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relazione tra benessere animale e qualità del latte bovino PDF

45 Pages·2017·0.8 MB·Italian
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CORSO DI LAUREA IN VALORIZZAZIONE E TUTELA DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO MONTANO RELAZIONE TRA BENESSERE ANIMALE E QUALITÀ DEL LATTE BOVINO Elaborato finale di: Federica Ghilardi Relatore: Prof. Alberto Tamburini Anno accademico 2016-2017 1 2 CORSO DI LAUREA IN VALORIZZAZIONE E TUTELA DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO MONTANO RELAZIONE TRA BENESSERE ANIMALE E QUALITÀ DEL LATTE BOVINO Elaborato finale di: Federica Ghilardi Relatore: Prof. Alberto Tamburini Anno accademico 2016-2017 3 Indice INDICE ………………………………………………………………………….. Pag. 4 INTRODUZIONE ………………………………………………………………. Pag. 6 Capitolo 1 - UNIONE EUROPEA E NORMATIVA PER LA PROTEZIONE DEGLI ANIMALI 1.1 Introduzione ……………………………………………………… Pag. 7 1.2 La politica per la tutela e la valorizzazione del benessere animale.. Pag. 8 1.3 La normativa per la protezione durante il trasporto ………....……. Pag. 9 Capitolo 2 - BENESSERE ANIMALE: DEFINIZIONE E ANALISI 2.1 Il benessere animale è un costo? ……………..…………………. Pag. 13 2.2 Studio comportamentale con la scienza dell’etologia………….… Pag. 15 2.3 Interazione uomo-animale e la sua misurazione…………………. Pag. 16 2.4 Metodi di valutazione del benessere animale……………………. Pag. 18 Capitolo 3 - PRINCIPI DI APPRENDIMENTO ANIMALE 3.1 Introduzione ……………………………………………………... Pag. 19 3.2 Processi di apprendimento ………………………………………. Pag. 20 Capitolo 4 - SALUTE ANIMALE 4.1 Introduzione ……………………………………………………... Pag. 22 4.2 Mastite: principali agenti e prevenzione …..……………………. Pag. 23 4.3 Il riflesso del benessere animale sulla qualità delle produzioni …. Pag. 28 Capitolo 5 - STRUTTURE E IMPIANTI ADEGUATI AGLI ANIMALI E CONSEGUENZE SULLA QUALITÀ DEL LATTE 5.1 La mungitura meccanica ………………………………………… Pag. 30 5.2 Automatic Milking System ………………..…………………….. Pag. 31 5.3 L’effetto dell’Automatic Milking System sul latte bovino …….... Pag. 33 4 CONCLUSIONI ………………………………………………………………... Pag. 35 BIBLIOGRAFIA E SITOLOGIA …….……………………………………….. Pag. 37 RIASSUNTO …………………………………………………………………… Pag. 42 RINGRAZIAMENTI …………………………………………………………... Pag. 45 5 Introduzione Il benessere animale è un concetto che fino a pochi anni fa aveva la sua importanza ma, ad oggi, è il tema più importante quando si parla di allevamenti e anche di scienze alimentali. Indubbiamente, l’interesse dei consumatori di voler essere consapevoli anche di come vengono prodotti gli alimenti ingeriti, ha contribuito notevolmente all’incremento di popolarità di questo tema. Il loro interesse è rivolto anche alla volontà di voler che agli animali vivano nelle migliori condizioni, durante tutte le fasi della vita produttiva. Lo stato di benessere, quindi, deve essere studiato sia dal punto di vista dello stato di salute e dello stress dell’animale, ma anche dal punto di vista di interazione e connessione con l’essere umano (Rossi, 2005). È un argomento non solo di interesse pubblico ma ha anche ottenuto attenzione dagli Organi legislativi dell’Unione Europea e del Governo italiano che hanno adottato misure e interventi per garantirne il giusto e corretto rispetto. Al pari delle problematiche del benessere animale vi sono quelle relative alla qualità del prodotti di origine animale, argomenti tra loro molto legati, sotto diversi punti di vista: un animale in condizioni idonee e trattato come merita riesce a produrre, in termini quali-quantitativi, un prodotto migliore. Gli animali hanno sviluppato metodi per valutare il proprio benessere, discorso interessante per l’uomo che invece riesce sono a quantificare il loro malessere (Rossi, 2005). Ovviamente con il passare del tempo e con l’avanzare della tecnologia e lo sviluppo della scienza, l’uomo è riuscito a sviluppare metodi e strumenti di misura e valutazione che riescono a quantificarlo ed a reagire in caso di necessità. L’obiettivo di questo elaborato è quello di studiare il benessere animale e i fattori che lo limitano o lo amplificano, in modo da avere mezzi per cercare di migliorarlo, così da cercare di risolvere alcuni fondamentali problemi. L’elaborato ha l’intenzione di fornire le basi in ambito di benessere animale, dello studio del comportamento animale, del rapporto con l’uomo (molto influente sulle condizioni animali), e anche sulle conseguenze che un malessere (non benessere) può avere sulla quantità e qualità del latte bovino, legato all’utilizzo delle più innovate tecnologie. 6 Capitolo 1 - Unione Europea e normativa per la protezione degli animali 1.1 – Introduzione Il tema del benessere animale, legato agli attuali sistemi di allevamento degli animali, è sempre più d’attualità per l’opinione pubblica. Lo dimostrano i risultati di una inchiesta realizzata nell’Unione Europea (EC, 2007) che ha visto assegnare un punteggio medio pari a 7,8, alla domanda “Quanto risulta importante garantire un adeguato livello di benessere agli animali da reddito presenti nei nostri allevamenti?” (scala da 1 = minima a 10 = massima). È emerso, inoltre, che l’opinione pubblica europea ammette che ci sia stato un enorme miglioramento nell’ambito delle condizioni di allevamento per gli animali zootecnici, ma il 77% crede che siano necessari altri interventi (Cozzi, 2008). Questo interesse per il miglioramento del benessere per gli animali ha coinvolto anche il legislatore europeo, che ha agito a tale proposito inserendo questo aspetto tra i requisiti che un’azienda zootecnica deve avere per avere il sostegno comunitario. È qui che l’animal welfare assume importanza insieme ad altri punti delle filiere zootecniche, come l’impatto ambientale dell’allevamento e la sicurezza delle produzioni prodotte. L’Unione Europea tratta l’argomento per garantire la sicurezza alimentare nei confronti dei consumatori, la protezione dell’ambiente e il benessere degli animali, per poter soddisfare i quattro obiettivi fondamentali, cioè garantire che tutto ciò che entra nella catena alimentare umana sia sicuro e nutriente, assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, promuovere il benessere degli animali, dare la possibilità al consumatore di scegliere, fornendo tutte le informazioni sull’etichetta in merito all’origine, le caratteristiche, le proprietà nutritive e l’utilizzo di prodotti alimentari (Macrì, 2017). Questo significa che ciò dà importanza anche dalla sanità animale, cioè che sia buona e con regolare controllo veterinario, igiene nei processi produttivi degli alimenti, ma anche nelle fasi di macellazione, compresi la conservazione, la trasformazione, la lavorazione, il deposito, il trasporto e la vendita; da ultimo, importante è anche l’igiene 7 degli allevamenti, compresi la produzione e l’impiego di alimenti e farmaci destinati agli animali. 1.2 – La politica per la tutela e la valorizzazione del benessere animale Il benessere animale è considerato come un vero e proprio problema legato alla salute e all’igiene degli allevamenti. Ha assunto importanza anche perché la questione è diventata un problema anche etico, legato anche alle crisi sanitarie, come è stato lo scandalo della “mucca pazza” (BSE). Limiti sono stati istituiti per evitare lo sfruttamento produttivo animale con ingrandimento dell’importanza del benessere animale e il tentativo di diminuire la sofferenza gratuita, come dichiarato nell’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea1 (Cozzi, 2008). La Direttiva 98/58/CE è una direttiva per la protezione di animali negli allevamenti, riguarda tutte le specie e si può applicare a tutti gli animali allevati per la produzione di alimenti, come pesci e anfibi, ma anche a materiali di origini animale come pelle, lana, pellicce. Essa stabilisce che agli animali non soffrano alla morte, non vengano sottoposti a sofferenze inutili, e cita alcune norme utili per la gestione dell’allevamento, prendendo in considerazione le caratteristiche del personale, che deve essere capace e dotato di conoscenze e competenza, della libertà di movimento degli animali, dell’idoneità dei locali, la libertà di movimento, la disponibilità di cibo e acqua e l’applicazione di attenzioni per il controllo sanitario. Nell’ambito dei bovini, i vitelli hanno una Direttiva specifica che sostituisce la Direttiva 91/629/CEE, cioè la 2008/119/CE, istituita per i vitelli e che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli. Mettendo a confronto le due direttive, la direttiva 91/629/CEE sostiene che i vitelli allevati devono essere controllati almeno una volta al giorno e che i locali di stabulazione devono essere costruiti in modo che i vitelli riescano a vedersi tra loro (punti 6 e 7 della direttiva); 1 Più precisamente, la disposizione recita: “Nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione nei settori dell’agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno, della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l’Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti, rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale” 8 Per quanto riguarda l’alimentazione, questa direttiva sostiene che i vitelli debbano essere nutriti una volta al giorno, tenendo conto che il contenuto di ferro deve essere sufficiente a garantire le buone condizioni di salute e di benessere ed un buon ritmo di crescita (Punti 11 e 12). Invece la direttiva 2008/119/CE dice che tutti i vitelli debbano essere controllati dal proprietario due volte al giorno e sulle caratteristiche dei locali di stabulazione stabilisce soltanto che debbano essere grandi abbastanza da permettere al vitello di coricarsi (punti 6 e 7 della direttiva); La direttiva, inoltre, affronta l’argomento dell’alimentazione ricordando che i vitelli debbano essere nutriti due volte al giorno, tenendo conto del fatto che gli alimenti debbano avere un tenore di ferro sufficiente per raggiungere un tasso di emoglobina di almeno 4,5 mmol/litro (punti 11 e 12); è importante notare che è soltanto la direttiva 2008/119/CE che affronta il tema della somministrazione del colostro, da dare il prima possibile dopo la nascita e entro le prime sei ore di vita (punto 15) (Macrì, 2017). 1.3 – La normativa per la protezione durante il trasporto Il trasporto è un altro punto critico da considerare per definire il benessere degli animali che subiscono molte movimentazioni nel corso della vita, essendo spesso allevati in aziende diverse da quelle di nascita e poi trasferiti per essere macellati. Dal punto di vista del benessere, difficoltosi e a cui fare attenzione sono in particolare i lunghi spostamenti, quelli cioè superiori alle 8 ore di viaggio che, secondo la Commissione, ogni anno, interessano circa 4 milioni di bovini. La prima regolamentazione in merito risale alla Direttiva 77/489/CEE, relativa alla protezione degli animali nei trasporti internazionali, poi superata dalla Direttiva 91/628/CEE relativa alla protezione degli animali durante il trasporto e, infine, dal Regolamento (CE) n.1/2005, sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate. La scelta di intervenire con uno strumento normativo più forte, cioè il regolamento, nasce dalla constatazione che il diverso recepimento della Direttiva 91/628/CEE aveva prodotto difficoltà nel processo di armonizzazione della legislazione comunitaria (Macrì, 2017). Il Regolamento scende nel dettaglio degli operatori e delle rispettive responsabilità, introducendo modalità più severe di autorizzazione e di controllo, e regole più restrittive per quanto riguarda il 9 trasporto di più lunga durata, coinvolgendo anche gli operatori prima e dopo la macellazione, dopo un’adeguata formazione. Nonostante tutto però alcune problematiche appaiono ancora irrisolte e l’attenzione sul tema rimane elevata, considerando che dopo l’introduzione del Regolamento (CE) n. 1/2005 (COM(2011) 700 definitivo), un miglioramento c’è stato, ma comunque persistono gravi problemi, soprattutto a causa della poca attenzione di alcune prescrizioni del Regolamento, in particolare relativamente al trasporto di animali non idonei, il sovraffollamento dei veicoli, l’altezza interna inadeguata dei compartimenti nei veicoli, l’insufficienza di acqua per gli animali durante il trasporto, il trasporto di animali per tempi più lunghi di quanto consentito (Commissione Europea, 2011). Comunque alcune norme presenti nel Regolamento non sembrano essere coerenti con le più attuali conoscenze scientifiche, considerando il parere scientifico richiesto dalla Commissione all’Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’EFSA. (Macrì, 2017). Allo stesso tempo, sempre nel regolamento, vengono nominati alcuni possibili suggerimenti o miglioramenti, tenendo conto di alcuni fattori, come le caratteristiche della specie e dell’animale, del loro peso e di possibili elementi influenti sul benessere animale. Il 12 dicembre 2012, con una risoluzione apposita, il Parlamento europeo ha preso atto della relazione della Commissione sullo stato di attuazione del Regolamento (CE) n. 1/2005 del Consiglio, e di quelle che sono le preoccupazioni sul fatto che le norme in materia di trasporto di animali siano attuate in modo molto differente tra i singoli Stati membri, incitando una revisione del Regolamento che recepisca le nuove conoscenze scientifiche acquisite (Cozzi, 2008). 10

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Il benessere animale è un concetto che fino a pochi anni fa aveva la sua importanza ma, ad oggi, è il tema più importante quando si parla di
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