Stigmatizzati e sbattuti sulle prime pagine dei giornali, scherniti, dileggiati e picchiati, per disprezzo o per il semplice gusto della sopraffazione, spinti nei cellulari della polizia e trasferiti in commissariato per la schedatura. Questo e molto altro poteva accadere agli omosessuali in Italia, osteggiati da un senso comune diffuso, che veniva incoraggiato dalla morale cattolica e non contrastato da quella "progressista" di sinistra. "Quando eravamo froci" ci riconduce agli anni della dolce vita, quando la vita per i gay era tutt'altro che gaia. Clandestini, si cercavano, si riconoscevano da sguardi rapidi e furtivi, si incontravano, abbordavano i "maschi" in libera uscita dalla caserma e dalla famiglia, si accoppiavano furiosamente nei vespasiani o nelle file più appartate dei cinema rionali. Queste erano le condizioni in cui, fino agli anni sessanta, gli omosessuali vivevano e praticavano la loro sessualità, riuscendo persino a conquistarsi limitati spazi di felicità. Prima che, con l'apertura di spiragli di libertà e con l'embrionale rivendicazione dei propri diritti, si costituisse il futuro movimento gay. Andrea Pini ricostruisce con foto d'epoca e con interviste a protagonisti e testimoni diretti un periodo storico della condizione omosessuale, e insieme denuncia l'atteggiamento cinico e oppressivo della società circostante. Prefazione di Natalia Aspesi.