, Francesco Rigazio, Sandro Zegna Revisori dei conti: Luigi Carrara, Elio Panozzo, Teresio Pareglio Comitato scientifico: Gustavo Buratti Zanchi, Pierangelo Cavanna, Paolo Ceola, Emilio Jona, Alberto Lovatto, Marco Neiretti, Pietro Scarduelli, Andrea Sormano, Edoardo Tortarolo, Maurizio Vaudagna Direttore: Piero Ambrosio Sito Internet: http://www.storia900bivc.it l’impegno Rivista semestrale di storia contemporanea dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli Direttore: Piero Ambrosio Segreteria: Marilena Orso Manzonetta; editing: Raffaella Franzosi Direzione, redazione e amministrazione: via D’Adda, 6 - 13019 Varallo (Vc). Tel. 0163- 52005, fax 0163-562289. E-mail: [email protected] Registrato al n. 202 del Registro stampa del Tribunale di Vercelli (21 aprile 1981). Responsabile: Piero Ambrosio Stampa: Gallo Arti Grafiche, Vercelli La responsabilità degli articoli, saggi, note firmati o siglati è degli autori. Non si re- stituiscono manoscritti, anche se non pubblicati. È consentita la riproduzione di articoli o brani di essi solo se ne viene citata la fonte. Un numero € 7,00; arretrati € 9,00; estero € 9,00; arretrati estero € 10,00 Quote di abbonamento (2 numeri): annuale € 14,00; benemerito € 18,00; sostenitore € 23,00 o più; annuale per l’estero € 18,00 Gli abbonamenti si intendono per anno solare e sono automaticamente rinnovati se non interviene disdetta a mezzo lettera raccomandata entro il mese di dicembre; la disdetta comunque non è valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la re- stituzione dei fascicoli della rivista non costituiscono disdetta di abbonamento a nes- sun effetto. Conto corrente postale n. 10261139, intestato all’Istituto. Il numero è stato chiuso in redazione l’8 giugno 2006. Finito di stampare nel giugno 2006. In copertina: Arrivo di una tradotta di ex internati, Pescantina (Vr), 1945, © Archivio fotografico Luciano Giachetti - Fotocronisti Baita (Vercelli) presentazione In questo numero Ivano Lideo prosegue il racconto dell’im- portante ruolo svolto dal missionario dei pa- Marco Neiretti offre un quadro del ruolo dri bianchi Giuseppe Russo nelle trattative svolto dal movimento cattolico-sociale biel- tra tedeschi e partigiani per la liberazione dei lese negli anni della Costituente e della co- prigionieri, soffermandosi sugli ultimi mesi struzione della Repubblica, mostrando co- di guerra, fino alla resa dei nazifascisti. me le sue varie componenti, dall’Azione cat- Francesco Germinario cura la pubblicazio- tolica alle Leghe bianche, dalle Acli alla Cor- ne del breve diario dell’ebreo vercellese Ga- rente sindacale cristiana e alla Cisl, tutte briele Gallico che, travolto con la sua fami- mosse da un profondo desiderio di rinnova- glia dall’introduzione delle leggi razziali nel mento dello Stato, trovassero naturale sboc- 1938 e costretto a nascondersi all’indomani co e completamento nella Dc degasperiana. dell’8 settembre, prima in provincia di Cu- Filippo Colombara, analizzando le figure neo, poi a Torino, fornisce una testimonianza di due comandanti carismatici quali Cino delle drammatiche giornate della liberazione Moscatelli e Filippo Maria Beltrami, si sof- del capoluogo piemontese. ferma sull’importante ruolo che il carattere Il saggio “Oggi ricomincia la vita”, corre- leggendario attribuito ad alcuni protagonisti dato da fotografie, affronta il tema del ritor- della Resistenza svolse nella promozione no a casa dalla Germania degli ex internati della lotta partigiana, creando, allo scopo di militari vercellesi, biellesi e valsesiani ed è contrastare il nemico anche sul piano cultu- tratto dalla mostra omonima, realizzata dal- rale, nuovi miti che si sono conservati e am- l’Istituto a cura di Piero Ambrosio, in colla- plificati nel corso degli anni. borazione con il Comitato della Regione Pie- Roberto Favario, concentrandosi in parti- monte per l’affermazione dei valori della Re- colare sulle comunità di Graglia, Muzzano e sistenza e dei principi della Costituzione re- Occhieppo Superiore, analizza la situazione pubblicana e l’Archivio fotografico Lucia- economica dell’alta valle Elvo tra Ottocento no Giachetti - Fotocronisti Baita. e Novecento, individuando in essa le cause Laura Manione propone una lettura delle di un consistente fenomeno migratorio, in- fotografie di Luciano Giachetti dedicate al- dagato sia nelle sue caratteristiche di emi- l’ambiente rurale vercellese (alcune delle grazione stagionale o permanente, che nelle quali illustrano l’articolo), inquadrandola sue destinazioni all’interno del Regno d’Ita- nel contesto storico della rappresentazione lia o all’estero. fotografica del mondo agricolo tra Ottocen- l’impegno 3 presentazione to e Novecento ed evidenziando come il fo- quadro delle caratteristiche del territorio tografo ritraesse la campagna in tutti i suoi vercellese e delle sue trasformazioni. aspetti, dal lavoro agricolo dei braccianti, Infine, il resoconto di due iniziative orga- alla vita delle mondine, dall’allevamento del nizzate dall’Istituto nel corso del mese di bestiame, alle attività dei proprietari terrieri, marzo e la consueta rubrica di recensioni e componendo in tal modo un significativo segnalazioni. 4 l’impegno saggi MARCO NEIRETTI Rinascita del movimento cattolico politico-sociale biellese negli anni della Costituente Nel biennio 1943-1945, la guerra, il tracollo bienti operai, ma anche tra i cattolici, operai del fascismo, l’occupazione tedesca, la lotta e non, che negli anni venti, dopo aver con- partigiana, avevano riaperto anche per i cat- trastato l’egemonia socialista, avevano su- tolici biellesi la questione politica come ri- bito la repressione fascista1. chiamo all’agire diretto nelle istituzioni pub- Il sequestro ripetuto del bisettimanale cat- bliche della società, dopo il lungo periodo tolico “Il Biellese”, la persecuzione del suo di ripiegamento nell’ambito spirituale e for- direttore don Giuseppe Rivetti, la traduzio- mativo delle parrocchie e delle associazioni. ne al confino del canonico Alessandro Gro- Quel muoversi verso la ripresa della poli- mo e dell’ingegner Giuseppe Aragnetti, am- tica in senso lato, nell’incalzare degli avve- ministratori del Santuario di Oropa e della nimenti, faceva riemergere nel denominato- banca cattolica Credito biellese, erano ricor- re comune di “ambiente cattolico” dispara- di che scottavano ancora, ai quali si erano te esperienze, che nel Biellese provenivano aggiunti i risentimenti per lo scioglimento dall’Azione cattolica (Ac), dalle attività pre- di quarantaquattro circoli cattolici nel mag- sindacali, dal Partito popolare. gio del 1930; i contrasti con il regime a tute- la dell’indipendenza dell’Azione cattolica e Ambienti cattolici biellesi dall’antifa- a salvaguardia della libertà di organizzazio- scismo “popolare” alla Resistenza ne, educazione, insegnamento; le umiliazio- ni subite dai parroci per le disposizioni re- Il Biellese del tempo di guerra era un com- pressive riguardo all’uso delle campane, le prensorio industriale dell’arco prealpino celebrazioni dei funebri del fascismo e il con- con una storia di fascismo debole e di antifa- trollo poliziesco della loro vita privata2. scismo diffuso. Le radici dell’opposizione Nondimeno, il bisettimanale “Il Biellese”3, al fascismo non solo affondavano negli am- pur scontando l’imposizione di pubblicare 1 MARCO NEIRETTI, L’identità negata. Il Movimento cattolico sociale nel Biellese del primo Novecento, Biella, Sandro Maria Rosso, 1986. 2 ID, Cattolici e “popolari” biellesi tra fascismo e antifascismo, in PATRIZIA DONGILLI (a cura di), Aspetti della storia della provincia di Vercelli tra le due guerre mondiali, Bor- gosesia, Isrsc Vc, 1993. 3 Germano Caselli (Piossasco, To, 1897 - Biella, 1970) diresse “Il Biellese” dal 1926 al 1945. a. XXVI, n. s., n. 1, giugno 2006 5 Marco Neiretti i comunicati ufficiali del regime e di soppor- glie contro le comunità, proteggendo la po- tare rare presenze clericofasciste, aveva rap- polazione dalle infamie della guerra civile4. presentato l’unico riferimento per la pubbli- Diretto collaboratore del vescovo, più vol- cistica afascista (ma anche antifascista) del te suo alter ego in delicate missioni, si pro- Circondario, una specie di “zona franca” digava un sacerdote dalla profonda spiri- ove, oltretutto, era possibile approfondire tualità, don Antonio Ferraris5, che, tra i due le tematiche sociali. Dalle colonne del bisetti- fuochi, si era posto dalla parte dei deboli, manale, si era fatta sentire la voce del vesco- senza peraltro ricusare gli obblighi della giu- vo monsignor Carlo Rossi che, dal 1937, con stizia e della pietà verso tutti. Proprio attor- ferma azione pastorale, sosteneva contro i no a don Antonio Ferraris si era tacitamen- miti dello stato etico il primato della persona te composta la “resistenza cattolica”. A don umana e la conseguente libera concezione Ferraris faceva capo la parte operante che della società. praticava tra la popolazione, con intenzio- Monsignor Carlo Rossi (Torino, 1891 - ne specifica a rimedio della guerra e dell’odio Biella, 1981), definito filoinglese nei rapporti civile, le evangeliche beatitudini e le “ope- dell’Ovra, aveva maturato, negli anni di reg- re di misericordia corporali e spirituali”, genza a Marsiglia della Missione operaia mentre coloro che avevano scelto (o dovuto degli emigrati italiani in Francia, la convin- scegliere) l’ardua strada della montagna - tra zione che stava scoccando l’ora della resa essi Nicola Celesia, Pietro Cicuta, Giovanni dei conti per le dittature nazifasciste. D’in- Appino, Giuseppe Foglizzo, Fedele Florio, tesa con il metropolita di Vercelli, l’arcive- Bruno Tarocco e pochi altri - avevano in don scovo Giacomo Montanelli, notoriamente o- Ferraris il direttore spirituale, l’amico, il sov- stile al regime in una città considerata “fiore venitore negli stati di necessità6. all’occhiello” del militarismo e del fascismo Altro aspetto della clandestinità era quello subalpino, Rossi assunse, nel pieno della politico, avviato nel 1943 tra vecchi popolari guerra, la sfida e l’onere del defensor civita- e giovani dell’Azione cattolica da uomini tis di Biella e del Biellese, affrontando in pri- che avrebbero poi fatto parte dei Cln e delle ma persona i nazifascisti, offrendosi come o- prime amministrazioni comunali repubblica- staggio perché rinunciassero alle rappresa- ne. L’iniziativa, partita da Alessandro Trom- Il suo nome era stato consigliato dallo zio monsignor Bernardino Caselli, direttore de “Il Cor- riere” di Torino e sodale di Alessandro Cantono, allora segretario provinciale del Ppi torine- se. Cfr. ID, L’identità negata, cit. 4 Testimonianza rilasciata da don Lorenzo Viola a Marco Neiretti il 31 luglio 1995. 5 Don Antonio Ferraris (Ronco Biellese, 1905 - Biella, 1985), direttore spirituale e rettore del seminario vescovile di Biella, assistente dell’Ac diocesana, vicario vescovile. Cfr. AA.VV., “...un prete ...don Ferraris”, Biella, Unione biellese, 1986. 6 La vita partigiana dei cattolici fu molto difficile nel Biellese, in quanto dovettero militare nelle formazioni garibaldine dominate dai comunisti. Nel Biellese non operavano altre forma- zioni, se si eccettua una presenza di “Gl” sulla Serra tra Biellese e Canavese e qualche spo- radica comparsa della “Franchi” di Edgardo Sogno. Testimonianza di Pietro Cicuta “Tau- rus”, Biella, 10 giugno 1990. Pietro Cicuta (Pralungo, 1922 - Biella, 1995) fu esponente della corrente gronchiana nella Dc biellese, delegato del Movimento reduci e partigiani, componente del Comitato provinciale della Dc biellese, consigliere comunale di Pralungo e amministratore dell’ospedale di Biella. 6 l’impegno Rinascita del movimento cattolico politico-sociale biellese negli anni della Costituente petto, che frequentava gli ambienti neoguel- Con il diffondersi a vari livelli dei Cln, si fi milanesi, era culminata nell’agosto del espandeva la rete della Democrazia cristia- 1943 nella formazione della sezione biellese na, sicché alla Liberazione il partito dega- della Commissione democratico-cristiana di speriano era diffuso in tutto il Biellese. Dal studi politici7. Il primo incontro era avvenu- partito sturziano provenivano Renato Bot- to per l’ospitalità del parroco, monsignor Ir- to, ultimo segretario dei popolari biellesi e mo Buratti (già esponente del Ppi), nella Ca- delle Leghe bianche aderenti alla Cil (Confe- sa delle opere parrocchiali di Biella San Pao- derazione italiana lavoratori), redattore capo lo. Al centro della discussione erano state del bisettimanale cattolico “Il Biellese”; Eu- poste le degasperiane “Idee ricostruttive”, genio Aimone Prina, insegnante negli istituti illustrate dal professor Gustavo Colonnet- tecnici e giornalista; Giuseppe Pella, econo- ti, che allora abitava a Pollone, e da Ales- mista libero professionista; Bruno Blotto sandro Cantono. Nella circostanza si erano Baldo, industriale laniero; Secondo Eusebio avviati quei contatti periodici che avrebbero Uberti, impiegato e sindacalista. Dal mondo portato alla rappresentanza democratico- del lavoro e dalle esperienze di Ac emerge- cristiana negli organi clandestini e insurre- vano Leonardo Forgnone, Nino Rapa, Fran- zionali: Alessandro Trompetto nel Comitato cesco Colombo, Adriano Colombo, Ettore militare del Cln biellese e Guido Martigno- Bonardo, Pietro Cicuta, Ignazio Dalla Villa, ne nel Cln di Biella. Giuseppe Pella avrebbe Giovanni Battista Neiretti, Franco Loffi, Italo coadiuvato, come tesoriere del Cln, la rac- Berratino; da quello delle professioni l’archi- colta di consistenti mezzi finanziari per la tetto Alessandro Trompetto, i medici Nico- lotta partigiana. la Celesia e Alberto Bonino. Dalle organiz- Nelle fabbriche, altri militanti cattolici - tra zazioni femminili provenivano Lidia Lanza, i quali Francesco Colombo, Giovanni Rapa, Isabella Anselmino, Mary Nelva Castagnet- Ettore Bonardo, Leonardo Forgnone, Igna- ti, Noemi Botta; dalla scuola, Silvio Mello zio Dalla Villa, Giovanni Battista Neiretti - Grand, Emilio Mello Rella, Enrica Marchisio, avevano dibattuto i problemi economici e Mary Cappa, Domenico Panzarasa. sociali dei lavoratori biellesi, partecipando agli scioperi e intessendo la rete della Cor- Gli ambienti cattolici tra il 1945 e il 1948 rente sindacale cristiana (Csc), poi conflui- ta nella Cgil. Leonardo Forgnone e France- Nel periodo di transizione dalla guerra alla sco Colombo, tra il 1943 e il 1945, avevano Repubblica, gli ambienti cattolici vissero in partecipato alla contrattazione clandestina un’atmosfera fervida di novità, d’incontri, culminata, nel marzo del ’45, nel “Patto della di discussioni. I documenti della scuola so- montagna” (noto anche come “Contratto ciale cristiana, dalla “Rerum Novarum” al della montagna”), unico accordo fra le parti messaggio natalizio del 1942 di Pio XII, spie- sociali concluso nell’Italia occupata dai na- gati e proposti al dibattito da Alessandro zifascisti. Cantono8, erano assunti come conferma del- 7 Cfr. ISRSC BI-VC, fondo Alessandro Trompetto, b. 55, fasc. 4. 8 “Nei periodici murriani Cantono diventava ben presto [...] lo studioso di fenomeni in- cipienti come il municipalismo sociale, le Università popolari, gli scioperi, sulla base di dati positivi e nel quadro di uno sviluppo di lotta di classi nella storia: che poi egli legava ai a. XXVI, n. s., n. 1, giugno 2006 7 Marco Neiretti le degasperiane “Idee ricostruttive”, che, nel di Quintino Sella9. Lo “strumento-stampa” frattempo, Guido Gonella, segretario della era indispensabile ai democratici cristiani nuova Dc, traduceva nel “Programma della biellesi, ben consapevoli della loro posizio- Dc per la Costituzione”, tutto impostato sul- ne minoritaria in una zona dominata dal po- la libertà della persona e sui suoi obblighi tere economico e caratterizzata dalla tradizio- sociali, sull’importanza dell’autonomia come ne socialista, che la Resistenza aveva raffor- forza dei molteplici corpi sociali, sulle sug- zato nella versione comunista. Essi doveva- gestioni della partecipazione alle responsa- no farsi conoscere in prima persona, difen- bilità dell’economia, sui valori del solidari- dersi dagli attacchi, spiegare con la forza per- smo interclassista, sulla libertà dei popoli, suasiva della moderazione e della mediazio- e sulla pace. La tematica sociale e politica ne le proposte e le attitudini di governo dello veniva declinata in ogni ambiente secondo scudo crociato, in primo luogo nelle ammi- le sensibilità e le urgenze proprie, con l’in- nistrazioni locali, con l’alleanza di quanti vo- tervento dall’esterno del Biellese dei mas- levano mantenersi “indipendenti” da ogni simi dirigenti nazionali delle varie associa- classificazione politica, soprattutto dai zioni: dai maestri cattolici al movimento dei socialcomunisti. laureati, dai sindacalisti agli aclisti, dall’A- zione cattolica ai democratici cristiani. Le voci della cultura cattolica Al giornale “Il Biellese”, affidato alla dire- zione di Alessandro Cantono, i democratici Nel segnalare temi e momenti salienti del cristiani avevano affiancato un settimanale percorso, è opportuno anteporre qualche squisitamente politico e di battaglia, diretto notazione intorno alla presenza della Chiesa dall’operaio Francesco Colombo, sindaca- e dell’Azione cattolica nel Biellese tra guer- lista nella Cgil, e redatto dal professor Sil- ra e dopoguerra. vio Mello Grand. Il settimanale portava l’e- Dei molti documenti, assumono impor- loquente titolo di “Vita Biellese”, la testata tanza fondamentale le lettere pastorali di con cui i propagandisti della prima Demo- monsignor Carlo Rossi, indice del percorso crazia cristiana, don Alessandro Cantono e della spiritualità e della cultura cattolica biel- don Luigi Guelpa, avevano diffuso il mes- lese del tempo. Sullo sfondo della lettura saggio leoniano tra i biellesi, subendo le an- escatologica e profetica della guerra, della gherie massoniche e le condanne per apo- denuncia della responsabilità di pochi e del logia di regicidio e per offese alla memoria contributo di ogni colpa individuale alla problemi sorgenti dall’apostolato moderno esponendoli con grande equilibrio di giudizio e di linguaggio, caratteristiche di tutta la sua opera. Per questo il suo volto, nel maggio 1903, figurava in un dépliant propagandistico della Dc nel quale simbolicamente fioriva dai germo- gli di un garofano bianco accanto a quelli di Murri, Avolio, Bertini, Sturzo, ecc.”; LORENZO BEDESCHI, Cantono Alessandro, in FRANCESCO TRANIELLO - GIORGIO CAMPANINI (a cura di), Dizionario storico del movimento cattolico in Italia. Vol. II. I protagonisti, Torino, Mariet- ti, 1982. 9 Cfr. MASSIMINO SCANZIO BAIS, Cento anni della gente biellese. Cronaca di un centena- rio, Biella,Unione biellese, 1989; ANGELO STEFANO BESSONE, Il processo a “Vita Biellese” per oltraggio alla memoria di Quintino Sella, in “Studi e ricerche sul Biellese-Bollettino DocBi”, 1999. 8 l’impegno Rinascita del movimento cattolico politico-sociale biellese negli anni della Costituente “complessiva malizia del mondo”, nella “pa- za una riflessione penitenziale per le molte storale” del 1943 e nell’invocazione di “Ma- disattenzioni dei credenti, commesse nella ria Madre Nostra” del 1944, si staglia, nella quotidianità della vita sociale10. prospettiva dell’imminente conclusione del- Alla dimensione sociale volgeva cura co- la grande tragedia, la domanda-programma stante don Antonio Ferraris, esortando al- del documento pastorale diramato l’11 feb- l’assunzione delle responsabilità della vita braio 1945 con il titolo “C’è un Vangelo so- pubblica e della politica. La sintesi del suo ciale?”. Per il vescovo, che interpreta il mes- discorso può rilevarsi da un articolo - “Gio- saggio e lo cala nell’epocalità, la domanda ventù e politica” - scritto anni dopo per scuo- comporta l’esito della speranza; dell’aper- tere i giovani dall’attendismo e dal torpore: tura dell’uomo a far valere, a realizzare i va- “Voglio rivolgermi ai giovani e alle giovani lori contenuti nella speranza. Oltre le distru- che militano nell’Azione cattolica e dico lo- zioni e la guerra, il vescovo guarda al tra- ro: smettetela dal guardare dalla finestra. guardo della pace, del lavoro, della ricostru- Entrate per la porta, iscrivetevi ai partiti, leg- zione, con l’esortazione a non limitare la ri- gete i giornali politici (quotidiani e... biset- costruzione ai soli beni materiali né alle sole timanali): fate della politica! Per tutti noi la strutture politiche, partendo dall’ordina- politica è una trincea di prima linea ed è con mento morale e sociale che deve promuo- questo strumento che potremo realizzare vere la famiglia, nel cui ambito si situa la per- per la nostra Nazione quei grandi concetti sona. Secondo i canoni della dottrina, il ve- evangelici cui, nella vita interiore, ci ha ad- scovo si intrattiene sui diritti della famiglia destrati la severa scuola delle Associazio- e della proprietà, sui problemi del lavoro e ni”11. Un vero e proprio: “Muovetevi!” ri- dell’imprenditorìa, sull’equità del salario e volto ai cattolici biellesi del secondo dopo- del profitto, e pone al centro di tutto il pro- guerra, in molti trattenuti nella pratica per- cesso “l’uomo, con il suo fine da raggiunge- sonale dei valori cristiani nell’ambito della re”. La tematica “dell’uomo” verrà sviluppa- famiglia, e, al più, delle attività associative. ta l’anno successivo con il titolo “Per una Tuttavia, tanto la testimonianza che l’a- ricostruzione morale”, che si perfezionerà zione erano fecondate dal teso dibattito cul- nella “pastorale” del 1947, di intensa ispira- turale intorno al progetto di società cristiana, zione cristologica, “Mysterium fidei. Il gran- che al momento dava corpo, con coerenze de dono”, preparatoria del congresso euca- integralistiche, a un modello operativo ido- ristico diocesano, che si celebrerà con so- neo, più che alla cooperazione tra soggetti lennità a Biella dall’11 al 18 maggio 1947. diversi, alla concorrenza esclusiva per affer- Il ritorno alla riflessione sociale e politica mare il primato dell’identità cattolica, per segnerà il messaggio quaresimale del 1948, quanto nella pratica del metodo democrati- che, pur con riferimento alle circostanze co e della tolleranza reciproca. Come già nella politiche, esorterà all’impegno concreto per tradizione delle manifestazioni di massa - l’affermazione dei valori cristiani, non sen- doviziose d’emblemi, stendardi, parole d’or- 10 MARCO NEIRETTI - ROBERTA REINERIO (a cura di), Lettere pastorali dei vescovi delle diocesi di Biella e Ivrea, sl, sn, 1998. 11 “Il Biellese”, 23 gennaio 1953, anche in ANTONIO FERRARIS, Don Ferraris. Gli scritti da “il Biellese”. Vol. II. Fatti e messaggi, sl, sn, 1997. a. XXVI, n. s., n. 1, giugno 2006 9
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